Swan Lake

Recensione di Emilio Campanella


SWAN LAKE

di Matthew Bourns

 

Ferrara e Modena: due piazze, quattro date per il Lago dei Cigni con molti spunti 'gai' reduce dai trionfi di tutto il mondo; noi lo vediamo quasi per ultimi, ma il video era stato mostrato più volte dalla RAI ed era nei programmi del Centro Festival a Palazzo Reale di Milano, lo scorso dicembre, in occasione del Festival dei Teatri d'Europa.

Vero è che dal vivo è tutto differente, infatti lo spettacolo emoziona fortemente, e per l'orchestra che esegue mentre il balletto si svolge (la direzione è di Brett Morris e l'orchestra quella locale) e per il pubblico molto coinvolto e con un'alta percentuale gay, ma non solo, prima, durante e dopo la rappresentazione, e per la coerenza drammaturgica del regista/coreografo che ha operato una trasformazione sull'originale ottocentesco rispettando integralmente la partitura ed esaltandone le aulità e le atmosfere, le tensioni e i languori.

C'è un principe edipico (come già in Mats Ek) che dopo un incubo (durante l'ouverture) agitato da un cigno forte, seduttivo e minaccioso che noi vediamo incombere sull'alta cimasa coronata del suo lettone, si sveglia sconvolto stringendo il suo cigno di stoffa (chacun a ses pelouches !) e si trova preso nella spirale dei doveri di corte. Quando scappa anche dall'orribile fidanzata impostagli dalla madre, si ritrova in un localaccio frequentato malissimo anche dalla suddetta e dal cerimoniere di corte (che somiglia a Filippo di Edimburgo giovane) con parrucca alla Andy Warhol; fa guai e ne viene cacciato. Si ritrova in un giardino notturno (solitario, anche se forse, in altri momenti) scrive un biglietto. va verso un laghetto per farla finita, ma un bellissimo cigno glielo impedisce e il sogno incomincia, è l'atto bianco e pian piano tutto il corpo di ballo irrompe sulla scena, e sono tutti giovanotti molto virili con bragoni piumati e un accenno di trucco sul volto a suggerire gli uccelli che rappresentano, e il corpo appena un po' imbiancato. E' il grande amore, ovviamente, quello sognato, desiderato, vagheggiato, e quindi gran pas de deux, ma anche tutti gli episodi corrispondenti alla tradizione, compreso il pas de quatres dei cignetti che qui sembra un esilarantissimo convegno di tutti i pennuti dei cartoni animati !

Ma aldilà di ciò, niente svenevolezze, questi animali sono forti e anche molto minacciosi. Svanisce il sogno, torna la realtà e una vecchina beckettiana che da' becchime agli uccelli coglie la pazzia (?) del principe che danza ormai solo.

Nell'atto successivo, un gran ballo di corte dove si sfoggiano abiti stupendi e si fa a gara con l'elegantissima seduttiva e libertina regina (l'ottima Isabel Mortimer) a danzare con il cigno nero (GASP!) convenuto vestito di tutto punto con pantaloni di palle e aria da macho/tombeur de femmes che danza con e seduce tutte e tutti, salvo essere riconosciuto del principe (Tom Ward) che danza un tango travolgente con lui (Nijinski e Valentino ?) e ne viene picchiato come fanno i bravi finocchi velati quando si sentono scoperti ! Tenterà anche la seduzione della regina, ma questo, il figlio non potrà sopportarlo, lui che non era riuscito a possederla, in una scena molto tesa, e la situazione volgerà in tragedia, e chi ne farà le spese sarà la tenera, sciocca fidanzata mancata.

Ultimo atto, asilo psichiatrico, come la torre di Londra delle tragedie shakespeariane. Medici, infermiere, terapie (lobotomia ?) e poi la "cameretta" principesca il cui lettone viene invaso da cigni feroci e minacciosi: finale tragico, il cigno bianco in uno struggente pas de deux si sacrificherà inutilmente; tutti gli uccelli svaniranno, all'ingresso della regina l'ultimo rantolo del principe che muore fra le sue braccia. Cala rapidamente la tela!

Un po' come Balocchi e Profumi come dire, Corona e profumi !

Questo l'assunto tragico, ma lo spettacolo è costellato di gags come il cane di corte a rotelle o i paparazzi onnipresenti e una certa sapiente aria da musica molto divertente che alterna tensione drammatica e divertimento, citazioni colte e baracconate.

E se il regista è abile e attento a confezionare uno spettacolo per tutti, il coreografo è altrettanto attento a cogliere, citare, condurre un'operazione rischiosa, ma estremamente riuscita, con omaggi qua e là al mondo della danza (lo spettacolino che cita il ballettone romantico è una chicca) e del cinema; non a caso la compagnia si chiama ADVENTURES IN MOTION PICTURES, e erte stupende mises della regina ricordano quelle indimenticabili di Tilada Swinton nell'Edoardo II di Jarman.

 

Emilio Campanella


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