ORSI ITALIANI MAGAZINE
Io mi chiamo Alfio
Un racconto di 1e2e3
Io mi chiamo Alfio, conduco una vita abbastanza normale (almeno la conducevo fino all'inizio di quest'anno) perche' dovete sapere che dove lavoro hanno appena assunto un nuovo magazziniere di nome Gionata, e' un vero orsetto, non e' molto alto, ma e' grassottello e muscoloso al punto giusto, ha un volto da vero maschio ed e' pelosissimo (tanto che ci si potrebbe confezionare un maglione).
La storia inizia qui: una sera mi sono trattenuto in azienda fino a tardi per completare un lavoro importante che dovevo assolutamente finire, al momento di uscire mi sono accorto che la luce del magazzino era ancora accesa, visto che ero l'ultimo ad uscire mi sono preoccupato di andare a spegnerla e con mia grande sorpresa ho trovato Gionata anche lui intento a finire di sistemare il magazzino, il giorno dopo ci sarebbe stata un'ispezione e non poteva permettersi un cazziatone dal suo responsabile per non aver sistemato tutto a dovere, allorche' mi sono offerto di dargli una mano a sistemare il magazzino (tutto sommato non ci vedevo niente di male e poi aveva quasi finito).
In questo modo potevo ammirare il mio orsetto da vicino e la cosa mi eccitava.
Si muoveva rapidamente e metteva in mostra i suoi muscoli ma anche la sua pancetta, per fortuna che era primavera inoltrata, la giornata era stata abbastanza calda, portava solamente una maglietta e un paio di pantaloni lunghi (pero' abbastanza attillati da mostrare le sue gambe ben tornite)
Visto il caldo della giornata sentivo chiaramente l'odore del suo sudore e me ne riempivo le narici: poco dopo mi sono accorto di avere un inizio di erezione. Se n'era accorto anche Gionata ed ha cominciato a fare delle battute a riguardo:
'Sai ti ringrazio per l'aiuto che mi stai regalando ma non voglio che tu ti trattenga qui a lungo per me, magari hai qualche impegno galante con una bella ragazza questa sera ?'
Ovviamente io risposi che non avevo nessuna ragazza ad aspettarmi e che la serata l'avrei passata davanti alla televisione (magari a guardarmi un porno).
Dopo due secondi c'e' stato uno sguardo, i nostri occhi hanno scintillato nella fioca luce di quel magazzino e ci siamo avvicinati.
Senza esitare l'ho preso dietro alla nuca e l'ho baciato sulla bocca, al momento ho pensato che mi avrebbe dato uno spintone e considerato la sua stazza fisica mi avrebbe fatto anche male!
Ma ero pronto al rischio, se non altro avrei sentito il pizzicare della sua barba incolta (grazie al cielo che erano almeno 4 giorni che non si radeva, che uomo !)
Invece e' rimasto fermo per un istante come sorpreso della cosa, subito dopo si e' lasciato andare e mi ha abbracciato con passione, le nostre lingue ruvide avevano gia' fatto amicizia, ci guardavamo negli occhi mi sembrava un sogno, ero da solo con Gionata e lo stavo slinguando a dovere, siamo subito passati alla fase due, non l'avevo mai visto a torso nudo e non vedevo l'ora: gli tolsi la maglietta sudata e prima di gettarla sul pavimento rimasi li fermo ad ammirare quel bel petto peloso, quei due bellisimi ed ampi pettorali che ci si poteva apparecchiare tavola, con i capezzoli gia' duri, il pelo sembrava fosse stato pettinato era liscio e segoso, tutto quel pelo disegnava bene i suoi muscoli, inizialmente non capivo piu' niente la mia lingua si muoveva da sola totalmente senza controllo assaporando ogni millimetro della sua pelle sudata, continuando a spogliarlo mi accorsi che anche lui aveva un'inizio di erezione che andava via via aumentando quando rimase in mutande, quando gliele tolsi mise in mostra il suo bel cazzone molto grosso e lungo al punto giusto, un corpo ben proporzionato, lo guardai per intero prima di tuffarmi in un pompino mozzafiato, giocavo con le sue palle gonfie e pelose e andavo avidamente su e giu' per quel gran pezzo di carne che aveva tra le gambe.
Intanto mi ero spogliato anche io e lui mi propose di fare un 69, appena me lo prese in bocca mi sembrava di essere entrato in una fornace, sentivo la sua lingua ruvida che fino ad un attimo prima era nella mia bocca, adesso la passava sulla mia grossa cappella, dopo qualche minuto il ritmo aumentava per entrambi e stava arrivando l'orgasmo, lo avvertii che sarei esploso da un momento all'altro ma lui voleva proprio assaporare tutto cio' che c'era da assaporare e gli venni copiosamente nella gola.
Cosi' fece anche lui, il suo sperma era caldo e denso, inoltre sembrava non finire mai, in quelle palle gonfie aveva una scorta industriale di succo di maschio, avidamente non me ne lasciai scappare nemmeno una goccia.
Finito il primo round lui mi disse di volermi penetrare, non me lo feci ripetere due volte, il solo pensiero di essere montato da un torello come lui mi faceva schizzare gli occhi fuori dalle orbite e mi girai senza esitare, lui appoggio' la sua grossa cappella contro il mio buchetto rosa dopo averlo inumidito a dovere e con un colpo di reni entro' tutto fino in fondo.
Sentii sbattere i suoi coglioni sulle mie chiappe, fece qualche mossa di assestamento come per adattare il mio buchetto alla sua grossa minchia e comincio' a cavalcarmi, andava come un treno dentro e fuori, avevo il culo in fiamme ma ero felice, sentivo le sue grosse mani callose tenermi i fianchi mentre il suo respiro caldo e maschio mi accarezzava la nuca, alcune gocce di sudore si staccarono dalla sua fronte e mi caddero sulla schiena mischiandosi al mio sudore.
Dopo avermi cavalcato a dovere per circa dieci minuti mi chiese se preferivo che mi venisse dentro oppure fuori, io sinceramente preferivo sentirmi riempito di tutto il nettare che poteva darmi, non se lo fece ripetere due volte e mi scarico' fiotti di sperma direttamente dentro il mio intestino, non avevo mai sentito uno sperma cosi' caldo invadermi totalmente, tanto che quando lui tiro' fuori il suo arnese dal mio culo stava ancora sparando le ultime cartucce (che riuscii ad assaporare con la lingua pulendogli per bene il cazzone).
Gli dissi che volevo penetrarlo io questa volta, lui mi disse che era ancora vergine e di fare piano, pensavo di essere in paradiso, un orsetto come quello ed era pure vergine ed avevo l'onore di aprire per bene il suo fondoschiena come mai nessun'altro aveva avuto modo di poter fare.
Leccai ben bene anche quella parte del suo corpo che nella fase iniziale non avevo avuto modo di esplorare e mi resi conto che aveva proprio due belle chiappe rotonde pelose e sode, la spaccatura le divideva in modo perfetto, e nel mezzo c'era la foresta amazzonica tanto che ci misi un attimo a trovare il buco: appena lo vidi ci infilai un dito tanto per rilassarlo a dovere, lo leccai e sentivo di nuovo il sapore di maschio che mi invadeva il cervello.
Gli appoggiai la cappella ma lui mi disse di aspettare, mi mostro' uno specchio che aveva a portata di mano e si sistemo' in modo da vedere il mio viso mentre veniva inculato, mi disse che voleva vedermi bene in faccia mentre lo facevo, allora lo preparai al momento e gli dissi di spingere un pochino in fuori che avrebbe sentito meno dolore.
Con un colpo di reni entrai in quel corpo meraviglioso, non mi sembrava vero, stavo montando un bel torello peloso e vedendolo di schiena mi faceva eccitare come non lo ero mai stato, dopo una serie di colpi di assestamento capii che si stava rilassando a dovere e cominciai un lento ma incessante andirivieni nelle sue viscere, grazie allo specchio potevamo guardarci negli occhi e la cosa era ancora piu' eccitante, le vene del suo volto erano gonfie dapprima dal dolore poi via via che si rilassava il dolore lasciava posto al piacere e si godeva la cavalcata tanto che si fece una sega e sparse abbondante sperma sul pavimento prima ancora che io gli venissi dentro le viscere. Che toro!
Andai avanti cosi' per un quarto d'ora circa poi lo avvertii che stavo per venire, anche lui volle tutto il mio seme dentro di se': lo accontentai, mi sembrava di aver toccato il cielo con un dito, lo riempii e quando tirai fuori il mio cazzone vidi che avevo allargato a dovere il suo vergine buco, gli chiesi 'scusa per il disastro combinato' ma lui gentilmente rispose 'non fa nulla, non ti preoccupare, e' stato un piacere!'
La cosa non mi bastava e evidentemente non bastava nemmeno a lui, visto l'orario ci siamo dati una sistemata ed abbiamo finito il lavoro del magazzino, ogni tanto ci scambiavamo un'occhiata che lasciava presagire quello che sarebbe successo tra noi nei giorni a venire.
Finito tutto siamo usciti dandoci appuntamento nella piazzola dove parcheggiano gli autotrasportatori e con mio sommo piacere la piazzola non era vuota, c'era Andrea un grosso autista maschio che di tanto in tanto avevo avuto modo di incontrare a tu per tu ed approfondire cosi' la nostra amicizia: gli presentai Gionata, in un attimo salimmo sul rimorchio vuoto dove Andrea aveva gia' avuto il tempo per sistemare delle coperte pulite per terra (che previdente il mio Andrea sarebbe proprio un uomo da sposare) un un battibaleno eravamo nudi e ci trastullavamo i nostri piselloni ancora molli, tranne quello di Andrea che non vedeva l'ora di penetrare Gionata e il suo cazzone lo faceva intendere a chiare lettere.
continua
1e2e3