ORSI ITALIANI MAGAZINE


Vagone letto (1a parte)

Un racconto di Manzolecce

manzolecce@hotmail.it

Che strazio viaggiare ogni settimana per lavoro. Uno strazio indescrivibile, specialmente su lunghi tragitti. Gia' i lunghi tragitti che attraversano l'intera Italia, e che vedono centinaia di persone, accalcarsi con sardine in treni spesso angusti e maleodoranti.

Quando viaggio per miei impegni personali, a volte mi arrangio alla men peggio, in stretti scompartimenti di seconda, pur di risparmiare qualche soldino, ma quando devo muovermi per lavoro, viaggio sempre in vagone letto.

Ed e' durante uno di questi viaggi che mi e' capitata l'esperienza che vi racconto.

Mi descrivo, intanto. Sono un bell'orsetto muscoloso: 175 82 kg, molto peloso, fisico massiccio solido, capelli rasati, barbetta corta e curata ma non fashion, gambe da giocatore di rugby, bel culo peloso, cazzo di 18 cm piuttosto grosso (molto grosso in realta') con un'enorme cappella tonda. Insomma, credo di poter essere un bel bocconcino per gli amanti del genere.

Arrivato in stazione, presento il mio biglietto al cuccettista: interessante, uomo virile ed assolutamente insospettabile, 170 79 kg, pizzo mosca, ciuffo di peli che usciva dal colletto bene abbottonato. Nulla mi avrebbe potuto far sospettare nulla sulla sua virilita' o sulle sue tendenze sessuali, vista anche la galanteria verso le poche donne presenti sul treno. Mi indica il mio scompartimento. Non avevo trovato uno scompartimento singolo, cazzo, quindi mi toccava dividere il mio.

'Il suo compagno di viaggio salira' fra tre ore, signore. Le consiglio di chiudersi a chiave, perche' su questo treno viaggiano molti furfanti, e potrebbero rapinarvi nel sonno. Sara' mia cura accompagnare il suo compagno di viaggio, quando salira', nel suo scompartimento, quindi riposi pure tranquillo. Ma, la prego, si chiuda a chiave'.

Ho immaginato subito a come sarebbe potuto essere il mio compagno di viaggio, ma poi... beh, ho lasciato perdere. Non capita mai di trovare compagni di viaggio interessanti, su questi treni.

Mentre aspettavo giu' dal treno, mangiando il mio panino, vedo arrivare da lontano un magnifico orsetto. Per un'istante mi sembrava di aver visto arrivare il Commissario Montalbano in persona, il mio idolo ed ispirazione di cosi' tante seghe. Uno scambio di sguardi veloci, assoluta discrezione, ma abbastanza per capire che quell'uomo ci stava, e che gli piacevo. Ma in un vagone letto non e' possibile far nulla... immaginavo.

Mentre aspettavo fuori dal mio scompartimento la partenza del treno, una volta salito a bordo, lo vedo arrivare ed accomodarsi nello scompartimento accanto al mio. Con fare molto virile mi saluta, togliendo il berretto verde militare, e scoprendo il cranio più tondo e regolare che avessi mai visto, ricoperto da un cortissimo strato di capelli neri. Due labbra carnose ma non esagerate, un pizzetto non folto ma non troppo delineato, ed uno squisito aroma di uomo appena uscito dalla doccia. Mi saluta dicendo 'Siamo vicini. Il mio compagno di viaggio salira' fra tre ore, ed il tuo?'. 'Anche il mio, ed e' una sfortuna, perche' speravo di poter dormire un po''. 'Hai ragione - mi risponde - ma credo che ci sia abbastanza tempo per addormentarsi, prima che salgano. Io devo fumare una sigaretta.' Provai a dirgli che in treno non e' consentito fumare, ma mi dice: 'Faccio questo viaggio ogni tre giorni, ed impazzirei se non potessi fumare. Ti faccio vedere come si fa'. Mi disse di entrare nello scompartimento. Il cuccettista ci aveva gia' chiesto cosa avremmo preso la mattina dopo, e ci aveva dato l'acqua per la notte. 'Chiudi la porta a chiave - mi disse - io faccio lo stesso. Apri poi la porta di comunicazione dei due scompartimenti e ti faccio vedere.' Cosi' feci, e nel riaprire la porta vidi che lui aveva aperto il finestrino completamente e che si era messo a fumare. 'Non mi sarebbe possibile fare un viaggio senza fumare - mi disse. Ti dispiace se mi metto un po' a mio agio? Puoi fare lo stesso naturalmente.'. Al mio cenno di consenso si spoglio', restando con un paio di boxer semi attillati grigio chiaro, e restando a torso nudo. Un fisico meraviglioso, muscoloso ma con un po' di pancia, discretamente ricoperto da un folto manto di pelo nero, ed un bel paio di cosce massicce. 'Mi metto anche io a mio agio - dissi - posso? . Ma naturalmente, mi rispose'.

Avevo anche io un paio di boxer attillati verde militare. Tenni i calzettoni di spugna verdi, e mi sdraiai sul mio letto. Perche' non vieni qui, cosi' chiudiamo la porta del tuo scompartimento. Non vorrei che il tuo si riempisse di fumo'. Accettai, e mi sedetti accanto a lui. Aveva la mano sul pacco, e se lo toccava, non spudoratamente, con fare molto maschile. Anche io facevo lo stesso. Si parlava, del più e del meno. Il suo lavoro, il mio, le citta' visitate, l'esperienza fatta. Il tutto con fare molto maschile. Ad un certo momento si solleva i piedi e prende una bottoglia di birra. Beve un sorso e me la offre. 'Prima che diventi calda - mi dice sorridendo con un meraviglioso sorriso - bevi.' Meravigliosa la birra fresca.

Nel sollevarsi in piedi mi passa davanti. Sono a pochi centimetri da lui. Sento l'aroma del suo fisico pulito ma non profumato con odiosi profumi. Un lieve aroma di maschio un po' sudato, ma di maschio pulito, mi inebro' la testa. Le sue chiappe ferme e sode, nei boxer aderenti, mi fecero partire, ed il mio cazzo inizio' a gonfiarsi.

Torno' a sedersi e mi chiese 'Tu sei eccitato, vero? Immagino tu voglia leccarmi il buco del culo, aprirmi le chiappe e lavorarmi, per poi entrare dentro di me. E' vero? Io vorrei che tu lo facessi, lo vorrei davvero.'.

Furono le nostre ultime parole. Presi la sua testa dietro la nuca, lo tirai versi di me ed iniziai a baciarlo con passione. Le nostre lingue si intrecciavano, la saliva fluiva dalla sua alla mia bocca e viceversa. Il mio cazzo pulsava e tirava fuori le prime goccioline di piacere. La mia prostata era gonfia, ed i miei capezzoli vibravano di piacere. Ci baciammo a lungo: baci maschi e passionali, di uomini veri che si desiderano senza freni, senza limitazioni. Poi lui inizio' a scendere verso i miei capezzoli, li prese in bocca mordicchiandoli. Alcune volte il dolore mi faceva sobbalzare, ma lui sapeva come placarmi. Iniziava a massaggiarmi il pacco, i coglioni, ad accarezzarmi fra le cosce. Prendeva in mano il mio cazzo, scappellandolo completamente, sputava sul palmo della sua mano e poi iniziava a menare la cappella alla base, dove e' più sensibile.

Ero eccitatissimo, ed anche lui. Avevo fra le braccia un uomo vero, virile maschio e sensuale, il mio ideale fisico. Prese il mio cazzo in bocca, ingoiandolo tutto. Si dimenava dal piacere, come se solo farmi un pompino lo facesse godere. Godeva dei miei fremiti, dei miei sospiri, e sapeva quando fermarsi, quando rallentare il ritmo, assaporando via via le gocce che uscivano dalla lunga fessura della mia cappella.

Decisi di dedicarmi un po' a lui. Lo forzai a staccarsi dal mio cazzo, e lo feci stendere sul letto. Gli feci sollevare le gambe massicce, e tolsi i boxer, mettendo in vista il più bel cazzo che avessi mai visto. Non lunghissimo, 17-18 cm direi, ma grosso, molto grosso, come piace a me. Un cazzo bello, proporzionato, profumato di virilita'. Sollevai le sue cosce in alto, ed iniziai a leccare il suo buco peloso, aprendolo bene. Perse letteralmente il controllo. Inizio' a dimenarsi, i suoi capezzoli divennero durissimi, il suo culo chiamava e risucchiava la mia lingua al suo interno.

Nessuna parola, ma il suo modo di baciarmi, di toccarmi, di spingersi verso di me, mi fecero comprendere che mi desiderava, che potevo entrare dentro di lui. Inumidii la mia cappella e l'avvicinai a quel buco stretto, regolare, peloso, aprendolo delicatamente e spingendoci dentro la saliva che avevo depositato vicino. Poggiai la mia cappella sul buchetto, che si schiuse voglioso. Entrai dentro, non con violenza ma senza esitazione, e sentii un buco stretto ma estremamente desideroso quasi risucchiare il mio cazzo. Emise un meraviglioso gemito, misto ad un grugnito maschio, e si spinse verso di me, facendo entrare perfettamente il mio cazzo dentro di lui, fino ai coglioni. Inizio' a baciarmi, a stringermi, e mi incito' a star fermo, ad assaporare il momento. Era meraviglioso. Il suo intestino caldo avvolgeva il mio cazzo, la mia cappella pulsava, ed avevo un uomo che mi desiderava pienamente. Mi prego' di incalzare, di scoparlo forte, di fargli sentire quanto lo desideravo. Iniziai a farlo, forte, con continuita', Il suo cazzo era duro, non lo toccava, ma era durissimo. 'Non fermarti ora - mi disse - non fermarti. Continua e godi dentro di me'. Lo ascoltai, con il rispetto che si riserva ad un vero maschio, e continuai a scoparlo. 'Sto per venire - gli dissi - mi vuoi dentro?'. 'Ti prego, mi rispose, vieni'. Fu la prima volta che vidi un uomo godere senza masturbarsi, mentre lo scopavo. Proprio nel momento in cui il mio primo schizzo inondo' il suo intestino, sentii un suo schizzo arrivarmi sul pizzetto. Non potei trattenermi dall'assaggiare quella sborra, che era un po' aspra e densa, ma veramente buona. Mi ripulii il pizzetto mentre il mio sperma lo riempiva. Fu davvero meraviglioso. Restammo abbracciati, io dentro di lui, finche' i cazzi mosci non lasciarono uscire dal suo buchetto la quantita' enorme di sperma che gli avevo iniettato.

Restammo fermi ad assaporare quei momenti, a pensare quanto tutto quello sarebbe stato solo un momento di grande passione fine a se stesso.

Ci ripulimmo, perfettamente, e ci dicemmo che forse era giunto il momento di tornare ai nostri posti.

La porta di separazione si chiuse fra di noi. Resto' la fredda consapevolezza che forse non ci si sarebbe mai più rivisti ma...

Ma non sarebbe stato cosi' (continua)


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