Un indimenticabile caldo Natale

(Il professore)

di Jan Masny


Finalmente dopo vari anni, quell'anno riuscivo ad essere a casa per le festività natalize.

Il periodo dove ognuno si sente più buono e più generoso verso se stessi e gli altri.

Erano quattro o cinque anni che per motivi di lavoro ero sempre all'estero, invece quell'anno ero riuscito a gestirmi in modo da essere a casa e trascorrere le festività con le persone più care affianco. Nell'aria si respirava la voglia di regali, di allegria e di desiderio di amicizia ed affettività. Quanti pacchi e pacchetti da incartare e porre sotto l'albero, e quanta frenesia di dare e ricevere un dono con relativa sorpresa. Dopo tutto siamo tutti un pò bambini, ed almeno una volta l'anno val la pena di dimenticarsi delle cattiverie ed angherie altrui e vivere serenamente; in più quell'anno avevo conosciuto un caro amico ed avevamo programmato di trascorrere qualche giorno insieme....

Ma ahimè, come ogni bella storia, l'imprevisto era dietro l'angolo, ed io neanche lo sapevo.

Una telefonata al 20 di dicembre. Un collega si era infortunato in un campo di lavoro, ed io ero la persona destinata a sostituirlo. Feci un pò di storie, perchè proprio non mi andava di partire in quei giorni, ma davanti ad allettanti proposte di avanzamento di carriera e qualche lire in più da guadagnare, forse anche per il senso di responsabilità accettai......

Dovevo recarmi in Arabia Saudita, in un campo di trivellazione e seguire alcuni lavori di perforazione, come vice capo campo. Il lavoro non mi dispiaceva, ma quell'anno avevo proprio voglia di Natale con i tuoi......per di più il direttore dei lavori, il mio diretto superiore era famoso per la sua pignoleria e meticolosità, tale da essere soprannominato il professore.

Tra l'altro lo conoscevo solo per fama, ma non avevo mai lavorato con lui....

Bene, dopo aver salutato tutti ed anticipato il pranzo di Natale partii.

Arrivai all'aeroporto di Jeddah il 21 dicembre pomeriggio, un caldo afoso, torrido, umido.

In serata ero gia' in alloggio a disfare le valigie e pronto ad iniziare. Feci una doccia e poi ben rinfrescato mi recai dal professore. Un'accoglienza normale da colleghi. Una persona gentile nei modi, anche se un pò distante. Una figura molto particolare. Una cinquantina di anni ben portati grazie all'attività fisica che i campi di trivellazione offrono, abbronzato e con una magnifica barba chiara curata e con un paio di occhiali che gli donavano moltissimo. Praticamente un bonazzo!!! parlammo del più e del meno ed iniziammo a programmare i lavori di avanzamento del campo. Dopodichè uscii salutandolo. I nostri alloggi erano porta a porta.

Dopo un pò che ero a letto e pensare un pò al Natale mancato ed un pò al nuovo lavoro, sentii bussare alla porta. Aprii ed era lui, il professore... Io ero in short da letto, un pò sorpreso, gli chiesi di cosa avesse bisogno, e mi rispose che il mattino dopo avrebbe gradito fare colazione insieme prima di iniziare i lavori, ben conoscendo la mia fama di lavoratore indefesso e mattiniero. Annuii, e lui dopo avermi guardato da capo a piedi, sorrise e se andò.

Che bel sorriso. Mi addormentai pensando all'atteggiamento di quel bell'uomo.....

Che strano, il mio cazzo si era indurito!!!! mah....Il sensore captava qualche cosa di buono!!

Bene il mattino dopo ci vedemmo a colazione, discutemmo un pò i lavori e poi via.

Fuori era caldo, i corpi degli operai a torso nudo erano abbronzati e sudati, erano così belli da guardare, tanto che ogni tanto quando staccavo per andare a bere o andare al gabinetto, provavo una forte sensazione di eccitazione. Tutt'intorno era solo deserto, trivelle, caldo, umidità. Non si respirava per niente aria di Natale, nonostante un coloratissimo albero di Natale troneggiasse nella sala mensa e festoni augurali sbandieravano al vento fuori dagli alloggi. Il primo giorno passò in fretta. E la sera ci trovammo di nuovo al tavolo Io ed il Professore. Cenammo tranquillamente, parlando un pò di tante cose, tra cui anche del Natale, e mi accorsi che la nostra conversazione era molto affiatata e parlavamo sempre guardandoci negli occhi. Così seppi che il professore era divorziato, senza figli, ed amava il lavoro che faceva perchè non aveva a che fare con le donne....Mi scappò una sonora risata che travolse anche lui. Come era bello vederlo sorridere. I suoi occhi chiari mi fulminarono.

Ad un tratto mi sentii sfiorare un piede, ma non ci badai più di tanto. le sue gambe erano lunghe ed il tavolo un pò piccolo. Comuque durante la cena i miei piedi furono sfiorati più di una volta. Caso o cosa??? Boh!!!Che voglia di mettergli le mani addosso. Toccare la sua testa, il suo viso, il suo corpo, la sua mascolinità. Il suo volto era così inteso. Dio avevo un'erezione così forte che non mi azzardavo ad alzarmi, e così iniziò la nostra amicizia e confidenza. Trovarsi la mattina a colazione e la sera a cena seduti allo stesso tavolo erano diventate abitudini pressochè indispensabili. Avevo notato comunque che ogni conversazione finiva sempre con il parlare del suo rapporto con le donne (negativo) e qualche volta della mancanza di affetto e solitudine. E così anche la sera del 24 di dicembre (La vigilia) ero seduto al tavolo con il professore. Aveva una vena triste nello sguardo, ma pur sempre bello. Mentre parlavamo del più e del meno a fine cena, Giorgio (il prof) mi disse che i miei capelli erano troppo lunghi e che meritavano una bella tagliata, anche perchè il taglio corto avrebbe migliorato il mio sguardo!!!! e l'aspetto già gradevole...!!!!

Gli feci notare che a causa della partenza improvvisa, non mi era stato possibile tagliarli, ed adesso avrei dovuto aspettare almeno 60 giorni per farlo. Giorgio si offrì asserendo di essere un bravo barbiere prova ne era il suo taglio perfetto. Preso da quell'uomo accettai e gli proposi di farlo seduta stante. Sorridendo ed allegri ci recammo nel mio alloggio.

Nonostante l'aria condizionata era caldo, quindi decidemmo di rimanere solo in shorts.

Mi sedetti su uno sgabellino, a torso nudo guardando fuori dalla finestra. Giorgio era lì, anche lui a torso nudo, così bello, maschio, robusto con un paio di forbici in mano e vestito solo con un short azzurro. Azzurro come i suoi occhi. Bene, iniziò la sua opera. Man mano che tagliava mi carezzava la testa, e mi diceva stai tranquillo, non aver paura. Dopo sarai più bello e sorrideva gentilmente. Man mano che tagliava e mi girava intorno, appoggiava il suo bacino alle mie spalle, al mio petto, e continuava a giocare con le sue mani sulla mia testa.

Avvertivo un turgore ogni volta che mi sfiorava, e sentivo il suo respiro corto. Calmo, pacato, ma corto.

Io ero in preda ad un'eccitazione esagerata, ma non volevo scoprirmi, anche se ero sicuro che lui stesse provando un piacere enorme, nel gestire il gioco. Nella stanza aleggiava un silenzio incantatore, il solo profumo dei nostri corpi, i nostri sguardi complici. Finito il taglio, mi scrollò di dosso i capelli caduti e fece cadere le forbici, si china per raccoglierle, ma invece di riprendere il suo lavoro, mi prende per le spalle e mi incolla le sue labbra sulla mia bocca. Mi bacia con passione cacciandomi la lingua in bocca, e giù fino alla gola. Mi manca il respiro, ma ho voglia della sua lingua, del suo sapore. Lo stringo a me. Il suo corpo è caldo, la sua lingua è esperta e piena di voglia. Le sue belle mani mi stringono le spalle. I suoi occhi sono nei miei, ed i miei nei suoi. I nostri respiri sono corti, ansimiamo di piacere e di voglia. Poi, si lascia cadere gli short, ed un bel sesso maschio virile eretto fa la sua comparsa. me lo passa sul petto villoso, lo spinge con forza tra i miei seni, mischiandolo ai peli del mio petto ed i capelli tagliati. Schiaccia la bella sacca dei coglioni sul mio addome. Lascio cadere i miei short, il mio cazzo è enorme, gonfio pieno di desiderio. Giorgio si china e si lascia scivolare la mia parte nobile nella sua bocca. Inizia a succhiare avidamente, mentre la sua barba mi carezza il pube, e le sue mani mi stringono i coglioni. Mi succhia e mi guarda dritto negli occhi. La sua lingua esperta corre tutta intorno al cazzo, soffermandosi sulla cappella.

Ho una voglia di venire, ma Giorgio mi chiede di dargli più piacere. Gli carezzo i capezzoli eretti, e come un segnale di allarme, lo sento godere, e poi tutto ad un tratto mi chiede di incularlo. Si gira, mi offre il suo culo, bello maschile, virile. Glielo lecco, lo lubrifico con la saliva e poi lo penetro. Bacio la sua schiena, lo stringo forte, fino a fargli mancare il respiro.

Lo sento gioire di piacere, e la sua voce roca, maschia mi incita e comanda la chiavata.

Il ritmo è un continuo crescendo, quasi come le trivelle nei pozzi fuori nel deserto, poi gli grido vengo. Mi chiede di venirgli dentro e di stringergli i capezzoli fortemente, ed io l'accontento. Vengo copiosamente , violentemente nel corpo di quel maschio, e rimango dentro di lui perchè è troppo bello.

Ho voglia di sapore di maschio in bocca, glielo dico. Piano piano gli sfilo il cazzo ancora duro dal culo. Il suo buco è largo, l'invidio perchè io sono ancora vergine là; è bello umido e bagnato di seme. Giorgio non è venuto. Il suo cazzo è duro, la sua cappella è rossa, turgida come una fragola succosa. Ho voglia di cazzo in gola. Mi chino davanti a lui, gli ingoio il cazzo ne sento il sapore un pò salato, e gusto il sapore un pò aspro della preeiaculazione. Il suo cazzo mi scivola giù in gola e lo trattengo. Mi parla oscenamente, mi chiede se gli mi è piaciuto guardare il suo culo aperto come una bocca avida, umida di sapore e se mi piace il suo sapore in bocca. Io succhio a più non posso. Poi, mi libero e gli dico si vorrei sentire la tua carne dentro di me. vorrei sentire il tuo seme schizzare nelle mie viscere, ma sono ancora vergine.

Nessuno ancora è riuscito a darmi il piacere che solo un maschio ti può dare penetrandoti.

Giorgio mi guarda negli occhi, come estasiato, e poi mi sussurra con voce delicata ma ferma preparati ora ti darò il piacere che cerchi. Confesso di aver avuto un pò di paura, ma mi fidavo di quell'uomo, così rassicurante, e poi così bello. Piano piano mi corica per terra, con le spalle sul tappeto, mi guarda negli occhi, mi parla, mi sussurra frasi piacevoli ed eccitanti allo stesso tempo.

Poi con dovizia e meticolosità, inizia a baciarmi il buco del culo. Me lo lecca, lo succhia, ogni tanto mi strizza i coglioni, poi inizia a giocare con le dita. ne infila una, poi due e piano piano allarga e si intrufola dentro. Mi lecca un pò il cazzo duro di nuovo, mi carezza la pancia, le coscia, poi di nuovo saliva e via un massaggio al buco del culo. La testa mi scoppia, il desiderio di essere chiavato cresce. Le dita a poco a poco si fanno sempre più spazio, da due diventano tre. Le muove con esperienza, e conoscenza di causa. le sento entrare ed uscire. Il passaggio lungo le parati anali è piacevole. Poi con due dita per mano inizia ad allargarmi l'ano rilassato. Ci fionda dentro la lingua e lecca e succhia. Ora mi penetra con tre dita e mi bacia con la lingua. Sono fuori di me. Gli grido fallo ora, inculami, dammi il tuo sesso dentro. Ora. Un solo colpo netto di reni, et voilà. Era dentro di me.

Una fitta forte mi trapassa il cervello, ma subito dopo un piacevole calore mi pervade. Sono invaso di piacere. Sorrido, mugolo di piacere. Giorgio è lì, dentro di me, fermo per farmi prendere confidenza. Poi pian piano inizia a muoversi in una danza lenta ma costante.

Mi guarda, mi soggioga con il suo sguardo, poi lo sento ansimare. Grida di piacere, mugola e mi viene copiosamente dentro. Io vengo ancora una volta e tutto il mio seme schizza sul mio corpo e su di lui. Sono stordido e vedo il suo corpo cadermi addosso. Il suo cazzo è dentro di me, caldo come il suo seme. Mi bacia, mi guarda. Mi parla e mi dice grazie. Lo guardo e vedo due lacrime sul suo viso. Lo bacio appassionatamente. Fuori è buio, solo trivelle, ed un cielo arabo stellato con una splendida luna aregentea. E' mezzanotte del 24 dicembre. Gli auguro un Buon Natale e Giorgio mi abbraccia ricambiando gli auguri, e singhiozzando un pò.

Brindammo con una bottiglia di champagne e restammo insieme abbracciati tutta la notte.......

Fu proprio un bel Natale ed io avevo ricevuto un bellisimo regalo.

 

Jan Masny


ORSI ITALIANI