ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Ricordi di caserma (terza parte) 

Un racconto di Gerasim


Arrivai nella camerata e mi buttai sul letto a pancia in giu', con la faccia affondata nel cuscino. Sentivo in bocca il gusto dello sperma di Macherini, e l'idea di avere in culo le sborre mescolate del colonnello e del generale mi dava una strana sensazione, a meta' tra l'eccitazione e il rimorso.
Ma rimorso di che, mi stavo chiedendo… quando una mano mi passo' tra i capelli.
Alzai la testa di scatto, sorpereso: era Giuseppe, il ragazzo che dormiva nella branda davanti alla mia. Era un maschio delicato e carino, ma non essendo il mio tipo - ed essendo io innamorato di Scotti - non l'avevo mai degnato di molta considerazione.
'Ciao Giuseppe - gli chiesi stupito - che fai qui?' 'Oggi sono rientrato presto, non avevo voglia di stare fuori'. 'Presto che significa?' gli domandai ancora, notando una luce ironica nei suoi occhi. 'Abbastanza presto da vederti mentre entravi con quel degenerato di Macherini nello stanzino della scope'.
E qui stette zitto, abbassando un po' gli occhi.
Cazzo: mi aveva visto nudo e in compagnia del colonnello… aveva capito tutto! Mi vedevo di nuovo perduto, ricattato, sbeffeggiato.
'Non ti preoccupare, Mario - aggiunse con voce dolce - lo sanno tutti che il Mache e' un porco.
Se lo vuoi denunciare, io posso aiutarti e testimoniare a tuo favore'.
La faccenda stava prendendo una piega inaspettata.
Mi sentii commosso: Giuseppe era davvero buono. 'No, non voglio denunciare nessuno…' risposi con una specie di lamento.
Giuseppe riprese a carezzarmi i capelli: 'Che ti ha fatto? Ti ha inculato?' domando' serio.
Io annuii: non avevo ne' forza ne' voglia di negare.
'Oh, povero, chissa' che male!'. Io lo guardai fisso, poi in un ulteriore impeto di sincerita' mi confessai: 'No, nessun male, io sono abituato a pigliarlo in culo'.
Il ragazzo sorrise con dolcezza: 'Avevo intuito qualcosa' disse a bassa voce. 'Avrei giurato che eri un finocchietto, ma non osavo farmi avanti… Il tuo ano sara' bello aperto, adesso' soggiunse. Annuii di nuovo. 'Posso massaggiartelo?' mi chiese a quel punto.
Ero troppo stanco per opporre resistenza, mi limitai a fare un ultimo cenno del capo.
Sentii le dita robuste di Giuseppe insinuarsi dentro la cintura slacciata, sfiorarmi le natiche, cercarmi il buco del culo, aperto come la vagina di una troia.
Non avevo mutande, percio' trovo' subito quel che cercava.
Le dita percorsero l'anello di muscoli esterno, poi entrarono nella mucosa rosa e spalancata. Un dito, poi due, poi tre. Tutto era aperto, invitante, stranamente ancora voglioso.
Fu li' che mi alzai un poco, appoggiandomi sui gomiti, e mi misi a guardare Gisueppe.
Un ragazzone con viso da bambino nonostante la barba di due giorni, con parecchi peli neri che uscivano dalla canottiera grigio verde.
Non era il mio tipo, ma in quel momento, dopo essere stato selvaggiamente inculato da due mandrilloni maturi, lo trovavo attraente.
Tanto attraente da non opporre nessuna resistenza al bacio che mi stampo' sulle labbra di li' a poco.
La lingua buona e salivosa del maschio entro' nella mia bocca e la frugo' accuratamente: si accorse ben presto del sapore che avevo ancora. 'Macherini ti ha sborrato in bocca? Sento gusto di sperma'. 'Si'' risposi; poi gli raccontati di Macherini, di Vauro… e persino del mio amore per Scotti. Giuseppe non si muoveva, ascoltava interessato.
Poi mi bacio' di nuovo, con molta tenerezza.
'Tirati giu' i pantaloni' intimo' a quel punto. 'Ma… se arriva qualcuno?' chiesi.
'Non temere: oggi sono tutti in permesso, non torneranno che domattina, subito dopo la sveglia. Tutti a parte Scotti, che sara' qui tra mezz'ora… e che sa tutto di te, compreso il fatto che gli annusi mutande e calze.
Mica e' scemo…'. 'Ma tu come lo sai?' domandai allarmato.
'Io e Natale stiamo insieme da anni, siamo riusciti a farci mettere nella stessa caserma grazie al fatto che ho buone conoscenze.
Abbiamo parlato di te, tra noi, per molto tempo: ci piaci molto, e potresti risolvere un nostro problema…'.
Un problema? Un altro? E che cazzo: ma li devo risolvere tutti io i problemi dei froci della caserma? mi chiesi a quel punto, a meta' tra l'irritato e l'incuriosito.
'Di che problema si tratta?' domandai con voce un po' risentita.
'Siamo tutti e due attivi, e non sappiamo come scoparci tra noi. Ne' lui ne' io lo prendiamo in culo assolutamente. Ma se tu volessi, potresti essere la nostra donna, almeno per un certo periodo'.
Ero sbalordito, non sapevo che rispondere. E poi, che notizia: Scotti era gay!
Giuseppe mi trasse d'impaccio: 'Posso ficcartelo in culo, adesso?' mi chiese con un sorriso cosi' accattivante che non potei proprio dirgli di no.
Mi misi nudo e mi stesi a pancia in giu'. Il ragazzo fece soltanto uscire la minchia dai pantaloni: era gia' in tiro e si mostro' per quello che era, un membro davvero ben fatto e piuttosto spesso.
Poi, sali' sul letto, si sdraio' completamente sulla mia schiena e mi penetro': il cazzo scomparve all'interno del culo in un baleno e mi sentii pieno di quella carne giovane e tosta.
Comincio' a pistonarmi con calma e metodo, approfittando del fatto che le pareti dell'intestino erano state rese scivolose dallo sperma di Macherini, prima, e di Vauro, poi.
Passarono i minuti; Giuseppe continuava a fottermi con lo stesso ritmo, come una macchina. All'improvviso fui preso da un orgasmo di culo: era la prima volta che mi succedeva - ne avevo sentito parlare, ma non l'avevo mai provato direttamente - e scoprii che era una sensazione fantastica, molto forte e liberatoria. Interminabile.
'Ti piace?' sussurro' con voce roca il giovane stallone. Altroche' se mi piaceva: ormai il mio ano godeva a ciclo continuo, come se fosse un'entita' autonoma, a ruota libera… fantastico!
In quel momento sentii un rumore di passi: trasalii spaventato, anche perche' ero in un atteggiamento troppo compromettente per poterlo nascondere.
Non potevo neppure muovermi: ero fottuto in tutti i sensi.
Giuseppe pero' non sembrava provare alcuna paura: continuava il tranquillo movimento di vai e vieni nel mio culo, e il suo cazzo sembrava anzi diventare piu' grosso a ogni colpo.
Cercai di girare la testa, schiacciata sul cuscino dal grosso petto di Giuseppe, verso la fonte del rumore, ma riuscii soltanto a intravedere due anfibi: cazzo, era davvero arrivato qualcuno, ed era vicino a noi…
Ben presto capii chi era quel qualcuno. 'Ciao Nata', 'Ciao Giose', 'Te l'ho conquistato', 'Grazie amore, gli stai anche facendo il culo per me', 'Se per quello, glielo ha gia' fatto il Mache stamattina'…
Giuseppe stava parlando con Scotti, Natale Scotti, il mio grande amore, il maschio che credevo eterissimo e irraggiungibile, e che non solo era gay come me, ma mi stava anche vedendo sodomizzato dal suo fidanzato.
Ero umiliato ed eccitato insieme: mi rendevo conto che tra non molto sarei stato preso da Scotti in persona, e il mio antico sogno si sarebbe materializzato.
Cosi' fu, infatti. Giuseppe cambio' posizione, lasciandosi scivolare su un fianco: io, con il suo cazzo saldamente piantato in culo fino ai coglioni, fui obbligato a girarmi su un fianco per seguirlo. Scotti ne approfitto' per far uscire il cazzo gia' semieccitato dai pantaloni e cacciarmelo in gola.
Di sicuro aveva pisciato da poco: era un po' umido e puzzava di orina.
Ma lo ingoiai avidavemente e, mentre Giuseppe continuava a pistonarmi con forza l'ano, Natale prese a fottermi la bocca.
Ero in estasi: altri due maschioni - e per giunta di quella stazza - nel giro di poche ore… era un primato che non mi sarei mai sognato di raggiungere.
La posizione ben presto termino': anche Scotti voleva penetrarmi e Giuseppe sfilo' il grosso pene dal mio intestino sfiancato.
L'altro, che era riuscito a denudarsi completamente, a parte le calze, si sdraio' sulla branda: io mi impalai senza alcun problema, scendendo sulla minchia ormai durissima.
Quando fui comodamente seduto sui coglioni, voltai la testa per prendere in bocca il cazzo di Giuseppe.
Avevo di nuovo due meravigliose minchie a disposizione: sucavo come una troia arrapata e andavo su e giu' con tutta la forza che ancora possedevo.
Giuseppe si stacco', dopo parecchi minuti, e si frego' bene il cazzo con la mano; Scotti mi attiro' verso di se' e mi bacio' con passione.
Piegato verso il petto peloso di Scotti, offrivo l'ano, gia' occupato dal meraviglioso pene di Natale, all'altro maschio: che non si fece ripetere l'invito due volte e inizio' a penetrarmi.
L'operazione non fu molto lunga: il mio buco era ormai cedevole al punto giusto per accogliere due membri grossi come quelli. Avere due cazzi nel culo e' una sensazione incredibile: si gode sia perche' i due uccelli fregano l'intestino e massaggiano la prostata, sia perche' e' eccitante vedere i due attivi impazziti dal piacere di sentire i propri cazzi stretti l'uno contro l'altro.
Ormai, impalato oltre ogni dire, in preda a un orgasmo senza fine, stavo li'. Non potevo muovermi e tenevo la bocca semiaperta. I due maschioni, invece, mi fottevano a ritmo forsennato urlando oscenita' e trattandomi da bagascia.
Il primo a venire fu Giuseppe, che sborro' il suo liquido bollente senza quasi un gemito, soltanto irrigidendosi e pizzicandomi forte i capezzoli.
Nonostante fosse venuto, non sfilo' il cazzo dal mio buco; non prima, per lo meno, che avesse sborrato anche Scotti, che invece venne gridando e dimenandosi come un ossesso. Avevo la sborra abbondante e cremosa di Natale Scotti nel mio intestino: che emozione!
Io anche ero venuto, ma travolto dagli orgasmi consecutivi non me ne ero accorto. Vidi il mio sperma sui peli della pancia e del petto di Scotti solo quando tutto fu finito, e i peni dei due manzi erano ormai usciti definitivamente dalla mia caverna anale. Lo leccai avidamente per lasciare pulito l'addome dell'uomo dei miei sogni.
Il sonno ci colse tutti e tre - nudi e sfiniti - sulla mia branda. Ci risvegliammo soltanto parecchie ore dopo, per fortuna prima che giungesse qualcuno.
Quella memorabile giornata era davvero finita. Chissa' se ci sarebbero state repliche…


(fine parte terza)


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