ORSI ITALIANI MAGAZINE


Il potere della rete

Un racconto di Kuma


Era la prima volta che scrivevo un annuncio e, a dir la verità, non avevo nemmeno mai risposto ad uno di essi. Forse era per timidezza o magari per timore dell'incognito, o per entrambe le cose e il risultato era un cocktail che alla fine mi aveva bloccato nell'andare avanti. E poi come fare a descriversi o a capire chi ci può essere dietro a poche righe che si riassumono solitamente in: città, altezza, peso, desideri e eventualmente "dimensioni"? Però dovevo confessarmelo, gli annunci di incontri sulle riviste mi avevano sempre incuriosito e a volte persino eccitato, immaginando con la fantasia chi si potesse celare dietro un fermoposta e cosa si sarebbe potuto fare in seguito. Comunque i tempi cambiano e l'arrivo di internet ha profondamente mutato, in meglio direi, anche il modo di conoscersi. Adesso gli annunci sono aggiornati anche settimanalmente e spesso con certe foto "Insomma basta!" pensai "Questa volta è deciso, mi butto e le divinità del cyberspazio mi proteggeranno".

"Ho 34 anni, 175x92, cerco uomini grossi e pelosi per sesso e divertimento. Posso ospitare o muovermi. Scrivere a" Alla faccia della fantasia. Sembrava che avessi copiato pari pari il più banale degli esempi da un immaginario <Manuale per annunci>, quello che l'autore tra le righe ti fa capire che bisogna evitare a tutti i costi di scrivere se vuoi avere un minimo di buon risultato. Troppo tardi. Mi rendo conto che faccio questo ragionamento quando oramai ho inviato il messaggio alla redazione e inizio a darmi dell'imbranato cosmico. Ora si tratta solo di aspettare.

I giorni scorrono normali ma una sera leggo finalmente il mio annuncio e trasalisco: io non mi risponderei mai, ma io non sto cercando me, e a questo punto bisognerà pure affidarsi al gioco del caso.

Ancora quarantotto ore e nella mia casella compare un mittente sconosciuto e il soggetto della lettera è "Tuo annuncio". Il solo pensiero di quello che ci potrebbe essere scritto dentro mi fa venire un'erezione e il mio cazzo finisce di indurirsi per bene quando leggo "Ciao, sono 45enne emiliano alto 1,81x95kg, peloso, abbastanza ben dotato. Sono aperto a qualsiasi proposta. Se interessato rispondi dettagliando". Non riesco a trattenermi e mi slaccio i pantaloni, abbasso la cerniera e tiro fuori dai boxer l'uccello in pieno tiro sulla cui punta luccicano le prime gocce di liquido seminale.

Inizio a digitare la mia risposta: "Ciao e grazie per il messaggio! Va benissimo e il cosa fare lo si può vedere al momento e se c'è un po' di dolcezza è molto meglio. Mi piacerebbe sentire tutto il tuo pelo addosso alla mia pelle; guardarsi, poi spogliarsi con calma e magari fare una doccia insieme prima di andare sul letto; sentire la tua lingua su di me e poi leccarti io, anche il sedere; se ti andrà penetrarti o viceversa... Ti vorrei vedere in boxer o in slip ma solo bianchi o grigi. E tu? Un abbraccio".

Finito di scrivere, invio quasi senza rileggere e comincio a masturbarmi fino a godere copiosamente. La testa mi gira ma un energetico senso di serenità mi pervade il corpo. Spero solo che non si intimorisca e che si rifaccia vivo presto.

 

"Ciao. Ho ricevuto il tuo messaggio e mi trova entusiasta su tutta linea! Amo fare sesso soprattutto con calma e dolcezza. Mi piacciono molto i preliminari, poter toccare, massaggiare il culo sentire la tua lingua fra il mio pelo. Insomma raggiungere il massimo appagamento possibile. Puoi ospitare? Io mi posso spostare nel fine settimana e se non sarò di tuo gradimento ritieniti libero di declinare la scopata. Aspetto tempestiva risposta e altri tuoi gusti. P.S. la tua calda risposta ha fatto sì che il mio cazzo diventasse duro come il marmo pensando ai possibili sviluppi. Ancora un saluto ed un bacio sulla cappella." Chiamatela la fortuna dei principianti o quello che vi pare ma non mi sembrava vero che i miei arditi sogni si potessero materializzare.

Iniziammo a scriverci tutti i giorni e leggere la sua risposta diventò l'appuntamento più importante delle mie serate. Finalmente ci scambiammo i numeri di telefono, e anche se la sua voce era diversa da come me l'ero immaginata mi piacque moltissimo. Decidemmo di incontrarci e di vedere cosa sarebbe successo, dicendoci che mal che vada sarebbe iniziata una semplice nuova bella amicizia.

Lo andai a prendere alla stazione e quando lo riconobbi poco mancò che svenissi o che iniziassi a ululare. Non era bello nel senso più classico del termine ma il suo viso paffuto, incorniciato da una splendida barba fulva, e i suoi occhi verdi mi intenerirono subito; era ben messo di spalle e pur se il giubbotto copriva la sua pancia, immaginai che fosse rotonda al punto giusto. Guardandomi mi fece un sorriso aperto e schietto comunicandomi all'istante che anche io in fondo non gli dispiacevo.

Arrivammo a casa mia dove avevo preparato un buon pranzo. Nell'aria si capiva che avremmo potuto fare benissimo a meno del cibo per lanciarci sul letto, ma silenziosamente decidemmo di prolungare quell'attesa in cui si stemperava lentamente il retrogusto di un naturale imbarazzo.

"Ci vorrebbe un pisolo adesso" esclamò dopo aver fatto i complimenti ai miei piatti. Trattenni una smorfia e lo accompagnai in camera da letto. "Arrivo subito". Tornai dopo qualche minuto e lo trovai già dentro le lenzuola con la coperta tirata fino al mento. "Dai spogliati e vieni a tenermi compagnia". Rimasi in maglietta e mutande e venni accolto da un caldo abbraccio, Dalla sua canottiera uscivano folti peli biondi che ricoprivano anche le braccia e le gambe. Il profumo della sua pelle mi avvolse, appoggiai le mie labbra alle sue e le nostre lingue si cercarono e trovarono come se si fossero perse di vista per troppo tempo.

Iniziò a baciarmi dappertutto e mi ritrovai di furia completamente nudo e con la sensazione della sua calda saliva su tutto il corpo. Si spogliò e si appoggiò sulla mia pancia massaggiandomi con le dita i capezzoli. Il suo uccello scappellato era turgidissimo e, non resistendo, alzai la bocca e iniziai a succhiarlo, prima con dolcezza e poi con violenza. Sentivo il suo sapore in bocca e il suo ansimare e muoversi ritmicamente ad ogni mia leccata. "Girati" mi disse dolcemente e iniziò a leccarmi il buco del culo con sapienza mentre con una mano mi accarezzava il cazzo, e quando iniziò a esplorarmi dentro con le dita credevo che le mie palle sarebbero scoppiate.

Mi divincolai un attimo dalla sua presa ma bastò un'occhiata perché capisse le mie intenzioni. Mi stesi sulla schiena e appoggiai le mie gambe sulle sue spalle. Ero pronto per accoglierlo e quando appoggiò il suo uccello un fiotto di liquido arrivò a lubrificare l'entrata del nostro reciproco piacere. Con una spinta sicura fu dentro di me ma si fermò per farmi abituare. Dopo un primo spiacevole dolore gli misi le mani intorno al collo e il naso immerso nel suo vello per invitarlo a spingere. Il movimento del suo bacino e il peso del suo corpo erano due piaceri immensi che si mescolavano mentre il mio cazzo in tiro si perdeva nella sua pelliccia.

Ci abbandonammo l'uno nell'altro, non so quanto durò ma non appena mi sentii riempire dal suo caldo seme non mi trattenni più e gli rovesciai addosso tutta la mia sborra sulla pancia. Ci addormentammo abbracciati e al risveglio con uno sguardo sornione mi chiese: "Cosa c'è per cena?"

 

Kuma

 


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