ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Il leccaculi sulla barca

Racconto di Mabre


Eravamo in piena estate, anche qui in Svizzera faceva un caldo da morire, anzi troppo caldo per questo paese.

37° era molto pesante per noi. decisi di passare il sabato al lago di Zurigo, presi il necessario, costume, un telo da spiaggia e una bottiglia di acqua bella fresca e partii.

Erano ormai le 10.00 h quando arrivai alla prima spiaggia sul lago, ma ahimé non c’era neanche un parcheggio, neanche a pagarlo a peso d’oro.

Decisi di andare più avanti alla prossima spiaggia e guarda caso, che fortuna sfacciata, un ultimo parcheggio a mia disposizione.

Lo presi al volo e mi precipitai di corsa sulla spiaggia, era una spiaggia a pagamento, con spogliatoi, chiosco, gabinetti.

Si stava bene li, c’erano anche alberi che davano un’ombra stupenda.

Mi misi in un posto dove potevo tener bene d’occhio chi veniva e andava, e specialmente i gabinetti e spogliatoi.

Mi sdraiai, e con un occhio vedevo benissimo l’entrata. Ad un tratto arrivò un bonazzo abbronzatissimo e si infilò negli spogliatoi, e come se me lo aspettassi ci mise un pò di tempo.

Allora decisi di andare ad vedere che cosa stava succedendo.

Entrai e vidi il maschio nella sua bellezza e naturalezza aspettare nudo davanti alla cabina delle docce.

Cazzo che bello che era, un bel corpo un uccello mozzafiato, grosso come piacevano a me, messo in mostra davanti agli occhi miei.

Mi vide e iniziò a farmi l’occhiolino, cosa da farmi svenire, proprio a me doveva succedere una cosa così, con quel caldo che c’era.

Beh una bella spompata o una scopatina non avrebbe certo fatto male.

Entrammo tutti e due nella stessa cabina doccia e mi si presentò con il culo all’aria, non potevo fare altro che iniziare a leccare quelle chiappe e quel buco favoloso, peloso, così invitante che diceva prendimi, scopami, fammi sentire la tua lingua.

Lo presi come un forsennato e iniziai a leccargli tutto il culo andando avanti e indietro con la mia lingua vogliosa.


Una cosa così alla mattina presto è davvero molto bella e rilassante, abbiamo goduto tutti e due, spruzzandoci addosso tutto lo sperma che avevamo.

Leccai per bene il suo bastone pulsante e grosso, e mi stavo eccitando di nuovo.

Ma mi fermò dicendomi «avresti voglia di fare un giro con me sulla mia barca che ho nel porto vicino?»

Ma perché no, pensai, e gli dissi «lasciami andare a prendere le mie cose e andiamo».

Facemmo veloci una bella doccia e lui mi aspettò all’uscita.

Mi disse che avrei potuto lasciare l’auto lì sul parcheggio, perché dopo le 16.00 non si pagava più e la domenica era gratis, in caso avessi voluto stare da lui fino al giorno dopo.

Mi domandai come mai fosse così sicuro che sarei rimasto, boh, forse ho la faccia veramente da porco.

Si presentò, si chiamava Paul, mi presentai anch’io e facemmo il piccolo tragitto fino al porto a piedi.

Alla faccia della barca, era un bel yacht, non tanto grande con un bel ponte per prendere il sole con un telo per fare un pô di ombra e una cabina con un cucinino e due posti letto, ci si stava benissimo in quattro.

Niente male avrei passato perfettamente un fine settimana sul lago, ma guarda te che bello e poi con un uomo così eccitante.

Paul era bello, con una barbetta molto curata brizzolata e aveva le tempie brizzolate, molto distinto e sicuramente anche molto intelligente e colto.

Gli chiesi se questa barca fosse stata sua, mi rispose di no, che era presa a metà con il suo partner, aggiunse, di lavoro, tanto per precisare.

Subito gli chiesi se il suo partner fosse stato gay, rispose di si, ma che non avevano niente in comune all’infuori del lavoro che facevano.

Non chiesi che cosa, ma ero incuriosito.

Dopo essere usciti dal porto ci mettemmo subito nudi sul ponte a prendere il sole, mi chiese se volevo bere qualche cosa, se volevo proseecco o una bibita.

Chiesi un pò di acqua fresca, lui si prese un prosecco e senza avvisarmi me ne versò un bicchiere sul cazzo che avevo già duro e diritto, e iniziò a leccarmelo, mi fece andare subito in tilt, e lo lasciai fare, mi leccò tutto, mi girò e mi leccò il culo bagnandolo sempre con il prosecco frizzante.

Cazzo com’ero eccitato, mi feci scopare sul ponte, e non dico la goduria sapendo che vicino passavano altri motoscafi che osservavano la scena.

Uno si fermò e si mise a masturbarsi.

Gridai come un forsenato e quello sul motoscafo gridava «dai scopalo, scopalo, chiavalo, fagli sentire il tuo cazzo, spruzzagli tutto dentro» e lo vidi che schizzava tutta la sua sborra oltre il bordo del motoscafo e nel lago, che scena, talmente eccitante che venimmo tutti e due sia Paul sia io, sborrando lui dentro di me, io sui cuscini della barca.

Ci mettemmo sul materasso e lasciammo che il sole asciugasse la sborra sui nostri corpi.

Dopo un po' di tempo, un bel tuffo nell’acqua fresca del lago e Paul mi chiese se avessi fame. «Sì ho fame di te Paul, del tuo cazzo e del tuo culo» «dai dai»  disse, «dai mangiamo qualche cosa, ti faccio un pò di pasta?  o preferisci il pesce?» «Si il pesce mi andrebbe, ma il tuo... bello tosto, peloso».

Andammo giù in cambusa e mi fece un bel piatto di spaghetti al pomodoro, semplici ma buoni, così mangiando mi disse quale professione facesse.

Caspiterina, era il direttore di una banca di Zurigo.

Ecco perché la barca e tutto il resto. Comunque mi piaceva stare in sua compagnia, e decisi di restare anche la notte, per il semplice fatto che non si poteva stare in alto lago, ma si doveva rientrare al porto.

Ci siamo scopati ancora un paio di volte e Paul mi confessò che non aveva mai incontrato un giovane così a fare sesso, dolce e rozzo il giusto, e sempre disposto a farlo.

Beh devo dire che con i miei 27 anni non mi lamentavo ed avevo sempre voglia di farlo, mi chiese se avessi un amico fisso e se non avevo mai pensato ad averne uno.

Gli dissi di no, ma che l’idea non mi dispiaceva, gli chiesi se aveva intenzione di chiedermi se per lui lo sarei stato io.

Mi disse che ci aveva pensato e che non sarebbe male, gli diedi un bacio e mi eccitò di nuovo, eravamo già in porto e non potevamo andare su in coperta a farlo, ma il letto nella cabina era abbastanza grande di poterci stare comodi.

Gli presi le sue chiappe, gliele allargai per bene e iniziai a leccarlo come si deve.

« Mmmmmh che leccaculi che sei, come sei bravo, come mi fai godere, dai resta quì con me e domani lo faremo ancora cento volte, voglio sentirti per sempre dentro me con la tua lingua rapace che mi entra nelle budella e mi fa eccitare da morire, scopami, sì dai prendimi tutto, prendimi l’anima»

Non mi ricordo più quante ne abbiamo fatte quella notte, ricordo solo che mentre era notte alta e ci scopavamo come ricci si sentì un rumore fuori sul pontile, ci fermammo un attimo e una voce che diceva, «Che porci, dai scopatevi porconi, mi sto sparando una sega» guardammo fuori dall’oblò e c’era il guardiano con i pantaloni abbassati che si rimenava l’uccello come uno forsennato, ridemmo e continuavamo a scoparci. 

Paul mi chiese se volevo farlo salire, ma dissi di no, non era proprio il mio tipo e avrei preferito farlo solo con lui, per questa notte.

Ci svegliammo che c’era già fuori il sole alto, non guardammo l’ora ma i nostri uccelli erano già belli diritti, Paul mi diede un bacio passionale, si alzò, sentii un profumo di caffé, adoro svegliarmi con un buon profumo di caffè, poi sentii un gran casino di piatti e di padelle nella cambusa, che carino aveva preparato una colazione a base di uova prosciutto marmellata burro, insoma un american breakfast, come si usa anche quì in Svizzera, un brunch.

Ci sedemmo fuori sul pontile, ma questa volta avevamo su il costume e parlammo del più e del meno.

Gli dissi che facevo musica, si in effetti avevo una band e strimpellavamo ogni tanto nelle balere della regione e che il mio sogno fosse stato fare un disco, ma che costava troppo.

«Ma tesoro ti posso aiutare io »

« Senti Paul, sei gentilissimo, ma preferisco di no, sai, non per il fatto che tu mi aiuteresti, ma mi sentirei una puttana, e questa é la cosa che non voglio fare assolutamente »

« Ma, perché no, lo farei volentieri » - io risposi « no, ti prego, mi sentirei in debito con te e questo non mi va, lasciamo stare dai, pensiamo alla nostra giornata, abbiamo solo questa giornata per noi»

Mi chiese se avevo deciso di non rivederlo più e se non mi fosse piaciuto restare da lui la notte. « No, mi é piaciuto moltissimo, ma ti conosco da poco, non affrettiamo i tempi, godiamoci questo momento »… gli diedi un bacio e si mise al timone per uscire fuori dal porto.

Mi sdraiai sul bordo della panca e iniziai a sgrillettarmi il mio buco del culo voglioso e caldo ancora di sperma di ieri notte.

Ho passato un fine settimana grandioso, pieno scopate di sesso con Paul che non dimenticherò mai.

Quante scopate, quanti pompini e leccate di culo, due giorni bellissimi sul lago eccitantissimi e devo dire che un po' mi ero già innamorato di Paul.

Parlammo ancora del più e del meno, delle mie serate della mia musica dei miei sogni nel cassetto e di quello che avrei voluto fare in futuro.

Mi chiese ancora se avessi voluto rivederlo, magari andare con lui a cena o all’opera, dove a lui sarebbe piaciuto molto portarmi.

Gli dissi che avrei accettato di uscire con lui, ma ad una condizione che poi avessimo fatto l’amore, e che avrei voluto invitarlo anch’io qualche volta, certo non nei posti così lussuosi dove mi portava lui, ma che anch’io avrei voluto farlo, allora si ci sarei stato.

Mi strinse fortissimo a se, mi baciò e sentii che era innamorato di me, e mi disse « sai ti voglio bene » risposi solo « Paul é ancora troppo presto per dirlo, aspetta che usciamo insieme poi deciderai e deciderò... » ci vedemmo ancora molte volte ma questo ve lo racconterò ad un altra occasione!

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