ORSI ITALIANI MAGAZINE


La terza volta di un padre di famiglia

Un racconto di Molto Interessato

moltointeressato@gmail.com


Non mi e' mai piaciuta l'autostrada, poi in inverno e' veramente deprimente, la neve ai bordi e il rumore di granelli di sale sulla carrozzeria. Odiosa.
Quel sabato mattina ero partito presto da casa, destinazione Rimini.
Giorgio era tornato dalla Svezia e volevo fargli una sorpresa presentandomi all'improvviso sotto casa sua.
Giorgio e' il mio piu' caro amico, non c'e' mai stato niente fra noi poiche' e' super-etero, anche se confesso che a me sarebbe piaciuto parecchio.
Abbiamo condiviso l'appartamento ai tempi dell'universita' e da allora un affetto quasi fraterno ci lega saldamente l'uno all'altro.
Nonostante la distanza riusciamo a vederci spesso, a meno che non sia in trasferta all'estero.
Insomma dopo tre anni di mail, chat e skype finalmente potro' riabbracciare il mio caro amico. Pensavo, guardando il grigio, con lo stereo a palla.
 
'I've tried to have fun in a rock'n'roll band...'


All'altezza di Faenza la mia vescica comincio' a farsi sentire decisi cosi' di cogliere l'occasione per sgranchirmi le gambe nel primo autogrill.

 'Area di Servizio Bevano Est… sei perfetta!'
I camion erano numerosi, il cielo grigio rendeva ancora piu' tristi le facce dei camionisti dietro le vetrate del bar.
Mi diressi verso la toilette degli uomini e da subito avvertii il tipico odore del bagno pubblico che da sempre mi provoca reazioni in bilico tra lo schifo e l'eccitazione.
L'uccello in mano, le gambe divaricate, il suono tintinnante della tazza, il muro davanti a me ricoperto da scritte di ogni sorta.
Ho sempre adorato leggere questa specie di annunci fai-da-te, mi diverte, poi la vidi:

FACCIO POMPINI GRATIS CHIAMARE PER CREDERE 334/5***356 ALBERTO FORLI'

Da subito avvertii un brivido d'eccitazione immaginando quell'uomo cosi' porco da spompinare aggratis gli sconosciuti ma la cosa che mi stava gradualmente ingrossando la cappella era 'quel nome' associato a 'quella citta''.

 'Alberto di Forli'??? Noooo.. No, non puo' essere lui, chissa' quanti Alberto ci sono a Forli' a cui piace far bocchini agli sconosciuti..'
Il mio cazzo rientro' a fatica nella patta e la mia mano rapida cerco' il cellulare nella tasca dei pantaloni.

 'Alberto.. Alberto.. come cazzo l'ho memorizzato?.. eccolo AlbertoSardegna 335/9***572.. lo sapevo! non e' il suo numero.. lo sapevo che non poteva esser lui!' Da un lato mi sentivo sollevato, dall'altro invece mi dispiaceva e la mia testa andava ai mille: 'Alla fine ci siamo scopati e basta.. non so niente di lui e non lo voglio sapere.. potrebbe avere un secondo numero… se fosse proprio lui significherebbe che ho creato un mostro…'
Esisteva solo un modo per uccidere la curiosita' che mi tormentava chiuso nel box di quel cesso maleodorante.
 '…tuu….tuu……Pronto?'
 'ehm.. pronto?'
 'Si'.. chi sei?'
 'scusa ho sbagliato!'
In quel momento ebbi la certezza che non si trattava del mio bel padre di famiglia.
Immaginerete il pensiero successivo che comincio' a rimbalzare da una parte all'altra del mio cervello.

Voglio Alberto adesso.

 '…tuu….tuu….tuu….tuu……Non ci credooo! Sei tu?'
 'Eggia', proprio io… senti, se ti dico Bevano Ovest?'
 'E' l'autogrill di Forli'.. perche'?'
 'Non ho molto tempo… quanto ci metti?'
 'Cooosa?? Sei a Forli'? Sul serio?'
 'Si sono a Forli' e voglio…lo sai cosa voglio..'
 'Ce ne hai messo di tempo per farmi questa telefonata, bastardo..'
 'Bevano Ovest, direzione Rimini, ci vediamo nel parcheggio, ho una megane nera!'
 'Ah ah a.. Okeeey…dammi…dammi dieci minuti e arrivo!'

Dopo una ventina di minuti un doblo' bianco con una scritta sul fianco entro' nel parcheggio dell'autogrill.
La testa del conducente roteava frenetica poi mi vide.
 'Beh allora? Cos'e' questa sorpresa?' disse dal finestrino della sua macchina.
 'Ero da queste parti e… ne ho approfittato.. ho fatto male?'
 'Non dir cazzate e sali!'
Chiusi la macchina in fretta e salii sulla sua.
Mi piaceva vederlo giocare in casa, l'atteggiamento pacato e remissivo aveva lasciato il posto a una sfrontata sicurezza, i ruoli si erano come invertiti ed ora io ero diventato la sua puttana, la sua preda e lui mi stava rapendo nel suo furgoncino da idraulico.
 'Avevo proprio voglia, e' passato troppo tempo dall'ultima volta!' parlava guardando la strada.
Risposi con un sorriso.
 'E cosi' lavori anche il sabato?'
 'Con 'sta crisi bisogna prender su quello che capita, a proposito ho un lavoro da fare a Cesena e devo assolutamente posticiparlo'
Mentre telefonava al cliente per revocare l'appuntamento pensavo a quanta virilita' trasudava dall'uomo che avevo al mio fianco.
La barba incolta, un cappello da baseball con la visiera logora, una felpa di pile scura con la marca della ditta, pantaloni con tascone laterali zeppe di attrezzi.
Aveva un buon odore e mi sembrava dimagrito dal nostro ultimo incontro.

Chiuse il motorola e si giro' guardandomi negli occhi

 'Son tutto tuo Marco! Abbiamo tutto il tempo che vuoi!'
 'Eh eh..Non esagerare dai… se non rientri all'ora di cena chi la sente tua moglie!?'
Me ne accorsi quando ormai la frase era uscita dalla mia bocca, non era da me una esternazione di questo tipo.
Il mio distacco emotivo mi ha sempre impedito di andare a fondo nella vita della gente che vedo come 'uno svago sessuale senza implicazioni'.
Segui' un attimo di silenzio poi un sorriso illumino' il viso di Alberto.
 'Quale moglie? Ah gia' e' vero che sono sposato..'
Lo guardai con aria interrogativa
 'Ma cosa sei ubriaco? Non e' un po' presto per cominciare a bere?'
 'Ahah.. Non sono mai stato cosi' sobrio!! Devi sapere che i miei suoceri hanno una casa in montagna e si da il caso che proprio ieri Veronica e i bambini sono andati su.. per una settimana!'
 'E tu perche' non ci vai?'
 'Te l'ho appena spiegato: la crisi non posso stare una settimana senza lavorare con questa crisi! Hihi'

Rimasi sconcertato e notevolmente confuso: non riuscivo a capire se la prospettiva di passare piu' tempo con lui mi allettava o mi spaventava.

Cominciavo a pensare che una parte di me si stesse affezionando a quell'uomo.
Arrivammo in un piccolo paese sulle colline di Forli', tutt'intorno era bianco e innevato.
Non riuscivo a uscire da quello stato d'imbarazzo che mi lascio' silenzioso sul sedile.
 'Hey va tutto bene!? Mi sembri silenzioso..'
Ansimai: 'Non so cosa fare, devo andare a Rimini a trovare un caro amico che non vedo da anni e pensavo che questo fuori programma mi avrebbe rubato meno tempo…'
 'Dai siamo quasi arrivati… 2 minuti e siamo da me! Per che ora ti aspetta?'
 'Non mi aspetta, volevo fargli una sorpresa!'
 'Meglio no? Scusa ma… che genere di 'caro amico'?'
 'Caro amico e basta! A lui piacciono le donne!' risposi quasi indispettito.
 'A questo punto potresti passare la notte da me e riparti domattina, no?'
 'Perche' no..' dissi guardando fuori dal finestrino.

Il furgone si fermo' nel cortile di una piccola villetta gialla.

 'Presto, seguimi!' disse eccitato.
Scese dal furgone senza voltarsi diretto sicuro verso il portone.
La casa era graziosa e non si poteva evitare di notare un evidente un tocco femminile, sia nel giardino esterno sia al suo interno.
Alberto non fece tempo a chiudere la porta alle sue spalle che comincio' a spogliarsi lasciando i vestiti sul pavimento dell'ingresso.
Era notevolmente migliorato: non aveva piu' quell'aria da padre di famiglia goffo e trasandato che avevo incontrato in Sardegna.
Il suo fisico era piu' asciutto, i muscoli piu' definiti e tonici.
L'intimo, da boxer da mercato era diventato uno slip di marca con elastico di tendenza.
Anche la barba da incolta e trasandata era diventata un pizzetto ben curato.

Insomma era diventato un maschio da paura.


Lo assalii baciandolo con passione, lui mi fermo'.

 'Senti, io dovrei farmi una doccia'
 'Ti voglio cosi'... non preoccuparti' e infilai la lingua tra le sue labbra.
Mi prese letteralmente di peso e mi butto' sul divano bianco alle nostre spalle, mi strappo' voracemente i vestiti di dosso e comincio' a baciare e a mordere ogni centimetro del mio corpo vibrante di desiderio.
Era bello, maschio e mi desiderava.

Dopo avermi sputato piu' volte tra le gambe, prese senza esitazioni a leccarmi con forza bruta, la sua barba dura sulla pelle sensibile del mio ano, la sua lingua ruvida si faceva strada e nel giro di pochi attimi Alberto era gia' dentro di me.


Era un animale, mi scopava come un toro inferocito: stavo impazzendo dal piacere.

Venni prima di lui sborrandomi sul petto e mugugnando silenzioso, se ne accorse ma non accenno' a fermarsi: pompava con forza guardandomi negli occhi.
Poi si estrasse velocemente: 'Voglio venirti in bocca!'

Mi alzo' dal divano poi prese con forza la mia testa che spinse violentemente sul suo cazzo paonazzo e lucido.

Mi scopo' in bocca per pochi istanti poi urlando mi svuoto' una scarica in gola che a momenti mi affogava.

Si alzo' e si diresse nudo verso il piano superiore per una doccia.

 'Diooo… avevo dimenticato quanto e' bello scopare questo qui!'
Disse fra se e se, come se il corpo rimasto sul divano, nudo e permeato dal suo seme, fosse inanimato.
Ero a casa di un uomo con cui avevo fatto sesso tre volte ma che non conoscevo assolutamente, mi aveva scopato come una puttana e questo mi era sempre bastato anzi era sempre stata l'unica strada possibile per il mio modo di vedere il sesso ma adesso sentivo che qualcosa stava cambiando.
Scese le scale con un telo nero in vita, i piedi nudi e fradici.
Si fermo' davanti a me.
Da questa prospettiva era ancora piu' bello.

Anche l'acqua non voleva staccarsi da quella meraviglia e sotto forma di piccolissime gocce rimaneva aggrappata ad ogni singolo pelo che ricopriva il suo petto largo e virile.

 'Che bello scendere le scale e trovare Marco nudo sul mio divano! E' un sogno!'
Non riuscivo a parlare, a staccargli gli occhi da dosso, ero stregato da Alberto.
 'Puoi scegliere se farti una doccia o lasciare che ti pulisca io.. decidi tu!'
Ero sempre piu' sconcertato dal cambiamento di Alberto, sapeva perfettamente cio' che voleva e sapeva come ottenerlo, era sicuro e fiero: questa sua nuova veste mi faceva impazzire e sentivo qualcosa di pesante nel petto che mi provocava un dolore piacevole ad ogni respiro.
Sospirai e con fare rassegnato dissi: 'Sei tu il padrone di casa!'
Mi girai su un fianco, il mio cazzo sobbalzo' verso la stoffa chiara del divano mentre le palle rimanevano perfettamente adese al corpo.

Sentivo il mio sperma tra i peli del petto, altro attorno alla bocca e giu' verso il mento.

Alberto lascio' cadere il telo ai suoi piedi.
Il suo cazzo era tonico e rilassato, la pelle chiara e dal colore omogeneo, i peli castani gli coprivano i lati e i testicoli.
Si inginocchio' davanti a me guardando solo il mio cazzo.
Negli occhi: adorazione.
Prese ad accarezzarlo come fosse di fronte a un cane che deve prendere confidenza con uno sconosciuto.
Lo afferro' per la base sollevandolo verso la sua bocca, era ancora mezzo flaccido.
Lo mise in bocca e lo succhio' con dolcezza.
Il sangue irrigo' velocemente il mio pene che prese in fretta ad allargarsi nella sua bocca.
Avvertivo la punta della lingua stimolare l'attaccatura della cappella.
Poi volse la testa verso destra e i nostri occhi s'incontrarono in uno sguardo che a me sembro' carico di significato.
Mi sollevai sedendo sullo schienale del divano.
Alberto riprese con dedizione a lavorarmi il cazzo ora duro come il granito, le vene gonfie e in rilievo.

Provo' lentamente ad prenderlo tutto in bocca, apri' la gola sentii la cappella sprofondare e vidi il naso di Alberto avvicinarsi sorprendentemente ai peli del mio pube.

 'Wow… hai fatto progressi!!'
Alberto alzo' la testa e mi fece l'occhiolino senza estrarre l'arnese dalla sua bocca poi scese nuovamente facendo stavolta sparire tutti i miei 22cm.
Mi stesi sul divano e lo accolsi in un sessantanove.

Il suo culo era particolarmente peloso e odorava di uomo nonostante la doccia, cominciai a stimolargli il buco con la lingua mentre lui continuava ad ingoiare il mio cazzo agonizzante.
Poi si alzo' e con il desiderio nello sguardo mi imploro' di scoparlo.
Rimasi supino con il cazzo teso in un erezione marmorea e lui, sopra di me, comincio' ad abbassarsi verso il mio corpo palpitante.
Dilatai il buco con tre dita, ad ogni spinta sentivo Alberto gemere dal piacere.
Il mio cazzo entro' a fatica, dovemmo fermarci a lubrificare piu' di una volta mentre Alberto gridava dal dolore.

Poi con un urlo ancestrale entrai dentro di lui e lentamente cominciai a scoparlo sollevandolo per le natiche.

Lo scopai a lungo in diverse posizioni, Alberto sembrava impazzito e forse lo pensavano anche i vicini.
Godeva rumorosamente e soprattutto parlava in continuazione.
 'Siii scopami, sono la tua puttana.. ssii ti piace il mio culo… ahh si stallone daaiii scopami'
Venimmo simultaneamente sui peli scuri della sua pancia.
Alberto allargo' le sue forti braccia da idraulico che mi ospitarono in un abbraccio affettuoso poi mi bacio' con dolcezza.
I nostri odori si erano fusi in una fragranza unica che non mi era mai capitato di sentire.
Presi dolcemente in bocca il suo cazzo paonazzo e spossato lo ripulii da ogni residuo poi con dedizione cominciai a mangiare lo sperma finito nel suo ombelico.
Succhiai, leccai e mangiai ogni centimetro della sua pelle, ogni pelo della sua pancia fino a che non ne ebbi rimossa ogni traccia.

Mi accorsi che Alberto si era addormentato, la testa reclinata sul bracciolo del divano.

Un'ora piu' tardi il taxi si fermo' nel parcheggio dell'autogrill Bevano Est di fianco ad una megane nera.
Sono fuggito ancora una volta, ancora una volta ho cancellato Alberto dalla mia vita, il suo odore, il suo sesso e tutto cio' che avrebbe potuto darmi.
Perche' sbagliato o giusto che sia, cosi' dev'essere.


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