ORSI ITALIANI MAGAZINE




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La guardia forestale (parte 1 e 2)

Un racconto di Holden


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Era l'inizio di Ottobre e il mio editore continuava a farmi pressioni per la consegna del libro che avrebbe voluto stampare per le feste natalizie.

Non che mancasse molto alla conclusione, forse un paio di capitoli, ma le distrazioni in citta' erano troppe, non so come mai, ma in quei giorni l'ispirazione per un degno finale mancava.

Decisi cosi'  di chiamare un amico, che sapevo avere un appartamento in montagna, per chiedergli se ne avrei potuto usufruire per un periodo, giusto il tempo di terminare il libro.

Lui non esito' un attimo, anzi gli avrei fatto un favore a scaldarlo un po', poiche'  ne usufruiva solo nelle vacanze invernali, almeno non lo avrebbe trovato totalmente congelato.

Cosi' partii per quel paesino in provincia di Belluno, lo conoscevo perche' anni prima ci andai proprio con questo amico e altri a fare la settimana bianca.

La baita si trovava un po' distante  dal paese. Un posto delizioso con un lago caratteristico. Il luogo era anche famoso per fatti di cronaca avvenuti decine di anni prima: due delitti misteriosi, probabilmente a  sfondo passionale, su cui  Carlo Lucarelli scrisse la storia in un libro, con la bravura e la giusta suspence che lo caratterizza.

Ecco la casetta, la si vede dalla lunga strada in salita subito fuori dal paese. La vista mozzafiato,  con le Dolomiti che gli fanno da cornice, sembra di ammirare un dipinto di Mauro Corona, tra l'altro anche lui di queste zone.

Parcheggio sotto il portico a lato della casa, accanto ad una legnaia che subito controllo sia fornita della scorta necessaria per un buon periodo.

'Ok, e' piena!' in fondo gia' lo sapevo, l'amico mi aveva informato che un signore del paese gli avrebbe fatto una buona scorta, sufficiente anche per le sue prossime vacanze invernali.

Scaricai i bagagli dalla macchina e portai tutto in casa. quando aprii la porta dell'appartamento al piano di sopra, accessibile da una scala esterna, fui piacevolmente stupito di non vedere in giro ne TV, ne'  radio; pensai... 'meglio cosi',  nessuna distrazione!'

Alzai la levetta del contatore e provai tutti gli interruttori, infilai la spina del frigorifero nella presa, ne chiusi la porta, leggendo sulla stessa un biglietto che invitava  tutti i visitatori a fare la cosa contraria nel momento in cui l'appartamento veniva lasciato.

Finalmente sistemai le valigie in camera da letto, cercai il posto adatto per appoggiare la macchina da scrivere e la risma di carta.

Si', perche'  la decisione di scrivere quegli ultimi capitoli alla vecchia maniera, fu dettata dal fatto che il portatile avrebbe potuto essere l'ennesima distrazione. La tentazione di sbirciare tutta quell'aria fritta sui social network era ormai un gesto automatico in qualsiasi momento della giornata. 'Nessuna distrazione!' dissi a voce alta.

Pensai ad accendere il camino.

Una buona quantita' di legna giaceva in una grande cesta in un angolo della stanza.  Mi sarebbe bastata per un paio di giorni.

Sistemate le cose indispensabili per iniziare la mia permanenza, guardai l'ora. Mi accorsi solo in quell'istante che avevo saltato il pranzo, erano le 15, e a parte una buona colazione per strada,mi sentivo lo stomaco brontolare.

Pensai che avrei dovuto anche acquistare un po'' di scorta alimentare e qualche detersivo, non c'erano molti prodotti in casa. Dopo' aver perlustrato accuratamente le camere e conoscendo la mia mania per le pulizie, mi accorsi che cio' che c'era non bastava. Era meglio, quindi, darsi una mossa prima che calasse il buio.

Uscendo guardai il cielo che  non prometteva nulla di buono. Scesi in paese e prima di andare al minimarket, l'unico in zona, mi diressi in un pub che ricordavo fosse aperto tutto il giorno.

E cosi'  fu, mangiai quello che la cucina proponeva senza troppe pretese, bevvi una squisita birra e  mi rilassai un'ora abbondante chiacchierando con la ragazza dietro il bancone.

Malgrado i miei gusti in fatto di sesso andassero da tutt'altra parte, non nascondo una strana attrazione per quel viso e quel corpo' da donna ruspante, il seno prosperoso, le guance rosa e i capelli rossicci mi facevano fare pensieri sconci su di lei; forse era solamente la birra in corpo', che nel frattempo' avevo ordinato per la terza volta.

'Tra poco nevichera'!' mi disse lei in un momento in cui gli argomenti cominciavano a scarseggiare, questa frase mi fece fare un balzo dallo sgabello su cui ero appollaiato. 'Cazzo! La spesa! dissi, e mi affrettai a pagare, mio malgrado lasciai 3 dita di birra nel boccale, mi precipitai fuori.

 Ormai era calato il buio, e una strana brezza pungente sfiorava il mio viso. Entrai nel Market dove alcune donne conversavano tranquillamente con la commessa, mi guardarono tutte con sospetto, ma le ignorai, presi un cestino accanto alla cassa e feci il giro tra le corsie.

Quando pensai che cio' che avevo preso potesse bastare per qualche giorno, mi avvicinai alla cassa dove le donne chiacchierone smisero di parlare, scrutandomi dalla testa ai piedi.

'E' di passaggio?' mi disse la cassiera per rompere quel silenzio che stava diventando imbarazzante...

'No, sono un regista' dissi, 'sto facendo un sopralluogo per un film sui delitti del lago', fu la prima cosa che mi venne in mente, giusto per vedere la reazione sulle loro facce, tra lo stupito e l'incuriosito.

'Bene...' disse la cassiera, 'allora restera' per qualche giorno?' continuo' lei, 'tanto quanto basta' replicai; intanto i miei prodotti passavano veloci sul nastro della cassa, uno per uno sullo scanner.

Pagai col bancomat, e mi accorsi che le comari cercavano di sbirciare con sguardi indagatori la tessera per capire dalla dicitura bancaria la mia provenienza.

La misi velocemente in tasca senza dare loro questa opportunita'. 'Le ha messe le catene?' continuo' la cassiera, 'perche'?' risposi, lei fece un cenno del capo' indicandomi la vetrata del negozio.

Fuori ormai tutto bianco il paesaggio che si presentava, la neve malgrado fosse meta' ottobre cadeva a grandi fiocchi, da li' a poco le strade sarebbero diventate percorribili solamente con le catene montate.

Mi affrettai a riempire le buste e pensai che probabilmente senza catene sarei riuscito ad arrivare alla baita, infondo erano solo un paio di chilometri.

Infilai le buste sui sedili dietro e partii. Come non detto appena fuori dal paese dove le auto non avevano transitato, la situazione divento' subito preoccupante, in 15 minuti almeno 10 cm di neve si era detositata, e con le gomme che avevo non sarei potuto piu' andare oltre.

Accostai a lato di quella strada che a malapena potevano transitare 2 auto, sperando che niente di piu' ingombrante potesse sopraggiungere, mi misi il berretto e aprii il bagagliaio per prendere le catene da montare.

Quando ne presi una tra le mani la guardai con il dubbio di non sapere cosa stessi facendo, non ricordavo quando avessi montato una catena e da dove incominciare.

In quell'istante una grossa auto che scendeva dalla strada che avrei dovuto percorrere si fermo' dal lato opposto,'Tutto bene? serve una mano?' disse la voce al di la' del finestrino.

'Heeem... non saprei...' risposi continuando a fissare quella catena che sembrava una matassa da districare. L'uomo scese inserendo un lampeggiante sulla capotta che in quel momento mi parve un faro nella notte.

Si avvicino' con una grossa torcia e me la porse, 'Tenga, e faccia luce, ci penso io'.

Io lasciai che prese dalle mie mani la catena e afferrai la torcia con entrambe le mani gelide come in trance, un po' irrigidito dalla temperatura, un po' con lo stupore di questo sconosciuto che con nessuna titubanza prendeva iniziative vedendomi inebetito.

In meno di 15 minuti mise le catene in entrambe le ruote anteriori, senza preoccuparsi del freddo e della neve che continuava a scendere fittissima.

Quando il lavoro termino' mi chiese dove ero diretto. Io sempre in una sorta di ipnosi con la torcia ancora puntata sulla ruota, gli risposi: 'Stavo tornando a casa... cioe' non e' proprio casa mia... ma ci staro' per un po'', lui vedendomi ancora immobile mi tolse la torcia dalle mani e rispose: ' Allora sara' meglio che si affretti, visto come scende non vorrei facesse fatica a trovare la strada, siccome non e' del posto', non avendo risposta continuo' 'preferisce che le faccia da apripista?', 'magari... qui' sembrano tutte uguali le strade... con la neve poi...'.

Gli spiegai di quale casa si trattasse e lui capi' al volo, conosceva ogni anfratto di quelle montagne perche' ci era nato e cresciuto. Arrivammo alla baita senza problemi, io misi l'auto sotto al solito porticato e lui accosto' restando in auto, scesi, raccolsi le buste della spesa con le mani indolenzite e avvicinandomi a lui gli chiesi' Come posso sdebitarmi?' Lui disse che era un dovere, e solo in quel momento mi accorsi che sulla fiancata della sua auto, in quel momento illuminata dalla luce della lampada fuori dalla porta dell'appartamento vuoto sotto al mio, la scritta GUARDIA FORESTALE.

'Insisto' dissi 'almeno le posso offrire qualcosa di caldo? Con sto freddo una tisana o un caffe'...', lui resto' un'attimo a pensare guardandomi, po'i scrutando la casa, 'va bene, ma solo 10 minuti perche' sono in servizio'.

Parcheggio' un po' meglio la Jeep tanto per non intralciare la strada, come se con quel tempo' qualcun' altro potesse transitare di li'. Mi segui' per le scale ed entro' dopo' di me chiudendosi la porta alle spalle.

Gli dissi di togliersi il giaccone e il berretto e appoggiarli sulla poltrona accanto al camino, che per fortuna mi ricordai di accendere prima di uscire, almeno si sarebbero asciugati un po'.

Cosi' fece e intanto che sistemavo la spesa e mettevo a bollire l'acqua per una tisana, gli chiesi se poteva alimentare il camino.

Quando tornai in soggiorno il suo fondoschiena attiro' la mia attenzione, stava mettendo legna sulle braci in una posizione molto eccitante.

Mi senti' camminare e si giro' alzandosi, mi prese quasi un tremore quando vidi il suo viso, che fino in quel momento non avevo notato a causa di quel berrettone con copri-orecchie e bavero del giaccone alzato.

Aveva un viso bellissimo con occhi verdi, una barba chiara non molto lunga con accentuato il baffo e la mosca sotto al labbro, segno che li portava cosi' e la barba era solo occasionale per pigrizia nel curare quel pizzetto alla moschettiere.

I capelli un tono piu' scuri,corti e un po' arruffati dal berretto tolto, le labbra carnose e le guance arrossate dal freddo, la carnagione era chiara con ancora una leggera abbronzatura, residua dall'estate precedente probabilmente.

Mi avvicinai e finalmente ci presentammo, un nome curioso che fino ad allora non avevo mai sentito,'Piacere Antimo' disse, 'Io Holden, il piacere e' mio' dissi, intanto che il bollitore fischiava parlammo un po' di noi e della stranezza e l'origine dei nostri nomi.

Ci sedemmo uno di fronte all'altro accanto al camino in manica di camicia perche' il calore aumentava, almeno dentro di me sicuramente, non certo per il camino.

La tisana era pronta e gli porsi una grande tazza che avevo trovato in cucina scompagnata dalla mia che era piu' stretta ma piu' alta. I nostri sguardi non si abbassavano mai, continuavamo a fissarci negli occhi anche quando i dialoghi si interrompevano per soffiare nelle rispettive tazze per raffreddare la tisana quel poco per renderla bevibile.

Notai pero' la sua mano sinistra, mentre quella destra teneva la tazza, l'altra era appoggiata sulla coscia quasi all'inguine, e col pollice sfiorava la patta che notavo ben gonfia. Lui vide che il mio sguardo era sceso in quella direzione muovendo il pollice in modo sempre piu' frenetico.Io probabilmente arrossii, perche' alzando lo sguardo ancora sui suoi stupendi occhi verdi vidi che un sorriso a mezza bocca apparve sul suo viso.

Proprio in quell'istante il suo cerca-persone suono', lo prese lo guardo' e disse: 'Devo proprio andare... mi cercano...' Si alzo', appoggio' la tazza ormai vuota sul tavolino che ci divideva, e comincio' a rimettersi il maglione, subito dopo' il giaccone infilando il berretto in tasca.

Lo accompagnai alla porta confidandogli quanto fossi dispiaciuto che dovesse gia' andare via, dovevo inventarmi qualcosa per convincerlo a restare, quando lui apri' la porta mi allungo' la mano in segno di saluto, solo in quell' istante mi venne in mente che negli anni 80 si usava per far capire a qualcuno che ti eccitava e avresti voluto farci sesso, con il dito medio dando la mano si solleticava il palmo dell'altro.

Cosi' feci come ultimo tentativo, lui stava dicendo qualcosa in quel momento, che sinceramente nemmeno ascoltavo, e partii col dito. Lui si ammutoli' e mi fisso' intensamente negli occhi per qualche istante che mi sembro' tra lo stupito e l'infastidito, invece mi tiro' verso di lui e mi bacio' intensamente tenendomi con le mani le guance. Le nostre lingue si cercavano, si esploravano, si intrecciavano, il suo sapore sapeva di buono, di maschio.

Le mani incominciavano a esplorare i nostri corpi attraverso i vestiti, gli tolsi nuovamente il giaccone lasciandolo cadere in terra, con un piede richiusi la porta e lo trascinai ancora in soggiorno senza staccare le nostre bocche, cominciammo a spogliarci reciprocamente...

Continua...


 PARTE SECONDA

Antimo era poco piu' alto di me, il suo corpo' era muscoloso ma non in modo esagerato, spogliandolo scoprii un busto peloso ben distribuito sui pettorali definiti, da cui si intravedevano due capezzoli rosa eretti come due perle. 

Sulla pancia che sporgeva leggermente, ma molto tesa e soda il pelo circondava la zona ombelico con una striscia che si collegava col petto.


Continuai a spogliarlo, calandogli i pantaloni scoprendo un corpo' ben proporzionato, i suoi boxer bianchi con fascia elastica blu di una nota marca, gli stavano d'incanto, essendo a vita bassa facevano intravedere i peli pubici leggermente piu' scuri di quelli chiari del petto e della pancia.

Con le mani gli tastai le natiche belle sode e tonde, scesi sulle cosce, anche queste con discreto pelo, tornite e muscolose.

Lui intanto faceva altrettanto con me, le sue mani esploravano ogni centimetro del mio corpo' ormai al massimo dell'estasi.


Tolto tutto il superfluo, rimanemmo entrambi in boxer, come se quella parte la avessimo tralasciata di proposito per goderne maggiormente la vista in un secondo momento.

Mi infilo' le mani nei boxer scendendo dalla schiena, assaggiando con le dita la consistenza dei miei glutei, io feci lo stesso mentre i nostri corpi attaccati potevano sentire le eccitazioni reciproche.

Gli succhiai quei capezzoli che mi sembrava mi chiamassero, prima l'uno e po'i l'altro, alternandone lo stimolo con le dita quando la mia bocca passava al resto del corpo'.

Io fui il primo ad abbassargli il boxer, il suo pene al massimo dell'erezione era un totem, una divinita' al quale non si poteva far meno che inginocchiarsi e baciarlo, era della giusta misura e proporzione. 


Io a differenza di molti non gradisco i super-dotati, un pene e' perfetto quando ci puoi fare tutto cio' che desideri, giocarci in tutti i modi senza difficolta' sia nei rapporti orali che in quelli anali.

Lui era perfetto per entrambe le cose, dal colore chiaro il tronco e un rosa intenso il glande, il pelo che lo circondava era soffice e profumato, anche le sue natiche erano coperte in gran parte da una peluria chiara e invitante, e quelle fossette laterali mi facevano impazzire.


Non potetti resistere, scesi con la bocca fino a baciare quel membro che sembrava non aspettasse altro, con la lingua lo assaggiai da prima sul frenulo poi tutto intorno al glande fino a prenderne in bocca una gran parte, mi piaceva il gusto, la forma, il profumo.

Alcune gocce del suo piacere le sentii chiaramente sulla lingua, dolci come miele. poi con la lingua esplorai il suo scroto prendendo in bocca uno ad uno i suoi testicoli; Antimo emetteva gemiti di piacere e con le mani sulla mia testa mi implorava di continuare.


Gli allargai leggermente le gambe e con le dita prima lubrificate con la mia bocca incominciai a farmi spazio tra le sue natiche sode, feci scorrere le dita su e giu' dal solco fino a soffermarmi dove il calore era piu' intenso, il suo ano fremeva di piacere, lo sentivo che si stringeva intorno al mio dito ormai dentro per meta'.

Questo stimolo aumento' le gocce di godimento che continuai ad assaporare tenendo quel dolce totem in bocca fino alla radice.

Mi propose di metterci piu' comodi perche' anche lui avrebbe voluto assaggiare il mio corpo'. Ci coricammo in terra sul tappeto davanti al camino, dopo' aver spostato poltrone e tavolino.


Lui si mise sopra di me, baciandomi dalla bocca al collo, scendendo al petto e succhiandomi i capezzoli che dall'eccitazione erano diventati turgidi, li stuzzico' con la lingua e coi denti, scendendo per il corpo lecco' tutto il pelo che trovava, mi lecco' la pancia infilando la lingua nell'ombelico, scese ancora fino al mio pene, lo bacio' per tutta la lunghezza, bacio' il mio scroto per tornare sul pene, lo prese in bocca delicatamente, i suoi movimenti con la lingua mi provocavano brividi in tutto il corpo'.

Se lo gusto' a lungo succhiando e leccando con movimenti ritmici, a volte si fermava quando il glande gli sfiorava la gola, in quella posizione statuaria col respiro affannoso, cercandomi con lo sguardo in un segno di approvazione.

Mi alzo' le gambe per arrivare con la lingua nelle parti in cui in quella posizione non era possibile arrivare, la sua lingua come un esploratore cercava tutto quel che il mio corpo' poteva offrirgli.


Il piacere era indescrivibile, arrivo' al mio ano lubrificandolo come nessuna crema era in grado di fare.


Sollevo' ancora le mie gambe impugnandole dalle caviglie e con un piede sistemo' sotto al mio sedere un cuscino preso dalla poltrona, si chino' dietro di me col suo sesso super eccitato, lo appoggio' al mio buco facendomi intuire le sue intenzioni, io con le mani allargai le natiche, un gesto che dimostrava quanto lo volessi e che ero pronto a ricevere tutto il piacere che quell'uomo per me stupendo poteva darmi.

Mi penetro' delicatamente soffermandosi per farmi abituare a quel totem cosi' perfetto.

A piccoli colpi dentro e fuori entro' in tutta la lunghezza, era bravo ed esperto, i suoi movimenti ritmici sembravano fatti solo per il mio piacere, ma guardandolo mi accorsi che anche lui era in una maschera di goduria.

Con una mano prese il mio pene che nel frattempo' produceva copiose gocce di pre-sperma, e incomincio' a masturbarmi con lo stesso ritmo delle sue spinte.

Continuammo per parecchio tempo', interrompendo i movimenti quando uno dei due stava per raggiungere l'orgasmo, per far durare tutto il piu' a lungo possibile.


Nell'istante in cui i nostri sguardi d'intesa ci fecero capire che era giunto il momento, il ritmo aumento', gli strinsi forte le natiche con le mani seguendo quella danza tribale, e il piacere raggiunse il culmine.

Venimmo contemporaneamente, lui dentro di me con una serie di getti caldi e abbondanti che potei percepire totalmente, io venni sul mio ventre fino a raggiungere il collo.

Lui rimase dentro chinandosi su di me, i nostri corpi sudati e incollati dal mio seme rimasero cosi' a lungo, le nostre bocche si cercavano e le lingue pure. Ci abbracciammo forte e ci addormentammo in quella posizione per non so quanto tempo'.

Quando ci svegliammo il fuoco del camino stava per spegnersi, ci alzammo, ancora un po' di legna per alimentare la fiamma e ci andammo ad infilare sotto la doccia insieme.

Lavandoci reciprocamente i nostri corpi si ripresero dalla stanchezza, e i nostri membri sembrava non ne volessero sapere di riposarsi.


Mi presi nuovamente in bocca il suo pene perfetto e cominciai una succolenta scopata orale. poi Antimo mi sollevo' prima di raggiungere l'orgasmo e si chino' ai miei piedi.

Come sapeva muovere la lingua sul mio glande lui,  mai ne avevo trovati.

Adorava affondarlo in gola fino a che il pelo pubico non gli solleticava le narici. Alternando gli affondi con una penetrazione anale col dito medio nel mio buco ormai violato e nuovamente lubrificato dal doccia-schiuma.


Lo alzai a mia volta per girarlo di schiena, mi chinai su quel sedere da urlo,  gli allargai le natiche con le dita, con la lingua percorsi tutto il solco per poi fermarmi in quel buco che avevo esplorato solo con un dito, la lingua entrava dolcemente, Antimo respirava affannosamente con alternati gemiti di piacere, lo lubrificai con la saliva, mi alzai e col mio membro ormai duro da farmi male, lo penetrai, prima dolcemente poi sempre piu' forte, quasi in modo animalesco.

Lui mi incitava a spingere piu' forte e che quel dolore che sentiva all'inizio si trasformava in un piacere indescrivibile.


Gli presi il pene con la destra, mentre con la sinistra gli accarezzavo i testicoli a volte stringendoli quando me lo chiedeva.

Lui con le mani una dietro sul mio gluteo accompagnava gli affondi, l'altra mi prendeva la testa avvicinandola alla sua, girato di lato le nostre lingue si incontravano.

Era tutto bellissimo con Antimo, il suo odore il suo sapore mi facevano andare in estasi.Io venni per primo, dentro al suo corpo' bello come mai.

Lo girai e volli assaggiare tutto di lui, continuai con la bocca la masturbazione e dopo' non molto venne con un urlo liberatorio, accolsi il suo seme in bocca e ne assaporai quel nettare delizioso.

Lui mi volle baciare per gustarsi con me quanto ne avevo decantato la delizia.


Antimo divenne il mio amante segreto per tutta la permanenza in montagna, l'unica e piacevole distrazione.

La sera quando finiva il turno passava spesso da me.

Non sempre facevamo l'amore, a volte restavamo semplicemente abbracciati davanti al camino scambiandoci baci e fusioni, massaggi e ancora baci intensi.

Grazie a lui mi torno' l'ispirazione nello scrivere, e riuscii a terminare il libro prima del previsto; che spedii al mio editore invece di portarlo di persona, questo solamente per trascorrere ancora qualche giorno in piu' col mio uomo bellissimo.

Tornero' sicuramente da queste parti dopo' la presentazione e la promozione del libro, Antimo lo sa, me lo ha fatto promettere, e io mantengo sempre la parola data.

A Natale e' uscito il libro, sta vendendo molto bene. Nella seconda pagina ho imposto all'editore tra i ringraziamenti una dedica: 'Alla persona che ha reso questo libro migliore, ti amero' per sempre A.'.

fine

Per commenti che son sempre graditi la mail e':

giovaneholden67@gmail.com

 


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