ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Magari fosse vero! (Capitolo 6)

Un racconto in 11 puntate di billone61 (billone61@libero.it)

I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


capitolo 6

IN HOTEL, CON BALDOVIN


Salimmo in macchina e Fabio mi accompagno' in Sitic, poiche' lui proseguiva e andava a Tortona. Per strada ricominciammo ad essere capo e collaboratore e parlammo di cosa avrebbe dovuto fare a Tortona. Giusto prima di arrivare, ci sorridemmo e ci salutammo.

'Quando ci rivediamo?' mi chiese Fabio.

'Direi venerdi''

'Penserai un po’ a me?'

'E tu?'

'Puoi scommetterci'

Per tutta risposta gli strinsi la mano che aveva sul cambio e uscii, entrando in Sitic.

A fine mattinata mi chiesi cosa mi aspettava oggi. Vediamo… Baldovin, se non sbagliavo. Stasera in albergo. Mi sembro' necessario cominciare a scrivermi da qualche parte i miei crescenti impegni. Decisi per il telefonino. Mi appuntai anche il venerdi' sera da Dall’Aglio (non avevo voglia di andarci) e il lunedi' sera da Rondon (avevo una gran voglia di andarci). Non dimenticai nemmeno di appuntarmi che il fine settimana avrei dovuto cavarmela con il signor Cavazzoni.

Per tutto il giorno pero' Baldovin non si senti'. Alzai le spalle. Chissenefrega dopotutto. Cominciavo ad avere uomini da tutte le parti, anche se qualche appuntamento falliva non ne facevo certo un dramma.

Mi telefono' invece alle 16.00 Rondon.

'A Bertoli'!'

'Ciao Beppe.'

'Ciao Landi'

'Beppe, cominciamo subito a mettere i puntini sulle i: mi chiamo Andrea. Non me ne frega niente se non ti piace chiamare le persone per nome. Se non mi chiami per nome sbatto giu' il telefono.'

'Ok, ok. Come siamo permalosi. Va bene, Andrea. Ai tuoi ordini, Andrea.'

'Adesso non fare il pistola. Cosa volevi dirmi?'

'Niente, volevo sentire come andava. Tu non ti fai mai sentire!'

'Beppe, siamo stati senza sentirci per qualche anno, e non te ne sei mai lamentato!'

'Che c’entra?'

'Come che c’entra?

'Ho capito, non e' il momento.'

'No, scusa, dai. Il fatto e' che avevo un appuntamento con Baldovin e non e' ancora arrivato. Tra poco vorrei andarmene, per cui sono un po’ nervoso. Come va?'

'Insomma. Stavo pensando a lunedi' prossimo e ho pensato di chiamarti.'

'Ci sono dei problemi per la prossima settimana?'

'No, no, anzi. Ti confermo che avremo la casa tutta per noi.'

'Mmh, interessante. E come pensavi di sfruttarlo questo tempo, se posso chiedere?'

'Eh, io qualche idea ce l’avrei anche'

'Qualche anticipazione?'

'Tu piuttosto, quanto tempo ti puoi trattenere?'

'Non so, non ho nemmeno parlato con mia moglie. Non so quali siano i miei programmi per la prossima settimana. Sicuramente non fino a tardi, direi. Tipo, fino alle otto.'

'Che scherzi? Ma non facciamo nemmeno in tempo a…'

Lo interruppi.

'Dipende da quando ci muoviamo dal lavoro. Io posso essere a casa tua alle sei.'

'Due ore sole…'

'Ma sai che mi stai incuriosendo? A meno che tu abbia una durata tantriana, mi sembra che possano bastare ampiamente'

'E che una volta sola non mi basta di sicuro. Ma lo sai che da quando me l’hai guardato e toccato tutte le sere mi faccio una sega. E guarda che non mi era mai successo prima.'

'Non preoccuparti che sarai tu a dire basta. Comunque adesso ti devo salutare, devo andare in riunione. Ciao Beppe.'

'Ciao'

Mezz’ora dopo, nel corso della riunione mi vibra il cellulare. E’ Baldovin. Un tuffo al cuore. Mi alzo ed esco dalla riunione.'

'Ciao Sandro'.

'Ciaocomestai?'

'Io sto bene. Tu piuttosto. Pensavo non telefonassi piu'.'

'Io non telefonare? Che scherzi? Guarda che te l’avevo detto che arrivavo a Modena di sera.'

'Ah si'? Forse e' vero, scusami. In effetti e' possibile che me lo sia dimenticato'

'Cazzo, ti sei gia' dimenticato di me?'

'Su, su, adesso non offenderti. Diciamo che avevo talmente voglia di rivederti, anzi' continuai sottovoce 'di rivedertelo, che le ore non passavano mai'.

Senti una risata imbarazzata.

'Quando e' cosi'… Quando ci vediamo?

'Non so, cosa dici? Io devo ancora partire da Milano. Va bene alle otto?'

'Benissimo, dai. Io vado una mezz’ora prima, cosi' mi faccio una doccia.'

'A dopo allora'


Alle sei meno un quarto me ne andai, non prima di essermi lavato per bene il culo: non volevo certo figurare male.

Dopo un’ora e mezzo circa Baldovin mi chiamo' di nuovo e mi informo' che stava per andare al Jolly.

Gli dissi che ero a Reggio, per cui tutto secondo le previsioni.

Arrivai all’hotel e dissi in reception che avevo un appuntamento con il geom. Baldovin. Lui chiamo' in camera e mi disse che il geometra mi stava aspettando, camera 221, secondo piano.

Ormai Baldovin non aveva misteri per me, eppure, nel fare le scale, mi sentii molto emozionato.

Feci un sospiro davanti alla sua porta e bussai.

Sentii dei passi e subito mi venne aperto.

Appena entrato mi trovai davanti Baldovin praticamente nudo, con indosso solamente degli slip bianchi molto stretti, il quale richiuse a chiave la porta.

La vista di quel tombolotto peloso subito mi attizzo' e non potei fare a meno di abbracciarlo. Lui rispose al mio abbraccio. La sua testa profumava di shampoo e mi arrivava al petto, ma la sua stretta era forte.

'Ciao Andrea'

'Ciao Sandro'

Ci guardammo.

'Lo sai che sono un po’ emozionato?'

'A chi lo dici!'

Mi tolse il giaccone e l’appese all’ingresso, poi mi tolse la giacca che mise su una sedia. Infine comincio' a sbottonarmi la camicia.

Io lo lasciai fare guardando la cura con cui uno a uno sfilo' i bottoni dall’asola. Sfilata la camicia, mi disserro' la cintura, abbasso' la lampo (un brivido mi percorse sentire il contatto di quella mano nella patta) e mi fece scendere i pantaloni togliendomi anche le calze. Infine mi tolse anche la maglietta e per ultimi i boxer, scoprendo il mio cazzo perfettamente diritto.

Ancora inginocchiato me lo prese in mano, tanto che per un attimo pensai che me lo volesse prendere il bocca.

'Vedo che anche tu hai voglia' disse mentre me lo menava dolcemente.

'Smettila Sandro, che se no sborro subito. Invece voglio godermela tutta.'

A queste parole Baldovin si alzo' e si tolse anche lui le mutande. Il suo cazzo semiduro usci' come una molla.

'Ho portato tutto con me' disse accennando ad un boccetto contenente presumibilmente lubrificante e dei preservativi.

'Non vuoi prima farmelo assaggiare un po’?'

'Ci mancherebbe, e' tutto tuo, lo sai.'

Mi distesi sul letto. 'Vieni qui allora.'

Sali' anch’egli sul letto e mi si mise di fianco alla mia destra. Io gli presi l’uccello in mano con la sinistra, mentre girandomi lo baciai sul petto. Lo annusai e sapeva di pulito.

Continuai nella mia perlustrazione baciandogli anche il grande pancione sodo e intanto con la sinistra lo masturbavo lentamente. Poi risalii fino al volto e gli baciai la fronte, le guance e azzardai un bacio sulle labbra fugace. Lui rispose protendendo leggermente le sue labbra.

Scesi di nuovo. Lui aveva alzato la gamba destra. Il suo cazzo era ormai duro. Lo posai sulla pancia e affondai la faccia tra le palle. Sfregai la faccia a lungo. Che meraviglia trovarmi con il viso immerso in quella morbidezza, baciare le sue palle e sentire sulla destra della guancia il nerbo del suo cazzone. La sua gamba tozza non riusciva a stare ferma mentre io muovevo la faccia. Sentii la sua mano accarezzarmi la testa. Capii che voleva che glielo prendessi in bocca. Lo accontentai. Non appena lo feci Baldovin emise un gemito di soddisfazione e sollievo. Eccomi ancora con quel fantastico begone che mi riempiva tutta la bocca fino a toccarmi l’ugola in fondo. Accennai ad un pompino ma, dopo poco, Baldovin mi fermo'.

'Basta adesso, Andrea'

Mi alzai e parlai guardando la mia mano che impugnava il cazzo e dolcemente lo menava.

'Non vorrai davvero mettermi nel culo questa bestia. Non posso credere che sia gia' entrata in me. E’ enorme.'

Lui interpreto' apprensivamente quello che era solo un complimento.

'Se non te la senti, guarda che non mi offendo. Sara' per un’altra volta.'

'Stavo scherzando. Sono venuto qui apposta per farmi sfondare da questa meraviglia di cazzo.'

Baldovin si alzo' e ando' al comodino, prese il boccetto e il preservativo.

'Cosa dici, uso il cappuccetto?'

'Non so, che dici? Io di te mi fido.'

Lui poso' quindi di nuovo sul comodino il preservativo e, aperto il boccetto, si verso' un po’ del contenuto sulla mano. Si spalmo' il cazzo di lubrificante, e presto questo divenne lucido e desiderabile.

'Se ti giri te ne metto anche sul culo'

Mi misi sul bordo del letto in ginocchio e divaricai piu' che potei le gambe, abbassando in questo modo l’altezza del buco del culo.

Lui avvicino' il bacino quasi per prendere le misure.

'Fantastico, proprio all’altezza del mio uccello'

Sentii il suo dito cospargermi lo sfintere di olio.

'Guarda guarda come si apre.'

Mi voltai e vidi Baldovin che rispose al mio sorriso con una faccia tutta soddisfatta.

Accosto' la punta della cappella al buco e ne sentii il contatto, aspettandomi il dolore iniziale. Invece Baldovin prima di entrare mi titillo' con la punta della cappella le palle sporgenti e poi me lo mise nella pancia colpendomi l’uccello durissimo. Io allungai una mano da sotto e accarezzai insieme il suo e il mio cazzo, sorprendendomi ancora una volta per le diverse proporzioni.

Infine Baldovin tolse il cazzo e lo mise in posizione di sparo.

Fece entrare la cappella e mi cinse i fianchi con entrambe le mani. Io posai le mie mani sulle sue come a dirgli di fare piano.

'Ora entro'

Mi sentii lentamente invadere da un cetriolone gigantesco, da un’anguria quasi e ancora ebbi la sensazione, in cui il dolore prevaleva, che le mie ossa cedessero e il mio corpo fosse aperto in due.

'Aah …son dentro di te Andrea. Che bello! Quant’era che desideravo rifarlo!'

Io sul momento non potei rispondere al suo entusiasmo. In effetti mi si ammoscio'. Strinsi i denti e provai a mettere il dolore da parte e concentrarmi sulla sensazione stranissima ma non sgradevole di presenza estranea nel mio basso ventre.

Baldovin si mosse all’indietro mettendomi le mani sulle chiappe, poi di nuovo sui fianchi per far forza ed entrare ancora.

All’inizio la frizione doveva essere notevole, perche' i movimenti erano molto lenti. Sentivo al bestia entrare nelle mie viscere e abbandonarla. Poi pero' il ritmo si fece piu' regolare. Baldovin ormai guidava l’inculata ora tenendomi i fianchi ora accarezzandomi la schiena. Che piacere che mi dava il contatto con quelle mani che cercavano con la loro gentilezza di lenire il mio dolore.

Ormai pero' il dolore era diminuito notevolmente ed era stato confinato in un angolo della mia mente. Tutto il resto era invece godimento e a prova di questo mi era tornato duro.

'Vai Sandro. Vai ora, che mi piace. Spaccami in due.'

'TI spacco, si', ti spacco'

Sentivo l’ansimare di Baldovin e il suo bacino che mi colpiva il culo con violenza ora, girai lo sguardo e vidi il suo corpo peloso e sudato.

'Madonna'

Sapevo cosa significasse quell’epiteto. Ebbi il desiderio di vedere il suo volto mentre godeva.

'Sandro, aspetta un attimo, non venire subito'

Lui si fermo' e io a tradimento spostai il culo in avanti e mi sfilai dal cazzone.

Baldovin non fece in tempo spiaccicar parola, ma evidentemente ci era rimasto di sasso.

Mi girai e vidi il suo cazzo paonazzo spiccare orizzontale e leggermente verso l’alto. Come l’altra volta la cappella mi sembro' decisamente piu' grossa ora.

Il cazzo pulsava, letteralmente.

'Vuoi che ti sborri in faccia?'

'No, no. Distenditi sul letto. Sulla schiena.'

Lui obbedi'. Io mi coricai su di lui e assaporai il suo odore e mi bagnai con il suo sudore di cui i peli del petto erano intrisi. Nonostante fosse stato prossimo a venire lui non si lamento'.

Io mi alzai sedendomi a cavalcioni sulle sue gambe.

Gli presi in mano l’uccello e mentre glielo masturbavo gli chiesi ancora l’olio del boccetto.

Il suo viso parve illuminarsi, mentre mi porgeva l’olio sul palmo aperto della mano.

Io gli spalmai di nuovo il cazzo, usando entrambe le mani in modo avvolgente. Baldovin butto' gli occhi al cielo.

'Mamma, che bello.'

'Lo sai che la tua cappella e' piu' grossa del solito?'

Si alzo' per guardare mentre io con la mano gliela coprivo e sfregavo, finalmente scoprendola. Era quasi il doppio del solito.

'Sei tu che me la fai scoppiare. E’ il tuo culo.'

Alzai allora il bacino tenendo l’asta verticale e mi ci calai sopra. Baldovin capi' finalmente cosa intendevo fare.

'Uh, uh. Allora il bello deve ancora venire!'

Feci entrare il cazzone lubrificato il quale entro' in molto piu' facilmente di prima, dal momento che ero ancora dilatato. Fino in fondo.

'Aah, che caldo'

Misi le mani sul pancione di Baldovin e cominciai a cavalcarlo, prima lentamente, poi, man mano che vedevo il suo godimento, piu' forte.

Lui dimenava la testa 'Madonna Santa, sto per venire, arriva…'

Io mi abbassai e gli sussurrai all’orecchio 'Stai dentro. Vieni dentro di me'

Mi rialzai e lui mi mise le mani sui fianchi per non farmi smettere e alzo' il bacino come per aumentare il ritmo. Sentii un getto caldo dentro di me, o almeno ebbi questa impressione.

'Madonna mia'

Non smisi e intanto me lo presi in mano per farmi una sega. Nel vedermi, Baldovin mi tolse la mano e me lo prese in mano lui.

Mi trovai quindi a cavalcare sul cazzone ancora duro di Baldovin e con la sua mano che mi masturbava con vigore. Venni immediatamente, cospargendo la sua pancia del mio sperma.

Mi tolsi infine il cazzo dal culo e mi distesi su di lui. Stemmo cosi' per un po’, come due innamorati.

'Mi e' piaciuto, Sandro. Tanto'

'A te, e' piaciuto. E allora io cosa dovrei dire? Cazzo, non avevo mai fatto cose del genere prima d’ora. Ed era una vita che le sognavo.'

MI rialzai.

'Posso farmi una doccia? Non vorrei che mia moglie mi sentisse addosso il tuo odore.'
'Fai pure. Usa il salviettone pulito, che l’altro l’ho gia' usato io.

Mi lavai con volutta', lasciandomi invadere da quell’acqua caldissima. Ebbi una sensazione strana quando mi insaponai il culo, poiche' lo sfintere era ancora dilatato. Il contatto con la mano e il sapone fu un po’ doloroso, segno che erano presenti delle microlacerazioni. Ma, mi dissi, ne valeva la pena.

Quando mi fui asciugato e uscii dal bagno, Baldovin era ancora nudo e disteso sul letto. Si alzo' a sua volta.

'Mi faccio anch’io la doccia. Ho sudato un bel po’.'

Mentre mi rivestivo pensai che quell’uomo, con il quale era cominciata quasi per gioco, per esperimento, mi piaceva. Mi piacevano i suoi modi gentili, la sua attenzione pur se non richiesta e, perche' no, ci mancherebbe, il suo cazzo.

Sentii l’acqua della doccia spegnersi e cercai di immaginarmi il suo corpo tondo nell’atto di asciugarsi. Mi interessavano anche quei gesti intimi. Per cui entrai nel bagno.

'Ciao' disse lui un po’ sorpreso.

'Ti dispiace se ti guardo?'

'No, per niente' rispose, arrossendo un poco.

Mi misi seduto sul WC. Ce l’avevo proprio davanti e stetti a guardarlo mentre si asciugava le gambe, i genitali, la pancia, la schiena.

L’uccello, molle, penzolava durante questi movimenti

Non potei resistere e mentre si asciugava la testa allungai una mano e gli soppesai palle e uccello. Lui smise per un attimo di asciugarsi per poi ricominciare subito dopo, come a dire: ‘fai pure, non mi da fastidio’.

Io lo presi come un invito a continuare e, data un’occhiata all’orologio, mi dissi: ‘perche' no?’

Lo scappellai e vidi che la cappella, dopo il trattamento ricevuto, era rimasta piu' grossa del solito.

Avvicinai la faccia e ingoiai l’uccello molle. Baldovin si fermo' di nuovo.

Mi stette a guardare mentre gli leccavo la cappella e poi gliela succhiavo.

L’uccello cominciava ad aumentare di dimensioni.

Lo tenni sollevato e infilai di piu' la testa in modo da baciargli le palle. Baldovin per facilitarmi le cose alzo' la gamba destra mettendo un piede sul bidet. Io allora ruotai la testa e prima mordicchiai la sacca dello scroto e poi ingoiai le sue palle dal basso.

Sentivo sul mento il contatto e il peso dell’uccello, il mio naso ad un centimetro dal suo buco del culo, negli occhi la rotondita' delle sue chiappe pelose. Avanzai ulteriormente e affondai la faccia in modo da fargli sentire la presenza del mio naso nel suo buco.

Poi mi risollevai e vidi con piacere che il cazzo gli era ritornato duro e se ne stava orizzontale e maestoso.

'Sembra che abbia apprezzato' dissi prendendoglielo in mano.

'Sembra anche a me'

'Se ti piace posso continuare con le palle.'

'Certo che mi piace'

'E il buco del culo?'

'Anche quello'

Lo feci sedere sul WC, sul bordo e gli feci tenere le gambe sollevate e allargate, facendole sorreggere da sotto le ginocchia.

Davanti a me avevo il suo buco del culo, con lo sfintere raggrinzito e tutto intorno cespugli sparsi di peli.

Allungai la lingua e poi succhiai. Piano piano il buco si dilato', bagnato dalla mia saliva.

Allora mi dedicai alle palle, prendendole in bocca entrambe, non senza una certa difficolta', date le dimensioni. Stetti cosi' con tutte e due le palle che riempivano ogni angolo della mia bocca, poi le lasciai.

Presi entrambe le palle in mano, leccando il tutto.

'Dai Andrea, fami un pompino ora, che non ce la faccio piu''

E cosi' dicendo si alzo' i piedi e mi porse l’uccello davanti alla bocca.

Me lo schiaffo' dentro e subito mi prese la testa con entrambe le mani e si mise a muovere avanti e indietro il bacino.

Io gli tenevo abbracciato il culo con le mani, mentre la furia di Baldovin, mi faceva sbattere le sue palle sul mento.

Feci forza con le mani sulla pancia di Baldovin per fare uscire un attimo il suo cazzone.

Lo guardai pulsare e gli leccai e poi succhiai la cappella, prima di impugnarlo e ingoiarlo di nuovo.

'Aah …Madonna, eccomi. Aah…Aah'

Pensai agli ospiti dell’altra stanza, poiche' stavolta Baldovin non si stava per niente limitando.

'Sii … Madonna. Che bello. Continua. Aah'

Sentii la bocca riempirsi del suo sperma denso, ma non smisi.

Lui infine si rimise seduto, guardandomi mentre concludevo il mio lavoro, come al solito con amore e volutta'.

'Cazzo, Andrea, sei fantastico. Ma perche' non ti ho incontrato prima? Non ho mai goduto cosi' tanto. Davvero. E nemmeno tante volte di fila.'

'Anch’io vengo da un’astinenza prolungata, che ti credi.'

'Guarda come se lo lavora con amore. Mia moglie ogni tanto me lo prende in bocca, ma lo fa per pochissimo tempo, e sembra subito un po’ disgustata. Tu invece… Vorrei avere sempre la tua faccia li' in mezzo alle mie gambe.'

Detti un ultimo bacio alla cappella, mi alzai, baciai Baldovin sulla pelata e mi avviai all’uscita.

'Ciao Sandro, adesso devo proprio andare.'

'Aspetta! Solo un attimo!'

'Che c’e'?'

'Ecco …posso baciarti?'

La cosa mi sorprese oltre ogni dire, ma sentii subito un tuffo al cuore.

Tornai da lui, nudo e in piedi e avvicinai la faccia alla sua.

Lui mi prese il volto fra le sue mani, avvicino' le mie labbra alle sue e mi bacio' sulla bocca.

Non potei credere a me stesso quando mi sembro' di avvertire un tentativo di darmi un bacio vero. Cautamente aprii leggermente la bocca ed ecco che Baldovin apre con decisione la sua e mi infila la lingua in bocca.

Mi sentii travolgere da quel bacio inaspettato e risposi, sebbene con un po’ di ritardo, sciogliendo anche la mia lingua e giocando un po’ con la sua. Lui mi abbraccio' e mi tenne stretto, fino a che sentii la presa mollarsi. Mi staccai e lo guardai.

Lui aveva ancora gli occhi chiusi, e quando li riaprii mi sorrise.

'Non me lo aspettavo. E stato molto dolce e …grazie'

'Grazie a te. Di tutto.

'Ciao Sandro'.

Me ne andai con il cuore leggerissimo. La mia vita aveva assunto una piega incredibile.


continua...

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