ORSI ITALIANI MAGAZINE


L'amico di famiglia (quarta parte - la cena)

Un racconto di grassopassivo (grassopassivo@yahoo.it)


Non avevo idea di cosa mi aspettava quella sera, non avevo mai fatto sesso in 3, e poi, visto la perversione e la fantasia di Giovanni, se anche il suo amico era cosi', potevo aspettarmi di tutto.
Si rivesti' e feci per farlo pure io,'chi te l'ha detto? Devi stare nudo, ora ti do' un grembiule, indosserai solo quello, sarai la nostra servetta!' mi blocco' lui.
Si fini' di vestire e mi disse 'riposati un po' per adesso, io nel frattempo preparo la cena'.
Andai nella camera da letto e mi sdraiai un po', mi addormentai e fui chiamato da lui alle 20.
Scesi di sotto che aveva gia' finito di cucinare, appena mi vide mi si avvicino' e mi mise il grembiule.
Mi disse 'se hai fame, cena adesso che con noi non ti siedi, ci dovrai servire!'. Mangiai qualcosa velocemente, ero agitato, eccitato e non sentivo la fame.
Finii e mi ordino' di andare ad apparecchiare per due.
Nel frattempo che finivo sentii una macchina arrivare: era il suo amico, finalmente lo avrei conosciuto. Suono' e Giovanni mi disse 'forza bagascia, vai ad aprire non fare aspettare il mio amico!'.
Cosi feci e mi ritrovai davanti un uomo di mezza eta', portava la barba sale e pepe, il fascino del brizzolato si fece strada in me, era piu' alto e piu' tonico di Giovanni, scoprii dopo che aveva un passato di rugbista e che ancora si teneva in forma; era vestito di tutto punto in giacca e cravatta, sinceramente mi aspettavo un vecchio bavoso e fui piacevolmente sorpreso.
Entro' e senza nemmeno salutarmi mi passo' dietro e mi strinse una chiappa 'troiona, stasera sto culo sara' mio' questo fu il suo saluto.
Giovanni entro' nella stanza e si salutarono calorosamente,'certo e' un po' grassoccia la vacca'- disse Marco parlando di me - 'ma se e' come dici tu te lo sfondero' a dovere, vedrai' - rispose Giovanni 'ha un culo e' una bocca da favola e poi e' il mio schiavo: ogni mio ordine esegue e per stasera sara' anche tuo, tanto sa che non puo' ribellarsi'.
Si sedettero a tavola  e rivolgendosi a me 'forza servici la cena non ci fare aspettare, che ci mettiamo in forze per scoparti come meriti', poi si misero a parlottare piano tra loro, non sentivo.
Andai a prendere i primi glieli portai e mentre servivo Marco, Giovanni mi ficco' un vibratore in culo, gemetti, mi tremo' il piatto e lui 'non farlo cadere e poi tanto dopo il mio cazzone questo nemmeno lo senti' e si misero a ridere, il piatto non cadde, appena lo posai davanti a Marco mi disse 'ci servirai con il culo pieno!'
Mi fermai dietro di loro mentre mangiavano, il vibratore mi dava fastidio e ogni tanto muovevo il culo per farlo adattare, gli versavo il vino e mentre mi chinavo a volte prendevano i capezzoli e me li stringevano.
Finirono il primo e andai a prendere il secondo, anche questa volta mentre ero chino a servire Marco Giovanni si fece sentire nel mio culetto infilando anche un dito, lo tiro' fuori e prima di iniziare a mangiare se lo fece leccare.
Notavo lo sguardo di Marco era eccitatissimo, mentre mangiavano Marco mi disse 'troia voglio rilassarmi un po' mentre mangio levami le scarpe e leccami i piedi' velocemente ero sotto il tavolo a obbedire, quando finirono mi fece alzare per andare a prendere la frutta, quando tornai sentii Marco che diceva '…ma sicuro che la beve? Ce n'e'  tanta non vorrei sporcarti il pavimento?' e lui 'tranquillo al massimo gli e' la facciamo leccare dopo da terra direttamente! 'mi avvicinai e Marco mi disse 'abbassati e tirami fuori il cazzo'.
Appena glielo liberai notai che era di dimensioni veramente ragguardevoli, piu' grande di quello di Giovanni, non era durissimo, era barzotto, cominciava appena a scappellarsi facendo intravedere il buchetto del cazzo, appena mi fui abbassato con la bocca all'altezza giusta mi prese la testa, avvicinandola al cazzo, senza farmelo entrare del tutto: appena fu sulla lingua sentii il getto di urina che partiva dentro la mia bocca, bevvi tutto avidamente, quando fini' 'scrollala dai' mi disse e lo feci facendomi arrivare le ultime gocce in faccia.
'Minchia e' fantastico, e' bravissimo quasi quasi lo farei venire ad una delle nostre feste' 'vediamo, ancora devo fargli fare alcune esperienze e poi lo porto'- rispose Giovanni.
Quando mi alzai Marco mi mise le mani sulle chiappe, mi avvicino' a se' e tirandomi fuori un capezzolo dal grembiule, comincio' a morderlo, mentre con il pollice e l'indice dell'altra mano mi stringeva l'altro.
Continuo' cosi' per una decina di minuti alternando i denti e le dita tra i due capezzoli mentre io gemevo di piacere.
Mi stacco' da lui, sparecchiai il tavolo servendogli poi l'amaro. Giovanni mi disse 'ne vuoi un goccio?' io annui, tiro' fuori il cazzo, mi prese la testa abbassandola e mentre ero cosi' ne verso un poco sulla cappella 'dai lecca' e cosi feci.
Non male quell'amaro! Mi ordino' di sgombrare il tavolo da tutto mentre loro andarono a sedersi in poltrona, passando accanto alla valigia e prendendo alcune cose.
(continua….)


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