ORSI ITALIANI MAGAZINE
Famolo strano!
Un racconto di Orsardo
L'avevo conosciuto al ristorante, il suo ristorante, uno tra i piu' bei locali indiani di Milano.
La
mia fortuna e' che il locale si trova a 50 metri da casa mia, quindi
non solo e' facile raggiungerlo ... ma posso arrivarci in pochi minuti:
dopo la sua telefonata per il via libera!
Il posto e' arredato
molto bene, la luce e' soffusa, la musica giunge leggera e il personale
porta i costumi tradizionali: veramente piacevole.
Proprio la
prima volta che ci andai, volli chiedere spiegazioni su uno dei piatti
che non conoscevo, ma il cameriere rispose che preferiva farmi parlare
con il proprietario.
Con lui!
Bellissimo, alto, la
barba neroazzurra che scintillava sull'incarnato ambrato, sui
trentacinque anni e piu' che un ristoratore mi sembrava un maraja! ...
ne fui colpito al punto da dimenticare cosa dovevo chiedere.
Con un sorriso formato da un migliaio di perle bianchissime: 'Si'?' mi incoraggio'.
Ritornato
in me, mentre il mio sguardo lo percorreva, avanti e indietro, tutto,
posi la domanda, cui, affabilmente, rispose. Risposta che non sentii,
perso com'ero nei suoi occhi di carbone ardente.
'Non sta bene, signore?' il suo italiano era perfetto e la mano, che pose, rassicurante, sulla mia, era di fuoco.
Non
volendo fare la figura della checchina patetica che non sa superare un
impatto come quello di averlo vicino, ordinai proprio quel piatto.
'Se le piacciono i cibi forti, vedra' che le piacera' molto.'
Si',
di solito mi piacciono, ma quello era peperoncino allo stato brado e,
quando gentilmente si riavvicino' per sapere se avevo gustato la
pietanza, mi trovo' fumante, con le gote rosse su cui scorrevano pigre
gocce di pianto. Subito se ne ando' per tornare con una ciotolina di
semi e palline rosse che, miracolosamente, mi spensero l'incendio che
divampava.
Si sedette con me al tavolo e cominciammo a
discorrere allegri: voleva farmi dimenticare che il mio stomaco
s'aggrovigliava ancora per le braci non sopite.
Era del Tamill!
La regione dell'India che preferisco e che ho visitato un sacco di
volte ... io ero felice, ma anche lui che comincio' a trattarmi
famigliarmente come se il suo paese formasse come un'anello fra di noi:
passo' al tu e, ovviamente, anch'io.
Finche', lo splendore (come
chiamarlo altrimenti?), mi chiese se volevo vedere delle immagini della
sua patria: 'Ne sarei felice ...'
'Vieni con me, allora!' e mi
porto', sollevando una gran tenda in fondo al locale, in un piccolo
ambiente dov'era una minuscola scrivania con un PC e una turca (uno di
quei divani su cui si puo' dormire). Accese l'apparecchio e ci
perdemmo, seduti vicini vicini, ad ammirare i paesaggi di quella terra
incantata. Poi mi fece vedere il suo villaggio, la sua casa ... e sua
moglie. Nel mio sognar di lui, non avevo pensato all'eventualita' che
fosse sposato!
'Si'! E ho tre bellissimi bambini!': e giu' a sciorinarmi le foto della moglie e dei figli. Foto fatte qui, a Milano!
Ogni
mia piu' lontana speranza di sedurlo crollo' miseramente e dovetti
dimostrarlo anche esteriormente, perche' mi prese una mano e
gentilmente si informo' su come stavo.
Bene! Ma ancor piu' bene
ora che mi teneva la mano e che nulla al mondo avrebbe potuto
togliermela. Mi feci coraggio, dopo qualche minuto e dopo un'altra
serie infinita di foto, gliela strinsi e, poi, gliela accarezzai.
Scarico', nei miei, i suoi occhi di fuoco e, testuale, mi disse: 'Ho capito che ti piaccio e anche tu mi piaci ... come amico.'
Forse
era un mezzo per non perdersi il nuovo cliente ... invece continuo':
'Ho gia' avuto rapporti con uomini ... ma io ho desideri un po' strani
... forse non ti potrebbero piacere ...'
'E famolo strano!'
mentre mi tornava in mente la battuta di Carlo Verdone che suggeriva di
uscire dagli schemi, dalle consuetudini, scorrevano nel mio cervello
immagini di sadismo estremo, altre di amplessi nei luoghi piu'
inaspettati, in posizioni acrobatiche e sentii la mia voce dire 'Non
c'e' problema ... anche a me piacciono le cose un po' 'strane' ...
vedrai che ci potremo divertire ...'
'No. Forse e' meglio che lasciamo perdere ... mi ha fatto piacere conoscerti, ma facciamo finire la cosa qui!'
'Perche'?' con il groppo in gola.
'Non
e' di sicuro quello che vuoi! A me piace solo un tipo di sesso ed e'
strano! Ascolta ... ora io devo proprio tornare dai clienti, ma, se
vuoi, dammi il tuo numero ... se cambiero' idea te lo faro' sapere.'
Glielo
scrissi su un foglietto, che lascio' sulla scrivania e se ne ando'
oltre la tenda. Io restai ancora un po' li' a pensare e a sperare in un
suo cambiamento: ma, poiche' non ritornava, tornai al tavolo, lui non
c'era e il cameriere mi porto' il conto che pagai, lasciandogli come
mancia anche il mio cuore.
A casa, mentre in silenzio pensavo
tristemente a quella bellezza che mi aveva dato il due di picche,
m'infastidi' il richiamo ossessivo del cellulare: una chiamata con
numero nascosto! Odio chi non ha il coraggio di far conoscere il
proprio numero a chi fa la telefonata! Di solito, non rispondo ... ma,
improvvisamente, dopo un battito fuori posto del mio cuore, modulai il
mio: 'Si'?'
'Hai ragione! Ho cambiato idea ... fino alle 3 e mezza sono occupato .. poi, se vuoi, possiamo vederci ...'
Senza rispondere, gli diedi solo l'indirizzo di casa. 'Vuoi che venga io ?!?'
'Si'
...' cosi', anche se voleva farlo molto 'strano', facendolo in casa
mia, sarei riuscito a bloccare cio' che non mi fosse piaciuto: fruste,
legacci, manette non ne ho .... al massimo vorra' farlo in cucina, o
nella vasca da bagno o ... insomma: tutte cose strane, ma non troppo.
Boh, vedremo!
Oggi lo 'famo strano'!
Ma i minuti, quel
giorno, non passavano mai! Quando arrivarono le 15,30 la tachicardia,
ormai, era a mille ... ma non arrivo' fino alle 16! Ormai disperavo e
il raggio di sole che entro' dalla mia porta ando' a riscaldarmi e a
farmi svolazzare su una nuvoletta paradisiaca.
In jeans molto
aderenti, con una maglietta turchese che contrastava con l'incarnato
abbronzato, l'infradito che faceva risaltare il piede snello e curato:
insomma l'uomo dei sogni!
Senza parole.
Ci sedemmo in
soggiorno, mi sorrise e, io pensando di svenire, cercai di
tergiversare, gli offrii da bere, chiesi cose stupide e inutili...
'Vogliamo fare sesso?'
Cavolo! Era andato subito al sodo!
Deglutendo, assentii con la testa.
'Spogliati!'
lo feci, intimidito, sotto i suoi occhi indagatori ... mi vergognavo,
anche perche' non riuscivo a nascondere con le mani poste a coppa,
l'enorme desiderio che mi si era inalberato tra le cosce.
'Gira su te stesso ...'
Lo feci.
'Ok. Mi piaci ... ora mi spoglio io.'
E
cio' che avevo immaginato prese forma: la bellezza di una divinita' dal
forte petto su cui due scuri capezzoli si disegnavano nel nero
brillante dei peli, il bottone, lievemente piu' chiaro, dell'ombelico
richiamava baci e, piu' sotto, da un boschetto curato, e secondo me
anche un po' depilato!, scendeva mollemente, appoggiato su uno scroto
pregno di due grossi testicoli, un bel pene il cui prepuzio copriva
completamente il glande, poi due splendide gambe muscolose e pelose
finivano nei piedi che gia' avevo ammirato.
Mi lascio'
sbavare per un po', guardandomi compiaciuto, poi si giro' offrendomi la
vista delle spalle bellissime: i capelli, che portava abbastanza
lunghi, si univano in un piccolo sentiero di peli che scendevano tra i
deltoidi fino a raggiungere quasi i glutei; li' si apriva in un
triangolo che si rastremava infilandosi tra le chiappe; il sedere e le
gambe erano rivestiti da peluria nera, fitta e corta.
Uno spettacolo unico.
Mi
lascio' godere di questa vista per alcuni secondi, poi, all'improvviso,
si piego' a novanta gradi e, divaricandosi i glutei con le mani, mi
offri' la visione di un bocciolo rosa nel fitto dei peli.
Ne
fui subito attratto, anche perche' il buco, come fosse una bocca,
vibrava, come se mi chiamasse ... lo accarezzai con le dita, ma ben
presto vi poggiai le labbra: lui si agito', allora lo leccai, lo
mordicchiai, gli inserii la punta della lingua.
Si agitava e,
mentre si muoveva sotto di me, inserii la lingua in profondita', e,
quando cercai di afferrargli con la mano il pene che, solo ora, era
divenuto enorme e duro, : 'No! Quello no! Quello e' per mia moglie!' e,
sospingendo il culo verso la mia bocca, si contorse, mugolo' ed
esplose, con violenza, il suo enorme carico di sperma sul pavimento.
Porca miseria! Che spreco!
Era ancora piegato e l'orifizio
vibrava come prima: che fosse un invito? Vi avvicinai il glande che,
ormai, era rosso come un tizzone e cercai di sodomizzarlo. Sempre
rimanendo piegato, sbraito': 'No, no! Non voglio ... mi sembrerebbe di
tradire mia moglie! No, dentro, non devi mettermelo!'
Cosa cavolo voleva allora? Perche' restava li', piegato in due?
Ripresi
ad accarezzarlo, a leccarlo e subito ricomincio' a mugolare, il fallo
torno' eretto e lui si strappava le carni dei glutei perch'io potessi
inserire la lingua sempre piu'.
Non pensavo a nulla: era veramente piacevole quello che facevo e il sapore torrido del suo antro era uno sballo.
Mentre leccavo, di nuovo mugolo' ... anzi barri', e si scarico' nuovamente sul pavimento.
Finalmente si drizzo' e comincio' a rivestirsi, senza dire niente.
'Non vuoi farti una doccia''
'No ... la faccio a casa!'
'... ti e' piaciuto?'
'Tu che ne dici? M'e' piaciuto?'
'Mi pare di si' ...'
'A me ... e' piaciuto molto! E a te?'
'Si' ... anche a me ...'
'Bene! Era questo che volevo dirti. Io sono 'strano': mi piace solo far sesso cosi'! Vorrai farlo ancora, con me?'
Pensando che, magari, col tempo sarei riuscito a cambiare le regole che imponeva, risposi: 'Si'! Quando torni?'
'Ti telefonero'.'
E usci' da casa mia. Terrorizzato pensai che stava uscendo anche dalla mia vita ...
Passarono
tre giorni in cui, ad ogni trillo, trasalivo, ma di lui nulla, finche',
il quarto, triste e vuoto, giorno eccolo di nuovo: 'Vieni al
ristorante, siamo soli ...'
Volai.
Erano le dieci del mattino e il personale giungeva entro mezz'ora: una sveltina, quindi!
Entrammo
nella saletta oltre la tenda, si sollevo' la tunica lunga, abbasso' i
jeans (ed era senza mutande!) e si volto' ... mi tuffai subito sul
palpitante orifizio: qualche lappata ed ecco i mugolii, i gorgoglii e
lo splash dello sperma sul pavimento.
La cosa strana e' che era
piaciuto anche a me e, mentre si rivestiva, dovetti pulirmi il casino
che avevo fatto esplodere nelle mie mutande!
Un saluto un po' formale e la promessa di una prossima telefonata... ma come mai mi accontentavo di questo?
Per
me era un mistero ... ma bisogna tener presente che fisicamente mi
piaceva proprio ... ripensavo continuamente alle sue natiche muscolose,
sode, dalla pelle scura, ricche di quella leggera peluria nera che
si
infoltiva nella valletta che nasconde il piccolo tesoro di quell'ano,
dalla pelle tenera e corrugata, calda e umida e odorosa dell'olio, che
usava su tutto il corpo.
Cosi' comincio' un periodo di attese
sconsolate di un colpo di telefono, di gioia improvvisa e di corse
nelle ore piu' strane al ristorante e di minuti vissuti pazzamente in
un minuscolo stanzino, dietro la grande tenda, a diretto contatto con
un buco che mi voleva e che pretendeva i miei baci.
Divenni
sempre piu' bravo e lo stimolavo in molti modi diversi, prima con le
dita inserendole anche, all'inizio con uno solo, ma poi con due e anche
tre dita, poi con la lingua sempre piu' in profondita': lui impazziva,
ma anch'io andavo fuori e leccavo, succhiavo, penetravo con la lingua,
stretta dal suo sfintere per lo spasmo del piacere.
Lui
eiaculava sempre senza masturbarsi e questo, invece di inibirmi, mi
faceva illudere che piu' era veloce nel venire e piu' gli ero piaciuto.
Dopo qualche mese, nell'accomiatarmi, mi prese il capo fra le mani e mi scocco' un veloce bacio sulle labbra socchiuse.
La
volta successiva, gli presi io la testa e il bacio fu vero e profondo:
la mia lingua lo fece andare in estasi e sembrava non volesse piu'
mollarmela.
'E' la prima volta.'
'Come ?!?'
'Che strano! Non ho mai baciato in questo modo neppure mia moglie ... non sapevo che si facesse cosi' ...'
Mi ripromisi di insegnargli qualcos'altro ... di strano!
Cosi', la volta successiva, il bacio glielo diedi subito, dopo aver passato la tenda.
Alla
fine del bacio, per la prima volta da quando si era spogliato
completamente, si mise tutto nudo: mi guardo' e con naturalezza, come
se io lo avessi fatto sempre: 'E tu non ti spogli?'
Nudi, lo accarezzai, lo baciai ancora, sentendo urgere la sua virilita' contro il mio ventre e... osai.
Mentre
le lingue si cercavano all'impazzata, glielo menai e non ne lasciai la
lingua neppure quando lo sentii contorcersi nel piacere.
Raccolsi
con un dito un po' del suo sperma, mi staccai dei pochi centimetri che
mi servivano e me lo leccai, per poi riprendere il bacio interrotto.
Cercava di staccarsi, non voleva, non voleva proprio incontrare il suo
seme. Ma le mie mani, bloccandogli la testa, lo costrinsero ad
avvicinarsi; quando gli vidi stringere gli occhi, seppi che potevo
osare: posai la bocca sulla sua e introdussi la lingua. Il seme, nel
frattempo s'era raffreddato: lo posai come fosse una stella di neve
sulla sua lingua e attesi. Dopo poco lo degluti': 'Che strano ... il
mio sperma e' ... e' buono!'
'Sei tu che m'hai detto che lo volevi far strano ... l'amore!'
'Beh. Stavolta e' stato proprio strano .,..'
'Strano ... ma bello!'
Poi, dopo una pausa tutta sospiri e carezze, tornai alla carica: 'Ti ha dato fastidio quando ti masturbavo?'
'No ...'
'Non vorresti masturbarmi anche tu?'
'No!!!',
poi mi guardo' con quei suoi occhioni neri, abbasso' lo sguardo e
timidamente mi pose una mano sopra, per poi repentinamente staccarla e,
di nuovo, guardarmi: il mio era un sorriso di incoraggiamento e speravo
proprio che gli venisse voglia di fare una cosa tanto 'strana', come il
masturbarmi.
S'accoscio' in modo d'aver davanti agli occhi il
mio fallo rovente, poi, prima con due dita, poi con tutta la mano
comincio' il saliscendi: ne avevo una cosi' grande voglia che ben
presto eruttai, spaventandolo.
Si riprese e con un dito raccolse un po' del mio seme e me lo fece suggere.
Chiudendo gli occhi, si avvicino' per farsi baciare.
In
una volta sola aveva scoperto il bacio, aveva assaggiato il proprio
seme e, ora, assaporato il mio. Che giorno strano doveva essere per lui!
In effetti, disse: 'Mai avrei immaginato di tradire mia moglie! Ma, con i tuoi baci, mi hai fatto perdere il senno.'
E, pensieroso: 'Non ci fara' male aver mangiato lo sperma?'
Oh, poverino! A che livello era!
Lo
aggiornai velocemente su tutte le qualita' energetiche che ha il seme
maschile, accennai alle ricerche di Georges Lakhovsky, e dei vari
ricercatori che, ancora negli anni trenta, avevano fatto lunghi studi
sulla semeterapia e cercai di convincerlo. Riuscii a fargli accettare
l'idea che il seme e' l'elemento Fuoco della pianta, quello che andra'
a far nascere un altro albero: il nostro seme, come quello, e' un
elemento Fuoco, quindi positivo e rinforzante.
'Mi hai convinto!
La prossima volta ne voglio di piu'!' e, stringendomi tra le sue forti
braccia mi sollevo' da terra, facendo fare un giro a mezzaria
tutt'attorno a lui. In effetti e' un tipo strano ... pieno di slanci
infantili e di mature considerazioni.
Il giorno dopo,
timidamente, chiese: 'Posso venire?' sussurrando al telefono. Al mio
'Certo!' non fece passare neppure un minuto e me lo ritrovai alla porta
... si vede che mi aveva telefonato dal portone.
Dopo il bacio
profondo e lussurioso, 'Sai avevo deciso, ieri sera, di non telefonarti
piu', di non vederti piu' ... le stranezze che mi hai obbligato a fare
mi hanno un po' sconvolto! Ma, mentre facevo l'amore con mia moglie, mi
sei tornato in mente: ho provato a baciarla come fai tu, senza che lei
capisse cosa doveva fare... Allora, mi sono detto che con lei vado
avanti come sempre e... le cose strane le faccio solo con te!'
Una
bella dichiarazione, questa! Anche se non teneva per niente conto di
cio' che io pensavo o volevo: era il mio signore e a lui immolavo tutto!
Lo baciai, spogliandolo. Subito mi imito' e, ben presto, nudi cademmo sul letto, ancora avvinti nel bacio.
Poi,
mordicchiai la barba, per scendere a leccare il collo, i pettorali, i
capezzoli. Anche qui, subito, si elevo' un piccolo concerto di mugolii
e, contro di me, la sua virilita' premeva.
In un sol colpo
glielo presi in bocca, scesi e salii dalle palle alla punta piu' volte,
felice che tutti i gorgoglii di lui fossero coperti dalla musica che
avevo lasciati accesa.
Quando mi riempi' la bocca, con la mano
ero arrivato a titillargli il buco e con l'altra, previdente, avevo
alzato il volume. Quando barrisce l'elefante se ne frega se le palme
che ha intorno si scuotono: nello stesso modo la casa tremo'! O cosi'
mi parve, anche se il piacere di aver quel carico di nettare non mi
faceva piu' capire nulla.
Lo guardai: stava controllandomi con
gli occhi socchiusi. Evidentemente voleva vedere cosa facevo di quel
ben di dio: mi avvicinai al suo viso e, quando finalmente, socchiuse le
labbra voglioso, mi immersi in lui, passandogli meta' del suo sperma.
Lo
desiderava, se no non avrebbe socchiuso le labbra, ma, al contempo la
cosa lo aveva spaventato, finche', quando finalmente riusci' a
deglutire il tutto: 'Buono! E' piaciuto anche a te?'
'Non puoi sapere quanto!'
'Chissa' se un giorno riusciro' a bere il tuo ... direttamente alla fonte?'
'Certo, quando ti accorgerai come lo sperma da' energia e forza vitale, lo vorrai anche tu.'
La
mano che gli masturbava l'ano, nel frattempo aveva continuato a
lavorarlo. Lo sentivo fremere, aprirsi, assorbirmi: scesi a
leccarglielo e, per comodita' gli feci assumere la posizione della
pecorina. L'anello era li', palpitante e invitante ... dopo qualche
bacio in profondita', decisi che era il momento di provare.
Me
lo son bagnato e, in un sol colpo, sono entrato in lui che, ansimando,
protestava 'No ... li' no! ... ti ho detto che non voglio tradirla ...
e cosi' mi sembra proprio di tradirla ... ma com'e' bello! Cosa mi stai
facendo? Sento come un formicolio di piccole scintille elettriche che
mi si scaricano dentro .... Continua! Continua! E chi se ne frega se la
tradisco? E' una sensazione strana ... ma non vorrei che finisse mai!'
Ormai
era fatta: l'avevo in pugno e potevo fare quello che volevo! La cosa
che mi mancava era di vedere il suo viso mentre godeva: glielo dissi.
'Anche a me piacerebbe vederti...'
'Girati a pancia in su.'
Disorientato
lo fece, gli sollevai le gambe sulle mie spalle e, alla mia vista, si
offri' un buchino voglioso e palpitante. Mi chinai a insalivarlo per
bene sotto il suo sguardo indagatore, poi glielo infilai fino in fondo
e, nell'iniziare una violenta monta, mi chinai a baciarlo.
Fu bellissimo ... per entrambi, visto che lui, dopo pochissimo, scarico' tra i nostri ventri la sua lava calda.
Continuai la cavalcata, mentre mi strappava la carne della schiena.
Giunsi
all'orgasmo mentre pensavo che il barrito di prima non era stato nulla
al confronto di questo 'rumore' che lo spasmo del piacere gli fece
emettere: forse i dinosauri godevano con tanto strepito!.
Crollai su di lui e i due cuori, lentamente, tornarono alla normalita'.
Silenzio ansimante.
Quando, finalmente mollo, il mio pene scivola fuori dal buco, sentii il muscolo che si stringeva cercando di trattenerlo.
'Credevo
di essere uno che amava le cose piu' strane, ma, da quando mi hai
conosciuto me le hai fatte fare tu le cose strane! Ad esempio ora so
che sei tu il mio padrone e ogni volta che vorrai ti permettero' di
entrare in me e di inseminarmi! E' stata un'esperienza mai provata...
ma neppure mai immaginata! Quando il tuo seme mi ha inondato, quelle
saette che sentivo prima si sono sparse in tutto il mio corpo: dallo
stomaco piu' su, piu' su... fino al cervello e li' ho goduto.'
Gli
sorrisi, non trovando parole per confermargli che tutto era cosi'
normale ... ma, deglutendo rumorosamente, gorgogliai: 'Oh, che strano!'
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