ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Matteo 

Un racconto di Oso Italiano (oso.italiano@yahoo.com)


'Ti voglio far godere come un porcello... voglio sentirti mugolare di piacere mentre la mia cappella ti entra nel culo... voglio sentirti dimenare fra le mia braccia mentre sborri nella mia mano...'.
Questo sussuravo nell'orecchio di Matteo mentre mi accingevo a penetrarlo.
Ancora non riuscivo a credere che tenessi tra le mie braccia quello che era stato uno dei miei favoriti soggetti di fantasie masturbatorie degli ultimi vent'anni. L'incontro era cominciato per caso e inaspettatamente, ma l'uomo il cui sesso tenevo in mano in quel momento era tutt'altro che uno sconosciuto.
Matteo era un bel signore sui sessanta, all'incirca dieci anni piu' vecchio di me, che una ventina di anni fa aveva aperto un ristorante a Massello, non lontano dalla casa in cui ero cresciuto. Precedentemente viveva a Borgo Vecchio, un paese non lontano, dove gestiva insieme alla moglie una pensione sulla spiaggia molto frequentata da studenti in vacanza. Si era trasferito a Massello ai tempi del divorzio, verificatosi dopo che la moglie l'aveva trovato una sera felicemente occupato a ingoiare il cazzo di un fortunato studente, le cui urla di piacere avevano richiamato una attenzione non voluta.
Matteo era un orso abbastanza basso, la cui qualita' principale era un sorriso che stava a meta' strada fra l'adorabile e l'arrapante. Non che il resto non si facesse notare: un petto poderoso, forse un po' tozzo, con il giusto ammontare di pancetta pelosa, due gambe muscolose e un bel culo rotondo e invitante. Io me ne ero innamorato a prima vista. Matteo esudava proprio il tipo di mascolinita' che piaceva a me: un'apparenza orsina che quasi nascondeva una innata gentilezza e semplicita', tratti che si rivelavano perennemente in quel maledetto sorriso e nel suo modo di fare, cortese e amichevole.
Io Matteo l'avevo conosciuto al suo ristorante, ma lo vedevo raramente perche' vivevo dall'altra parte dell'Italia e tipicamente tornavo a Massello solo per una settimana all'inizio dell'estate.  Durante quelle visite ero diventato un buon cliente del ristorante, che frequentavo non solo per via del suo attraente proprietario ma anche per le ottime pietanze e la meravigliosa posizione sulla spaggia. Durante quelle visite scambiavo sempre qualche chiacchiera con Matteo, e anche se mi sembrava che ci fosse una reciproca simpatia non avevamo mai approfondito la conoscenza, tant'e' che ci continuavamo a dare del lei. Matteo non era apertamente gay, e che io sapessi era all'oscuro delle mie proclivita' sessuali, data la lontananza e il fatto che io ero una persona abbastanza riservata.
Durante gli anni qualche volta avevo avuto l'impressione che mi sorridesse un po' piu' a lungo degli altri, e avevo notato che era sempre lui a servirmi a tavola, ma non mi ero mai fatto grandi illusioni e mi ero limitato a pensare a Matteo solo occasionalmente e nell'ambito delle seghe serali, quelle piu' dolci e piu' prolungate, in cui la mia fantasia mi permetteva di esplorare con gran gusto ognuno dei suo orifizi.
Quella sera era cominciata come tutte le altre, ma con la differenza che era fine Febbraio e mi trovavo a Massello per una fortuita serie di circostanze. Febbraio era un periodo morto, e quella sera c'erano solo altri due tavoli occupati quando arrivai al ristorante di Mattteo. Quando Matteo mi venne a salutare mi sembro' per qualche motivo ancora piu' bello del solito, e mentre mi stringeva la mano sentii un formidabile desiderio di attrarlo verso di me, di baciarlo ovunque e di sentire il suo corpo nudo contro il mio. Quel sentimento non mi abbandono' durante il pranzo, e per la prima volta in tanti anni mi condusse a pensare di fare un discreto tentativo di approccio.
Quella sera la luna era piena e si rifletteva nel mare davanti al ristorante, circondato dalla meravigliosa baia di Massello. Era uno spettacolo che non mancava mai di mozzarmi il fiato e mi condusse a formulare un semplicissimo piano.  Avendo ascoltato per anni i discorsi fra Matteo e altri clienti, sapevo che aveva comprato l'attico al quinto piano della stessa palazzina del ristorante, e che il suo appartamento aveva una delle piu' invidiate viste sul mare della zona. Quando Matteo venne a portarmi il conto io la buttai li'. 'Matteo ha visto che luna stasera? Ce la sogniamo una luna cosi' dalle mie parti.  Questa e' una di quelle sere che darei un braccio e una gamba per avere un appartamento come il suo anche solo per una mezzoretta.'
La sua risposta mi lascio' di sasso e totalmente impreparato: 'Eh, lo so quanto sono fortunato, me lo dicono tutti. Secondo me la meta' dei miei amici viene a trovarmi solo per la vista. In ogni caso non c'e' bisogno che lei ci lasci un braccio e una gamba per vedere la luna. Perche' non fa come faccio spesso con clienti affezionati come lei?  Dopo che ho chiuso lei viene su e si mette comodo sul terrazzo, tanto stasera non fa freddo. Io ho parecchia contabilita' da fare, per cui puo' stare quanto vuole, non mi dara' nessuno fastidio.' Il modo in cui mi guardava mentre pronunciava queste parole, il sorriso sostenuto e il suo intero atteggiamento del corpo mi scatenarono una marea di emozioni. Era veramente possibile che questa fosse la risposta che sognavo e che aprisse la porta a un Matteo che finora era rimasto solo nelle mie fantasie? Immagini dei nostri corpi nudi allacciati negli spasmi dell'orgasmo, di fiotti di sperma caldo e del suo cazzo pulsante sul mio ventre mi vennero alla mente, accompagnate da gemiti e urla strozzate di piacere, mentre fra le gambe sentii improvvisamente il mio membro destarsi e fremere in anticipazione e curiosita'. L'unica cosa che riuscii a spiccicare, imparpagliato, fu un 'Va bene, grazie mille, allora io aspetto qui', mentre cercavo disperatamente di assumere un atteggiamento molto tranquillo e rilassato, come se mi capitasse tutte le sere di essere invitato a casa da una fantasia sessuale come lui.
La seguente mezz'ora fu lunghissima, piena di aspettative e di conflitti nella mia mente. Era possibile che Matteo fosse solo una persona generosa e particolarmente aperta, e che non ci fosse nulla di piu' nella sua gentile proposta. D'altra parte ero sicuro che Matteo fosse gay, che non avesse un partner fisso e che in un paesino come Massello non fosse facilissimo per lui soddisfare il suo appetito sessuale, per cui opportunita' come quella di stasera non gli si presentassero spesso. Io non mi consideravo un adone, ma la fauna orsina sembrava apprezzare il mio sorriso aperto, contornato da una barba corta e un poco brizzolata, le mie larghe spalle e il mio modo di fare amichevole. Gli orsi apprezzavano particolarmente il fatto che, anche se non fossi particolarmente dotato, ci mettevo parecchio tempo a raggiungere l'orgasmo, e siccome ero in eccellente forma fisica questo mi permetteva di sostenere lunghe serie di inculate in posizioni mutiple. Questo pero' Matteo non lo sapeva, e io potevo solo sperare che fosse sul punto di scoprirlo. In ogni caso, non era impensabile che Matteo fosse attratto da me, sebbene cio' mi sembrasse troppo bello per essere vero.
Finalmente la mia attesa venne a termine e Matteo venne al mio tavolo per condurmi nella tana dell'orso. Facemmo un po' di banale conversazione sulla stagione morta, sulla bellezza della baia di Massello, e infine raggiungemmo il suo appartamento. Mentre mi conduceva verso il balcone io mi guardavo in torno, notando che l'appartamento era decorato in maniera semplice, ma con molto gusto e toni caldi e accoglienti. Ero alla disperata ricerca di un segno che mi aiutasse a decidere come comportarmi quando Matteo mi sorprese per la seconda volta e ponne termine alle mie domande.
Eravamo arrivati davanti alla finestra del balcone, e mentre io commentavo sulla bellezza della baia illuminata dalla luna mi interruppe, dicendomi: 'Hai ragione, questo e' molto bello, ma sai cosa e' ancora piu' bello?'. L'improvviso cambiamento dal lei al tu mi prese alla sprovvista, e mentre mormoravo una risposta negativa Matteo si volto' verso di me, mi cinse con le sue braccia, mi poso' un bacio delicato sul collo e mi sussurro' nell'orecchio: 'Questo'. Le mie ansie svanirono all'istante e mi sentii improvvisamente rilassato, pieno di contentezza e perfettamente a mio agio. Risposi al suo abbraccio mettendogli le mie braccie intorno alla base della schiena, stringendo quel quanto che bastava per farmi sentire il calore del suo ventre sul mio. Gli risposi: 'Si', ma anche questo' e posi le mie labbra sulle sue, senza fretta. Quando le staccai presi a baciarlo dolcemente sulle guancie e sulla fronte, mentre lo sentivo esalare dei sospiri che anticipavano il piacere che sarebbe venuto. Finalmente lo baciai in pieno sulla bocca, e lui rispose immediatamente: le nostre bocche erano una sull'altra e si muovevano all'unisono mentre le nostre lingue si intrecciavano in un gioco di piacere. Sentivo il mio cazzo crescere e tirare nei pantaloni, e mi strinsi piu' forte a lui, accarezzando la sua forte schiena, mentre lui faceva altrettanto. Ben presto le nostre pelvi si misero a oscillare ritmicamente, mentre le le nostre erezioni, ancora contenute dai pantaloni, si strusciavano producendo gia' ondate di piacere e sommessi gemiti di godimento in entrambi.
Mentre alternavamo baci sulla bocca e sul collo le mie mani raggiunsero sotto la sua camicia e sulla sua schiena nuda, procurandogli un forte sospiro, come se avessse aspettato per questo momento per molto. Non persi tempo, e mentre lui mi mordeva affettuosamente sul collo scesi con le mani nei sui pantaloni, sotto le sue mutande, finche' non raggiunsi le sue natiche, sode e vibranti. Presi a massagiarle con un movimento circolare e ogni volta le aprivo un po' di piu', finche' non cominciai a passare le mie dita nella sua riga, raggiungendo sembre un po' piu' in basso, avvicinandomi a dove piu' tardi sapevo che avrei posato la mia lingua, e in seguito il mio cazzo.
Desideravo tanto che Matteo facesse lo stesso, e per dargli l'opportunita' di farlo tornai a massaggiarli la schiena. In un instante avevo le sue mani sulla mia pelle, stringendo le mie natiche, esplorando con le sue dita corte ma forti nello spazio fra le due, finche' non sentii il suo dito medio fermamente appoggiato sul mio buco del culo, vibrando, mandandomi in un estasi di piacere che mi strappo' un forte gemito. Come se quello fosse il segnale che la prima fase dell'esplorazione dei nostri corpi fosse terminata e che era tempo di un breve intervallo, Matteo torno' ad abbracciarmi dolcemente, mentre i suoi baci si facevano piu' brevi. Mi staccai da lui quanto mi bastava per cominciare a sbottonargli la camicia alternando l'apertura di un bottone con un bacio sulla bocca. Non portava canottiera e a ogni bottone vedevo un po' di piu' del suo petto villoso e robusto, da cui spuntavano due capezzoli turgidi che invitavano la mia lingua. Mi abbassai un po' per raggiungerli e dopo averlo fatto godere leccando e succhiando un po' l'uno e un po' l'altro mi abbassai di piu', leccandogli il ventre e l'ombelico.
Era venuto il momento di vedere cosa nascondeva tra le gambe, e nonostante fremessi di impazienza cercai di fare tutto con piu' lentezza possibile. Gli slacciai prima la cinta, poi il bottone dei pantaloni, e mi fermai per immergere la faccia nel suo ventre, baciandolo e godendo del contatto dei suoi peli sulla mia faccia. Presa la zip fra due dita la feci scivolare giu' molto lentamente, passando sopra il contorno del suo cazzo eretto, la cui grandezza incominciavo ad apprezzare da vicino. Con entrambe le mani gli abbassai i pantaloni finche non caddero verso i piedi, rivelando un paio di slip bianchi, aderenti, sopra cui posai il mio viso. Ormai solo un sottile strato di tessuto separava la mia bocca avida di sesso dal suo membro pulsante, che cominciai a baciare per tutta la sua lunghezza mentre tenevo le sue natiche fra le mie mani. Afferrai il bordo degli slip dal lato della schiena, e tirai verso il basso, esponendo il culo, che non potevo vedere ma che tastavo e accarezzavo, godendo del calore che trovavo fra la due natiche. Sul davanti gli slip reggevano, tenuti su dalla mia bocca pressata sul suo strumento di piacere, finche' non li presi fra le labbra e tirai verso il basso esponendo l'oggetto del mio desiderio in tutto il suo splendore.
Era bellissimo nelle sue proporzioni: lungo, decisamente piu' della norma, e molto spesso, senza tuttavia sembrare tozzo. Era un grosso cilindro appetitoso di carne dalle pelle liscia, solcato da vene sottili, culminante con un abbondante prepuzio che, anche in piena erezione, copriva quasi interamente la cappella, lasciando solo intravedere un po' di carne rosa intorno al buco da cui anticipavo sarebbe uscito un fiume di sborra calda. Sotto questa deliziosa verga stava un generosissimo e invitante scroto, con un testicolo un po' piu' alto dell'altro, che sapevo sarebbe stato a stento nella mia bocca. Nonostante l'eta' matura Matteo era ancora pelosissimo, e una folta criniera di peli neri e bianchi era la perfetta cornice del quadro al quale stavo davanti.
Sprofondai la faccia fra le sue gambe, strusciandomi sul suo cazzo con la bocca e con le guancie, estraendo da Matteo un mugolio di piacere. Senza indugio mi misi a leccargli le palle, prendendo parte del sacco in bocca, e poi incominciai a leccare sempre piu' in alto, fino ad arrivare alla cima di quel rigidissimo palo. Infilai la lingua nell'apertura del prepuzio, raggiungendo la carne rosa, stimolandola con piccoli movimenti. Mentre gli impugnavo lo scroto con una mano, applicando quel tanto di pressione che rende piacevole il gesto, con un lento ma inesorabile movimento spinsi giu' con le labbra il prepuzio, ingoiando tutta la cappella e assaporandone il gustoso aroma maschile. A questo punto il mugolio di Matteo si trasformo' in un vero e proprio urlo di godimento, che non fece altro che incorragiarmi a ingoiare il suo cazzo in un sol colpo fino alla radice.
Ero in estasi: aggrappato con le mani alle sue natiche guidavo il movimento del suo bacino e il suo cazzo scivolava ritmicamente dentro la mia bocca, riempiendola di piacere. Con una mano tenevo la base del suo membro e tiravo sulla pelle in modo che la cappella rimanesse scoperta, cosi' che potevo giocarci sopra con la lingua. A volte invece allentavo la presa e succhiavo in modo che quando il cazzo usciva dalla mia bocca il prepuzio tornasse a ricoprire la cappella. Quando ritornavo a prendere il cazzo in bocca e a scappellarlo con le mia labbra sentivo tutto il corpo di Matteo fremere, e i glutei contrarsi spasmodicamente nelle mie mani.
Temevo che se avessi continuato cosi' Mattteo sarebbe venuto troppo presto, e allora ogni tanto mi fermavo per alcuni secondi con tutto il suo cazzo in gola, assaporandone le inevitabili contrazioni. Matteo pero' non poteva fare a meno di ricominciare subito a pompare, implorandomi con quel gesto di non smettere di farlo godere. Far godere un uomo, specie uno che verbalizza il suo piacere come Matteo stava facendo con me, e' una delle cose che mi eccita di piu', e a un certo punto dovetti cedere all'impulso irrefrenabile di toccarmi.  Con un mano mi slacciai il pantaloni e liberai il mio membro rigidissimo dai boxer, stringendolo nel pugno e masturbandomi furiosamente. Matteo doveva aver notato la manovra, e decise che era ora che fosse lui a farmi godere. Con le sue forti braccia mi tiro' in piedi, e con mosse abili e svelte mi sbottono' la camicia, cominciando a baciarmi sul petto e sui capezzoli mentre le sue mani mi esploravano la schiena e le natiche. La dolcezza aveva lasciato posto a una crescente frenesia, e lo sentivo ansimare ogni volta che staccava la bocca dal mio corpo, mentre le sue mani stringevano sempre di piu' la mia carne.
Matteo' crollo infine sulle ginocchia, mi agguanto' le palle e senza tanti preamboli con un movimento esperto si mise tutto il mio cazzo in gola. Mentre spingevo il bacino in avanti urlai di piacere, un grido strozzato accompagnato da un irrigidimento di tutti i muscoli del corpo, e un fremito mi scosse da capo a piedi. Se il mio pompino era dolce e lento il suo era selvaggio e frenetico: Matteo era affamato di cazzo, e mi succhiava come se dovesse soddisfare un appetito irresistibile. Non contento dell'effetto ottenuto Matteo comincio' ad allargarmi lo spazio fra le natiche, frugando, cercando disperatamente il mio orifizio. Trovatolo, comincio' a premerlo con un dito con movimenti circolari, stuzzicandolo senza penetrarlo, provocandomi goduriose contrazioni e incontrollabili mugolii.
Non so per quanto questo stato di estasi continuo', ma infine Matteo si calmo', e il suo pompino si fece sempre piu' lento e carezzevole, finche' si limito' a tenermi il cazzo in bocca e a massaggiarlo dolcemente con la lingua. Era tempo di portare questo incontro a un altro livello, e lo feci alzare gentilmente, cingendolo con le mie braccia. Rimanemmo cosi', un poco ansimanti, guancia a guancia, membro eretto contro membro eretto, per alcuni momenti, finche' non ci levammo i rimanenti vestiti e Matteo mi prese per mano, conducendomi verso la sua stanza da letto.
La camera era abbastanza piccola e dominata da un grande letto con una testiera molto bassa dietro cui sorgeva un enorme specchio, il cui scopo non poteva essere altro che permettere di guardarsi mentre ci si dilettava nell'amplesso. Sorrisi tra me, pensando alle sborrate e alle inculate che quello specchio doveva aver visto e alle urla e grugniti di godimento che doveva aver udito.
Matteo accese un piccola luce al lato del letto e ci sdraiammo faccia a faccia, su un fianco. Le nostre gambe si allacciarono mentre le nostre mani prendevano a esplorare nuovamennte i nostri corpi. 
Passavo dalla schiena ai glutei, per poi venire sul davanti e impugnare il suo poderoso membro, scappelandolo implacabilmente su' e giu', estraendo ogni volta qualche piccolo sospiro. Le mani esperte di Matteo facevano altrettanto, finche' con gentilezza si rotolo' sopra di me, e io lo cinsi con le gambe, aggrappandomi con le mani alle sue natiche e godendo dello stretto contatto del suo cazzo eretto contro il mio. Alternammo queste posizioni varie volte, facendo a turno a chi stava sopra o sotto, e ogni volta il nostro respiro si faceva un poco piu' ansimante e i nostri gemiti un poco piu' forti.
Il desiderio di prendere nuovamente il suo cazzo in bocca infine mi sopraffasse e scesi giu' fra le sue gambe, mentre lui le allargava, per gustare gli umori maschili che si erano formati sulla cappella e che la facevano luccicare, e succhiai sul suo membro con avidita'. Soddisfatta momentanemante la mia sete di cazzo spostai la mia bocca verso le palle, e poi sempre piu' in giu'. Matteo capi' dove stavo andando e spalanco' ancora di piu' le gambe, sollevandole in aria. Con l'aiuto delle mani gli spalancai le natiche, sode e pelose: si apri' allora davanti a me la rosa perfetta del suo ano, circondata da una morbida peluria. Matteo faceva allargare e restringere il suo sfintere in un chiaro invito per la mia lingua, che accettai con gioia. Matteo si doveva essere ben lavato e preparato prima di questo incontro, perche' sentivo ancora un buon profumo di sapone mentre affondavo la mia faccia fra le sue natiche a cominciavo a lavorare con la lingua. Prima la facevo correre tutta intorno all'ano, e poi applicavo una profonda leccata. Alternai questi trattamenti finche' i gemiti di Matteo mi dissero che voleva di piu', e allora mi concentrai su una serie di lente e ricche leccate, in cui la lingua ogni volta si spingeva un po' piu' in profondita' in quella stupenda rosa di carne.
I gemiti diventavano sempre piu' lunghi e piu' forti, e venivano interrotti ogni tanto da strozzati grugniti, finche' Matteo finalmente mi imploro': 'Dammelo, dammelo ora!'. Risalii allora lungo il suo corpo fremente e gli sussurrai nell'orecchio 'vuoi sentirmi dentro di te?'. Come risposta Matteo si sporse verso il comodino e tiro' fuori da un cassetto del lubrificante e un preservativo, che con mani esperte pose sul mio membro eretto. Anziche' tornare a sdraiarsi sulla schiena si volto' e si mise a carponi, voltato in diagonale verso lo specchio: in questo modo lui avrebbe potuto vedere me mentre lo inculavo e io avrei potuto osservare la sua espressione mentre godeva.
La vista di quel magnifico uomo nudo a carponi davanti a me, che si offriva in un atto di tremenda intimita', mi eccito' oltre misura. Mi posizionai dietro di lui e mi chinai sul suo corpo, abbracciandolo, raggiungendo con le mani il suo cazzo e impugnandolo fortemente. Mentre gli mordicchiavo un orecchio gli sussurravo cosa avevo in mente per il prossimo futuro: 'Ti voglio far godere come un porcello ... voglio sentirti mugolare di piacere mentre la mia cappella ti entra nel culo ... voglio sentirti dimenare fra le mia braccia mentre sborri nella mia mano ...'. La sua risposta fu una serie di lunghi e imploranti 'si'', pieni di anticipazione per il godimento che sarebbe venuto. Dopo aver applicato una generosa dose di lubrificante appoggiai le mie mani sui suoi forti fianchi e posizionai la cappella, spingendo appena quanto bastava per fargli sentire cosa stava per succedere. Matteo rispose immediatamente, e mentre lui cominciava a spingere contro il mio cazzo io spinsi in avanti in unico movimento, lento e fluido.
E' sempre un momento magico e indimenticabile quanto il tuo membro sparisce nel compagno di sesso per la prima volta, avviluppato dal calore intenso del suo interno, e tu rimani li' per un attimo, appoggiato fermamente sulle sue natiche, con lo scroto penzolante fra le sue gambe, sapendo che appena ti cominci a muovere un piacere immenso si diffondera' nel tuo e nel suo corpo. Assaporammo entrambi questo instante, in silenzio. Lui chiuse gli occhi e si morse la bocca, in una espressione di grande piacere, voltando la testa verso l'alto. Io l'osservavo nello specchio, e la vista dei nostri corpi uniti in quell'abbraccio cosi' intimo e oscenamente bello mi rese conscio del fatto che ero finalmente arrivato dove avevo sognato di essere per tante notti: tenevo Matteo fermamente impalato sul mio sesso, crogiolandomi nel calore che emanava dalle sue natiche, e mi accingevo a godere e a farlo godere per un lungo tempo.
Come al solito cominciai a muovermi molto lentamente, effettuando piccole escursioni, esplorando e testando le sue reazioni. Matteo non era nuovo a questo gioco, e rispondeva ai miei movimenti spingendo e contraendo i muscoli giusti al momento giusto, mandando ondate di goduria nelle mie pelvi. Muoveva la testa da lato a lato, e ogni tanto inarcava la schiena verso l'alto, come per voler sfuggire dall'implacabile e dolce tortura del mio cazzo, solo per poi riportarla in basso, spingendo contro di me e impalandosi nuovamente con forza. Io ogni tanto lo assecondavo nel suo finto tentativo di scappare dal quel godimento e estraevo del tutto la cappella, aspettando per alcuni secondi finche' un suo gemito implorante mi obbligava a farla rientrare in un solo colpo.
Ogni tanto acceleravo il ritmo dei miei fianchi e la forza con cui lo penetravo, e allora lui mugolava di piu', si accasciava sui gomiti, e immergeva la faccia nel cuscino, urlando, a volte sbattendo un pugno sul materasso, pretendendo di piu'. Io ero ben lieto di acconterare il suo appetito insaziabile per il mio membro e cominciavo un serie di colpi non tanto rapidi quanto poderosi, accompagnati dall'eccitante e quasi osceno rumore del mio scroto che sbattteva violentemente contro il suo corpo.
Senza ancora sapere che Matteo aveva molto piu' vigore di quel che pensassi, temendo che Matteo si stancasse in quella posizione mi estrassi dal sul corpo, lo guidai ad adagiarsi su un fianco e lo abbracciai teneramente. Rimanemmo cosi' per qualche minuto, accarezzandoci e godendo della reciproca compagnia, senza parlare. Poi Matteo mi fece voltare sulla pancia e si sdraio' dolcemente su di me. Era una meravigliosa sensazione quella di avere tutto il suo corpo sul mio: sentivo quel durissimo palo che aveva tra le gambe appoggiarsi tra le mie natiche, come se quello fosse il suo posto naturale, e sentivo il calore della sua pancia pelosa e i suoi capezzoli turgidi sulla mia schiena, mentre lui mi riempiva di baci sul collo e mi mordicchiava le orecchie. I suoi morsi scesero sempre piu' giu' sul mio corpo, fino a giungere sulle mia natiche. Io inarcai la schiena leggermente per permettergli piu' facilmente di arrivare la' dove la sua bocca desiderava andare, e sentii la sua lingua farsi spazio e raggiungere l'anelato premio.
Matteo non era un timido leccatore, e riusci' facilmente a mandare il mio ano in una serie di incontrollabili ma lussuriose contrazioni che mi toglievano il fiato. Ero in balia della sua lingua, ed entrai in uno stato di estasi, che non so quanto duro'. Quando ne uscii mi resi conto che Matteo mi stava voltando a faccia in su', e quando aprii gli occhi me lo vidi torreggiare davanti in tutto il suo splendore ursino. Mi guardava non con la solita tenerezza, ma con un sorriso birichino. Mi resi allora conto che l'umidita' che sentivo fra le natiche non era dovuta solo alla sua saliva, ma a del lubrificante. Lui' ammicco', e seguendo il suo sguardo notai, con una certa appprensione, che il suo formidabile membro era avvolto da un preservativo. Dovevo avere un espressione fra il sorpreso e l'atterrito, perche' Matteo rise per un attimo. Stava ancora sorridendo quando mi sollevo' le gambe in aria e si mise all'opera.
Io ho spesso fantasticato di essere posseduto selvaggiamente da omoni nerboruti, ma devo confessare che in practica sono sempre stato un po' pavido in quel dipartimento. Il pensiero di un arnese come quello di Matteo che mi penetrava mi dava piu' che qualche apprensione. Immaginavo che avrebbe fatto male all'inizio, ma esattamente quanto? Ero ovviamente sul punto di scoprirlo. Il fatto rassicurante era che mi sentivo a mio agio con Matteo e mi fidavo di lui, che ovviamente aveva fatto parecchi esercizi di questo tipo. Inoltre ero fortemente motivato a farlo godere il piu' possible, e se il suo godimento passava per il mio culo, che cosi' fosse.
Cercai di rilassarmi il piu' possibile, e decisi di concentrarmi sul viso di Matteo e sui suoi movimenti. Aveva preso un espressione molto seria e impegnata, mentre con la cappella cominciava a sondare e stuzzicare le mie profondita', come se si apprestasse a eseguire una operazione molto complicata. Presto cominciai a sentire una sensazione mista di bruciore e pienezza, ma cercai di ignorarla e continuai a guardare Matteo. La sua espressione stava lentamente cambiando, diventando piu' rilassata, finche' non esalo' un piccolo sospiro. Mi resi allora conto che mi aveva penetrato totalmente, e che se ne stava un poco fermo per farmi abituare a quella invasione della carne.
Perfettamente conscio che mai un arnese di dimensioni simili mi aveva penetrato, cercai di transformare quella sensazione di pienezza in godimento, e mi mossi un pochino per vedere che succedeva con il movimento. Con mio grande piacere scoprii che era proprio il movimento che rendeva l'intera situazione piacevole e lascii andare un grosso sospiro. Matteo capi' che era ora di iniziare la sua opera, e appoggiando le braccia sulle mia gambe sollevate comincio' a lavorare di lombi. Io riuscivo a vedere nello specchio il suo culo ondeggiare avanti e indietro, e i muscoli dei glutei contrarsi ritmicamente, mentre guardavo il godimento transformare il suo viso. Ogni tanto chiudeva gli occhi e li alzava al cielo, mordendosi la bocca, come se volesse frenare l'uscita di un gemito.  Era uno spettacolo incredibilmente eccitante, e l'erezione che avevo temporaneamente perso ritorno' velocemente. Io ero finora rimasto muto, ma il piacere che si era cominciato a diffondere nelle mie membra comincio' a diventare incontenibile, e presi a emettere dei piccoli mugolii in unisono con i colpi dei suoi fianchi.
I miei mugolii scatenarono la bestia avida di sesso che si nascondeva in Matteo, che incomincio' a sudare e grugnire mentre accelerava il ritmo e la forza dei colpi che mi sfondavano, al suono del suo scroto che schiaffeggiava lascivamente il mio corpo. Aveva abbandonato le mie gambe e si era chinato in avanti, appoggiandosi con la braccie sul letto, cosi' da essere piu' vicino a me, e le sue goccie di sudore cadevano sul mio petto ansimante. Mi masturbavo furiosamente, ma non sapevo piu' distinguere la fonte del mio piacere, che veniva dal mio sesso e dal mio ventre. Era come un fuoco che mi divorava e mentre mi perdevo nella espressione di Matteo, sconvolta dal godimento, i miei mugolii si transformarono in grugniti e urla strozzate, e cominciai a incitarlo, a implorarlo di darmi di piu' e di possedermi con tutta la sua forza. Matteo si accascio' su di me mentre continuava a pompare furiosamente il suo membro nel mio corpo, il suo torso sul mio, mentre io mi aggrappavo disperatamente alla sua schiena e lo cingevo stretto con le gambe. Eravamo un tutt'uno, un unico animale in calore stravolto dalla lussuria che straziava i nostri corpi avidi, che aveva perso il senso del tempo e che viveva solo per godere.
Infine Matteo si raddrizzo' e torno' a torreggiare su di me. Impugno' il mio sesso rigido e comincio' a masturbarmi furiosamente, cercando di farmi godere quanto godeva lui. Io leggevo sul suo viso i segni inconfondibili dell'imminente orgasmo, sentivo il suo respiro cambiare e i suoi gemiti diventare piu' lunghi e sostenuti. Incomincio' a mormorare 'Vengo' sempre piu' spesso, finche' il il mormorio si trasformo' in un urlo animalesco. Matteo si immobilizzo' per un attimo, i muscoli di tutto il corpo contratti nel primo spasmo dell'orgasmo, e poi ricomincio' a muoversi dentro di me, irrefrenabile, ruggendo. Il suo torso fremeva e la testa ciondolava, e i movimenti dei suoi lombi erano erratici e spasmodici. Io non ce la fecci piu', sentivo che il mio sperma voleva disperatamente eruttare dal mio corpo, e mi abbandonai anch'io, con un osceno urlo, all'oblivio dell'orgasmo. Fiotti di sborra calda si riversarono nelle mano di Matteo, che continuava implacabile a masturbarmi, aggrappato al mio membro, e ogni fiotto portavo un nuovo gemito, un nuovo spasmo in tutto il mio corpo che era ancora schiavo di Matteo, impalato dal suo rigido membro.
Mi sembro' che il nostro orgasmo andasse avanti per sempre. Mai avevo provato una simile sensazione in vita mia, cosi' intensa e cosi' prolungata, e mai mi ero sentito cosi' profondamente posseduto. Matteo mi aveva sorpreso ancora: nelle mie fantasie ero sempre io a venire ruggendo mentre lo sodomizzavo selvaggiamente e lui riversava un fiume di sborra calda nella mia mano. Mai avevo immaginato che sotto quell'aspetto pacato si celasse la forza, animalesca e selvaggia, che mi avrebbe un giorno sottomesso cosi' completamente. Era stata una meravigliosa scoperta, e mentre Matteo si accasciava spossato accanto me, nel glorioso momento che segue l'orgasmo, mi chiedevo cos'altro aveva in serbo per me quest'uomo meraviglioso.


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