ORSI ITALIANI MAGAZINE


Il Pescatore

Un racconto di Jan Masny

 

Ah la Sicilia che bella terra, piena di colori, sapori, profumi, tradizioni e contraddizioni. Una terra cosi'bella con persone cosi' vere ed una razza speciale nata dall'influenza dei tanti Visitatori del passato..e con figure maschili molte belle e cosi' diverse le une dalle altre. Puoi incontrare il biondo con barba ed occhi azzurri (molto normanno), cosi' come il moro con sguardo levantino capelli neri, occhi scuri ed un corpo asciutto e nervoso.E comunque tante belle persone.

Si, ebbene ogni tanto ricordare le proprie origini (ormai molto remote) fa bene. Ti fa sentire più umano e poi ti aiuta a ricordare..E cosi' una volta ogni paio di anni mi piace fare un viaggio nel passato , magari ad inizio estate, fine primavera, per andare a far visita a qualche parente ancora in vita e godermi un po' di tranquillità in una piccola casetta che affaccia sul mare. Quel mare tanto amato anche da Ulisse. Quel mare che tanto ha dato in passato alla nostra cultura e società e che oggi ahimè da molto di meno. Mi piace farmi svegliare al mattino dal profumo del caffè fresco, servito in tazze di porcellana antiche, ed accompagnato da brioches calde di forno, dal profumo di gelsomini e sentirmi accarezzato dalla fresca brezza mattutina e dal caldo timido tepore del sole.

Quell'anno ero arrivato a casa di alcuni miei zii alla fine di maggio. Già si respirava nell'aria profumo d'estate, tutta la campagna era fiorita ed il mare era di un verde acceso. Si la natura si era già risvegliata dopo l'assopimento invernale. Anch'io iniziavo a risvegliarmi ed avevo voglia di fare, e di vivere per una settimana senza schemi e magari trascorrendo il tempo a parlare un po' con i vecchi del paese (senza fretta) e ripercorrere le strade della mia infanzia e ricordare persone, colori episodi del quel periodo..e godermi il mare a me tanto caro.

Una mattina ero in una piccola spiaggetta, al riparo da sguardi curiosi ed invadenti, e me ne stavo nudo, disteso su un telo a prendere in sole ed in compagnia di un libro. Tutto intorno solo sabbia gialla, qualche yucca fiorita e una miriade di piccole conchiglie che costellavano il bagnasciuga come tante stelline della via lattea. Avevo già fatto il bagno ed ora ero li' a farmi asciugare dal caldo sole.

Ad un tratto il silenzio di quel bel momento fu interrotto dal rumore di sciabordio di una barca che si avvicinava lentamente, senza motore. Mi tirai su, infilai il costume, e sinceramente mi misi un po' guardingo. La barca proseguiva lentamente la sua corsa verso la riva. Dopo un po' arrivata ad un paio di metri si fermò. Era una bella barca da pesca, ed a bordo c'era solo una persona. Mi avvicinai alla barca, e non riuscivo a scorgere la persona a bordo, in quanto era chino sul cofano del motore Una bella visione un bel culo robusto muscoloso, coperto da un costume blu, una schiena maschia abbronzata, ma niente volto.

Dissi buongiorno, e mi avvicinai alla barca. Al mio saluto, lo sconosciuto si fermò, fece per pulirsi le mani sul costume, si girò e guardandomi mi rispose con un buongiorno ed un sorriso un po' ironico. Non sapevo se mi trovavo in Italia o in Svezia. Era cosi' nordico nei lineamenti. Biondo, occhi blu, barba corta grigio biondo. Corpo maestoso, abbronzato, cotto dal sole e dalla salsedine e dalle lunghe giornate passate sotto al sole cocente. Lasciò il suo lavoro, e mi disse ancora : "Non credo proprio che questo sia un buongiorno. Ero uscito per la pesca quotidiana, ma ahimè il motore non ne vuole sapere, ed io son qui a cercare di metterlo a posto e proseguire per la mia giornata. " Aveva una bella voce armoniosa, ricca pulita e profonda, ma quello che più mi attraeva in quel momento era il suo sguardo i suoi occhi . Nella barca c'era un mucchio di attrezzi da pesca, e tante reti, e si respirava odore di mare in ogni parte. Gli chiesi cosa fosse successo e lui mi rispose di non saperlo. L'unica cosa che sapeva era che il motore non andava e che la pesca per quel giorno sarebbe andata a farsi benedire!!!. Bene, stimolato da quella situazione ( che forse si sarebbe rivelata positiva per me) gli dissi :" facciamo un patto, io le do una mano a sistemare il motore e lei mi porta a pesca ". Sorridendo il tipo annu", quindi armato di buona pazienza e facendo affidamento alle nozioni di meccanica ancora fresche in memoria, iniziai insieme a lui la riparazione del motore.

Eravamo tutti e due gomito a gomito, cercando di capire il guasto e di riparare quel benedetto motore al più presto possibile. Sentivo il suo profumo di maschio affianco a me, vedevo il suo copro imperlato da gocce di sudore, e mi piaceva vederlo un po' nervoso. Tutto ad un tratto mi accorsi che c'era un cavo staccato. Senza dirgli niente, lo ricollegai, poi gli dissi di mettere in moto. Come per incanto il motore parti' allegramente, con quel suo scoppiettio tipico delle barche da pesca. Mi guardò allegro, e mi abbracciò stringendomi con quelle sue braccia forti, pelose e mi tenne a se per un po', appoggiato al suo petto robusto, ricco muscoloso. Non so cosa successe in quel momento, ma ebbi un'erezione cosi' immediata, che dovetti staccarmi da quel corpo caldo, ed umido per evitare di farmi scoprire. Non so perché ma avevo provato un senso di pudore (!!) . Il tipo, si staccò e mi disse :" Bene si parte per la pesca , ah scusami io sono Alfio."Bene, gli risposi io sono Paolo, e sono ben felice di trascorrere una giornata in barca con te.

Mi recai a prendere le mie poche cose, per poi raggiungerlo. Mentre mi allontanavo, mi accorsi che mi guardava, e mi segu" con lo sguardo fino a che non mi girai e mi diressi di nuovo in barca. Sarebbe stata una pesca fruttuosa per entrambi???

Partimmo lentamente, sotto un sole già abbastanza alto ed accompagnati da un fresco venticello e dal rumore in sordina del benedetto motore. Alfio mi chiese alcune cose di me, e contrariamente a quanto avessi immaginato lo scoprii molto loquace e simpatico. Gli raccontai un po' della mia vita, e del mio passato in Sicilia. Mentre ci avvicinavamo al posto dove calare le reti, mi raccontò un po' di se, e con molta sorpresa appresi che era figlio di padre siciliano e madre inglese(!). quindi si definiva Nordico dalla cintola in sue Mediterraneo dalla cintola in giù. Scoppiò a ridere, dopo quella frase, e sorrise di un sorriso aperto, schietto mostrando una dentatura perfetta in mezzo a due labbra carnose appoggiate dentro quella barba e nel contesto di un volto bello, e dai tratti molti nobili. Il suo corpo era molto bello, armonioso, abbronzato.peloso abbastanza e nei punti giusti e dulcis in fundo due bei capezzoli lunghi, di una lunghezza che non avevo mai visto prima. Erano lunghi circa 3/4 cm ma robusti e corposi. Si un po' come quelli delle nostre mamme ai quali ci attaccavamo da neonati per succhiarne il latte e crescere forti(!!), ed imparare già da allora come usare lingua e denti (!!!).

Sotto la sua guida esperta di uomo di mare inizia a calare le reti, a stendere i cavi e dopo una buona mezz'ora di lavoro, ero abbastanza sudato e stanco. Alfio mi disse, bene ora puoi fare ciò che vuoi prendere il sole, mangiare qualcosa o fare una bella nuotata. Il mare era di un verde azzurro invitante, l'aria frizzante ed avevo una voglia di muovermi, di saltare addosso a quel bellissimo esemplare di maschio 50enne, e quindi optai per un bel tuffo in acqua ed una nuotata estenuante. Mi tuffai in un baleno e subito mi portai ad un centinaio di metri dalla barca. Mi fermai ad osservare la barca cullarsi fra le piccole onde ed ad immaginare il copro del pescatore, disteso sulla coperta a prendere il sole. Disteso a pancia all'aria con il suo bel petto sudato, gli occhi socchiusi e le mani sul suo cazzo che mi era sembrato abbastanza robusto.

Mi riavvicinai alla barca nuotando lentamente, e mi accorsi che il mio amico era li che mi osservava. Era seduto sul capo di banda della barca, con le gambe fuori dalla murata, con un sorriso smagliante Era cosi' bello in quel chiaro scuro dovuto al sole Mi appesi per risalire a bordo, e Alfio mi tese una mano. Forte, robusta ed in un solo colpo ero di nuovo a bordo, solo con lui lontano dal mondo.

Lo ringraziai e gli dissi che avevo proprio bisogno di una bella nuotata, ma che ora avevo voglia di un po' di sole. Mi disse :" Accomodati dove vuoi, qui tu sei il padrone per un giorno". Mi tolsi il costume, un po' perché era fradicio, un po' perché volevo vedere la sua reazione. Mi guardò attentamente, non disse nulla,mi allungò un telo e mi fece segno di stendermi affianco ad una rete raccolta. Mi distesi, osservandolo ancora, e sperando in uno sguardo complice o esplicativo, invece niente. Strano pensai a quest'ora avrebbe dovuto mandarmi al diavolo, oppure avrebbe dovuto prendermi e sbattermi per terra. Ma niente, non accadde nulla.

Un po' dispiaciuto, mi girai con la faccia al sole, e socchiusi gli occhi. Mi tolsi dalla testa il pensiero di Alfio come amante, ed iniziai a fantasticare.. Cosi' un po' per il calore del sole, un po' per il dondolio della barca, il mio sesso piano piano iniziò a crescere e gonfiarsi. Avevo i coglioni tirati verso l'alto pieni e pronti, il cazzo eretto, ed una mano che giocava con i capezzoli. Già i capezzoli, ho sempre avuto un debole per i capezzoli grossi. Tutto d'un tratto sentii una lingua calda baciare il mio sesso, e poi come un ventosa lo sentii scomparire ingoiato in una calda e famelica bocca. Aprii gli occhi lentamente sperando che non fosse un sogno, a volte i miraggi dovuti al caldo!!!, ed invece vidi la testa un po' pelata di Alfio muoversi con ritmo costante sul mio sesso. Ero sorpreso e felice allo stesso tempo. Vedevo quell'uomo dedicarsi con passione e calore in quel gesto tanto caro. Lo fermai , e lo guardai dritto nel blu dei suoi occhi. Era cosi' bello, il desiderio di sesso era apparso nel suo viso, e lo rendeva ancora più bello. Mi guardò e mi chiese scusa, scusa per aver disturbato il mio sonno. Risi di gusto e la mia risata lo contagiò al punto tale che iniziò a ridere anche lui, poi ci abbracciammo. Gli dissi :" Caro mio, era quello che aspettavo, quindi non ti scusare e continua pure la tua opera.". Restammo abbracciati, ci rotolammo sulla coperta della barca, impigliandoci nelle reti, e costringendo i nostri sessi eretti a districarsi dai piccoli nodi che si formavano con le reti.

Aveva un bel cazzo, non grande, ma bello giusto per riempirti la bocca, un paio di coglioni ricchi, ed un bel paio di gambe, un bel culo ma soprattutto ero attratto dai suoi capezzoli. Iniziai a baciarglieli, succhiarglieli come due piccoli cazzetti, e lui mi disse :" Ti piacciono vero??, Sono tuoi per tutto il tempo che vuoi." Come promessa non era male, ma lui non sapeva cosa volevo farne io di quei suoi capezzoli.Continuai a succhiarli per apprezzarne il sapore, sentirne la consistenza in bocca. Alfio da canto suo si dedicava ai miei coglioni me li strizzava, me li stringeva e poi giocava con il mio cazzo che era ben dritto e duro. Ad un tratto si fermò, portò via le mie mani dal suo petto e appoggiando la sua bocca alla mia mi baciò profondamente. Fu un bacio lungo, appassionato, tenero e ci lasciò entrambi senza fiato.

Poi mi chiese di mettermi chino davanti a lui. Il suo sesso era eretto, non mi preoccupava molto la grandezza ed ero pronto a riceverlo. Invece iniziò a leccarmi il buco del culo, umettandolo, e succhiandolo avidamente. Si faceva spazio con la sua lingua tra le pareti dell'ano, infilandola sempre più dentro. Le sue mani mi tiravano i coglioni verso la sua faccia, in modo da poterseli leccare tra una lappata di culo ed un'altra. Era molto esperto con la lingua ed io avevo già voglia di venire. Ad un tratto folgorato da una visione e da un desiderio sempre avuto, ma mai realizzato prima, gli dissi :" Infilami i tuoi capezzoli nel culo, fottimi con quei due cazzetti.". Il Buco era già ben lubrificato, ed Alfio con molta pazienza e voglia iniziò a spingere un capezzolo dentro di me. Quel dolce e tenero contatto mi dava un piacere enorme, chiudevo ed aprivo il mio sfintere intorno a quel tenero capezzolo, eretto e turgido, mentre Alfio si gustava la scena masturbandosi.

Giocammo un po' cosi', alternando un capezzolo alla volta, mentre la voglia cresceva, ed arrivava al cervello.Alfio si staccò dal mio culo ed avido di sesso in bocca, si abbassò all'altezza del mio pube e si ingoiò il cazzo cos" arrabbiato ed affamato. Sentivo al sua lingua vellutata correre tutt'intorno alla cappella, le sue mani che giocavano con il buco del culo, ed io gli carezzavo la testa, le orecchie, la barba e gli baciavo quella tenera parte scoperta della testa. Ad un tratto si fermò e mi chiese di spostarmi verso la murata della barca, e calarmi in acqua reggendomi al capo di banda. Non capivo, ma lo feci lo stesso. Ed eccomi qui calato in acqua ed appeso al predellino della barca , del mio corpo rimaneva fuori parte del busto e la testa, il resto era tutto immerso. Alfio con un balzo felino si tuffò in acqua. La sua schiena arcuata le sue belle spalle entrarono in acqua come una penetrazione. Scomparve, e per un attimo non lo vidi più. All'improvviso sentii il mio sesso risucchiato da una bocca famelica. Era lui, mi stava facendo un pompino mentre ero immerso.

Che sensazione piacevole. Avevo voglia di venirgli in bocca, ma volli trattenermi e godermi ancora un po' quel piacere. Alfio riemerse a prendere fiato, aveva un sorriso malizioso su quel volto. Mi disse : " Girati voglio darti piacere."

Mi infilò il cazzo ben eretto e duro nel culo, un solo colpo, poi si fermò. Ero invaso dalla sua carne turgida, e l'acqua tiepida del mare faceva il resto del gioco, circondando ogni parte del mio corpo. Sentivo i colpi del suo sesso giù fino in fondo, la sua lingua mi leccava il collo, la schiena, le sue mani mi masturbavano violentemente, mentre sentivo sbattere i suoi coglioni contro il mio culo ad ogni colpo di schiena e i suoi bei capezzoli mi sfregavano le spalle. Dopo un po' che pompava dentro di me, mi strinse i coglioni fortemente, e gridò con tutta la sua voce nelle mie orecchie :" Ah, ti vengo dentro, ti inondo con il mio sperma, ti sfondo, godi", venne copiosamente e si sfilò lentamente da me, lasciando l'acqua prendere il suo posto. Mi abbassai e gli presi in bocca il membro ancora rigido, Gli feci un pompino subacqueo. Alfio mi carezzava la testa, e sussurrava..

Ero molto eccitato, e volevo venire, ma volevo anche approfittare di una altra bella cosa.Risalimmo in barca, eravamo entrambi bagnati, piccole perle di acqua di mare cospargevano i nostri corpi.La sua pelle bella ambrata, liscia, profumata, la mia non ambrata come la sua ma bella ed umida. Alfio mi guardò e mi disse :" Cosa posso fare per dare piacere a questo figlio prodigo che ogni tanto ritorna alle sue origini???, chiedimi tutto ciò che vuoi.". Lo baciai, e lo feci distendere per terra su una rete spiegata. Iniziai a baciargli la bocca, il collo il petto ricco e villoso, tralasciai i capezzoli, scesi giù fino alla pancia, la carezzai con la mia barba corta ed ispida, giocai un po' con il suo sesso a riposo, gli leccai le palle ingoiandole, gli carezzai le coscia, le gambe, gli succhiai gli alluci. Poi presi i suoi piedi ed iniziai a masturbarmi. Alfio guardava attonito la scena, ed il suo cazzo iniziò a risvegliarsi. Poi tralasciai il tutto ed mi buttai a capofitto sul suo petto. Gli presi in bocca un capezzolo ed iniziai a suggerlo, facendolo crescere a dismisura, l'altro lo massaggiavo virilmente con un mano. Sentivo il sapore salmastro e dolciatsro di quel piccolo cazzetto nella mia bocca. Passavo da un capezzolo all'altro, succhiando avidamente. Erano belli enormi, dritti e robusti. Alfio mi chiese di tirarglieli quando più forte potessi, e fu per me un invito agognato. Li tiravo, li stiravo, li torturavo con piacere e lui ne godeva. Piccoli sospiri e gridolini di piacere fuoriuscivano dalla sua bocca. Presi il cazzo durissimo ed inziai a strisciarlo attorno ai suoi capezzoli. Una sensazione piacevolissima. Ero li' pronto a venire quando Alfio mi chiese di stringergli i capezzoli con due piccole pinze che usava per la pesca, era molto piccole e avrebbero stretto abbastanza, le presi e le attaccai ai due capezzoli, sempre eretti e turgidi. Non appena finii di poserle, Alfio iniziò a gridare, cambiando atteggiamento, lasciandosi andare a frase sconnesse ed un turpiloquio orrendo (ma piacevole) Pronunciava frasi del tipo: " Spaccami il culo, fottimi senza pietà, stracciami i capezzoli, sborrami in bocca,nel culo, chiavami senza pietà, camminami addosso.." e via cosi'.

Ero molto eccitato, e volevo riempirgli la bocca, quando Alfio si alzò e mi disse :" lavorami i coglioni, tirameli, allungamenli, maltrattali, dammi piacere, fammi morire di lussuria". Che situazione eccitante, mi piaceva molto. Mi attaccai ai suoi coglioni ed iniziai a stringerli fortemente, li tiravo, li mordevo, li allungavo, poi lo feci distendere di nuovo ed iniziai a camminargli addosso, soffermandomi sui capezzoli ormai un po' violacei, e giù fino all'altezza del cazzo fermandomi a pestargli i coglioni. Alfio gridava a più non posso, e sinceramente credo di fargli male. Smisi, ma lui disse :" Non capisci, grido di piacerevai avanti e no fermarti mai.". Stimolato e rassicurato da quella frase, lo feci alzare, gli legai i coglioni con una cima di nylon, li assicurai ad uno scalmo, ed inziai a tirarglieli. Alfio era fuori di se. Mi implorò di chiavarlo. Lo infilai con un colpo solo, dopo avergli leccato il buco, e giù con forti colpi di schiena fino a schiantarlo. Gli tirai via le pinze dai capezzoli ed iniziai a massaggiarglieli. Erano duri, ed io stavo per venire. Gli sfilai il cazzo dal culo, era enorme la mia bestia, mi posi davanti a lui e gli ordinai di sbocchinarmi. I suoi coglioni era tesi in una maniera incredibile e gli si leggeva negli occhi una libidine al colmo del parossismo. Stavo per venire, ma gli sfilai il cazzo dalla bocca, glielo posi sul petto ed iniziai a sborrare come un cavallo. Sei,sette fiotti di sborra ricca gli colavano sul corpo. Con le mani gliela sparsi su tutto il petto, e viso, poi con la lingua iniziai a baciargli i capezzoli umidi di seme, ed il sapore agrodolce, mi manteneva l'erezione ancora molto forte. Con le mani umide di sborra gli strinsi i coglioni e poi li liberai.. era bello sentirli cosi rilassati dopo quella messa in tiro, morbidi teneri

Stancamente cademmo su un mucchio di reti sulla coperta, e ci addormentammo.Ci risvegliammo dopo un paio di ore. Eravamo cotti di sole, ci guardammo e sorridemmo, ci tuffammo in acqua per lavarci. Ci abbracciammo teneramente. Risalimmo a bordo ed Alfio si accocolò sul mio grembo. Era cos" bello vedere quel bell'uomo cos" teneramente accocolato , gli occhi socchiusi e desideroso di carezze, carezze che non mancarono. Lo accarezzai teneramente. Poi ci alzammo e recuperammo le reti. Erano piene di pesce, e per me fu una gioia poter vedere il fruttuoso ricavo della giornata. Mentre Alfio concludeva i suoi lavori, io me ne stavo li seduto ad osservare ogni suo movimento,mi piaceva. Poi Alfio si voltò verso di me ed iniziò a venirmi incontro con le mani nascoste dietro la schienasi fermò, e mi disse :" Chiudi gli occhi e porgimi le mani ho una sorpresa per te ". Cos" feci, e subito sentiiqualcosa di umidiccio nelle mie mani, aprii gli occhi e trovai una bella stella marina che mollemente si adagiava nei miei palmi. Quello che segui' fu un lungo bacio ed un abbraccio molto tenero..

Ancora oggi, quando tocco quella stella di mare provo le stesse forti emozioni come quel giorno. Non l'ho più visto, ed ogni volta che ritorno giù chiedo sempre ai paesani se lo hanno visto, ma nessuno lo conosce, ne tantomeno l'hanno mai visto. Che sia stato un sogno, un miraggio o il fantasma di qualche o marinaio di Ulisse rimasto a vagare nelle belle acque del mediterraneo??? Non so, solo una cosa è certa la stellina è qui con me sulla mia scrivania testimone di quella bella giornata di pesca..

Jan Masny


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