ORSI ITALIANI MAGAZINE


Il cinema a luci rosse (parte seconda)

Un racconto di Alio

Heila', buongiorno, piccolo, dormito bene? - Cosi' mi sveglio' mio padre, allegramente e con uno sguardo indagatore - Benissimo! -, risposi, - come un vero Principino -. Gli feci un gran sorriso, lo abbracciai come mai avevo fatto prima e dissi: - a te come e' andata quest'altra notte di LAVORO?

Papa' alla domanda non rispose, continuo' a sorridere ed a scrutarmi con sguardo sempre piu' indagatore. Cio' poteva significare solo che, dall'ultima telefonata fatta ieri sera qui a casa, papa' non ha piu' sentito l'amico Paolo. Gia' Paolo, non posso fare a meno di pensare a quanto sia accaduto la sera prima. Forse e' proprio questo che papa' vuol sapere: come e' andata ieri sera tra me e Paolo, il mio padrino, nonche' il migliore amico di papa'. Quanto successo ieri per me e' stato come un ciclone che mi ha trasportato su in alto, togliendomi ogni capacita' di ragionevole lucidita': la mia prima volta in un cinema a luci rosse, trovarci Paolo, vedere Paolo scoparsi, da vero stallone, quel ragazzotto, scoprire poi di mio padre e Matteo, di mio padre ed il tenentino e chissa' quanti altri.

Ma soprattutto l'essere iniziato al sesso da Paolo, si!, e' stato come un ciclone dal quale mi son lasciato trascinare senza alcuna resistenza, ma che non mi ha fatto del male, anzi, mi fa sentire, come dire, felice! Ma la cosa che piu' mi eccita ora, e' sapere che MIO PADRE SA o meglio immagina cosa puo' essere successo ieri tra me e Paolo; sa anche che IO SO cosa possa essere accaduto, sempre ieri, tra lui ed il bel tenentino. - Cosa succedera' a questo punto? - mi chiesi con un inizio di inquietudine, - devo condividere le mie ultime esperienze con papa'? Devo a mia volta, oltre a quanto scoperto dei segreti di papa', raccoglierne le confidenze? Papa' interruppe i miei pensieri chiedendomi: - allora piccolo a cosa devi questa nuova e curiosa luce nei tuoi occhi? E, poi, come mai hai dormito nel mio letto? - Spero non ti dispiaccia papa', ma volevo stare piu' comodo - dissi solamente sorridendo sornione ed aggiunsi - sai tu non c'eri e dormire nel tuo letto era come sentirti vicino, come averti a fianco -. Lo guardai negli occhi nel dire cio', lui non abbasso' lo sguardo, per niente turbato dalle mie parole, mi abbraccio' teneramente, mi bacio' sulla guancia e mi rispose: - no! Cucciolo, non mi dispiace che tu abbia DORMITO nel mio letto; potrai farlo ogni qualvolta tu lo desideri -, mi sussurro' poi in un orecchio. - Bene! Ora pero' bisogna che tu ti alzi, sono gia' le sette non vorrai fare tardi a scuola? ed anch'io devo, purtroppo, tornare al lavoro; vista l'emergenza di stanotte, ho ottenuto solo l'esonero alla sostituzione di Mimmo oggi pomeriggio. Sono libero, se vuoi vengo a prenderti a scuola e andiamo da qualche parte a parlare, a continuare il nostro discorsetto, sono curioso di sapere cosa ti ha donato questa espressione felice che hai stamane-

- Mi farebbe piacere, - risposi frettolosamente, - ma oggi devo studiare con Matteo, domani avremo la prova finale di algebra, sai che e' il punto debole di Matteo, ho promesso di aiutarlo a prepararsi e poi, pare, ci raggiunga anche suo cugino Alessandro, per rilassarci andremo a fare un giretto in macchina; credo abbiano in mente qualcosa quei due - lasciai cadere il discorso senza mai smettere di guardare Papa' che, nel frattempo, si era preparato per una veloce doccia. - Non fa niente - disse mio padre, - e' giusto! prima il dovere vorra' dire che trovero' qualcosa di interessante da fare, - concluse e lo disse come se fosse un messaggio in codice, poi in boxer e ciabatte si reco' in bagno per il rito della barba e della doccia. Lo osservai come gia' avevo fatto altre volte, ma oggi con la consapevolezza che con quel corpo virile e cosi' eccitante mio padre aveva soddisfatto tante bocche golose e sfondati tanti culetti, chissa' forse anche quello del mio amico Matteo, cosi' tanto 'maschietto'. - Scopriro' anche questo, - dissi fra me e me. Intanto ora cogliero' l'occasione per provocare papa'; gli chiesi: - ti dispiace se intanto che ti sbarbi io faccio la doccia? - dividere il bagno era una cosa che non accadeva piu' da diversi anni, forse sin da quando avevo compiuto gli otto/nove anni. Mi eccitava l'idea di farmi vedere nudo da mio padre e, ancor piu', vedere lui completamente nudo. - Come vuoi, - si limito' a dire papa', - prima pero' togli le lenzuola dal mio letto, credo siano da cambiare, non credi anche tu? Mi affrettai a cambiare le lenzuola del lettone di papa' li ficcai dentro in lavatrice, poi corsi in camera mia, presi delle mutande pulite e raggiunsi mio padre in bagno.

Era ancora in boxer, le pelose gambe tese e leggermente divaricate consentivano di immaginare le sode e robuste natiche di papa': un vero spettacolo completato dalla larga schiena perimatrata da due spalle possenti da dove partivano le muscolose braccia, il tutto ricoperto da una densa, ma piacevole peluria, per lo piu' ancora scura; papa' agito' con la mano destra la bomboletta spray della schiuma da barba. Quel movimento ritmava in modo eccitante anche il suo petto riflesso nello specchio difronte; si senti' osservato e la noncuranza dimostrata al mio ingresso in bagno fece spazio ad uno sguardo piu' attento. Intanto che spalmava la schiuma sul viso, papa' osservava il mio spogliarello; feci scorrere l'anta d'ingresso al box doccia, aprii il rubinetto e con il dosatore cercai la temperatura piu' appropriata, l'acqua scorreva ed il vapore appanno' il vetro gia' opaco dell'anta. Lanciai una occhiata a mio padre, il quale aveva iniziato a radersi ma senza mai perdere di vista i miei movimenti Mi rigirai, dandogli le spalle ed iniziai a spogliarmi degli ultimi, per la verita' pochi, indumenti che indossavo: ciabatte, maglietta e slip. Adagio sfilai la maglietta, l'avvicinai al naso per sentirne l'odore, poi la buttai nel vicino bidet. Volevo essere certo che mio padre mi stesse osservando, girai di scatto la testa verso di lui, il quale, dallo specchio incontro' i miei occhi, gli sorrisi con malizia, mi rigirai e lentamente feci scivolare lo slip sino alle ginocchia, poi sino a terra. Sempre lentamente mi chinai per raccoglierlo e lo feci tenendo tese e leggermente divaricate tutte e due le gambe; immagginai mio padre guardare quello spettacolo, lo immaginai soffermarsi sul mio pallido ma rotondo e gia' sodo culo, concentrare lo sguardo sul mio buchetto che in quella posizione doveva essere ben visibile, lo stesso buchetto ormai non piu' vergine dalla sera prima. Immagginare tutto cio' mi porto' ad una seppur leggera ma incontrollata eccitazione, che fece diventare barzotto il mio pisello. Con falso pudore coprii la parte con tutte e due le mani, mi introdussi dentro la doccia, lanciando un ultima occhiata in direzione di mio padre. Allo specchio ricontrai il suo sguardo e questa volta fu lui ad abbozzare un sorriso sornione. Mi insaponai con cura, soffermandomi sulle parti piu' intime, lo scappellare il mio uccello per una piu' accurata pulizia favori' una vera erezione. Anche da qui immaginavo mio padre osservare allo specchio tutte le mie mosse e seppur in modo opaco doveva riuscire a distinguere ogni parte del mio corpo. Volevo accertarmi del suo interesse, gli chiesi: - sei in ritardo papa'? Vuoi che ti lasci la doccia? -, Sentii come deglutire e con voce apparentemente calma si limito' a dirmi: - stai tranquillo cucciolo, fai pure con calma la tua doccia, prenditi tutto il tempo che ti serve -. In quel momento gli giravo le spalle, allargai bene le gambe e con la mano destra mimai una azione di palpeggio di tutta la parte del mio inguine, lo feci con calma, quasi come per accarezzarmi piuttosto che pulirmi. Il mio uccello era in tiro, la mano scivolava su e giu'; indietreggiai giusto quanto necessario per fare aderire le chiappe contro il vetro dell'anta e in quella posizione iniziai come una danza: le mani passavano dalla testa al petto, le facevo scivolare lungo i fianchi e soffermarsi sulle chiappe, scendere sino alle caviglie, i piedi per poi risalire all'altezza dell'inguine dove ormai il mio arnese aveva raggiunto la sua massima estensione. Immaginavo in tiro anche l'uccelone di papa'; volevo vederlo, capire cosa stava facendo, forse anche lui lo aveva tirato fuori dalla patta e lo stava menando osservando il culetto di suo figlio. Ero eccitatissimo, decisi di osare, mi girai verso di lui, nascondendo con le mani quanto ormai era incontenibile. Il vetro appannato a malapena riusciva a farmi vedere oltre; papa' era ancora davanti allo specchio, ma non avrei potuto dire se fosse girato verso di me oppure no. Volevo andare oltre, alzai tutte e due le braccia verso il getto dell'acqua scoprendo cosi' il mio inguine e con esso il mio cazzetto in tiro, avanzai verso l'anta di vetro e stavolta, come casualmente, vi appoggiai il mio petto, il piatto ventre e conseguentemente l'asta turgida che denunciava il mio stato di eccitazione. Se anche fosse girato verso lo specchio papa' avrebbe visto riflessa l'anta della doccia e quanto io spudoratamente stavo facendo. Per aiutare sia la sua visuale che la mia, con le mani cercai di disappannare il vetro. Intravidi la figura di mio padre, era girato verso di me, immobile, solo il braccio destro sembrava fare dei movimenti, la sua mano si agitava lentamente all'altezza dell'inguine. Questo era quello che riuscivo ad intravedere o che forse, mi piaceva credere di vedere; in quel momento non avrei potuto averne certezza, l'unica certezza era che volevo godere, volevo sborrare convinto che mio padre non si stesse perdendo una sola delle mie azioni. Iniziai a segarmi il cazzo senza piu' ritegno, con lo sguardo fisso in direzione di mio padre, ebbi la sensazione che lui si fosse avvicinato alla doccia; sfregai ancora tutte e due le mani sul vetro, cercavo di vedere meglio, sembrava che anche papa' ritmasse la mano destra all'altezza del suo inguine, intanto io menavo e menavo sempre a ritmo piu' veloce, ero al culmine, con voce roca sbiascicai:- papa' ancora' un minuto ed ho finito, un ultimo tocco ed arrivo -. Papa' con voce trascinata mi rassicuro':- si bello, dai l'ultimo tocco, goditi questo momento, il tuo paparino e' qui che ti guarda ed aspetta il suo turno -. Quelle parole mi portarono al godimento: la sborra si spiaccico' sull'anta della doccia; -si!, oh si! -, non riuscii a trattenere queste lamentose affermazioni, e appoggiai le labbra sul vetro dell'anta. Avevo goduto e papa' aveva visto tutto? Non ne avevo la certezza ma mi piaceva pensarlo. - Adesso esci -, disse papa' dopo che mi ebbi ulteriormente risciacquato e mi allungo' l'accapatoio. Aprii la porta della doccia, senza pudore completamente nudo, il pisello intanto era tornato a riposo uscii per lasciare spazio a mio padre, mi scostai un po', salii sul tappetino davanti ai sanitari, indossai l'accapatoio ed iniziai ad asciugarmi lentamente, come a massaggiarmi, poi, come ad incoraggiarlo, chiesi a mio padre: - la doccia e' libera, non entri? - Si! Certo, rispose quasi con tono imbarazzato e girandosi sulle spalle si sfilo' il boxer e velocemente entro' in doccia.

Questo scambio di posizione finalmente fu la netta risposta alle mie incertezze di prima. Da questa distanza i vetri gia' opachi ed in piu' appannati dal vapore, filtrano si l'immagine, ma non nascondono nulla; infatti vedevo benissimo la figura di mio padre, era di schiena, si stava insaponando. Sentii risvegliarsi nuovamente l'eccitazione, in quel momento, seppur in modo annebbiato, vedevo le nudita' di mio padre: un massiccio corpo, una montagna armoniosa ricoperta da eccitante peluria. Speravo si girasse dalla mia parte, era una occasione che non volevo perdere: - hai bisogno qualcosa, papa'? -, chiesi suaventemente come per ricordargli che io ero li' al posto occupato da lui pochi istanti prima ed ora ero io che godevo dello spettacolo. Si giro' verso di me, indirizzai subito lo sguardo al suo inguine, rimasi senza fiato: papa' aveva una indiscutibile erezione e la sagoma che si intavedeva dal vetro della doccia era davvero di una misura impensabile che confermava la sua fama di uomo virile e superdotato. La lunghezza superava sicuramente i 20 cm, ma cio' che sbalordiva era la sua circonferenza: cosi' dritto e turgido sembrava essere piu' largo del diametro del mio polso. Con l'alluce e l'indice della mano sinistra circondai, senza riuscirci completamente, il polso del mio braccio destro. - Caspita il suo cazzo e' sicuramente piu' grosso -, pensai; - come fara' ad entrare nei giovani culi che ormai, sono certo, sfonda ogni qualvolta ne ha l'occasione? -. Volevo dire qualcosa , ma ero senza parole, come ipnotizzato da quella proboscide che svettava orgogliosa. Ancora una volta scatto' il confronto, con il cazzetto da adolescente che mi ritrovo oggi, io non raggiungero' mai quelle dimensioni. - Non e' giusto! -, pensai - ho preso tutto dalla mamma, almeno questo potevo ereditarlo da papa' -. Mi venne in mente Giulio, mio fratello, da piu' giovane avevo avuto modo di vederlo nudo, il suo arnese allora mi sembrava grande, ma, sicuramente, neanche lui ha ereditato la caratteristica fisica dell'uccello di papa'. I pensieri ed il confronto fatti affievolirono la mia eccitazione, mio padre rispondendo alla mia ultima domanda, mi chiese di accendere il fuoco sotto la moka del caffe' e mi consiglio' di sbrigarmi, poiche' avevamo fatto tardi, lui si sarebbe asciugato e mi avrebbe raggiunto subito in cucina.

Bevemmo il caffe', poi mio padre disse che se avessi viaggiato con il bus avrei rischiato di peggiorare il mio ritardo, di prendere pure lo scooter ma di stare attento; si sarebbe affrettato anche lui per raggiungere il mercato dove lavora. Lo salutai e guardandolo dritto negli occhi gli chiesi: - visto che non devi lavorare oggi pomeriggio, se vuoi non vado da Matteo e sto con te. - No! Vai pure da Matteo, studiate e poi andate pure a fare un giro con Alessandro. Sono sicuro che avrai di che divertirti con loro; mi racconterai stasera a cena - Ma tu che farai pomeriggio, DOVE ANDRAI?- chiesi con determinazione. - Non preoccuparti piccolo, trovero' anch'io qualcosa di interessante da fare, credimi! Adesso pero' andiamo che si e' fatto proprio tardi -. Cosi' dicendo mi diede il solito affettuoso scappellotto sul collo, poi, inaspettatamente mi spinse verso l'uscio appoggiando la mano destra sulla mia chiappa sinistra. Uscimmo.

Dopo la scuola, con Matteo ed altri compagni ci facemmo un panino da 'Spizzico'. Guardai con attenzione Matteo e scatto' il confronto con Paolo, suo padre. Certamente Matteo aveva i tratti somatici di suo padre: era gia' alto 1,75, fisico esile ma atletico con lunghe gambe, cosce evidenti e sode, vita sottile con larghe spalle. In viso, forse, aveva ereditato le caratteristiche della mamma, il viso di Matteo infatti e' piu' rotondo rispetto alla mascella quadrata con zigomi pronunciati che sono invece i particolari che motivano il fascino di Paolo. Padre e figlio sono rossicci e con lentiggini, ben evidenti in Matteo. Sicuramente cio' che Matteo ha ereditato dal Padre e' l'uccello ed io posso dirlo a ragion veduta, considerato che ho li ho visti cosi' da vicino e li ho toccati entrambi; non ha ancora le nobili dimensioni del membro di Paolo, ma e' sulla buona strada, considerato che ha solo 18 anni. E poi Matteo ha ereditato le capacita' relazionali e la simpatia di Paolo; infatti Matteo e' spiritoso e divertente, soprattutto quando commenta le ragazze intorno, dando, come di solito, una immagine di vero esperto vitellone, tutti pendono dalle sue labbra. Anch'io lo guardavo con occhi diversi, con piu' curiosita', la curiosita' lasciatami da Paolo la sera prima: cosa e' realmente successo tra Matteo e mio padre?. Oggi dovevo riuscire a farmi racontare tutto e forse anch'io gli avrei raccontato che sono stato a letto con Paolo, con suo padre.

Il primo pomeriggio fu dedicato allo studio; l'agebra ci impegno' sino alle 16,00. Matteo ora si sentiva scolasticamente piu' sicuro e mi propose di fare una pausa, magari fare scorrere nel DVD un bel porno, visto che eravamo soli a casa. Come sempre ci provava, questa volta pero' io non feci il difficile ed il moralista com'era mio solito. Trovavo che il film porno poteva essere una buona scusa per arrivare a quello che volevo sapere.

Matteo mi passo' una scatola delle scarpe piena di dischetti di film porno - scegli tu Fabio, e' la prima volta che non fai storie percio' e' giusto darti questo privilegio; io ormai li conosco bene, li ho visti e rivisti tutti da solo o in compagnia, in particolare con mio cugino Alessandro, e poi sono curioso di vedere cosa sceglierai -, concluse Matteo. Feci scorrere i dischi soffermandomi sui titoli molto allusivi e sulle immagini che nulla nascondevano: grossi cazzi di ogni colore sparivano in fighe profonde, in culi sfondati o in vogliose labbra; orge e ammucchiate erano le promesse che tutte le copertine dei dischetti facevano spudoratamente. Li feci scorrere tutti, mi sembrarono similmente banali e ripetitivi, lo dissi a Matteo ed aggiunsi: - non hai qualcosa di diciamo di particolare? Come dire, qualcosa di poco convenzionale-. Queste mie parole illuminarono i verdi occhi di Matteo che con evidente voce eccitata mi disse: - spiegati meglio Fabio, cosa intendi con poco convenzionale? - Era l'occasione giusta per buttare l'amo, ero certo che Matteo avrebbe abboccato, lui era sempre molto disponibile ai discorsi di sesso.

Feci una lunga pausa che servi' ad aumentare la curiosita' di Matteo; poi gli chiesi con finta voce emozionata: - ma tu hai mai spiato tuo padre, voglio dire non hai mai avuto la tentazione di guardarlo mentre si denuda, insomma vedere come e' sotto - guardai Matteo negli occhi distogliendo velocemente lo sguardo come per vergogna , poi continuai - sai da un po di tempo faccio strani pensieri e sogni a dir poco vergognosi; osservo mio padre e mi scattano delle fantasie erotiche -, volutamente troncai il discorso, riguardai Matteo che non sembrava per niente turbato da quanto stavo raccontando, una strana espressione anzi denunciava l'interesse per l'argomento. Non gli diedi la parola, volevo condurre il gioco a modo mio, continuai: - il fatto e' che in questo periodo non vedo Gianni come mio padre, vedo in lui solo l'uomo e che pezzo d'uomo. E poi credo lui si sia accorto di questa mia debolezza e, invece di scoraggiarmi, mi sembra che faccia di tutto per provocarmi: gira in mutande per casa, quando e' seduto allunga le gambe mettendo in evidenza un gonfiore sotto la patta che, non so, mi crea molto turbamento, insomma Matteo, mi eccito questa mattina l'ho visto fare la doccia, sono rimasto senza parole: papa' aveva l'uccello in tiro e, credimi, un cazzo dalle dimensioni poco umane -.

Matteo era visibilmente eccitato dai miei racconti, a questo punto potevo e dovevo coinvolgerlo e gli chiesi: - ma a te non e' mai successo qualcosa del genere? Tu cosa pensi di mio padre?-.

Matteo aspetto' un attimo a rispondere, si alzo', giro' per la stanza e quando mi fu dietro ed io non potevo vederlo, disse: - Sai Fabio, io credo che il sesso non sia solo quel momento di soddisfazione e basta; il sesso e' relazione, e' scambio di forti emozioni tra le persone che lo compiono e, solitamente, si fa sesso con le persone che ci piacciono e per le quali si puo' arrivare anche a nutrire un sentimento, di bene o, ancor di piu' d'amore. Non sono cosi' saggio, queste teorie me le ha trasmesse mio padre e, per questo, gli sono molto grato. A 16 anni iniziai le prime esperienze e, da subito, mi accorsi che nelle mie fantasie di sesso non pensavo solo a donne, ma anche a uomini, non per forza sconosciuti, ma anche amici e parenti; nella mia fantasia ho fatto sesso anche con mio padre, mia madre, con la zia Luisa. Ero terrorizzato, mi sentivo un depravato, con qualsiasi persona che aveva un ruolo nella mia vita, io, con la fantasia, dovevo farci del sesso. Con mio padre ci provai anche! una volta che andammo a pesca solo noi due e ci fermammo a dormire nella nostra casa al mare; di notte nel mio lettino cominciai a desiderare di trovarmi tra le forti braccia di mio padre, di accarezzarlo, di ricevere i suoi baci su tutto il corpo; l'eccitazione era tale da darmi il coraggio di alzarmi, andare in camera dei miei ed entrare nel lettone,. Mi ficcai sotto le coperte, nel suo letto dove papa' stava gia' dormendo o cosi' mi era parso; non era solito che io facessi una cosa del genere, non l'avevo fatto neanche da piccolo e mi ero preparato una scusa qualora papa' mi avesse chiesto spiegazioni. Forse dormiva veramente, papa' non chiese nulla. Sentivo il respiro regolare, il calore che si sprigionava dal suo corpo, sentivo l'odore di sandalo, la fragranza del suo profumo e sapevo bene che da abitudine indossava solo lo slip bianco; Decisi allora di fargli notare che mi trovavo a pochi centimetri da lui, mi girai in modo deciso sulla schiena e avvicinai il braccio nella sua direzione, la mia mano per un attimo sfioro' la peluria che ricopriva il suo petto. Nulla! Mi girai sul fianco, adesso potevo vedere il suo viso, lo trovai piu' bello del solito; a questo punto allungai il braccio ed appoggiai delicatamente la mano sul ventre; si interruppe il naturale su e giu' della pancia causato dalla respirazione, vuol dire che papa' stava trattenendo il fiato, vuol dire che allora e sveglio. Accarezzai a palmo aperto il ventre e con la punta del dito medio sfiorai la parte piu' sotto: sentii il gonfiore sotto le mutande -. Matteo smise di raccontare, si mise davanti a me, potei vedere l'eccitazione sotto la sua patta. - Vuoi che continui o e' troppo per te -, mi chiese poco convinto anche lui che gli avrei chiesto di smettere; - Continua, voglio sapere tutto -, gli dissi decisamente. - Papa' allungo' il braccio destro, circondo' il mio fianco e fermo' la sua mano sulla mia schiena e mi chiese con tono pacato che cosa stavo facendo. Gli confessai senza pudore le mie fantasie erotiche e gli chiesi se era grave, se ero ammalato. Papa' rispose - fare sesso e' sempre una cosa bella se ti va di farlo, non importa chi sia l'altra persona, l'importante che l'altra persona sia consapevole e consenziente; tu non sei ammalato, sei giovane e bisognoso delle esperienze di cui necessitano i giovani; non mi stai scioccando ne offendendo e' solo che io non mi sento pronto per farlo con te: tu sei consenziente ma non ho la certezza della tua consapevolezza -. Mi abbraccio' teneramente e mi bacio' in fronte e concluse: - vedrai, sara' il tempo a decidere per noi, ora dormi piccolo,

Cosi' concluse il suo racconto Matteo; rimasi spiazzato, il finale mi aveva deluso, non era quello che mi aspettavo gli chiesi solo: - ma tu vuoi ancora fare sesso con tuo padre? -Si! rispose Matteo, aspetto solo l'occasione buona. Le parole di papa' mi hanno tranquillizzato: la mia voglia di far sesso con tutte le persone che mi stanno intorno non e' una malattia. Io intanto ho fatto sesso con mio cugino Alessandro, ci ho provato anche con te ricordi Fabio? ho anche fatto sesso con -, si fermo' come perplesso - Con chi?- gli chiesi io con tono impaziente. - Ebbene ho fatto sesso con tuo padre, Fabio. Prima il tuo racconto mi ha portato alla mente che anch'io conosco bene nell'intimo tuo padre; conosco ogni muscolo del suo corpo e conosco bene le dimensioni del suo uccello. Sorpreso? Mi chiese un po' preoccupato. - No! - risposi con fermezza, - sapevo che era successo qualcosa fra voi ma non ne conoscevo i particolari; mi piacerebbe che tu mi raccontassi.

- Lo faro' volentieri mi eccita la cosa e, sono certo mi fara' star meglio -, esclamo Matteo iniziando a raccontare l'avventura avuta con mio padre - La scorsa Pasqua tuo padre raggiunse la mia famiglia nella nostra casa al mare. A tarda sera un temporale sembrava minacciare seriamente e per questo mia madre propose a Gianni di fermarsi a dormire da noi; il giorno dopo era Pasquetta, lui non avrebbe dovuto lavorare ed essendo solo a casa, poiche' tu e tuo fratello eravate da parenti, poteva trascorrere ancora un giorno con noi. -Potrebbe dormire in camera mia - proposi con un certo entusiasmo - nel lettino a fianco al mio, Clara e Rebecca dormiranno con te e papa', cosi' come si fa quando c'e' ospite Alessandro -. Ebbi un occhiata interrogativa da papa', che si affretto' ad aggiungere : - ma certo! Gianni, Matteo ha ragione; e' deciso ti fermerai qui da noi e domani trascorriamo la festivita' insieme; non accetto rifiuti, E' UNA OPPORTUNITA' che non devi perdere! - concluse dando un tono diverso alla parola 'opportunita'', poi si giro' verso di me e con un sorriso malizioso mi fece un occhiolino. La mamma era andata a letto con le mie sorelle, papa' e Gianni in silenzio sorseggiarono il liquore di ficodindia, io li osservavo, quel silenzio era come una ansia di attesa. Dopo un po' papa' mi invito' ad andare a letto ed aggiunse che Gianni mi avrebbe raggiunto finito il liquore; salutai l'ospite che rispose con un cenno senza guardarmi, papa' mi saluto' invece mimando un OK con l'alluce e l'indice della mano destra e con un nuovo sorriso disse: - buonanotte piccolo! Sono certo che farai sogni stupendi. - In bagno mi rificcai sotto la doccia, scelsi un profumo della mamma che spruzzai moderatamente sul collo e, chissa' perche' lo avrei fatto, lo spruzzai anche nelle mie parti piu' intime. In camera scelsi di indossare un aderente boxer nero, modello ciclista che ben modellava quella parte del corpo e una maglietta bianca elasticizzata avrebbe modellato la parte superiore. Dopo aver capito i messaggi complici di papa', nella mia testa cercavo il modo migliore per sedurre tuo padre; non feci in tempo a progettare, la porta' della mia camera si apri' e papa' e Gianni entrarono. - Credo tu non abbia bisogno di un pigiama, so che di solito dormi senza -, disse mio padre e intanto guardo' me e sornione torno' a sorridermi; - bene vi lascio soli, fate un un BUON SONNO -, sottolineando queste ultime parole concluse, usci' e chiuse bene la porta.

Gianni era li seduto sul lettino a fianco al mio, stava con le dita delle mani incrociate fra esse; ebbi la sensazione di un certo suo imbarazzo, dovevo fare qualcosa per metterlo a suo agio. Mi alzai dal letto e gli dissi:- se e' per il pigiama non preoccuparti, neanch'io lo porto, anzi sai cosa faccio? Tolgo anche la maglietta, cosi' saremo svestiti nello stesso modo. Gianni sorrise si alzo' e inizio' a spogliarsi: le scarpe, le calze, la polo ed infine i pantaloni. Era rimasto anche lui solamente con i boxer. Avevo gia' visto tuo padre in costume, lo spogliarello di stavolta pero' mi mise davanti un uomo che vedevo con occhi diversi. Quei muscoli ovunque sviluppati in modo esagerato, quella pelliccia che lo ricopriva un po' dapertutto ma soprattutto quel viso con la barba di un giorno, con quegli occhi che mi penetravano ogni qualvolta si fermavano nei miei e quella bocca umida e carnosa che circondava una bianca dentatura, tutto cio' faceva di tuo padre un vero maschione, Lo trovai maledettamente sexy e senza esitazione glielo dissi: - Gianni a vederti sotto questa luce devo dire che sei davvero un uomo molto sexy -, che ne sai tu? Cosa vuoi capirne? -, disse ironico. - Ne capisco!, ne capisco eccome - Gianni si stese sul letto, sopra le coperte e disse: - ora dormiamo buonanotte! - Buonanotte risposi io e spensi la luce. Aspettai un quarto d'ora la camera era buia, giusto un filo di luce proveniente dalle imposte socchiuse della finestra consentiva di distinguere perfettamente ogni cosa nella stanza, intanto pensavo con eccitazione a quanto sarebbe presto potuto succedere, cercavo il modo migliore per approcciare tuo padre, lo guardai ancora: per tutto il tempo era rimasto immobile. Decisi di agire con impudenza, senza preamboli; mi alzai mi recai alla porta e la chiusi con un giro di chiave, poi raggiunsi il lettino che ospitava quel magnifico corpo, mi tolsi i boxer e mi sedetti sul bordo del letto, accarezzai con dolcezza il petto di Gianni, scesi sino al ventre dove aggrovigliai il folto pelo; tuo padre non fece alcuna obiezione, incoraggiato sfiorai il suo pacco: lo trovai consistente ma ancora barzotto, inserii la mano nella fessura del boxer , agguantai l'uccello e, con sapienza iniziai a menarlo. Pochi secondi perche' il cazzo gli diventasse turgido in tutta la sua imponenza. Lo tirai fuori e lo inghiottii fin dove la profondita' della mia bocca lo consentiva. Un mugolio mi fece capire che Gianni gradiva il mio lavoretto. Non indugiai, gli sfilai le mutande e mi stesi sopra di lui, cercai la sua bocca che si dimostro' disponibile; Gianni mi ficco dentro la sua grossa lingua perlustrando in tutto lo spazio disponibile. Mi circondo' la schiena con le poderosa braccia per poi far scivolare una mano sino alle chiappe che prima accarezzo' dolcemente, poi strinze con determinazione sino a farmi male; poi mi ficco' il medio nel culo e finalmente disse qualcosa: - e' questo che vuoi da me piccolo, sei sicuro? Sei ancora vergine?, potrei farti male. - Non lo sono piu' -, dissi per incoraggiarlo. - Vieni qui cucciolo -, disse lui alzandosi: mi trovai alla pecorina, mi fece appoggiare le mani sulla scrivania, si abbasso' dietro di me e con grande maestria mi lecco' e mi penetro' con la lingua il mio buchetto. - Bisogna lubrificarlo bene, forse non ti rendi conto delle dimensioni del mio cazzo, non credo tu ne abbia mai preso uno cosi' o no? - Ho provato il cazzo di mio cugino Alessandro -, dissi! - ma in confronto al tuo sembra quello di un adolescente. Lui lecco' con gusto il mio culo poi disse - Sei pronto? - Lo voglio, lo voglio tutto fino in fondo - risposi giusto in tempo di sentire che la sua grossa cappella si stava facendo spazio aiutata dalle sue mani che divaricavano fino allo stremo le mie chiappe. Sentii una dolorosa fitta ma lo supplicai di non fermarsi, un colpo deciso e meta' (solo?) del suo cazzo si introdusse in me. Ora mi teneva sui fianchi ed inizio' l'andirivieni. Il dolore lascio' il posto ad un insolito piacere. - Si!, si! torello, sfondami tutto, voglio essere completamente tuo. Mi scopo' non so per quanto tempo la sua mano destra menava il mio cazzo, ero in procinto di godere e gli dissi: - dai Gianni sfondami ancora, e sborra dentro di me. Un ultimo colpo poi sentii inondarmi dal liquido che il suo uccello sputava a fiotti dentro di me. Venni anch'io, lasciando cadere la mia sborra lungo le cosce. Matteo si interruppe come per riassoporare quel ricordo. Poi aggiunse che per altre due volte i loro corpi si erano cercati e trovati durante la notte. - Al mattino mi svegliai, ero da solo stanco, affaticato, ma soddisfatto come non mai. Trovai Gianni nel terrazzo che sorseggiava un caffe' con mio padre. Al mio arrivo mi sorrisero entrambi, Gianni mi strizzo' l'occhio e mi chiese provocatoriamente se avessi dormito bene. - Come non mai -, risposi raggiante e guardando mio padre aggiunsi solo: - ero, anzi sono felicemente consapevole, capisci quello che voglio dire papa'?. - Certo piccolo e sono contento per te! - disse papa' che sicuramente in mia assenza aveva gia' raccolto le confidenze di Gianni.

Ero sconcertato e nello stesso tempo eccitato per il racconto di Matteo ed anche lui era visivamente eccitato, nonche' convinto che io a questo punto gli avrei potuto cedere senza le morali che ero solito fargli. Torno' alle mie spalle, mi circondo da dietro appoggiando il suo cazzo in tiro sulle mie chiappe. Cio' facendo mi disse -Tu sei ancora vergine, vero? Non credi sia ora che anche tu assapori la felicita' che puo' dare un cazzo nel culo? Non vorresti che fossi io a sverginarti? - Matteo intanto mi palpava sul petto, mi stringeva i capezzoli per poi scendere a sfregare la patta che denunciava la mia erezione. - Mi ero fatto scopare da suo padre, perche' non provare anche il figlio? - pensai -, prima pero' devo raccontare tutto al furbo Matteo. Decisi di farlo subito, gli dissi che avrei anche accettato di farmi deflorare da lui, prima pero' avevo anch'io una confessione da fargli. Gli raccontai quanto successe il giorno prima, iniziai dall'esperienza fatta al Cinema a luci rosse, giustificando il perche' c'ero andato. Gli raccontai di tutti gli incontri e le situazioni che ho visto e vissuto in quel cinema, soffermandomi su suo padre che si era inculato il ragazzotto con me vicino che vedevo tutto. Non tralasciai nessun particolare, soprattutto quando gli raccontai di me e suo padre a casa mia la sera prima, di come mi aveva sverginato.

Matteo era rimasto completamente muto, era sorpreso, eccitato e forse nello stesso tempo deluso dalla mia non verginita'; se anche volessi lui non sarebbe mai potuto essere il primo a spaccarmi il culo, ci aveva gia' pensato suo padre e con un arnese sicuramente piu' consistente, e lui conosceva bene le dimensioni dell'uccello di Paolo.

Questa nuova situazione distolse, per il momento, Matteo da volere far sesso con me; mi disse che sarebbe quanto prima arrivato suo cugino Alessandro e prima del suo arrivo voleva propormi una idea che aveva avuto: - Io sono stato inculato da tuo padre e tu dal mio; adesso tocca a noi sorprenderli, che ne dici di combinare loro uno scherzetto. - Cosa intendi? - Gli chiesi un po' preoccupato? - Non ho ancora un'idea precisa, lasciami qualche ora per riflettere, poi ti diro'. Intanto non diciamo a nessuno, tanto meno ai nostri padri che ci siamo fatti queste confidenze.

Il clacson di una golf nera strombazzo' sulla strada. Era il segnale che Alessandro era arrivato, Matteo corse alla finestra e gli disse di aspettare pure in macchina che noi due saremmo scesi. - Cosa si fa di bello? Chiesi incuriosito - Vedrai, ci divertiremo, - rispose Matteo. Poi chiamo' per telefono sua madre e le confermo' che noi tre saremmo andati a fare un giro in macchina, di non preoccuparsi se avesse fatto tardi per la cena. Invito' anche me ad informare mio padre. Gia' mio padre, in tutto questo tempo mi ero dimenticato di lui. Cosa avra' fatto nel pomeriggio? Sara' andato al Cinema? Quel cinema! Per un attimo fui tentato dall'idea di recarmi anch'io li, mi sarebbe piaciuto beccare papa' cosi' come ieri era successo con Paolo. Lo dissi a Matteo il quale rispose che ogni cosa a suo tempo, anche lui voleva vedere quel cinema. Ora pero' dovevamo pensare a noi tre e lo disse con un tono che lasciava presupporre qualcosa di interessante.

In macchina Matteo volle sedersi dietro lasciando me accanto ad Alessandro; quest'ultimo era allegro e canticchiava in un inglese improvvisato le canzoni che ad alto volume la radio trasmetteva. Osservai Alessandro, ha, come si suol dire, il classico profilo greco: abbronzatissimo, i capelli ricci e neri, leggermente lunghi, circondavano un viso quadrato; gli occhi neri erano perimetrati da sopracciglia folte ma ben delineate. Un naso importante con narici leggermente larghe sovrastava la bocca con labbra sottili. Alessandro ha un fisico da muratore, spalle larghe e braccia grosse, una leggera pancetta ed un sedere da statua. Le gambe non molto lunghe muscolose e leggermente ad ics. Indossava dei pantaloni militari con una camicia nera quasi completamente aperta sul petto dove spiccava una grossa catena d'oro. Un po' 'tamarro' pensai ma tutto sommato un bell'ometto di 23 anni e poi e' sicuramente molto simpatico e divertente. Sentitosi osservato Alessandro tuono' ingenuamente: - beh? Cos'hai da guardare, sono figo vero? Ti sei gia' innamorato di me? - Confesso che arrossii, sorrisi ed anche Matteo scoppio' in una risata dicendomi: - non ci far caso, mio cugino e' un vero burlone, ha sempre voglia di scherzare.

- Dove stiamo andando? - chiesi. - Non preoccuparti -, disse Matteo -, vogliamo solo farti vedere un posticino che abbiamo scoperto e dove io ed Alessandro ci isoliamo di tanto in tanto. Non chiesi altro, l'auto era uscita fuori citta' e stavamo percorrendo la provinciale che porta all'aeroporto. Abbandonammo la provinciale per imboccare una strada secondaria che conduceva in direzione del mare. Ad un parcheggio sterrato Alessandro si fermo, scendemmo, tiro' fuori dal baule un borsone e due copertine. - Andiamo disse Matteo imboccando un sentiero che si inerpicava verso il gruppo roccioso che si buttava nel mare. Li seguii un po' curioso, un po' preoccupato. - Dove andiamo? -, chiesi ancora. Alessandro disse che appena in cima avremmo trovato un sentierino che conduceva ad una spiaggetta isolata tra le rocce. - E' un posto incantevole -, aggiunse Matteo come a volermi tranquillizzare.

Arrivati dovetti ammettere che avevano assolutamente ragione: un lembo di sabbia dorata si buttava in acqua cristallina, il tutto circondato da alte rocce con innumerovoli piccole caverne abitate da grossi granchi. Dopo aver perlustrato la zona Alessandro stese le due copertine, una a fianco all'altra e poi disse: - qui possiamo prendere tranquillamente il sole e se ci va, fare anche una bella nuotata. - Ma io non ho il costume -, esclamai! - Il costume? Ripete' Matteo -, qui non serve ancun costume. Cosi dicendo si tolse la maglietta e a seguire pantaloni e boxer. Lascio' solo le scarpe da tennis, guardo' Alessandro che stava tirando fuori dal borsone bibite e patatine varie e lo invito' a denudarsi. Alessandro ubbidi' e senza esitazione anche lui rimase solo con i sandali. Era la prima volta che vedevo nudo Alessandro e convenni che nudo ci guadagna, e' ancora piu' bello. - Tu non ti spogli? Mi chiese Alessandro e senza aspettare risposta mi tolse lui la maglietta, mi slaccio' la coulisse dei pantaloni della tuta che mi sfilo' subito dopo. Ero come inebetito, da una parte eccitato dal pensiero di quello che sapevo gia' sarebbe, accaduto, dall'altra, mi sentivo inibito a mostrare il mio pisellino che in questa imbarazzante situazione sicuramente si era ulteriormente ridotto. Conoscevo l'uccello di Matteo e per la prima volta vidi anche quello di Alessandro. Era piu' corto ma sicuramente molto piu' grosso e una cappella violacea faceva capolino fra la possenti cosce pelose. - Dai togliti le mutande -, esorto' Matteo. Mi girai dando le spalle ad Alessandro e tolsi il boxer. - Visto da dietro devo dire che Matteo ha ragione: hai un culetto fantastico -, disse sfacciatamente Alessandro che, quando mi girai aggiunse: - sei davvero carino, sembri un eunuco. Ti tradisce solo questo sguardo cosi' serioso. Dai lasciati andare! E cosi dicendo circondo' amichevolmente le mie spalle con il suo grosso braccio. Matteo intanto si era sdraiato occupando un lato della copertina ed Alessandro lo imito', occupando la parte opposta. - Tu sei qui -, esclamo' Matteo indicandomi il posto in mezzo. A questo invito ebbi una reazione che non passo' inosservata ai due cugini: il mio arnese si era ingrossato. - Bene -, disse Alessandro, - vedo che il tuo cosino e' piu' loquace di te. Mi sdraiai fra i due e passarono solo pochi secondi quando Matteo accompagno' la mia mano sul suo uccello gia' duro, lui invece mi accarezzo' i capezzoli e poi disse: - Caro Fabio e' un secolo che ti corro dietro e a parte quella volta che ben ricordi, mi hai sempre detto di no. Ora continueremo quanto iniziato prima a casa mia; mi sollevo' la testa e mi bacio' come mai aveva fatto. Si distese sopra di me insinuando il suo cazzo tra le mie gambe e mi bacio' dapertutto, soffermandosi sui capezzoli. In quella posizione potei vedere Alessandro: con una mano accarezzava i glutei del cugino con l'altra si menava l'uccello ormai divenuto della massima dimensione; era davvero molto grosso. Matteo non mi mollo' per un solo istante, il suo cazzo faceva un su e giu' tra le mie gambe, simulandio una scopata. Poi ribalto' la posizione: lui sotto ed io sopra a cavalcioni; Alessandro assunse la mia stessa posizione dietro di me, il suo arnese mi puntellava il buco e lui mi leccava con la grossa e umida lingua dietro il collo, nelle orecchie. Ero al settimo cielo in due giorni stavo gia' vivendo la mia seconda storia di sesso e lo stavo facendo con due splendidi ragazzi. Ebbi la curiosita' di vedere pomiciare fra loro i due cugini. Con mossa fulminea mi alzai e feci sdraiare Alessandro sul corpo di Matteo. I due incollarono le bocche in appassionati baci, Matteo aveva inserito in mezzo all'inguine di Alessandro il suo lungo arnese, che appariva fra le chiappe di quest'ultimo. Ormai senza piu' inibizioni mi chinai a leccare l'uccello dell'uno ed il culo dell'altro. I due mugolavano e continuavano a succhiarsi reciprocamente la lingua. Poi Matteo che non voleva perdere il suo ruolo di regista della situazione, volle scambiarsi il posto con me. Alessandro rimase supino ed io su di lui ripresi il gioco di lingua abbandonato da Matteo che nel frattempo mi stava leccando il culo e imprecando eclamo': - questo culetto deve essere mio, sei bellissimo ti voglio. Mi spinse in avanti sino a quando il mio uccello raggiungesse la bocca di Alessandro' che lo inghiotti' golosamente; Matteo intanto si era seduto sul grosso cazzo del cugino e con colpo deciso si fece inculare senza pero' smettere di leccarmi il culo e ribadendo che dovevo essere suo, che presto mi avrebbe sfondato. Ancora una volta fu Matteo a decidere. - Sdraiati di schiena -, mi ordino' - si mise davanti a me, mi sollevo' le gambe sopra le sue spalle e mi disse di prepararmi che mi avrebbe impalato intanto che il cugino posizionato dietro di lui aveva ripreso a scoparlo e a leccare avidamente i miei piedi che apparivano alla destra ed alla sinistra della nuca di Matteo. Matteo mi punto' l'uccello e con colpo deciso mi penetro', lanciai un urletto di dolore ma poi lo pregai di accelerare il ritmo, di sfondarmi il culo come Alessandro stava sfondando il suo. Matteo ubbidi e sollevando le mie gambe dalle caviglie, in modo da non avere ostacoli, mi stantuffo' con lo stesso stile di suo padre il giorno prima. - Vengo, si!, vengo ululo' Alessandro che tirato il cazzo fuori dal culo di Matteo, si affretto' ad introdurlo nella mia bocca ed io bevvi ogni goccia del succoso liquido. Anche Matteo grido' il suo orgasmo e inietto' dentro il mio culo la sua sborrata. I due si baciarono e poi rivolsero le attenzioni al mio cazzo. - Succhiaglielo Matteo, bagnalo bene che adesso tocca a me prenderlo nel culo, cosi dicendo si fece spazio dalla lingua del cugino ed Alessandro si sedette su di me, si accompagno' il fallo in direzione del suo bel culo scuro e, si fece penetrare. Mi ballo' sopra per alcuni istanti poi esausto esclamai: - godo ragazzi, si vengo anch'io. Matteo fece alzare il cugino, si ributto' di bocca sul mio arnese che stava eiaculando il prezioso nettare. Matteo lo bevve avidamente e prima di inghiottire invito' il cugino a baciarlo, condividendo con lui il gusto della mia sborra.

Privi di forza rimanemmo qualche minuto a scaldarci sdraiarti con gli ultimi raggi di sole; ormai erano le sette e trenta. Poi ci rivestimmo e in un complice silenzio facemmo il percorso del ritorno. Alessandro prima lascio' me, dissi a Matteo che avrei ritirato il giorno dopo lo scooter che avevo lasciato a casa sua, li salutai e corsi a casa.

Papa' era gia' a casa, ed era gia' in tenuta da notte, pantaloncino del pigiama e una polo aderente gli sagomavano quel fisico che forse anche oggi era stato oggetto di interesse per i giovani culi che vanno al cinema. - Gia' giovani culi - ribadii nei miei pensieri, - chissa' se papa' e Paolo si scopano solo i ragazzini o se invece sono disponibili anche con uomini piu' maturi; chissa' se papa' e Paolo hanno mai fatto sesso fra loro come e' successo oggi tra me e Matteo. Piu' tardi a cena chiesi a mio padre come aveva trascorso il pomeriggio, se si fosse annoiato; rispose che non era uscito per niente, stanco delle fatiche della sera prima, aveva preferito stare in casa a riposare. Mi disse che la sera prima aveva rincontrato Raffaele, un tenente dei carabinieri conosciuto qualche tempo prima con Paolo e rispondendo alle mie conseguenti domande, papa' rispose: - si! ieri sera dopo il lavoro Rocco mi ha invitato a bere qualcosa a casa sua, abbiamo 'chiacchierato' fino all'alba, sai e' molto simpatico, vedrai ti piacera', stasera avrai l'occasione di conoscerlo, l'ho invitato a bere qualcosa con noi dopo cena. Non ti dispiace vero?- Speravo di stare un po da soli io e te papa', pensavo che avremmo potuto parlare e - dobbiamo solo rimandare a domani piccolo, domani saro' solo per te, potremo parlare e Anche papa' completo' la sua affermazione con quel 'potremo parlare e', come a dirmi che aveva capito il mio messaggio.

Mi chiese di aiutarlo a sparecchiare la tavola, lui intanto diede una sistematina in salotto ed accese lo stereo; scelse un CD di Fausto Papetti: brani pop nuovi e vecchi magistralmente riadattati al sassofono, crearono una atmosfera romantica, sottolineata anche dall'abbassamento della luce. - Papa' ma non vai a cambiarti?, ricevi in pigiama il tuo amico? -, gli chiesi con disappunto. - Perche' no! Te l'ho detto, Raffaele e' simpatico ed alla mano e poi fa caldo, ho detto anche a lui di venire in tenuta comoda. Ero curioso di conoscere il famoso 'tenentino', colui che andava matto per il cazzo di papa'. E come dargli torto. Lo squillo del telefono interruppe i miei pensieri, papa' che aveva prontamente risposto mi passo' la cornetta dicendo che era Matteo che voleva parlare con me. Presi il cordless e mi recai a rispondere in camera mia. Per prima cosa raccontai a Matteo della visita di Raffaele e gli chiesi se lo avesse gia' conosciuto. Mi rispose che aveva sentito parlare del Tenentino tra suo padre ed il mio, ma che non aveva mai avuto l'occasione di incontrarlo. - Magari e' un bonazzo -, mi disse ridendo ed aggiunse: - studialo bene, potrebbe essere, in quel senso che tu sai, un nostro compagno di giochi. - Non credo -, affermai. - Sono abbastanza certo che prediliga gli uomini maturi, si e' fatto anche tuo padre ma credo abbia una cotta per mio padre. Comunque stasera non li perdero' di vista. Intanto lo squillo del citofono mi avviso' dell'arrivo di Raffaele, lo dissi a Matteo che si affretto' a dire: - Vorrei essere li con te a spiare i due. - Non preoccuparti, ti terro' informato, Piuttosto tu hai sviluppato un piano rispetto allo scherzetto da fare ai nostri padri?

- Certo caro, vedrai sara' un bello scherzo, stammi a sentire, sabato sera io e papa' abbiamo deciso di andare a pescare, come di solito, ci fermeremmo a dormire nella nostra casa al mare; a cena gli ho gia' chiesto di invitare anche te e Gianni, mi ha detto, che non conosceva i vostri programmi per il fine settimana e che ci avrebbe provato ad invitarvi. Tu dovresti convincere tuo padre ad accettare. Caro Fabio, vedrai faremo proprio un bel quartetto, daremo proprio una bella lezione di sesso ai nostri due vecchietti Adesso pero' vai di la, non vorrai perderti qualcosa del bel tenentino. - Matteo mi liquido' cosi' al telefono; l'idea di noi quattro da soli nella casa al mare accese subito la mia fantasia erotica Adesso pero' vado a presentarmi al nuovo (almeno per me) ospite. - Ecco mio figlio Fabio -, cosi' mio padre mi presento' al giovane tenente; - piacere gli dissi, stringendogli la mano e sedendomi sul divano a fianco al bel Raffaele; - Lui mi sorrise e mi chiese formalmente come stavo. Dopo i convenevoli e dopo averlo attentamente osservato, convenni che era il classico napoletano simpatico e molto ironico e, soprattutto che aveva un bellissimo sorriso, una bocca grossa e carnosa incorniciava una perfetta dentatura bianchissima. Il viso ovale era piccolo, rasato e curato nei dettagli, faceva sfoggio di due lunghe e sottilissime basette che finivano fino a circondargli il mento delimitato anche da un altrettanto sottile pizzetto centrale. Raffaele sara' stato si e no alto un metro e settanta, fisico esile ma assolutamente proporzionato. I jeans che indossava gli evidenziavano un pacco significativo, ma quando si alzo' dovetti dare convenire con quanto raccontatomi da Paolo: aveva proprio un bel culo, alto, rotondo, sodo e.. proprio un culo da scopare.

Sia Raffaele che mio padre si accorsero della mia insistenza nell'osservare in nostro ospite; i due parlarono del piu' e del meno e qui e la cercavano il mio consenso con un 'non e' vero, Fabio', piuttosto che con un 'sei d'accordo Fabio'. Io annuivo ma ero tutto preso dai i miei pensieri e dalle mie fantasie erotiche. Mi chiedevo come mai papa' avesse deciso di portarsi il suo amante quella sera che anch'io ero in casa. Non che mi dispiacesse, ma volevo capire che ruolo avrei avuto io. Decisi che avrei accelerato le cose lasciandoli da soli, dissi a mio padre che sarei andato in camera mia a vedere la TV. - No stai pure qui, c'e' lo schermo grosso e la vedrai meglio -, disse mi padre ed alzandosi aggiunse: - Io e Raffaele andremo a chiacchierare in camera mia e cosi dicendo, seguito dal tenente, papa' si reco' in camera sua, chiuse l'uscio a meta' e passando li avanti per andare in bagno si poteva benissimo vedere quasi la totalita' della stanza. Aiutai la situazione; spensi del tutto la luce del salotto illuminato solo dal televisore che intanto avevo acceso e dell'anticamera illumunata a sua volta dalla luce che usciva dalla camera di papa'. Non passo' del tempo che vidi uscire mio padre che si reco' in bagno. Quando ripasso' per tornare in camera sua, aveva addosso solo le mutande, aveva tolto la polo; passando mi guardo', mi chiese se era tutto a posto e mi invio' un simbolico bacio con la mano; poi entro' in camera socchiudendo ulteriormente la porta, ma non del tutto. Li sentii parlare, senza capire quel che dicessero avevo intanto alzato il volume del televisore come a voler creare una ulteriore barriera tra me ed i due amanti. Poi non sentii piu' le loro voci. Quasiasi cosa stessero facendo, non volevo perdermi assolutamente nessun particolare. Alzai ulteriormente il volume della TV per coprire i miei passi in direzione della camera di papa'; mi avvicinai senza paura all'uscio. Con quella apertura dell'uscio potevo vedere solo a meta' la scena che si stava svolgendo sul lettone di papa': lui era sdraiato supino sul letto ed il giovane tenente, che nel frattempo aveva tolto scarpe e camicia, gli stava appicicato sopra e sfregava il suo bacino contro quello di papa' che intanto, facendo scorrere le sue mani sulle lisce spalle di Raffaele, lo baciava appassionatamente. La lingua di papa' ora compariva, ora scompariva risucchiata dalla vogliosa bocca del giovane. Mi eccitai a vedere mio padre all'opera, dopo i racconti finalmente avrei assistito ad una vera scopata ad opera di mio padre. Mi sfilai anch'io i pantaloni ed iniziai a sfregarmi da sopra le mutande il pacco gia' consistente, senza mai staccare gli occhi dai due amanti che nonostante il buio dell'anticamera, certamente si erano accorti della mia presenza. Ma fecero come se io non fossi li': mio padre sfilo' i jeans di Raffaele e passarono pochi secondi perche' gli sfilasse anche i minuscoli slip azzurri. Vidi il suo cazzo eretto, era decisamente nella media, quello che invece era superbo era il suo culetto liscio e vellutato come quello di un ragazzino. I due si arrotolarono piu' volte l'uno sull'altro fino a quando Raffaele sfilo' il boxer di papa'. Finalmente poi vedere il suo uccellone dal vivo, senza filtri. Era davvero eccezionale ed ero impaziente come un coso cosi' enorme potesse entrare in quel culetto. Raffaele lo ingoio' e lo lecco', facendo ansimare mio padre che ad occhi chiusi gli sussurrava: - si, brava piccola troietta, bagnalo bene che fra non molto te lo ficco dentro tutto, ti spacchero' a meta' come una anguria; vai troia succhia questo palo, leccami le palle. Raffaele ubbidi' ma poi passo' alla deflagrazione: si alzo' in piedi sul letto poi lentamente si sedette sul turgido cazzone di papa' che con colpo deciso lo introdusse completamente nel suo buco. Ero spaventato per lui, pensavo di sentirlo urlare. Raffaelo non solo urlo' ma godendo come una vacca inizio' ad agitarsi sopra papa' urlandogli: - dai bel toro, scopa la tua vacca, e cosi' dicendo continuo' forsennatamente la sua danza. Papa' apri gli occhi, guardo' verso l'uscio dove io mi trovavo e gridando disse: - si cucciolo e' tutto tuo, sborro! In quel preciso momento sborro' anche il tenentino sul villoso petto di papa'. Anch'io accelerai il ritmo della mia sega e venni un istante dopo.

Lascai i due amanti ed entrai in bagno per pulirmi. All'uscita papa' completamente nudo mi aspettava dietro la porta. - Tutto a posto piccolo? -, mi chiese sorridendo papa'. - tutto OK -, risposi io adesso vado a letto. - Bene! -, replico' lui ed aggiunse che Raffaele si sarebbe fermato con lui per la notte se a me non dispiaceva. Senza attendere conferma disse poi che il giorno seguente avremmo, finalmente, potuto parlare.

Andai a dormire, sicuro che durante la notte sarei stato svegliato ancora dai due amanti. Dissi a me stesso: - Goditi pure il tuo bel tenentino papa', tanto sabato prossimo tocca a me sorprenderti-.

MA ANCHE QUESTA E' UN'ALTRA STORIA

ALIO


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