ORSI ITALIANI MAGAZINE


Il tram di primavera

di Orsoso (Orsoso@ciaoweb.it)

 

Erano i primi giorni di aprile e visto il bel tempo e l' aumento delle temperature tutti avevano cominciato ad alleggerire il proprio abbigliamento. Questa e' la stagione che preferisco, quando tutti mettono via cappotti e maglioni e cominciano ad indossare cose piu' corte e piu' leggere. Quando i cappotti lasciano spazio ai giacchetti, rendendo piu' visibili le patte e rendendo piu' visibile le "reazioni".

Come tutte le mattine il tram pullulava di gente ed io grandicello come sono rubavo la mia buona parte di spazio. Ad ogni fermata imbarcavamo gente e lo spazio a disposizione di ognuno diventava sempre di meno.

Tutto d' un tratto ad un' improvvisa frenata ebbi un sussulto, vidi un orologio che affogava sotto un mare di peli ed una mano nerboruta ergersi tra la gente ed acchiappare il passamano con veemenza tanto che sembrava spezzarlo. Purtroppo, o meno male, quel corpo era dietro di me ed io non avevo la sfacciataggine di voltarmi a guardarlo.

Potevo soltanto sbirciare con la coda dell' occhio, a suon di colpetti mi accorsi che due grandi occhi azzurri incorniciati da due folte sopracciglia mi stavano scrutando, l' eccitazione era a mille e io ormai, per vedere meglio muovevo la testa come un tacchino, scorsi un pizzetto, un collo taurino cosparso di peli che fluivano fuori da una ruvida camicia di lino, dei denti allineati e bianchissimi su due labbra rosse come la porpora, non grandi, ma di piu', due cosce portentose avvolte in un logoro paio di jeans.

Se il tizio avesse voluto avrebbe potuto suonarmi come la corda di un violino, cosi' fu, mentre saliva un' altra ondata di gente lui si spinse verso di me, io restai immobile e il suo corpo premette su di me e la sua mano mi accarezzo' completamente dall' ascella al fianco, vibrai e mi accorsi che qualcosa di duro mi accarezzava le natiche.

Tanta era l' eccitazione che non mi accorsi che il tram aveva ormai superato la fermata a cui dovevo scendere: cazzo avevo pure un appuntamento importante, fu cosi' che frettolosamente, col cazzo duro come il marmo, scesi dal tram e gia' mi rodeva il culo perche' sapevo che non l' avrei piu' visto, considerato che in tre anni di tram non ricordavo mai di aver incrociato la stessa faccia. Scesi e rimasi li' a guardare il tram andare via, i nostri sguardi ricercatori si incrociarono e si seguirono finche' non furono dispersi dalla lontananza.

Gia' digrignavo i denti dalla rabbia ma frettolosamente andai in ufficio, sbrigai l' appuntamento che avevo e poi piu' nulla, da quanto mi rodeva il culo.

Alla fine decisi di andarmene via prima, tanto non sarei riuscito piu' a fare nulla, mi feci una passeggiata nei luoghi di battuage ma nulla, niente e nessuno mi piaceva, alla fine presi la via di casa tanto ormai la giornata era di merda.

Montai di nuovo sul tram incazzato come una iena, mi sedetti e presi il mio libro per leggere cosi' il tempo passava prima.

Io sono fatto cosi', quando leggo mi calo nella storia e tutto intorno a me e' come se non esistesse nulla. Una scintilla del braccio elettrico del tram mi distolse dal libro, alzai gli occhi ed il mio sguardo fu subito catturato da un paio di jeans, lentamente mossi la testa e mi spostai verso l' alto, scorgendo una sostanziosa erezione che gia'lasciava presagire un certo interesse, scorsi il lino che tutto il giorno avevo desiderato e salendo vidi i suoi denti bianchi racchiusi in quel contorno di carne e barbetta e due splendidi occhi luminosi sorridermi. Deglutii a fatica la saliva e mi sforzai di sorridere. Credo di non avere mai sorriso in maniera cosi' beota.

Il tram, purtroppo, non era molto affollato, continuammo a guardarci e scorgerci sempre con meno imbarazzo, con piu' sfacciataggine, al che giunti alla mia fermata, gli feci un cenno col capo e lui senza esitazione mi segui'.

Appena scesi lui mi poggio' una mano sulla spalla, come un vecchio amico e sentii i peli sul mio collo e la cosa mi fece trafelare, tanto che sentivo l' odore del mio liquido pre-spermatico, lentamente il suo braccio scivolo' lungo la mia schiena, nel frattempo ci presentammo e bruciammo i convenevoli di routine.

Mentre aprivo la porta di casa mi bacio' sul collo, potei cosi' percepire la sua calda e morbida lingua percorrere il mio collo, e mi sentivo diventare tutto turgido come il marmo.

Non facemmo in tempo a richiudere la porta che gia' eravamo avvinghiati sul tappeto della camera da pranzo, le nostre lingue si stavano gia' percorrendo nelle nostre bocche, ormai eravamo un tutt' uno. Ci spogliammo, quasi strappandoci i vestiti, ci scappo' un sorriso nel vederci nudi, eravamo pressoche' identici, due montagne di peli su due pance presenti e ben vistose, due corpi nerboruti, iniziai a leccargli le ascelle e il sorriso si tramuto' subito in gemito, fare i ricciolini con la lingua ai peli delle ascelle e' da sempre la mia passione. Lo sentivo muoversi a scatti sotto di me, e con la lingua scrutai i suoi capezzoli che grossi e duri scrocchiavano sotto la mia lingua, mi divertivo a mordicchiarli ed a sentirlo vibrare sotto di me. Dopo un istante mi ritrovai con la schiena a terra e sentii la sua lingua iniziare a leccare il mio cazzo. La sua barba morbida pennellava i mie coglioni e la sua saliva calda cospargeva il mio cazzo ormai duro come una pietra.

Lo sentivo ormai gemere, mi girai sotto di lui senza sfilargli il cazzo di bocca e voracemente deglutii il suo. Lo avevo tutto in gola, sbatteva contro le mie tonsille, quasi soffocavo tra i peli del suo cazzone e con difficolta' muovevo la lingua intorno a quell' asta, dopo pochi istanti, eccitatissimi venimmo insieme e sentii un fiume di calda sborra irrorarmi la gola, un sapore dolciastro pervase la mia bocca. Non sfilammo i nostri cazzi ma continuammo a leccarci e succhiarci, i nostri cazzi dopo poco furono nuovamente duri, mi aggrappai alle sue natiche e scivolai dietro di lui, non si mosse e divarico' leggermente le gambe, allora capii che non aveva nulla in contrario. Affondai le mie labbra in quella peluria ed iniziai a leccare infilando la lingua il piu' che potevo, appena tutto era pronto mi alzai e poggiai la mia cappella ormai viola su quel magnifico buco di culo. Volevo entrare lentamente ma lui diede un colpo di reni e, pur con sofferenza sul suo volto, lo fece scivolare velocemente dentro, una volta assestato iniziai a stantuffare, mentre con le mani titillavo i suoi capezzoli.

Lo feci girare pancia all' aria e posai i suoi piedi sulle mie spalle, rinfilai il cazzo e lo scopavo cosi' mentre vedevo quell' espressione mista tra dolore e goduria delinearsi sul suo volto, con una mano masturbavo il suo cazzo. Stantuffavo velocemente e quel dover sopportare il suo peso sulle spalle rendeva tutto ancora piu' eccitante. Quella folta peluria era ormai pervasa da goccioline di sudore, dopo un po' venni dentro di lui con un colpo di reni che lo fece sollevare ed anche lui sborro' cospargendomi la faccia di sborra, mi strinse a se con le gambe e non mi fece uscire, mi tiro' verso di lui e mi lecco' tutto il viso. Lentamente sfilai il mio cazzo che lui stringeva con lo sfintere, ci abbracciammo e restammo cosi' tutta la notte. La mattina seguente prendemmo insieme il tram per andare a lavorare.


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