ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Alessandro il grande  

(Seconda parte 

Un racconto di SlaveF


La festa e' finita ma per una serie di motivi io ed Alessandro non siamo piu' riusciti a vederci.
Un po' per il suo lavoro (fa il contadino) che lo porta a lavorare spesso fino a tarda sera, un po' perche' io andavo meno alla festa, il nostro incontro successivo e' avvenuto quasi per caso.
Lui frequenta un bar del paese.
Io ne frequento abitualmente un altro, che pero' in quel periodo (circa meta' settembre) era chiuso, non ricordo per quale motivo.
Una sera prima di tornare a casa decido di fermarmi nel bar frequentato da Ale per bere qualcosa. Non mi aspettavo di trovarlo li' (non posso sapere se lo frequenta tutte le sere o meno).
Comunque ne sono stato contento.
Ci siamo salutati e abbiamo cominciato a chiacchierare del piu' e del meno anche con gli altri clienti del locale.
Dopo un po' siamo usciti per tornare alle rispettive abitazioni.
Allora mi sono fatto coraggio e gli ho chiesto se si ricordava della volta precedente e se voleva ancora fare sesso con me e lui mi ha detto che mi stava per chiedere la stessa cosa, ma che non lo voleva fare all'interno del bar per non farsi sentire dagli altri clienti.
Si e' messo al volante della sua macchina e ci siamo diretti verso il luogo dove ci eravamo appartati l'altra volta.
Durante il tragitto non parliamo molto, ma con le rispettive mani ci diamo da fare in mezzo alle gambe per farcelo diventare duro e non perdere troppo tempo dopo. Arriviamo che siamo gia' molto eccitati e i cazzi che premono contro i jeans tanto sono eretti.
Sistemiamo i sedili, ci sbottoniamo i pantaloni e camicia (io indosso una polo) e cominciamo subito a leccarci e succhiarci reciprocamente dappertutto.
Siamo un po' scomodi, ma non importa.
Ad un certo punto mi stacco da lui e mi abbasso dove si trova il suo enorme cazzo e glielo prendo in bocca.
Comincio a succhiarglielo, ma e' talmente grosso che faccio fatica ad arrivare fino alla radice e a volte sembra che stia soffocando.
Lo sento gemere di piacere. Quando mi sborra addosso gli chiedo che mi faccia un pompino anche lui, cosi' ci scambiamo di posto.
Quando anche io ho sborrato, in un attimo di pausa mi dice che vuole mettermelo nel culo.
Io gli dico se si rende conto di quanto lo ha grosso e che e' da molto tempo che non lo prendo nel culo, ma lui mi dice che sara' dolce, che non sentiro' quasi niente. In realta' anche se e' molto grosso, io voglio che mi penetri. Visto che non fa freddo per essere piu' comodi scendiamo dalla macchina.
Mi appoggio al cofano della macchina piegato quasi a meta' e con le gambe divaricate. Alessandro mi sputa due volte nel buco del culo e poi con due dita mi lubrifica l'entrata. Sto gia' godendo ma quando dopo essersi sputato e lubrificato il suo cazzo me lo appoggia al buco del culo trattengo il fiato.
Lui se ne accorge (nonostante sia molto eccitato) e mi sussurra di restare calmo, di non essere rigido e di assecondarlo, altrimenti sentirei piu' dolore del necessario.
Cerco di fare quello che mi dice e fra gemiti di piacere e di dolore mi penetra fino a che sento le sue palle contro il mio culo. Poi , una volta che il cazzo si e' fatto strada e il mio culo si e' aperto, continua a montarmi e io lo incito a continuare perche' sto godendo tantissimo. Quando mi sborra nel culo sento che si accascia sopra di me stanco ma contento. Quando si riprende lo stacco da me e finisco per mettergli la lingua in bocca.
Poi gli sussurro in un orecchio che adesso e' il suo turno di prenderlo nel culo.
Non so se perche' e' stanco o ne ha realmente voglia, ma mi lascia fare. Allora lo ribalto  sul cofano, gli allargo le gambe e le chiappe e senza lubrificare il suo culo e il mio cazzo comincio a penetrarlo con  foga.
Mi dice di andarci piano, che anche per lui e' la prima volta dopo tanto tempo, ma sono troppo arrapato e non lo sento.
Lo monto con rabbia e quando gli sborro nel culo lancio un urlo di immenso piacere e mi lascio andare sulla sua grande schiena.
Restiamo cosi' avvinghiati e con i pantaloni calati per qualche minuto vinti dalla stanchezza.
Un filo di aria ci riporta alla realta' ed allora ci rivestiamo e risaliamo in macchina. Dopo tanto tempo e' stata un'esperienza scandalosamente eccitante.
Ci scambiamo ancora qualche bacio, poi ci dirigiamo verso casa mia stanchi ma contenti e ci ripromettiamo di incontrarci piu' spesso. La tattica e' sempre la stessa: io mi faccio vedere al bar che lui frequenta, facciamo qualche parola con gli altri clienti, poi separatamente e a qualche minuto di distanza usciamo dal bar e ci dirigiamo verso il nostro luogo dove dare sfogo ai nostri istinti.
La cosa va avanti per parecchio tempo. Poi ci riperdiamo di vista, ma non importa, tanto prima o poi ci ritroveremo.

(fine) 

 SlaveF