Le recensioni di Davide Sirignano

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Maggio 2005


KINSEY

LE CONSEGUENZE DELL'AMORE

COLAZIONE DA TIFFANY

DOPO LA PIOGGIA


KINSEY

Regia: Bill Condon

Interpreti:Liam Neeson, Laura Linney

Musiche: Carter Burwel

Un biologo, entomologo di vespe aveva qualche problema sessuale con sua moglie: Alfred e Clara Kinsey andarono da un medico che li aiuto' nel modo piu' semplice possibile, ma che a quei tempi poteva sembrare ardito.

Ebbero dei figli, pero' questo episodio condusse lo scienziato ad una grandissima idea: raccogliere interviste sul sesso e le sue sfaccettature in tutta l'america. Questo gli permise di stilare diversi tomi sull'argomento e trarre delle conclusioni.

Una delle ricerche piu' interessanti fu di creare una scala graduale, da uno a sei, sulle preferenze sessuali dell'essere umano: ne venne fuori un dato interessante. Chi si avvicinava al numero 1 della scala era quasi completamente eterosessuale, viceversa nell'altro estremo era omosessuale, tuttavia noto' che molte persone esaminate sostavano nel mezzo di quella scala; quindi era, ed e' evidente, che un eterosessuale, presunto, possa essere attratto da un uomo e viceversa.

Fatte queste importanti premesse su un film complesso, tolto dalle sale italiane dopo solo una settimana, forse boicottato perche' effettivamente crudo in alcuni punti, si puo' dire che l'ostracismo morale subito da questo scienziato e' pari al suo coraggio e determinazione.

Infatti siamo davanti ad un'opera che non puo' cadere nel dimenticatoio e non ci cadra' perche' col tempo diventera' un importante documento di divulgazione e studio come i libri di Kinsey.

E' vero che sono presenti momenti discutibili, come la liason di Kinsey con un suo collaboratore confessata subito alla moglie e i filmati in cui venivano ripresi veri e propri rapporti sessuali. Ma sono stati importanti alla sua equipe, per capire l'evoluzione sessuale dell'uomo e della donna.

Su questa biografia filmica non c'e' nessun difetto e gli attori, che hanno dato anima e corpo e' il caso di dirlo, rendono credibile una storia-documento: il moralismo sessuale dell'epoca era veramente improbabile e qui viene mostrato quanto fosse ridicolo.

Poi la parte in cui viene intervistato un pedofilo e' veramente agghiacciante, il collega di Kinsey si rifiuta di continuarla, ma da l'idea di un'umanita' che tutti i ricercatori dovrebbero possedere.

Questa pellicola e' importante perche' in un'epoca di conflitti, come la nostra, ha delle intuizioni fondamentali, forse anche banali, come una frase che Kinsey dice: 'Siamo tutti diversi, non esiste una sola persona uguale'. Un assunto fondamentale. Non esiste la normalita'.

Si potrebbe, inoltre, accusare il film di materialismo, pero' i dialoghi di Kinsey e di sua moglie sui sentimenti e sull'amore, che non e' possibile classificare, sgretolano questo preconcetto e nella visione completa della pellicola ci si rende conto come tanti altri pregiudizi incistati nella societa' non hanno motivo d'esistere. Un film cosi' dovrebbe essere proiettato nelle scuole, ma qui sorgerebbe il problema se vietarlo o no ai minori.

Davide Sirignano


LE CONSEGUENZE DELL'AMORE

Regia: Paolo Sorrentino

Interpreti:Tony Servillo,Olivia Magnani

Sceneggiatura: Paolo Sorrentino

Forte di una pioggia di Davide di Donatello e' il caso di riscoprire questo film minimalista che, celato da una storia di mafia, in realta' riflette sull'esistenza umana, sul suo senso, e sull'amore impotente, ma infinito verso un'altra persona.

Nella banalita' di una solitudine misteriosa, Titta Di Girolamo, osserva una giovane e bellissima barista che tenta piu' volte un avvicinamento: un saluto, un sorriso.

Nulla: Titta e' ancorato alle sue apparenti certezze, stessi orari di apparizione, stessa poltrona nel bar, stessa consumazione e non si accorge che davanti a se' si sta realizzando un piccolo miracolo: l'amore.

Abilmente il regista, nel secondo tempo, scuote il personaggio con una frase forte di disapprovazione da parte della ragazza. Da li' comincia una pericolosa, ma bellissima consapevolezza con esiti, purtroppo, negativi per la sua vita, ma importanti per fargli acquisire un valore.

Con una regia interessante, che si appoggia su di una bella sceneggiatura, con dialoghi essenziali e a sottrazione, le immagini danno quella sensazione di sconforto e inquietudine in arzigogolati virtuosismi nelle inquadrature: basta osservare la scena in cui Titta s'inietta la sua dose d'eroina.

Non facile da seguire, non immediato, ma un film intenso e tutto da vivere anche nella sua decadenza e tristezza verso una societa' che sta perdendo i valori piu' autentici, come quello semplice dell'amicizia, il ricordo del protagonista di un suo amico d'infanzia e' struggente, e dell'amore non vissuto, ma presente: ricorda un po' 'Film bianco' di Kieslowski nel messaggio.

Davide Sirignano


Il Libro

COLAZIONE DA TIFFANY

Autore: Truman Capote

Casa editrice: Garzanti

Costo: 9 Euro

Sotto la pioggia scrosciante, alla ricerca del proprio gatto scacciato da un auto, per poi ritrovarlo e ritrovare se stessa. E' cosi' che arriva alla sua consapevolezza Holly, la protagonista di questo celeberrimo libro 'Colazione da Tiffany'.

Se Truman Capote avesse saputo che il suo bellissimo romanzo breve sarebbe diventato un film capolavoro, forse sarebbe stato concorde con il finale della pellicola cinematografica, che nel libro e' amaramente diverso.

In questa storia si ritrova tutto quello che Hollywood ha sottratto, depurato e gettato nel cestino: delle chiare provocazioni lesbo come 'In fondo noi donne siamo tutte un po' lesbiche', frase citata da Almodovar in 'Tutto su mia madre', oppure affermazioni ardite: 'Potrei condividere una stanza solo con una lesbica cosi' manderebbe lei avanti la casa!' e sottili illazioni sull'omosessualita' latente di un personaggio Rusty Trawler.

Il film prende a piene mani i bellissimi e magistrali dialoghi del libro: Truman Capote costruisce il personaggio di Holly Golightly come una donna svampita e sbandata, incapace di trovare una dimensione nella sua vita e di dare un nome alle cose, finche' non sara' sicura di restare definitivamente in un posto.

Ovviamente tutto nel romanzo e' reso con piu' pesantezza e crudezza, ma e' molto bella anche la figura di Paul, lo scrittore, che narra in prima persona questo suo amore incompreso per una donna che vorrebbe proteggere, ma che in realta' non apparterra' mai a nessuno. E la sua disillusione e' la delusione e distruzione di un sogno, americano in questo caso, della famigliola felice, della realizzazione di se'; come i racconti di Paul, troppo sporchi per essere raccontati, ma che andrebbero comunque letti.

Ma, in fondo, dietro ogni angolo della strada c'e' un Holly Golightly, pronta a sconvolgere la nostra vita.

 

Davide Sirignano


Al Teatro Testaccio di Roma fino al 22 maggio

DOPO LA PIOGGIA

Regia: Cesar Corrales

Interpreti: Gianni Licata, Luca Milesi, Maria Concetta Liotta, Francesca Frasca

Testo: Sergi Bebel

'Il potere non e' nella gerarchia, nei gradi, nel ruolo che si ricopre o in quello che si possiede: e' nello sguardo', una grande verita' svelata da una delle segretarie in questa bellissima commedia corale, recitata magistralmente dalla compagnia Enter.

Da un testo spagnolo di Sergi Belbel, Ce'sar Corrales dirige una piece con tanti spunti divertenti, ma che riesce a graffiare non poco.

Tutto si svolge in una terrazza, resa bene nel palcoscenico con tre piattaforme di legno e qualche tubo arancione, l'unico posto di un palazzo d'uffici in cui e' possibile fumare.

Segretarie svampite e new age, un informatico represso, una direttrice volgare e sboccata, un direttore disgustoso e un postino libidinoso, che si cala i pantaloni spesso e volentieri, si riuniscono in dei siparietti divertenti per sfogare la loro voglia di fumo. Ma se poi sono due anni che nella citta' non piove

Questo testo e' abile nel ricalcare un microcosmo, quale quello di un ufficio, rappresentativo di un macrocosmo che e' quello del mondo. Infatti nessun personaggio sta nel ruolo che merita, non e' contento della sua posizione e vorrebbe stare altrove. Tutti sono alla ricerca di una svolta che nel finale, tutto da godere, si rivela.

In due atti, tra un quadretto e l'altro intervallato da una luce intermittente, sono da gustare un momento surreale interiorizzato da una delle segretarie che spia dabbasso, il quasi salto nel vuoto di Maria Concetta Liotta che prega S.Gennaro, una licenza poetica esilarante, la sfilata tra una parte e l'altra del palco di Gianni Licata e il lungo, concitato, difficile, ma perfetto monologo di Francesca Frasca'.

Quindi assolutamente da non perdere.

 

Davide Sirignano

 


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