ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Magari fosse vero! (Capitolo 9)

Un racconto in 11 puntate di billone61 (billone61@libero.it)

I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


capitolo 9


FABIO, DI DIETRO


Il giorno dopo, Sitic.

Quella sera Fabio me l’avrebbe messo nel culo. Mi saliva un brivido lungo la schiena mentre ci pensavo, appena sveglio.

Ma, ancora prima, un altro pensiero: Francesco.

Scesi come concordato alle 6.00 e lui era li' che mi aspettava, fumando una sigaretta in piedi fuori dalla macchina.

La sua vista mi colse di sorpresa per l’intensita' del desiderio che sprigiono' in me. Era piu' basso di quanto mi ricordavo. Probabilmente non raggiungeva il metro e settanta.

'Buongiorno' dissi

'Ciao' mi rispose.

Bene’, pensai, ‘ci diamo del tu’.

Nell’emozione dell’incontro e dell’inaspettata confidenza, mi sedetti in macchina e mi dimenticai di fare l’incantesimo. Adesso era tutto piu' complicato. ‘Pezzo di stronzo che non sono altro. Tanto piu' che se ci diamo del tu, e' ancora piu' difficile.’

Il viaggio fu piacevole. Francesco era piuttosto riservato e quindi parlava con parsimonia, piu' che altro rispondeva alle mie sollecitazioni. Io sbirciavo continuamente il suo volto sofferto, la parte superiore del suo capo, completamente calva, i muscoli del suo corpo e delle sue gambe e, ovviamente, appena potevo, allungavo uno sguardo alla sua patta, che da vicino e con calma confermava le ottime aspettative.

Aveva le maniche tirate su e sugli avambracci si potevano scorgere in parte dei tatuaggi, che sembravano ben fatti.

'Ne hai molti di questi?'

'Di cosa? Ah, di tatuaggi. Si, sulle due braccia, sulla schiena fra le scapole, sotto l’ombelico e…un altro'

'Un altro dove?' chiesi incuriosito.

'Indovina'

'Non ne ho idea. Un posto strano…non so sulle chiappe?'

Sembro' esitare, come a decidersi sul da farsi. Poi infine rispose 'Sull’uccello'

'Sull’uccello?' esclamai come un ebete, sentendo un rimescolio tra i ciglioni.

Lui si limito' ad annuire. Non poteva bastarmi.

'Ma chissa' che male…'

'In effetti, mi ha fatto un po’ male. Ma a me piace il dolore…'

'Che forma ha?'

'E’ a forma di serpente, dalla base alla punta'

'Ma come e' stato possibile? L’uccello secondo me non si presta bene al tatuaggio. La pelle e' lasca, moscia…'

'Infatti, per fare il tatuaggio, l’uccello deve essere duro. E proprio per questo fa male'

'Come, duro?' cominciavo ad avercelo io, duro. 'Non ci vuole certo dieci minuti per fare un tatuaggio. Come fai a tenerlo duro per un paio d’ore?'

'Diciamo che il tatuatore ci sapeva fare…' e dopo aver pronunciato queste parole, Francesco si volse verso di me e sorrise. 'E poi il dolore e' un forte afrodisiaco'

Non potevo credere che a dire quelle cose fosse quell’uomo con la faccia cosi' (splendidamente) sfatta. Semplicemente non faceva scopa.

Osai. 'Era un tatuatore donna?'

'A dire il vero, no'

Mi sentii rimescolare dentro, mentre ero sempre piu' attratto da quell’uomo. Se non avevo frainteso, Francesco si era fatto tenere sveglio l’uccello da un uomo, mentre lo stesso uomo glielo tatuava. Ergo, aveva gia' provato un rapporto omosessuale.

'Sono sorpreso' conclusi.

Rimasi in silenzio per cinque minuti circa assaporando la scoperta e meditandoci sopra le mie fantasie.

'Ti ha dato fastidio la cosa?' mi chiese alla fine lui.

'Che cosa? Ah, quella… No, per niente. Solo che…'

'Solo cosa?' mi esorto' visto che esitavo.

'Insomma la scena non riesco a figurarmela. Non mi sembri il tipo che… O forse sono solo curioso…'

'Cosa? Vorresti vederlo?'

'No, insomma, per pura curiosita'. E’ una cosa cosi' strana…'

'Se vuoi te lo faccio vedere, ma sarebbe una delusione'

'In che senso?'

'Essendo stato fatto quando era duro, quando e' molle, quasi non si vede o comunque si distingue male la forma del tatuaggio'

Sai cosa me ne frega della forma del tatuaggio…’ pensai.

'Certo, certo, capisco' e ripiombammo in un silenzio un po’ imbarazzato.

Fino a Milano facemmo conversazione di circostanza. Seppi che aveva 46 anni, che si era sposato da 8 anni e aveva da 7 anni un figlio, adottivo, di 10 anni. Sua moglie non poteva avere figli, cosi' si erano decisi subito. Erano venuti ad abitare a Sassuolo solo da un paio di anni, per un’occasione immobiliare.

Era direttore di cantiere da quasi vent’anni ed era stato anche all’estero.

'Si stava anche un anno senza vedere una donna'

'E come facevate?'

Non rispose subito, ma si volto' verso di me e mi chiese: 'Secondo te?'

Deglutii. 'Facevate da soli? Voglio dire fra uomini?'

'Sembri scandalizzato. Si, facevamo da soli. Di solito prendevamo di mira i nuovi arrivati, un po’ quello che succede quando vai a militare.'

'Partecipavi anche tu, o semplicemente lasciavi fare?'

Ancora una volta non rispose subito. Quelle pause di silenzio me lo rendevano ancora piu' interessante.

'Io ero il Direttore di cantiere. A me spettava di assaggiare il boccone per primo…'

'Ah, ho capito, eri una specie di tiranno.'

'La gente in un cantiere deve capire chi e' il capo. E io glielo facevo capire. E quando qualcuno sgarrava…'

'Che succedeva?'

'Veniva punito. E me ne occupavo io, personalmente. E cosi' univo l’utile al dilettevole' concluse, scoppiando in una risata breve, che sfocio' in un colpo di tosse da fumatore.

Mentre parlava notai che sul dorso della mano aveva un piccolo tatuaggio della forma di un’orma di una zampa di animale.

Ansioso di ritornare sull’argomento tatuaggi, chiesi: 'Questo cosa rappresenta?'

'Questo qui? Questa e' una zampa di orso…'

Sembrava che avesse lasciato la frase a meta', ma non ne capii il motivo.

'Mai sentito parlare degli orsi?'

'In che senso? Certo che so cosa sono gli orsi, ci mancherebbe. Stai scherzando?'

'Ma tu stai parlando degli animali, io stavo parlando di uomini…'

Si volto' ancora verso di me, quasi a scrutarmi e poi si volse ancora alla strada.

'No, vedo, che non sai cosa sono gli orsi. E si' che da alcuni tuoi sguardi, avevo quasi inteso… Evidentemente mi sbagliavo.'

Io non sapevo cosa stava succedendo, mi sfuggiva qualcosa. Capivo pero' che il momento era importantissimo e non potevo lasciare cadere la cosa.

'Quali sguardi? Cosa avevi inteso?'

'Niente, non e' niente.'

'Dai, mi stai mettendo addosso una tale curiosita'. Chi sono ‘sti cazzo di orsi?'

'Tra poco siamo arrivati. Non mi sembra questa l’occasione giusta per parlarti degli orsi. Se ti interessa, potremmo parlarne una di queste sere…'

'Certo che mi interessa!' quasi urlai.

'Stasera ho una cena con il cantiere. Che ne dici di domani sera? Potresti venire a casa mia. Pero' ti avverto, io piu' di due spaghetti non so cucinare…'

'Non c’e' problema. Se non ti offendi posso cucinare io. Me la cavo abbastanza.'

'Nessun problema'

'Ma non ti disturbo? Non sarebbe meglio vedersi in pizzeria?'

'Se vogliamo toccare certi argomenti, mi sembra piu' adatta casa mia, ma se non ti va, possiamo andare in pizzeria.'

'Ma che, scherzi? Eccome se mi va!'

'D’accordo allora. Ti passo a prendere alle 19.30.'

'No, indicami l’indirizzo e io ci arrivo da solo'

'Ok, come vuoi'

Mi diede gli estremi che trascrissi in un foglietto e ci scambiammo i numeri di cellulare. Nel frattempo eravamo arrivati alla Sitic. Scesi e ringraziai.

'Grazie del passaggio. A domani allora.'

'Di niente. A domani'


Entrai in Sitic con il sorriso sulle labbra. Le cose si stavano mettendo bene con Francesco. E non avevo ancora usato l’incantesimo!

Arrivato, salutai tutti e chiesi chi voleva prendere un caffe'. Tutti risposero che l’avevano gia' preso, tranne Fabio che si alzo' e mi segui'.

'Ma sei l’hai appena preso con me!' gli disse Federico.

'Lo accompagno, cosi' mi faccio una sigaretta.'

Nel corridoio sentivo la sua presenza dietro la mia e la cosa mi rilassava.

Arrivati alla macchina, non c’era nessuno, per cui lo incantonai e lo abbracciai respirando a pieni polmoni il suo odore.

Lui rispose al mio abbraccio con le sua braccia possenti. Nell’allontanarmi da lui gli palpai i coglioni e lui ne fu preso alla sprovvista.

'E’ in forma la mia bestia?'

'E’ in forma, in forma. Non e' mai stato cosi' in forma.'

Mi girai e sporsi il culo in modo che aderisse con la sua patta. Lui mi prese per i fianchi e me lo fece sentire con piu' vigore.

'Stanotte lo avrai, abbi pazienza.'

'A casa mia o tua?'

'Per me e' indifferente. Casa tua, Ok?'

'Benissimo. Dormi da me allora?'

'Si certo.'

Per tutta la giornata quasi ci ignorammo. Era cosi' bello saperlo li' a pochi metri da me con l’aspettativa della serata da passare insieme. Lavorai come un dannato.

Alle sei di sera il faccione di Fabio si sporse dalla mia porta.

'Puoi venire un minuto?'

Mi alzai.

'Io andrei. Poi ti aspetto giu'.'

'Subito?'

'Sono le sei. Mi sembra che abbiamo lavorato abbastanza per oggi.'

'OK, va bene. Faccio su baracca e burattini e ti raggiungo subito. Tieni le chiavi. Aspettami in macchina'

Rientrai in ufficio, raccolsi la roba e salutai Mario, poi salutai anche gli altri ragazzi (stupiti per l’ora insolita) e uscii.

Trovai Fabio seduto dalla parte del guidatore.

'Guido io.'

Entrai senza dire nulla. Mi piaceva quella promiscuita' quasi matrimoniale.

A casa, appena entrato, fui contento di constatare che la temperatura era piacevole. Temevo nella ghiacciaia, ma evidentemente avevo regolato bene il termostato.

'Adesso tu ti fai una doccia, mentre io preparo una pasta. Anzi, sai che ti dico? Ti preparo la vasca per un bel bagno caldo.'

'Cazzo, un bagno caldo! Saranno dieci anni che non ne faccio uno!'

Mentre la vasca si riempiva io cominciai a preparare la cena. Avevo in programma un bel piatto di spaghetti con salsiccia e peperone. Nel frattempo Fabio si mise davanti alla tele come ti aspetteresti da un vero marito.

'L’acqua e' pronta, Fabio.'

Fabio entro' in bagno e vidi dietro il vetro della porta il rosa sfuocato del suo corpaccione, man mano che questo veniva a nudo.

Quando entro' misi la faccia dentro al bagno per guardare il suo corpo nudo e ne ricavai un brivido di piacere.

'Vieni dentro anche tu?'

'No, no. Mi si brucia il sugo. Dopo semmai.'

Ritornai ai fornelli con una voglia di unirmi a lui da impazzire.

Preparai in modo che la pentola dell’acqua fosse ad un passo dal bollire e il sugo fosse pronto, poi entrai nel bagno. Tale era la mia voglia che cominciai a spogliarmi prima di entrare in bagno. Quando fui nudo mi vergognai un po’ del mio cazzo duro.

'Scusami, ma sai, saperti nudo a due passi da me…'

'Sei scusato. Entra pure. Apri ancora l’acqua calda.'

Mi fece spazio e mi rannicchiai ad un estremo della vasca. Poi mi girai e mi appoggiai con la schiena sulla sua pancia. Mi abbraccio' e poso' le manone sul mio petto. Stemmo cosi' al caldo rinnovato della nuova acqua per una decina di minuti, i nostri corpi un sol corpo, le nostre menti una sola mente.

L’eccitazione fu sostituita da un benessere fantastico, una serenita' quale non avevo mai provato prima. E il bello era che anche lui se ne stava li' con me, evidentemente in grazia di Dio.

Mi alzai e mi asciugai alla bene meglio, porgendo il mio accappatoio a Fabio.

'Senti, non e' che prima di cena, cosi' tanto per scaldarci, gradiresti un antipasto…'

E nel dire questo si apri' l’accappatoio, mostrandomi le sue belta'.

Come potevo resistergli? La vista di quel bel pistolone mi fece rimontare la voglia in quattro e quattr’otto. Mi inginocchiai e cingendogli la parte alta delle cosce, lo presi in bocca, dal basso, senza aiutarmi con le mani. Era ancora caldo per l’acqua del bagno.

Glielo presi in bocca tutto, per poi farlo uscire ancora verso il basso. Basto' quella semplice mossa per sentirlo irrigidirsi e ingrossarsi, tanto che gia' la seconda volta non riuscii a farlo entrare tutto in bocca.

Quando fu completamente duro, Fabio si sedette sul tavolo invitandomi a sede sulla sedia davanti a lui. Apri' le gambe e si appoggio' all’indietro con le mani e io mi trovai davanti di nuovo il suo cazzone duro.

Glielo ripresi in bocca e cominciai a spompinarlo.

'Andrea, mi sa che vengo subito.'

Me lo tolsi un attimo di bocca. 'Come subito?'

'Continua, non smettere. Sto gia' venendo.'

Sorpreso ma ubbidiente lo rimisi in bocca e mentre lo masturbavo, Fabio emise due o tre versi un po’ piu' forti degli altri e subito mi sentii invadere la bocca dal suo sperma.

'Mamma mia.'

Ingoiai tutto e continuai a masturbarlo finche' l’uccello ritorno' semiduro.

'Mi dispiace. Forse avevo troppo voglia.'

'Beh, effettivamente piu' che un antipasto e' stato proprio un assaggino.'


Messi mutande e maglietta (in casa c’era veramente caldo), ci mettemmo a tavola.

Preparai il piatto con un po’ di scenografia, guarnendo con dei minuscoli quadrettini di peperone rosso crudo e di provola affumicata anch’esse spezzettata in modo molto fine.

'Wow. Hanno un aspetto fantastico!'

Quando poi comincio' a mangiare, Fabio non la smetteva piu' con i complimenti.

'Sono buonissimi. Erano anni che non mangiavo un primo cosi' buono. Non sto scherzando.'

'Beh, grazie. Sono contento che ti piacciano. In effetti le paste sono la mia specialita'. Te ne faro' ancora.'

Aprii un grande merlot di Planeta e glielo versai.

'Assaggia questo vino. E’ siciliano.'

'Mmh, fantastico. Senti che profumo.'

Fabio mangio' veramente di gusto, tanto che ne chiese ancora, sebbene il suo piatto fosse stato abbondante.

Trovai meraviglioso avergli procurato piacere anche in questo modo.

'Vado a preparare il caffe''

Mentre ero davanti alla cucina a gas a pulire la caffettiera, Fabio mi venne dietro e mi abbraccio', baciandomi dietro le orecchie.

'Voglio il tuo culo' mi sussurrava spingendo il suo bacino contro le mie chiappe. Ce l’aveva ancora duro

'Abbi un po’ di pazienza e lo avrai'

'Che cazzo me ne frega del caffe'. Senti dammi qui' e cosi' dicendo mi tolse la caffettiera dalla mano e la mise sul lavandino. Mi giro' e mi diede un bacio sulla bocca.

Sentivo la sua lingua intrufolarsi nella mia bocca e insieme le sue braccia che mi stringevano con avidita'.

Gli presi le chiappe, fantastiche, e me le spinsi incontro al bacino, sfregando il mio con il suo pube.

'Andiamo a letto' mi disse e ci incamminammo nella mia camera.

'Distenditi. A pancia in su. E togliti la maglietta'.

Io obbedii. Di solito facevo io. Mi piaceva questa intraprendenza.

Fabio mi venne sopra a cavalcioni. Si tolse la maglietta ma non le mutande. Avanzo' finche' mi fu proprio sopra.

Vedevo a poco piu' di dieci centimetri il gonfiore delle sue mutande e la sagome del cazzone duro. Si appoggio' in avanti sulle braccia e spinse il bacino verso il basso, in modo da farmi affogare nei suoi slip. Muoveva il bacino ruotandolo e io quasi non connettevo dall’eccitazione. Sentivo ora il morbido delle palle, ora il nerbo del cazzo in tiro. Lo sentivo gemere. 'Sii, mi piace cosi', aah'

Io non ce la facevo piu' e presi a togliergli gli slip. Lui mi facilito' l’operazione ed eccomi davanti quel bellissimo cazzone sull’attenti.

Fabio riprese a fare quello che faceva prima e ora sentivo il contatto diretto con le sue palle e il suo uccello. Si allontano' un po’ con il bacino e compresi che voleva infilarmelo in bocca. Io aprii e lui me lo fece assaggiare, ma subito lo estrasse per posarmelo sugli occhi, sul naso e poi ancora in bocca, tutto stavolta. 'Aah, ecco, in bocca adesso'.

Mi scopo' la bocca con delicatezza. Io mi tenevo aggrappato alle chiappe e cercavo di ingoiare il piu' possibile, compatibilmente con la lunghezza del cazzo di Fabio.

Poi lui si alzo' 'Voltati ora'

Mi misi sulla pancia. Sentivo che Fabio mi toglieva i boxer e mi allargava le gambe senza pero' sollevarmi il bacino.

Appoggio' la sua asta nel taglio delle chiappe e chiudendo le chiappe attorno al cazzo cone le sue mani, fece andare avanti e indietro il bacino, come scopandomi.

'Se non la smetto vengo subito' disse dopo un attimo.

Si bagno' le dita e me le passo' sul buchino, ripetendo l’operazione e cercando di penetrarmi con il dito.

'Dio, che voglia che ho di sbattertelo nel culo. E’ stretto, e' magnifico.'

'E soprattutto, e' tutto tuo.'

Allungo' la mano per prendere il preservativo che aveva lasciato sul comodino, armeggio' pochi secondi, mentre io lo guardavo, e se lo pose sull’uccello durissimo.

'Sei pronto?' mi chiese e io per tutta risposta sporsi il culo verso di lui.

Sentii la punta intrufolarsi alla ricerca del buchino e la cappella entrare. Avvertii al solito un po’ di dolore, ma sapevo che il peggio doveva ancora arrivare.

Fabio mi si butto' sopra e mi abbraccio' da dietro e cosi', disteso sopra di me, spinse avanti il bacino. Sentii il cazzo che entrava, gemevo, Fabio si fermava e aspettava che il buco si rilassasse, poi un altro colpo. Di nuovo fermo, con il fiato di Fabio sul collo 'Oddio, quanto stringe, e' fantastico'

'Sei dentro tutto?'

Per tutta risposta arrivo' l’ultimo colpo, che sembro' aprirmi in due. Mi scappo' un urlo e Fabio mi abbraccio' piu' forte e mi bacio' sul collo 'Ora sono dentro tutto. Rilassati, sto fermo un po’. Dimmi tu quando posso andare.'

Respirai sentendo il dolore svanire. Abbracciai da dietro la testa di Fabio e quando credetti di essere pronto, gli diedi l’ok.

Allora Fabio estrasse l’uccello, che sembrava non finire mai e lo respinse dentro, ancora lentamente. Mi fece ancora un po’ male, cosi' per i colpi successivi, ma piano piano il dolore si attenuava cosi' come i miei gemiti.

'Vai ora Fabio, non mi fai piu' male'

Fabio comincio' a stantuffarmi, prendendomi le mani. Sentivo il peso del suo corpo sudato sulla schiena ed era fantastico. Estraeva quasi tutto l’uccello, prima di spingerlo di nuovo e sentivo che stranamente, mi stavo eccitando. Il piacere di avere il cazzo di Fabio dentro di me stava superando il dolore fisico.

'Sto per venire, Andrea' mi sussurro' all’orecchio Fabio.

'No, ti prego, Fabio, voglio vederti quando godi. Fammi voltare'

Fabio estrasse il suo cazzo dal culo e sul momento mi sembro' di perdere qualcosa di mio. Io mi voltai velocemente. Vidi il cazzo di Fabio gonfio e scurissimo, che pulsava in attesa della sborrata. Aprii le gambe. Lui me le prese si indirizzo' l’uccello sul buco.

'Guarda come e' aumentata l’apertura' esclamo' proprio nel momento in cui mi infilo' prima la cappella e poi in una volta tutto il resto. 'Aah, che bello Fabio'

Comincio' a scoparmi 'Ci sono Andrea, ci sono'.

Noto' il mio cazzo duro appoggiato sulla pancia. Me lo prese in mano e prese a masturbarmi. Tra il suo cazzone nel culo, i suoi gemiti di piacere, il calore e la grandezza della sua manona sul mio uccello, venni quasi immediatamente, proprio nel momento in cui Fabio evidentemente stava sborrandomi nel culo, reprimendo urla animalesche.

Senza togliermi l’uccello dal culo, mi si riverso' addosso, respirando affannosamente.

'E’ stato bellissimo' mi disse prima di baciarmi sulla bocca.

Restammo cosi' per un’eternita', fintanto che avvertimmo il freddo sopra i nostri corpi nudi.




continua...

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