ORSI ITALIANI MAGAZINE
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L'amico di famiglia (dodicesima e ultima parte - Festa di addio)
Un racconto di grassopassivo (grassopassivo@yahoo.it)
Erano passati 10 giorni da
quell'esperienza con mio padre e Giovanni, ero stato completamente
preso con lo studio, le pause erano state solo per dissetarmi alla
fonte di Giovanni e un paio di volte, approfittando delle assenze di
mia mamma avevo spompinato mio padre, ma nulla di veramente esaltante,
solo sveltine, ero davvero concentrato sui test di ingresso.
Venne
il giorno della prova di ammissione cosi' mi trasferii per una
settimana nella citta' dove avrei fatto l'universita', feci il test e
poi aspettai i risultati: ero stato ammesso.
Comunicai ai miei l'esito e dissi che sarei tornato a prendere le mie cose per trasferirmi per l'anno accademico.
Sarei
stato per l'ultima settimana a casa, poi mi attendeva una nuova vita,
sarei tornato solo per le feste e comunque per brevi periodi.
Sapevo che quell'estate che avevo vissuto cosi' intensamente non si sarebbe ripetuta piu'.
Ero
eccitato e felice per le prospettive del mio futuro, ma profondamente
malinconico nel sapere che qual cosa era finito per sempre.
Quei
pochi giorni che trascorsi a casa volarono, a salutare gli amici e i
vecchi compagni di scuola che sicuramente avrei rivisto molto poco
negli anni a venire, e impegnato a sistemare tutte le varie incombenze
che un tale cambiamento comportava.
Vedevo pochissimo i miei, ci
incontravamo solo a cena e fu durante la cena di uno degli ultimi
giorni prima della partenza che mio padre mi disse: 'non prendere
impegni per domani sera abbiamo organizzato una festa per la tua
partenza solo tra noi maschietti' -'va bene papa' risposi io.
Sarebbe
stato l'ultimo venerdi' che trascorrevo a casa, il lunedi' successivo
sarei dovuto partire, quindi era l'ultima occasione per divertirci un
po' tra maschi e poi ero davvero curioso a sapere cosa avessero
organizzato.
Dopo cena quella sera uscii andai a bere con
degli amici ma sinceramente non fui molto di compagnia ero gia'
proiettato alla sera dopo.
L'indomani sera appena mio padre
rientro' da lavoro uscimmo, mi disse soltanto che stavamo andando nella
casa di campagna di Giovanni ma per il resto non mi anticipo'
null'altro del programma della serata, parlammo poco durante il
tragitto e soltanto di come sarebbe stato andare fuori di casa per me.
Quando arrivammo notai che c'erano 3 macchine posteggiate fuori, appena
arrivati mio padre suono' il clacson e venne fuori Giovanni, mio padre
entro' dentro casa mentre io rimasi con Giovanni.
'Troiona
spogliati che dentro ti aspettano per farti la 'festa', anche tuo papa'
si sta preparando' mi disse, io sinceramente che non aspettavo altro
che queste sue parole, cominciai a spogliarmi li' nel portico.
'Ci
sono pure due sorprese per te' continuo' lui. Quando finii di
spogliarmi, Giovanni tiro' fuori dalla tasca un perizoma e mi disse di
indossarlo, cosi' feci e finalmente, con addosso solo uno striminzito
perizoma entrai dentro.
La scena che vidi fu incredibile, ad
attendermi a cazzo nudo c'erano Marco e suo figlio, mio padre, il
collega di Giovanni, e due maschioni di colore, avevano quasi formato
un cerchio.
Io senza farmi dire nulla andai ad inginocchiarmi in
mezzo a loro e Giovanni si spoglio' pure lui e venne a chiudere il
cerchio, ero circondato da cazzi.
Confuso in mezzo a tanto ben di
dio non sapevo quale assaggiare per primo, ci penso' Giovanni a rompere
gli indugi e con gesto deciso mi spinse la testa verso uno dei due
neri.
Cominciai a leccare avidamente questo bel cazzo che sotto la
mia lingua ben presto divento durissimo, passai poi all'altro nero e
poi via via feci un bel giro completo leccando ogni singola cappella
mia disposizione.
Appena finito di gustarle tutte, comincio' un
carosello di cazzi che entravano ed uscivano dalla mia bocca senza
sosta, avevo costantemente un cazzo in bocca e due nelle mani, dopo
mezz'ora mi vennero tutti addosso riempiendomi la faccia e il corpo di
sborra calda.
Quello era stato solo l'antipasto della serata, ci
ripulimmo e poi si sedettero tutti mentre io rimasi al centro, Giovanni
prese uno dei suoi dildo e abbassandomi il perizoma mi mise a pecora e
comincio' a giocare con quel cazzo di gomma nel mio buchetto, ognuno di
loro a turno venne a scoparmi il culo con quel dildo, chi in modo
gentile, chi sbattendomelo dentro con violenza.
Io con tutte queste sollecitazioni venni copiosamente senza nemmeno sfiorarmi il cazzo.
Mentre
giocavano cosi' con il mio culetto bevevano birra; quando quasi tutti
ormai avevano la vescica piena ci trasferimmo in bagno, mi misero nella
vasca e all'unisono mi pisciarono addosso
Assaggiai diversi schizzi di pipi dai loro cazzi.
Mi lasciarono nella vasca e mentre io mi sciacquavo loro si prepararono per il secondo round.
Quando
tornai in mezzo a loro li ritrovai nuovamente tutti arrapati, stavolta
non mi misi in ginocchio ma a pecora, comincio' a scoparmi mio padre e
poi a turno tutti passarono dal mio buchetto mentre nel frattempo mi
tenevano la bocca occupato facendomi ciucciare due cazzi alla volta.
Poi
uno dei due ragazzi di colore si sdraio' a terra con il cazzo che
svettava duro, mi ci fecero sedere sopra e dopo qualche minuto che lo
cavalcavo si posiziono' dietro anche l'altro nero, e cosi' mi ritrovai
il culo spalancato da due cazzoni neri mentre gli altri si facevano
segare e spompinare, finche' nuovamente sborrarono riempiendomi la
bocca e il culo di sborra calda.
La serata si avvio' a conclusione, ognuno si rivestii e ando' via.
Per
ultimi andammo via io e mio padre, non parlammo per tutto il viaggio ma
sapeva che mi aveva fatto una festa davvero con i fiocchi, avevo goduto
da impazzire.
Gli ultimi due giorni che rimasi a casa volarono
veloci, la domenica sera prima di partire andai a salutare Giovanni
facendogli un pompino d'addio gustando la sua sborra fino in fondo.
Quella
notte mentre mia madre dormiva venne a darmi il suo saluto anche mio
padre facendosi spompinare e scopandomi in silenzio.
E cosi
lasciai la mia citta' trasferendomi a centinaia di km di distanza: ci
sarebbero state altre avventure ma nessuna cosi intensa come
quell'estate. Purtroppo poi preso come fui dall'universita' dalla nuova
vita e dal lavoro che mi trovai, le occasioni per tornare a casa si
fecero sempre piu' rare e non ci sono state ancora altre occasioni per
rifare e riprovare quelle sensazioni di quell'estate che non potro' mai
dimenticare.
Fine
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