ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Mozzo per ciurma arrapata (parte seconda) 

Un racconto di Mimi


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Ma mi resi conto che sbagliavo: vidi che intorno erano allineati dietro a me a maneggiarsi i cazzi duri in attesa del loro turno per incularmi, ma ero  sfinito, avevo il culo in fiamme, e non cercavo altro che un po' di riposo dopo tanta trombata.
Nello stesso momento e per di piu' nel giro di poco tempo mi ributtarono sulla branda e messo di nuovo a supino, mi furono subito rudemente allargate le cosce e senza tanti preamboli infilzato da uno dei tanti cazzi, come se aspettasse il turno con una puttana. Purtroppo dovetti cedere alla violenza e subire quei cazzi duri e dritti. Uno di loro mi disse: 'Sei proprio una  troiona, dillo che ti piace il cazzo porco eh?'
Stupito da quelle parole volgari, anche se altri non erano da meno. 'Non ti preoccupare ti fottiamo tutti quanti, sto bel culo da finocchio!' Ormai mi trattavano come una bagascia di strada, non avevo mai subito un'umiliazione del genere in quanto oltre alla bocca e il buco del culo slabbrato e pieno di sperma fino all'estremo mi riempirono anche di parolacce, insulti ed umiliazioni.
Fu cosi' che capii i pregi ed i difetti di essere la cagna di bordo, avrei dovuto appagare e prestarmi sessualmente a qualsiasi loro richiesta.
Purtroppo dovetti assecondarli in quando mi sentivo troia, e mi piaceva essere fottuto da loro, mentre tenevo gli occhi chiusi e la bocca aperta in cui usciva i miei gridolii di godimento che veniva smorzato con piccoli morsi di labbra.
Accortosi del mio godimento, il marinaio di turno accelerava il ritmo con dei colpi violentissimi nel profondo del mio retto, tanto da sentire la sua cappella spingere sotto lo stomaco. Io pensavo bene di aprirmi al massimo le chiappe e con lo sguardo cercavo altri cazzi grossi da soddisfare per la mia golosa fica!
Finalmente dopo tanto fottere finirono la favolosa trombata, ed io contento mi addormentai stanco, il mio povero buco era ancora dilatato e cominciava a colare sborra. I marinai soddisfatti ritornano nelle loro brandine, e durante la notte qualcuno fece anche il bis possedendomi, ed io non dissi  di no…
Mi svegliai tardi con tutte le ossa indolenzite.
Uscendo dalla cuccetta vidi i miei compagni sul ponte soddisfatti a lavorare, erano molto gentili, quel giorno all'insaputa del Comandante mi fecero dormire  un po' di piu' del solito. Gentili e galanti si sforzavano di mostrare la loro parte migliore, faceva molto caldo ed erano sempre a torso  nudo, esibendo dei corpi magnifici imperlati dal sudore e l'odore intenso dei loro corpi.
Ogni volta nel guardarli mi percorreva un brivido giu' nel culo, anche se notai che anch'essi non soltanto mi guardavano vogliosamente, ma facevano sottovoce dei commenti con altri marinai.
Non riuscivo a capire  il senso del discorso, ma immaginavo cosa stessero dicendo dai loro sguardi diretti al mio buco del culo che era in subbuglio totale.
Quel giorno pero' il nostromo mi fece un sorriso inequivocabile, ed ebbe l'ardire di avvicinarsi alla schiena e di sussurrarmi all'orecchio: 'Ciao bel moretto, stanotte ho sentito le tue grida di godimento, ora tocca a me fotterti sto bel culo da vacca che tieni!!'
A quelle parole rimasi quasi senza fiato e dovetti fare degli sforzi sovrumani per controllarmi. Ma lui riusci' a replicare abbastanza pacatamente: 'Dai troia, vieni con me giu' in cambusa che fa molto caldo e potrei offrirti da bere qualcosa, di fresco, che ne dici??', dandomi una bella palpata alle chiappe.
E ovviamente non me lo feci ripetere due volte, anzi gli tastai con mano piena il suo cazzone duro rinchiuso in quei pantaloni tanto da lasciarlo di stucco con un 'Mmmmmmhhh!!!' di approvazione. Lui mi guarda e ride, e poi va verso la cambusa toccandosi il bozzo duro, mentre lo seguo come una troia in calore fuori di me dall'emozione.
Che cosa avevo combinato? Mi stavo comportando come una puttana affamata di cazzi  e ora mi avrebbe scopato… Ma era proprio quello che volevo? Si, era cosi', era quello che volevo e avrei fatto tutto quello che lui desiderava.
Appena entrato in cambusa lui chiuse la porta a chiave, mi trovai stretto tra le sue braccia muscolose ed era eccitato come un toro! Ero la sua preda, non avevo scampo, e avevo paura, le sue carezze non erano delicate, ma rozze come se volesse darmi una botta e via.
Non mi passa neanche per l' anticamera del cervello di tentare di liberarmi o di gridare, era colpa mia. Sento il costume calare giu' e un palpamento continuo sulle mie chiappe, il nostromo era cosi eccitato che caccio' dai suoi pantaloni un cazzo duro senza mai smettere di palpare il culo, e non si accontentava di strizzare solo i capezzoli, anzi piazzava il suo manganello di carne dura fra le mie cosce simulando una scopata.
Il suo modo di fare mi fece perdere la testa e come una troia affamata di cazzi afferrai il suo bastone di carne con una mano per fargli una sega, ma lui non si accontenta della sega tanto che mi costringe a chinarmi sul suo cazzone, gia' dritto e pronto sul mio viso obbligandomi a leccarlo e prenderlo in bocca, benché non fosse pulitissimo trovai gradevole il suo gusto e iniziai a fargli un bel succoso pompino.
Era la prima volta che facevo un pompino a quella posizione, e sentire un tronco duro che si muoveva in bocca sbattendomi le sue palle dure sul mio mento  mi piaceva da matti. Il porco del nostromo ansimava e gemeva, ed io come una troia subivo e godevo delle sensazioni incredibili... fottuto in bocca da quella  bestia di cazzo, e contemporaneamente non mi ero mai sentito cosi' totalmente donna, ma soprattutto cosi' puttana, finché mi prese per i capelli e inizia a  muovermi avanti e indietro come se stesse fottendo una fica. Il nostromo era instancabile, i suoi colpi si fecero piu' forti fino a riempirmi la bocca di  sperma caldo. Poi stancatosi si sfilo' l'asta semi dura dalla mia bocca. Finalmente aveva finito, soddisfatto da quel pompino.
Mi tirai su per  andarmene, ma vengo stoppato da lui e fatto girare a culo in su; il resto e' successo tutto in un attimo, mi prese per i fianchi dicendomi di allargare bene le chiappe, mentre lui appoggia la sua cappella all'imbocco del mio buco di culo.
Sento subito il suo cazzo indurirsi di colpo tanto di meravigliarmi da quella ripresa, rimasi chino per offrirmi a lui che con un solo colpo mi ha infilato tutto dentro quel bel cazzone, ma benché mi desse dei colpi molto forti non provai dolore, forse perché il buco era gia' stato allenato da altri cazzi, oppure non distinguevo piu' nessun tipo di misura.
Inizia a muoversi goffamente in avanti facendo poca fatica, e dopo un attimo mi sembrava non volesse finire piu', senza fermarsi fece entrare tutta la minchia finche' sentii i suoi peli solleticare le mie chiappe, e capii che era entrato tutto, sentivo le sue palle dure sbattere contro il mio culo.
lo supplicai di non smettere di fottermi. Il nostromo inizia a muoversi indietro e poi subito avanti, ma non per la lunghezza di tutto il cazzo sentivo la grossa bestia che distruggeva il mio budello fino ad arrivare in gola. Dovetti assecondare i suoi movimenti e gemere come la piu' grande porca, lui mi prese il mio cazzo in mano che ormai era diventato durissimo ed inizia a segarmi.
Tutto questo dura poco perché lui era cosi' eccitato che arriva quasi subito all'orgasmo tanto da sfilarsi all'improvvisomettendomi il cazzo davanti alla bocca.
Mentre lo circondai con le labbra e succhiando di gusto, lui mi venne in bocca e senti' molti schizzi caldi che mi arrivavano fino in gola, cercai di inghiottire tutto e a quel punto anche io sborrai a terra.
Mi sedetti sul pavimento stremato mentre lui stava ancora appoggiato alla parete. Dopo un breve riposo si tira su i pantaloni e prima di uscire mi diede un buffetto sulla guancia.
Io rimasi seduto perche' non sentivo piu' il buco del culo e preoccupato immersi un dito, mi accorsi che era spaventosamente largo. Uscii  dalla cambusa.
Da quel giorno mi resi conto che sarei diventato la puttana di tutti i marinai, a bordo: purtroppo essendo il piu' giovane li' dentro e' anche un gran bel  ragazzo. Beh, almeno mi sono rassegnato a prenderlo nel culo. Ormai basta che facciano un cenno con la testa o mostrando la durezza dei loro gonfiori che si evidenziano nei pantaloncini e costume, ed io come una troia mi lascio fare: ai cessi, in cambusa, nei frigoriferi, nella stiva e cucina, nelle cuccette, anche durante il pescato. Uno, due, tre alla volta. Il piu' delle volte si sfogano in fretta, ma qualcuno invece si gode a lungo il mio culo giovane e fresco.
Questo fino all'arrivo di un porto dove l'equipaggio si sfoghera' con le troie del luogo. Io ero l'unico in tutta la nave a non fare i turni di notte sul ponte, perche' i marinai si misero d'accordo che ogni notte cambiavo cuccetta. Cosi' a bordo conobbi 30 cazzi meno gli ufficiali, senno' mi potevano sbarcare.
Anche se sospettavano qualcosa, ma per il quiete vivere facevano finta di niente…
Finalmente dopo mesi di fottuta di cazzi, il Comandante fece rotta verso Las Palmas. L'equipaggio non vedeva l'ora di sbarcare per andare a scopare con donne vere. Erano le nove di sera, quando la nave attracca al porto: 'Finalmente terra!!!' 'E puttane!' 'Fiche succulente, calde e umide!!' 'Ehi Checco, non sei mai stato al night club dell'Eldorado?', dice Vittorio rivolto a me. 'Perche'?' 'Come perche', c'e' il bordello piu' merdoso del mondo!!' 'Davvero???' 'Puttane!', interruppe Leandro. 'Bhe se vi piace!? Che c'e' di strano!', chiesi io. 'Che c'e' di strano! Si scopa soltanto fiche, e non froci come te!?', dice il vecchio marinaio.
I marinai felici di sbarcare e andare a fottere con le troie, per un paio di giorni di sicuro non mi avrebbero toccato ed io potevo far riposare un po' il mio povero culetto. Quella sera con il permesso del Capitano, felici di sbarcare dalla nave, scesero in franchigia, e contenti mi salutarono con delle pacche sulle chiappe.
Li vedo con invidia sparire da lontano, anche se ero curioso di visitare di sera come era fatta Las Palmas dato che ne avevo sempre sentito parlare in termini entusiastici da loro con i loro racconti di troie e incontri particolari con belle donne del posto, per far cornuto a qualcuno.
Anche se per me c'era il coprifuoco essendo giovane, ma la voglia era tanta, con furbizia e grazie ad una catasta di cassette vuote riuscii a farla franca ai poliziotti del porto.
Mentre ero in giro per la citta' mi capita di passare in un bar del porto frequentato da marittimi e militari. Improvvisamente sento delle grida e dei vetri rotti nel locale. Incuriosito vado a vedere cosa stesse accadendo. C'erano quattro marinai con la divisa Americana, mentre erano circondati da dieci uomini del posto. Ero molto vicino alla porta che dava nel retro del bar e da li' riuscii a vedere un marinaio mentre strappava un bel ciuffo di peli a uno di loro.
Stavo ridendo per la scenetta che avevo visto, mentre l'uomo si stava lamentandosi per il dolore  in suo aiuto arriva un suo amico che all'improvviso diede un pugno sul grugno. Il marinaio Americano si mise in un angolo con il sangue che gli colava dalle labbra. Nel bar era quasi cominciata una rissa, ma il gestore spiano' un fucile e fece fuggire tutti dalla paura.
La sfortuna volle che i quattro militari Americani per fuggire vennero dalla mia parte e finirono tutti addosso a me. Un groviglio di corpi che confusamente si toccava culi e cazzi, anzi uno quasi lo avevo in bocca e pure duro.
Non feci il tempo di riprendermi che vengo da loro insultato, e non capendo la lingua i militari pensarono che fossi del posto. Eravamo a ridosso di case  poche illuminate anzi utilizzate solo da magazzino per reti ed altro, e in giro non c'era piu' nessuno.
I militari non vedendo nessun inseguitore si alzano, tirano un sospiro di sollievo  e mentre uno di loro si stava scusando con me viene zittito da un suo compagno. Non capivo niente dei loro discorsi, ma capii a cosa pensavano  i maiali soltanto quando li vidi accarezzare i loro pacchi duri. Impaurito di lasciarci la pelle cerco con lo sguardo una via di fuga, ma mi resi conto che  dovevo passare in mezzo ai militari per fuggire e loro lo sapevano.
Un marinaio mise un braccio intorno alla mia spalla, mi fece camminare per un tratto come fosse un vecchio amico, e poi mi spinse in un antro buio fuori dalla portata del bar, che era gia' chiuso. Fui spinto a terra, e non dovetti aspettare molto  prima di sentire i rumori della zip dei pantaloni che si aprivano, mi apparvero quattro cazzi lunghi e grossi e duri.

Uno dei marinai, il piu' corpulento, cercava di penetrarmi in bocca tenendo la mia testa ferma e tentava di ficcarmi nella bocca il suo randello durissimo. Per un po' feci resistenza per  non farmi riconoscere che sono una troia, ma alla fine appena aprii un po' la bocca, il randello di carne dura fu subito infilato sino alle palle.
Il marinaio  di turno inizia a scoparmi in bocca, mentre con le mani mi stringe i capelli per tenere ferma la testa. Intanto gli altri, dietro di me, mi avevano tirato  giu' i pantaloni e le mutande, togliendole del tutto.
Le mie chiappe esposte al vento facevano impazzire quei marinai Americani che non potevano aspettare  oltre per fottermi il culo.
Sentivo delle mani robuste con dita che mi allargavano il buchetto, gia' tafanato da altri cazzi: due, tre, quattro e cinque dita tanto che per poco ci ficcava pure la mano.
Sentii i quattro a ridere fra loro, e davano delle forti pacche sulle chiappe, anche se avevo capito senza nessuna traduzione che mi avrebbero rotto il culo.
Il marinaio appoggia il suo cazzo al mio buco e ridacchia con molto gusto, e poi lo ficca di brutto dentro al retto, cercai di muovermi, ma avevo in bocca il cazzo del suo collega che mi stava scopando con grande energia.
La prima spinta nel culo fu qualcosa di sublime, il bel cazzo era del tutto entrato nel mio sfintere abbastanza elastico, e quindi assorbii tutta la stanga dura che adiriva completamente al budello.
I militari stavano prendendosi tutto il piacere che volevano, uno davanti, gli altri dietro. Tutti avevano i pantaloni di ordinanza calati all'altezza delle ginocchia. Le loro chiappe dure e pelose con belle gambe muscolose da rudi marinai, muovevano il bacino avanti e indietro, mentre io in mezzo venivo riempito di tanta ciccia dura di varie misure senza poter far nulla e non pensavo mica di reagire, anzi li lasciavo fare…
I due maschioni vengono quasi insieme e quello di dietro tira fuori il cazzo di colpo, facendo un rumore di risucchio, e mi bagna con getti caldi di sperma le chiappe e la schiena. Invece l'altro, mi viene in bocca sparando uno schizzo di sborra e obbligandomi ad ingoiare, e poi tira fuori il cazzo dall'antro della gola e spara un'altro schizzo di sperma in pieno viso. Mentre estraevano i cazzi grondanti di sborra, altri due mi riempirono i buchi.
Mentre facevo un bel pompino al militare, e ben tenuto per la nuca da tutte e due le sue mani, l'altro era gia' entrato in me, approfittando dell'apertura provocata dallo sfondamento e della sborra che lo aiutava nella fottuta. Il maschione mi incula a lungo, mentre mi do' fare di bocca anche con gli altri due cazzi precedenti, leccando sperma ed ingoiando tutta la sborra che mi viene riversata abbondantemente in bocca.
L'altro militare si scarica nel mio culo, riempiendolo ancora una volta di sborra. I cazzi dei militari erano di nuovo pronti e vollero un altro pompino da me, che li accontentavo senza protestare, e ingoiando la gran quantita' di sborra prodotta dai loro coglioni, mentre uno di loro mi incula di nuovo, riempiendomi ancora di sborra il culo tanto che le mie cosce e polpacci ne erano ricoperti.
Finalmente i militari avevano finito e si stavano tirando su i pantaloni, sistemando per bene i loro bei pacchi voluminosi di cazzo, per poi sparire verso il porto. Io feci lo stesso, ma nel camminare il buco del culo mi faceva un male cane, non ce la facevo ad arrivare alla nave, mi bruciava e volevo tanto riposare nella brandina. Nel percorrere le varie vie di Las Palmas non mi accorsi di trovarmi fuori dal locale 'Eldorado' dove Vittorio e gli altri marinai si divertivano con le puttane.
Volevo entrare nel locale per farmi accompagnare alla nave, ma io non potevo entrare a quell'epoca dovevi avere 21 anni e poi avevo paura di essere sorpreso dalla polizia, li' erano severi specialmente con gli stranieri, misi l'anima in pace e cercai di andarmene verso la nave.
Ma girando intorno al locale notai una luce provenire da una piccola finestra di un scantinato. Incuriosito mi fermai a vedere. Non ci volevo credere a quello che vedevo: Vittorio, completamente nudo e oscenamente chino su un tavolo, con le cosce aperte, le chiappe spinte in fuori pronte a ricevere tre sleppe di cazzo da far paura, il suo culo si stava aprendo a quei cazzi grossi senza soffrire come fosse abituato a quelle misure. Non volevo credere a quello che vedevo. Crollava un mito.
A sentirlo si vantava, che tutte le donne di Las Palmas erano le sue. Ma io vedevo tre aitanti maschi del posto, di colore nero pesto, che stavano nudi dietro a lui, e a turno se lo stavano inculando di brutto.
La cosa in parte mi faceva sorridere e contemporaneamente mi eccitava. I tre bei maschioni negri erano li', a un passo da me, non mi potevano vedere!
In particolare avevo adocchiato un bel fusto con i capelli lunghi e un ventre da culturista, con le sue cosce muscolose, non era niente male come fotteva, i suoi muscoli dallo sforzo inculatorio fremevano in tutto il suo corpo.
Ce l'avevo duro da scoppiare nei pantaloni, non potevo fare a meno di cacciarlo fuori e segarmi il cazzo muovendo la mano veloce, sempre piu' veloce mentre Vittorio si piegava giu' e come una troia in calore implorava a loro di essere fottuto brutalmente da sfondargli il culo.
Quella visione mi eccitava moltissimo, vedere quella scena di quei corpi neri poco piu' che trentenni e sudati che stavano fottendo con godimento quel bel culo ormai martoriato e sfondato.
I minuti passavano e uno alla volta lo fottevano senza lasciarlo respirare, il secondo lo stava sfondando di gusto gridandogli di essere un gran frocione bianco. Non ci mise molto a sborrare in quel culo e anche io, vedendo quei bei cazzi neri, venni come non avevo mai fatto in vita mia.
Vedere Vittorio, cosi' grande, grosso e tutto maschio, farsi inculare con spasimi di godimento era davvero troppo per me: il mio cazzo, nonostante avessi appena schizzato, era ancora durissimo e sembrava non averne abbastanza. Lo tenevo ancora in mano riprendendo a masturbarmi al ritmo della scopata, fino a quando il secondo negro usci' dal suo culo e venne in faccia a Vittorio che, come invasato, raccolse dalla faccia lo sperma con una mano leccandolo di gusto come una cagna in calore.
Davanti a tanto, ebbi l'ennesimo orgasmo, schizzando sborra estremamente liquida, e caddi esausto a terra.
Ero in trance, completamente rapito da quel cazzo nero, da quel bel culo sodo e rotondeggiante, ma rimasi esterrefatto quanto lo vedo andare verso la sua preda imbufalito e alzargli la testa schiaffandoglielo tutto in bocca.
Vittorio appariva sempre piu' sconnesso, eccitato, violento nei movimenti, e io potevo ben capirlo: come avrei voluto essere io al suo posto! Adesso era tutto rosso in viso, non parlava piu' se non con mugolii di piacere e rigagnoli di saliva che fuoriscivano dalle labbra.
Ora vedevo i loro testicoli duri che si muovevano dentro a quel buco affamato di cazzo, sbattevano forsennatamente con tanta furia da farlo quasi cadere.
Mentre il cuore mi pulsava forte quanto il ritmo dei loro cazzi che pompavano in quel culo, il mio cazzo era ormai un pezzo di ferro incandescente che scorreva nella mia mano a piu' non posso e quando lui, il bel mandingo dal viso accattivante, estrasse il cazzo dal buco ancora duro e sborro' sulla sua schiena, io ero all'estasi del piacere. Ecco, ecco il suo sperma che schizza a grandi fiotti, ecco quel bel esemplare di maschio africano che si era sfogato su quel bel culo bianco.
Malauguratamente feci dei urletti di godimento e solo allora Vittorio si accorse della mia presenza e mi vide che ero concentrato su di loro, il suo volto tutto impiastrato di sborra tanto da formare una maschera bianca.

Mi guarda brutto ed io  morivo di vergogna e di paura, sembrava che volesse dire: mi hai spiato, ora ti concio io per le feste. A malincuore, senza fare rumore dovetti andarmene lasciandoli soli a fottere.
Era notte inoltrata e dovevo rientrare alla nave senno' chi lo sentiva il Capitano, purtroppo non potevo tanto correre per il dolore al culo, e le seghe fatte che mi avevano spompato. Appena al porto intravedo delle guardie Spagnole con i fucili e senza farmi vedere silenziosamente cerco di sgattaiolare per arrivare alla catasta delle cassette vuote, anche se ero li' a pochi passi dalla nave, bastava soltanto un balzo per salire sul ponte in coperta fregando la polizia portuaria.
Con la prontezza di riflessi giro intorno alle cassette di legno per fare il salto. Purtroppo mi trovo davanti un'altra guardia che stava pisciando, non potei evitarlo di travolgerlo e cadere insieme a terra, lui si era spaventato, non aveva pensato neppure di rimettere il cazzo nei pantaloni, anzi si piscia addosso sui pantaloni.
Cosi' era li', a terra con i pantaloni aperti ed il cazzo moscio ed un'espressione lancinante dal dolore dove la sua bocca si muoveva, ma non usciva alcuna parola. Fu necessario un po' di tempo prima di riprendersi dalla paura, anzi i miei occhi caddero su quel cazzo moscio che penzolava fuori, anche se ultimamente avevo visto svariate misure di cazzi, una di quella misura non l'avevo mai vista, era una spanna o forse due circa che spuntava fuori in bella vista.
Invece di scappare presi tutto il tempo necessario per guardare meglio quel grosso cazzo, mentre la guardia era ancora incerta a riprendersi fino a dirmi qualcosa nella sua lingua.
Non capivo, non riuscivo a togliere lo sguardo a quel cazzo che comincia lentamente s irrigidirsi, a quella scena ingoiai saliva. La guardia mi stava di fronte accorgendosi che stavo guardando il suo cazzone, non ci voleva molto a capire che mi piaceva il cazzo.
Mi tolse dall'imbarazzo prendendo la mia manoe  portandosela sul cazzo, avevo in mano un attrezzo di carne dura che pulsava e lui gemeva.
Piu' il suo cazzo cresceva, piu' lui cominciava a respirare profondamente. Mentre godeva della mia mano gli slacciai la cintura e i bottoni dei pantaloni con una certa facilita', abbassai le mutande e senza dargli tempo di capire abbassai la testa e ficcarmi in bocca quel pezzo di cazzo duro.
Ero inginocchiato di fronte a lui che prendevo in bocca il suo cazzone, lo ingoiavo tutto sino alla radice dando ritmo piu' velocemente, anche se non riuscivo a tenerlo tutto; il cazzo era cresciuto rapidamente di dimensioni mostruose! 'Hooooooooo!!!! Mmmmmmmmmmmm!!!!' Il porco godeva della mia bocca.
Non essendo in grado di prenderlo oltre, l'ho ricacciato e messo in bocca la testa del cazzo ora pienamente duro e ho cominciato a muovere la lingua sopra ogni centimetro di quel magnifico tronco duro, fino ad insalivare per bene l'intera verga e poi giu' nella gola.
Quello che rimase piu' sorpreso  era lui:  nessuno era riuscito a prendere due spanne di carne dura senza sforzo tanto da succhiargli anche le sue palle gonfie e grandi, rotonde e pelose.
La mia bocca avida succhiava una per volta quelle belle palle sudadicce da farlo contorcerlo su se stesso, per il godimento.
Mentre succhiavo beatamente quel bel cazzone, non so come e' successo mi sono ritrovato prono e pantaloni calati giu', posizionato in un modo da non scappare e le chiappe ben allargate. Lui in un attimo mi fu sopra facendomi sentire il suo cazzone tra le crespe dell'ano.
Il suo cazzo scivola dentro senza problemi; il porco certamente era un abile inculatore, sentivo quel mastodontico cazzo che saliva imperterrito su per le budella, molto lentamente ma in modo inesorabile. 'Aaaaahhhhh!!, siiiii!!!, sbattimelo tutto nel culo figlio di puttana!!!', mugolai tra i denti. Lui masticava qualcosa di porco nella sua lingua, ma si capiva che godeva.
Quando il cazzo fu dentro completamente, lui inizia a spingere, prima lentamente e poi sempre piu' forte da ficcarci pure le palle per quanto era arrapato al massimo, mi scordai il bruciore al culo, e fui travolto da quel piacere immenso.
Strinsi i denti per il dolore iniziale e come un porco in cerca di cazzo iniziai a godere. 'Aaahhhh!!, siiiiii!!!, che bello spaccami il culo, mi fai tanto godere!!!'
Ero ormai in preda al delirio dei sensi; lui stantuffava il mio culo in un modo selvaggio, e mi mandava al culmine del piacere, provando un orgasmo indescrivibile.
Ormai i suoi movimenti da lenti diventarono sempre piu' veloci, profondi da provocare sussulti di godimendo. Il suo orgasmo era vicino tanto da dare gli ultimi affondi: Uno, due, tre, dieci schizzi di sborra biancastra e densa finirono nel mio sfintere sfasciato.
Rimasi chino con il culo spinto in fuori, e imbrattato dei schizzi abbondanti di sperma su tutte le chiappe.
Ormai la guardia stava giungendo alla fine della fottuta, mentre io rimasi scioccato, non mi aspettavo tanta sborra.
Era tardi dovevo salire a bordo, mi affretto a leccare tutto cio' che rimaneva sul suo cazzo, lecco e succhio con estrema avidita', come fosse una banana tanto da suscitare in lui una sonora risata!, io mi alzo del tutto dolorante e mi ricomposi, lui ancora a terra mi saluta dandomi una pacca al culo, sorrido e salgo a quattro zampe sulla nave.
Al mattino seguente Vittorio sale a bordo e si vedeva che era arrabbiato con me.
Mi prese portandomi vicino alla cambusa dove mi diede dei forti schiaffi urlandomi: 'Guai a te' frocetto di merda se parli con gli altri su quello che hai visto, o vuoi davvero vivere una vita d'inferno in questo posto del cazzo?'
Non contento voleva che lo seguissi nella stiva. Gli dissi: che non potevo mi faceva troppo male il culo, lui si imbestiali' e mi rifila un paio di cazzotti. Per il dolore svenni a terra.
Al mio risveglio mi ritrovo sulla branda e Vittorio dietro di me che mi stava fottendo duro nel culo.
Io lo lasciai fare, ero freddo non gli davo soddisfazione, ma lui incurante continuava a fottermi sbattendomi per bene fino a sborrarmi nel culo. 'Adesso ascoltami brutto frocio di merda, ora ti spiego come andranno le cose qua dentro: tu comincerai a fare tutto quello che ti diro' io, senza fiatare e senza dire niente a nessuno capito?'
Lo guardai con sfida, lui mi guarda e poi abbassa lo sguardo rassegnandosi. Eravamo soli nella cuccetta, Vittorio stava seduto accanto a me e con un sospiro strozzato comincia a sbottare ed io, in silenzio lo ascoltavo: aveva 21 anni e la nave dove era imbarcato venne catturata dalle motovette militari della Nigeria, mentre erano in pesca nelle acque internazionali. L'accusa era di 'contrabbando di armi'.
Quei figli di puttana con le armi in pugno li presero come ostaggi, e li obbligarono a seguirli fino al porto di Lagos. Con quella falsa accusa furono portati alle carceri, era un dramma per tutti i 25 marinai dell'equipaggio. Di notte e trattati da bestie furono introdotti nella fortezza carceraria e raggruppati nel cortile, li fecero spogliare, completamente nudi e con violenza inaudita a strattoni e calci in culo li fecero entrare in un grande stanza dove chiusero dietro di loro porte e cancelli di ferro. In quella stanza non erano soli. C'erano circa 140 persone anche loro nudi: era una notevolissima quantita' di Nigeriani, Senegalesi, Marocchini, Egiziani, Etiopi.
L'equipaggio era composto di persone poco piu' di 45 e 30 anni avevano paura e con loro c'erano anche dei giovani di 25 e 18 anni e questi ultimi erano al primo imbarco che piangevano di continuazione. Il Comandante e gli altri ufficiali di bordo li portarono nelle carceri di 'Kiri Kiri' lasciandoli soli in quel mucchio di selvaggi.
Quella massa di corpi concentrati in quel unica stanza piena di persone poco raccomandabili: una massa di ladri, di fannulloni e assassini. La maggior parte di loro era dia etnie diverse, facevano commenti pesanti e allusivi verso quei culi bianchi, e sembravano trovarsi tutti d'accordo di approfittare della situazione che non capita spesso volentieri.
Svanita l' espressione di stupore iniziale tutto l'equipaggio capi' che da li' sarebbero usciti morti o scopati, anche se solo il nostromo capiva un po' la loro lingua, ma cercava di sdrammatizzare il tutto per non creare panico all'equipaggio.
Ma la vista di quei cazzi grossi e duri l'immobilizzavano, un misto di terrore e voglia di fuggire da quelle carceri, anche se la porta li bloccava, non osavano nemmeno immaginare cosa sarebbe successo.
Nel frattempo si trastullavano i cazzi dritti e duri per fargi capire le bramosie sessuali che avevano in quel momento su dei bei culi bianchi!
La' dentro si respirava un aria pesante, carne umana ammassata sudata e puzzolente.
Finalmente quella violenza viene consumata dal bene placito dei militari che dallo spioncino ridevano di loro. I marinai vennero presi a uno alla volta e trascinati con violenza tra calci e urla di terrore in mezzo a quella baraonda generale.
Vittorio era terrorizzato, sentiva le urla e pianti dei suoi compagni, quando si riprese dallo spavento si accorse di essere solo e circondato da dieci neri molto grossi e alti, che cominciarono a fare pesanti apprezzamenti sul suo culo; lui sputa in faccia a quello che gli stava davanti per intimorirlo, ma non riesce ad ottenere nessun risultato tanto che lo prendono per le braccia trascinandolo con forza.
Vittorio si ribellava scalciando e dando pugni dove capitava, ma era tutto inutile era bloccato da loro e piegato a terra alla loro mercede.
Poteva udire ancora le urla strazianti dei suoi compagni in lontananza. Si rese conto che stavano subendo violenze sessuali, riconobbe alcuni di loro che stavano urlando dal dolore e supplicavano di fermarsi che gli faceva  molto male il culo e che dovevano tirarlo fuori.  Lui sapeva che avrebbe fatto la stessa fine per quei neri inculare un bianco era una prelibatezza.

Non ci volle molto prima di sentire una cappella farsi strada tra le sue chiappe in cerca del suo buco. Gli fecero abbassare la testa giu' in avanti cosi' quello che lo fotteva poteva spingerlo e aggrapparsi meglio da dietro, ed improvvisamente Vittorio sentii un enorme cazzo penetrare il suo buco vergine. Venne sfondato brutalmenteda quel nero superdotato, senza sputo o altra cosa che poteva dar sollievo.
Vittorio gridava e urlava come un matto, il dolore era insopportabile. Supplicava che tutto cio' finisse, ma quel figlio di puttana spingeva dentro di brutto fino a fargli sentire le palle nere e dure sbattendolo con rabbia contro le sue chiappe.
Fu' penetrato tutto dentro al retto selvaggiamente con un veloce dentro e fuori.
Vittorio si sentiva usato da loro e non poteva reagire. All'improvviso una mano gli stringe forte la faccia e un cazzo veniva ficcato a forza nella sua bocca. Lui prova a stringere i denti, ma loro gli strinsero forte le palle e chiusero il naso.
Fu costretto ad aprire la bocca e fu scopato rudemente anche in bocca. Lo tenevano bloccato obbligandolo a spompinarli uno dopo l'altro fino a quando gli schizzavano la loro sborra nella gola. Era costretto ad ingoiare tutto mentre l' altro abusava del suo culo. Vittorio si lasciava usare, il suo buco del culo era ormai abbondantemente largo e sbracato dopo il passaggio di quella nerchia nera anche se non aveva mai preso nel culo un cazzo.
Quel cazzo che lo fotteva sembrava non volere smettere mai e poi senti' degli schizzi di sborra inondargli le budella.
Ed improvvisamente, il negro con un brusco movimento, lo tiro' fuori. Vittorio ebbe un sospiro di sollievo, ma la manovra era solo per permettere ai cazzi dei suoi compari di fare la stessa cosa con lui.
In quella grande stanza a turno i negri lo scoparono, ormai lui non distingueva neanche piu' chi se lo inculava, si limitava a spalancare le gambe e farsi scopare sul culo! Quei figli di puttana lo insultavano gridando: godiiiiii!!!, puttana bianca, ne avrai per un bel pezzo qua dentro.
Ma la cosa strana che Vittorio con il passare dei minuti e delle ore si stava eccitando, anzi mentre gli sfondavano il culo e gli innaffiavano la faccia di sperma, lui fece il bravo leccando i loro cazzi talmente tanto che la sua bocca era tutta impastata di sborra! 
Non sa come, ma quel trattamento che subi' dai ne ri con tanta violenza gli piacque, vedeva il loro godimento e scopri' che poteva far godere dei maschi.
I giorni passarono nelle carceri in quella stanza puzzolente. I marinai continuarono a subire violenze carnali senza tregua tranne per far i bisogni nell' unico bagno sporco o quando gli sgherri portavano una sola volta al giorno il mangiare, brodaglia di riso e un po' d'acqua.
Ma dopo riprendevano la fottuta lasciandoli certe volte stremati dal troppo cazzo. Ormai i marinai si lasciavano fare di tutto. Anche di notte nel sonno qualcuno abusava di loro, ma la stanchezza e il sonno era tale che si lasciavano fottere senza mai reagire.
Nei giorni a seguire venivano ancora fottuti in tutti modi: chi in piedi appoggiati al muro, chi a carponi a quattro zampe per terra, chi sdraiati a terra stando supini a gambe sollevate come troie, chi trattenuti in sei e sollevati da terra e fottuti da loro in piedi, chi in ginocchio circondati da tanti cazzi, segandoli e spompinandoli uno a uno, chi lo prendeva in bocca e culo.
Era una bolgia di sesso puro. I loro buchi del culo erano slabbrati e dilatatissimi, neri e tondi che difficilmente si richiudevano e dai quali colava lentamente tanto sperma. Quei neri non erano mai soddisfatti, c'e' l'avevano sempre duro e pronto per tappare un buco qualsiasi.
Passarono tre settimane e  finalmente furono gli consegnati un paio di pantaloncini corti e una casacca a righe. Era la divisa da carcerati. Pensarono di tornare in liberta' e invece subirono un processo con una condanna a dieci anni, piu' una multa a ciascuno di un milione di lire.


Fine 2.a parte, continua...

By Mimi - EroticiRacconti


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