Eternity ti ordina di ritornare dall'eternita' - Un romanzo di Davide Sirignano

 

Casa editrice: Fiori di Campo

Collana I Papaveri

Formato:14x20.5

Pagine 176

¤ 12.20

Autore: Davide Sirignano

Web: www.edizionifioridicampo.it

 

Trama

 

Una serie d'omicidi dettati da oscure motivazioni affliggono la citta' di Roma: un killer burlone perpetra i suoi delitti proprio allo scoccare delle feste.

L'investigatore, Fabio Ferroni, si avventura in tortuose indagini, di risonanza comica e grottesca, per arrivare alla soluzione dell'enigma. Non sara' facile perche' si assommeranno le drammatiche vicende personali del suo compagno Alessandro e della ex fidanzata Eterniti, ma l'entrata in scena di un coraggioso ragazzino, Erik, e di sua nonna Fideles, condurranno Fabio verso strade interiori inesplorate e lo aiuteranno a risolvere un caso intricato. L'assassino trovera' un volto?

 

Piccolo estratto

 

Capitolo 1

 

Cappello di medusa

 

Erik e' il nome di un ragazzo, forse dovrei dire bambino, nella pericolosa eta' dell'adolescenza dove tutto puo' accadere e dove niente risulta essere al suo posto. Questo bambino di tredici anni ha un'intelligenza fuori dalla norma, per questo ve l'ho introdotto come ragazzo; ha una maturita' nei comportamenti veramente spiazzante, per non parlare di quella psicologica, ma ho errato nel dire psicologica perche' lui e' la persona piu' limpida e armoniosa nei sentimenti che abbia mai visto: la sua e' maturita' sentimentale.

Ad Erik piace moltissimo andare al parco con sua nonna Fideles, che ama chiamare Fide, quel parco che si trova nelle adiacenze della loro casetta, uno di quei parchi dove i bambini vanno a gettarsi su scivoli colorati; li' ce n'e' uno blu e giallo parecchio alto, delle altalene con seggiole rosse e catene color grigio ferro, un girello giallo e blu, sempre in movimento. Accanto si erge una casetta di legno con balaustre per arrampicarsi con un ponte di corda che conduce nella torretta maestra munita di bandierine svettanti, ogni qualvolta il vento decide di far sentire la sua presenza.

Erik, dopo esser scivolato diverse volte dalla maggiore attrazione del parco, decise di tornare a sedersi nella panchina dove sua nonna, con consueta bravura e abile mano, confezionava un maglione. Il filo lanoso che i ferri tramutavano prodigiosamente in un capo terminava in una cesta di vimini in cui un gomitolo lilla rotolava armoniosamente tra variopinti altri gomitoli dalle piu' svariate colorazioni.

Disse Erik, appoggiando la testa sulle gambe di sua nonna: "Non e' un controsenso nonna?"

"Cosa?", argomento' con calma Fideles.

"Beh, stai confezionando un maglione lilla in piena estate in cui sono raffigurate delle piccole meduse color prugna che sguazzano in un mare verde immaginario.".

"Se e' questo quello che riesci a vedere?"

"Perche' tu cosa vedi, nonna?"

"Io vedo una grande corsa all'ippodromo appena terminata, vedo il cavallo vincitore Castore e il suo cavallerizzo Polluce gioire. I tecnici, i funzionari, il pubblico vincitore si avvicinano per esaltarli."

"E cosa c'entra tutto cio' con le meduse?"

"Mi sembra tutto chiaro: quelle non sono meduse, bensi' un copioso numero di cappelli lanciati in aria con foga!"

"Con il cielo verde?"

Nell'attesa di una nuova risposta il bambino fissava delle formiche trasportare delle enormi arachidi dentro la loro tana. Quel continuo viavai di insetti in processione stava provocando in lui una sonnolenza crescente che appesantiva sempre di piu' i suoi occhi.

"Entra nel mondo dei sogni, perditi tra le mie braccia", gli sussurrava Morfeo nelle orecchie, ma proprio mentre si stava abbandonando si senti' un urlo, anzi varie urla. Destatosi il ragazzo guardo' in direzione dello scivolo dove si agitavano instancabilmente dei bambini: il complesso di ferro si era leggermente piegato sulla destra. Nessun genitore era accorso alle richieste di aiuto dei figli e cio' era strano: tutti erano privi di sensi sull'erba.

"Presto nonna dobbiamo intervenire." disse Erik con grande prontezza. Ma come fare visto che i bambini stavano precipitando inesorabilmente nel vuoto?

Erik fisso' con astuzia il ponte di corda della casetta poi guardo' sua nonna che annui' dicendogli: "Corri, corri Erik.". Il ragazzo giunse alle due corde portanti del ponte, opposte allo scivolo, estrasse un coltellino dal suo portachiavi milleusi e taglio' le due sommita'; approfittando delle altre due ancora attaccate saldamente, raggiunse un albero adiacente allo scivolo e comincio' a legare i due capi: creo' una specie di amaca irregolare con un estremo a cinquanta centimetri dal basso.

"Bambini saltate sul ponte di corda, non temete io sono sotto a prendervi quando rimbalzerete." rassicuro' Erik i ragazzi impauriti, tutti uno per uno si gettarono sull'amaca. Ne rimase solo una, che era paralizzata dalla paura.

"Tamara forza, un po' di coraggio, c'e' Erik a prenderti, devi fidarti, ti prego." disse la nonna

"No, ho paura, non posso muovermi Fideles."

A questa frase lo scivolo si piego' ancora di piu' sulla destra e improvvisamente un'ombra minacciosa dall'alto avvolse la bambina, oscurandola. Tamara alzo' gli occhi, ma vide solo la base di un elicottero.

"Vado a prenderla nonna!", disse coraggiosamente Erik che sali' fino in cima e afferro' la sua amica terrorizzata. Ma il peso dei due fece cadere il complesso in un colpo solo, i due si aggrapparono al ferro saldamente sperando in un atterraggio non troppo violento.

"Nonna aiuto!!" urlo' Erik.

A cinquanta centimetri da terra lo scivolo si fermo' improvvisamente, Erik vide sua nonna sciogliersi i lunghi capelli fluenti al vento. Questi si alzarono sopra la sua testa, il suo sguardo divento' improvvisamente serio, e i suoi occhi da verde diventarono blu, come la notte. Con le braccia tenne indietro tutti i bambini gia' salvi e ordino' al nipote ad alta voce: "Presto scendi da li' e' molto pesante!".

"Si' nonna.", cosi' Erik porto' in salvo se stesso e Tamara, ma dopo pochi secondi lo scivolo cadde rumorosamente sul brecciolino.

I genitori, dopo essersi rianimati da quello strano sonno, videro venire verso di loro i rispettivi figli, alcuni sconvolti e con le lacrime agli occhi indicavano lo scivolo crollato. Venne verso di loro anche la polizia, che nonna Fideles aveva successivamente chiamato, ma tutti erano incapaci di spiegarsi come potesse essere successo un fatto cosi' curioso, come dai referti della scientifica si fosse scoperto che i bulloni dello scivolo erano stati tutti svitati con cura e che sull'erba c'era traccia di una sostanza soporifera altamente volatile: il cloroformio.

Com'era possibile che tutti si fossero addormentati nello stesso momento?

 

 

 

Note Biografiche

 

Davide Sirignano nasce il 4 giugno del 1976 a Roma.

Dopo aver intrapreso la facolta' di Scienze Biologiche all'universita' "La Sapienza" di Roma capisce di avere spiccate attitudini per la letteratura, alimentate anche dalla lettura attenta di testi classici e contemporanei.

Inizia cosi' a scrivere il suo primo romanzo che e' un atto d'amore verso sua madre: "Quello che non si dimentica".

Si inscrive alla facolta' di Sociologia e contemporaneamente frequenta un corso di giornalismo. In questo periodo comincia a prendere forma nella sua mente la storia e i personaggi di "Lagodoro ­ Il miracolo diverso".

Si diletta con racconti e poesia e, dato il suo grande amore per il cinema, scrive recensioni cinematografiche; si cimenta anche nella scrittura teatrale, la sua prima commedia in assoluto e' "Preferisco la ciliegia" rappresentata, con grande successo, a Modena nella rassegna della compagnia "La Manica Tagliata".

La sua prolifica vena creativa lo ha gia' portato a scrivere il suo quarto libro, un dramma a tinte gialle, e la terza commedia teatrale a sfondo religioso.