ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Chi non risica non rosica - 2a parte

Un racconto di Fanozzo


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Ancora non riuscivo a credere che era successo davvero. Avevo fatto sesso con quell'orsone alfa di mio padre.

Mio padre, Vincenzo di anni 54, alto 1.85, brizzolato, capelli neri e occhi castani e con un pizzetto da urlo. Corporatura massiccia, pelosissimo, e con una panciona tonda e soda su cui mi avvinghierei 24 ore su 24.

Già da qualche anno era diventato il mio sogno erotico ma alla fine quel sogno si era concretizzato. Mi sentivo ancora eccitato per la cosa ma più importante di questo era il fatto che grazie a quella trombata avevo imparato molte cose.

Nonostante io avessi cercato di seguire l'esempio dei miei, che sono le persone più aperte di questo mondo, avevo lasciato che la paura, l'incertezza e il mio modo semplicistico di vedere le cose mi bloccassero ma mio padre alla fine mi aveva aperto gli occhi... oltre che le gambe.

Non avrei dato più nulla per scontato o per semplice perché nulla è semplice in questo mondo.

Dopo quella fantastica trombata, mio padre mi chiese se avessi voluto 'conoscere meglio' i suoi due migliori amici con i quali molto spesso si trovava a casa a giocare a carte. Io ne fui entusiasta. Mio padre è un figone da paura ma anche i suoi amici non scherzano.

Pensare a quei due bei maschioni più mio padre che mi usavano per placare le loro voglie mi faceva venire le caldane.

Non avrei potuto lasciarmi scappare un occasione del genere tanto più che avrei avuto la possibilità di farlo a breve.

Mia madre infatti doveva partire per Reggio Calabria per aiutare sua zia in casa finché il marito non fosse stato dimesso dall'ospedale per un femore rotto. Io e mio padre avremmo avuto la casa libera per una settimana.

La partenza era fissata tra due giorni.

Nonostante aspettassi fremente il giorno X, c'era un'altra cosa che mi premeva di più: Domenico, il meccanico che incontravo ogni giorno andando all'università.

Non potevo più aspettare, dovevo chiarire le cose con lui una volta per tutte perché non era solo attrazione fisica, io ne ero davvero innamorato. Era giunto il momento di chiarire le cose con lui una volta per tutte.

Il giorno seguente non avendo lezioni uscì di casa verso le 11:30 e dissi ai miei di non aspettarmi per pranzo, che avrei mangiato fuori. Mio padre mi fece un occhiolino. Lui sapeva dove e da chi stavo andando.

Arrivato all'officina vidi Domenico trafficare sotto una macchina.

"Buongiorno" dissi io molto timidamente

"Ciao, Stefano. Come stai?" mi chiese con un viso sorpreso ed allegro. "Wow" pensai tra me "gli ha fatto piacere rivedermi. Forse gli piaccio..."

"Ciao, Domenico. Amm... ascolta... ecco... io ti dovrei parlare... ce li hai cinque minuti? Se stai lavorando posso aspettare..."

"No, tranquillo. Avevo giusto bisogno di una pausa. E poi tra un po' c'è la pausa pranzo. Ho una fame da lupi e credo che nessuno si lamenterà se per un giorno stacco un po' prima."

Domenico allora chiuse la saracinesca e restammo io e lui dentro da soli senza che sguardi indiscreti potessero disturbarci e io mi appoggiai sulla macchina dove lui stava trafficando prima.

"Dimmi." mi disse lui mettendosi di fronte a me ed io allora cominciai a parlare

"Ecco... io volevo dirti... ehm... ecco... accidenti sono proprio una frana! D'accordo, te lo dico senza giri di parole. Tu mi piaci. Ecco, l'ho detto. E' dalla prima volta che ti ho visto che mi sei piaciuto.

Non ti ho mai detto nulla perché temevo che ti saresti offeso se l'avessi saputo perché credevo fossi etero ma non ho più intenzione di dare niente per scontato e così te l'ho detto." e poi ripresi fiato "Ecco, adesso lo sai."

"Non è mai facile per un gay dichiarasi, vero? Soprattutto qui in Sicilia." disse Domenico con uno sguardo dolce "Anch'io ci sono passato e rispetto alla mia la tua è stata una dichiarazione esemplare.

Comunque anche tu mi sei sempre piaciuto. Ho sentito che è scattato qualcosa fra noi la prima volta che ti ho incontrato. Sai, cominciavo a perdere le speranze. Ti ho lanciato un sacco di segnali ma tu sembravi non vederli."

"Si, lo so. Sono stato uno stupido." dissi io "Avevo così paura di uscire allo scoperto per timore di provocare reazioni eccessive agli altri o essere respinto che io... ho preferito continuare a tenermi tutto dentro, piuttosto che provarci. Insomma si dice che 'Chi non rischia non rosica', no?"

"Hei, non devi spiegarmi niente, Stefano" disse accarezzandomi la guancia "Non è colpa tua se la gente ancora non ha accettato i gay completamente. Non è facile mettersi in gioco in questo modo, ma tu alla fine l'hai fatto... e devi essere fiero di questo."

"Si, è vero. Però..."

"Shhh..." fece Domenico mettendomi un dito sulle labbra "Adesso basta, ok? Vieni qui." e avvicinandosi a me mi abbraccia dolcemente e mi bacia. Stringendolo a me potevo sentire le forme del suo corpo. I suoi muscoli erano magnifici.

"Che ne dici se continuiamo questa conversazione a casa mia? Li staremo più comodi..."

"E il pranzo? Pensavo avessi una fame da lupi..." dissi io

"E ce l'ho. Ho una gran fame... di te." e mi baciò di nuovo ma questo bacio fu 10 volte più spinto del precedente e sentì un movimento inguinale sotto la sua tuta da lavoro.

Dopo essersi tolto la tuta, Domenico mi fece uscire dalla porticina accanto la saracinesca e dopo averla chiusa, ci avviammo verso casa sua in macchina. Per tutta la durata del viaggio nessuno dei due proferì parola, ma ci scambiammo moltissimi sguardi e sorrisi.

Dopo 10 minuti eravamo arrivati a destinazione. Domenico abitava in un condominio poco distante dall'officina ma comunque troppo lontano per andarci a piedi. Era davvero un bell'appartamento. Nonostante abitasse da solo la casa era molto ordinata e curata. Si vedeva che ci teneva molto. L'arredamento della casa era classico, semplice e rispecchiava in pieno il carattere del suo inquilino.

"Mettiti comodo" mi disse "io vado a farmi una doccia per togliermi questo grasso di dosso e rinfrescarmi. Torno subito"

"Ok" risposi io e dopo averlo visto entrare in bagno cominciai ad esplorare un po' la casa. E' una cosa che faccio fin da quando ero bambino e anche se mio padre mi diceva sempre che non era corretto gironzolare in casa d'altri mentre si era in visita non riuscivo a farne a meno.

Era una vera e propria passione per me esplorare le case degli altri, era un po' come aprire una finestra sulla vita di quelle persone. Era bello potersi immergere per un istante nella vita di qualcun'altro. Immaginare la sua vita quotidiana, i desideri, le passioni, ecc...

In fondo una casa è un po' la proiezione fisica di chi la abita e le varie stanze ne descrivono una parte specifica.

Osservai la cucina e vidi che solo uno dei quattro fornelli era consumato ma non c'era traccia di aloni dovuti al calcare sulla griglia di metallo e questo sta ad indicare che quel fornello non aveva mai visto acqua per cucinare quindi le capacità culinarie di Domenico dovevano essere limitate al solo riscaldamento di cibi precotti. Osservai anche la stanza da pranzo.

Era molto ordinata ma le cose messe alla rinfusa sul tavolino davano quel tocco di personalità spensierata che non guasta mai, di chi non si preoccupa di riordinare sempre tutto in modo nevrotico e l'assenza di quelle fastidiose pellicole di plastica che di solito si mettono sui divani er proteggerne il tessuto stava ad indicare che Domenico teneva molto di più ai suoi ospiti che a preoccuparsi che i divani si consumassero.

Tuttavia i divani sembravano nuovi, o meglio non sembravano consumati eccessivamente e questo mi fece pensare che forse Domenico non ricevesse molti ospiti, dopotutto.

Infine osservai anche la camera da letto. Sebbene vivesse da solo nella stanza c'era un letto matrimoniale.

Forse in passato Domenico aveva avuto delle storie ma mi ricredetti subito quando ripensai a quello che mi disse sulla difficoltà per un gay di dichiararsi.

Quel letto matrimoniale poteva essere una rappresentazione del suo desiderio umano di trovare un compagno. Alzando gli occhi vidi che c'era un crocifisso sopra il letto.

Quindi Domenico era un cristiano come me e la cosa mi fece piacere perché voleva dire che nonostante quello che la Chiesa continua a dichiarare sui gay, lui pensava con la sua testa e non confondeva la Chiesa con Dio, esattamente come facevo io. Fino a quel momento pensavo di essere l'unico a farlo.

Provai una grande gioia per questo tuttavia c'era qualcosa di strano in quella stanza o meglio non c'era qualcosa che avrebbe dovuto esserci.

Non solo nella camera da letto ma in tutta la casa non c'era neanche una foto di famiglia. Questo non era un buon segno. Le possibili cause erano moltissime, ma quella che subito mi venne in mente forse per il nostro caso specifico era che l'outing di Domenico non fosse andato a buon fine come il mio ma non volli fare due più due subito.

"Ah... ecco dov'eri! Non è molto che aspetti, vero?" disse una voce alle mie spalle. Era Domenico.

Quando lo vidi mi sentì quasi mancare. Era appena uscito dalla doccia, ancora grondante d'acqua e coperto solo da un telo doccia bianco. Muscoloso e massiccio da far paura.

Ricoperto da una foresta di peli castani che raggiungevano il loro acme sul suo petto possente e maschio, sulla sua tartaruga e scendendo verso il suo pube, ancora coperto dal suo telo.

Aveva delle cosce fantastiche, robuste, pelosissime e tutte da leccare. Un vero trionfo di madre natura. Un uomo con la U maiuscola. Un bellissimo esemplare di "Muscle bear".

Come era possibile che un uomo del genere fosse ancora single?

"Terra chiama Stefano!" disse in modo scherzoso schioccando le dita "Che c'è? Non dirmi che non hai mai visto un uomo nudo..."

"Hai un corpo perfetto. Sei davvero sexy..." dissi mettendogli una mano sul suo petto

"Si, lo so. Tutti quelli con qui sono stato mi hanno detto la stessa cosa." e il suo viso divenne triste "Loro volevano soltanto sesso, ma a me non bastava e dopo aver ottenuto quello che volevano, se ne andavano."

In quel momento mi sarei mangiato la lingua. Capendo che il mio complimento si era trasformato in una gas colossale, cercai di scusarmi "Ti chiedo scusa, Domenico. I-io non vorrei che tu avessi pensato male di me per quello che ho detto sul tuo corpo. Forse adesso non è il caso che noi due... si, insomma... hai capito?"

"Come sei sensibile... lo sapevo. L'avevo immaginato che eri così quando ti ho incontrato." disse lui e vedendomi visibilmente dispiaciuto e mi abbracciò dolcemente "Tranquillo, lo so che tu sei diverso. Non ho mai portato nessuno a casa mia di quelli con cui ho fatto sesso. Tu sei il primo... e spero con tutto il cuore che tu sia l'ultimo." e mi mise una mano sulla guancia

"Domenico..."

Domenico mi sorrise e i nostri sguardi si persero l'uno nell'altro. Le nostre labbra si avvicinarono sempre di più per abbandonarsi in un bacio fantastico.

Domenico sapeva baciare divinamente e qualcosa sotto il suo telo cominciava a risvegliarsi.

Durante il bacio con incredibile foga e passione, Domenico mi tolse la maglietta e mi passò le mani sul petto e la schiena poi mi sfibbiò il bottone del jeans, scese la zip e staccandosi si abbassò per calarmi i pantaloni e poi anche le mutande.

In un attimo mi ritrovai nudo e con l'uccello che segnava le 12. Domenico mi prese il cazzo in mano e iniziò una sega molto lenta, quasi ipnotica mentre mi stringeva a sé baciandomi il collo.

"Oh, si.... Oh... si... sei bravissimo... non fermarti" ero come in uno stato di trance

"Come sei bello, Ste. Mi piaci tanto." disse mentre continuava a baciarmi il collo

Le mie mani scorrevano per le sue spalle e la schiena fino a che non raggiunsi il suo telo

"Vuoi quello che c'è dietro il telo? Allora vieni qui" disse Domenico

Presi il telo e glie lo tolsi e un cazzo di 25 cm fece un balzo per liberasi dal contenimento cui era costretto fino a qualche secondo prima. Non potevo credere ai miei occhi. Era bellissimo, leggermente tendente a sinistra, la cappella era tonda e rosea e il suo prepuzio era davvero invitante.

Essendo così vicino al suo cazzo potevo sentirne l'odore ed era come una ghiotta esca che attira il pesce ignaro verso l'amo. Il cazzo di Domenico era stato accolto nella mia bocca.

Era davvero bellissimo, così succulento, liscio e turgido, caldo e pulsante... In una parola, buono.

"Ah... si... oh, si... continua... mmm, sei bravo... continua dai... succhiamelo... si, così... mmm..." il mio servizietto aveva riscosso il successo sperato. Domenico era più che soddisfatto della mia bocca.

Alternavo pompate lente ad altre più veloci e incisive. Dopo un po' mi staccai e cominciai una sega leggera usando solo due dita con uno sguardo provocante fino a quando vidi un getto bianco arrivarmi in faccia.

In un primo istante pensai di essere arrivato al dunque troppo presto, ma poi capì che era solo pre-sperma e leccandogli il cazzo dalle base fino alla punta e prendendo anche quello che mi era arrivato in faccio me lo presi tutto.

"Hai una pre-eiaculazione potente" dissi io con uno sguardo da maiale "Pensavo che stessi per venire. Chissà come sborri..." e ripresi la sega a due dita "Hai un cazzo fantastico, Domenico. Mi piace tantissimo. Non vedo l'ora di sentirlo in culo."

"Ah si? Vieni qua" e di scatto mi prese in braccio con grande passione, mi stese sul letto e stendendosi accanto a me cominciò a baciarmi ovunque per poi prendermi il cazzo in bocca. Anche lui se la cavava.

Quando faceva il vuoto mi sentivo come se potessi toccare il cielo con un dito. Mentre me lo succhiava le sue mani esploravano ogni centimetro del mio corpo, il petto, la pancia, le gambe, le braccia e poi alzandomi una gamba arrivò alla parte più importate. Dopo essersi fermato per un istante dal succhiarmi il cazzo per bagnarsi l'indice di saliva,

Domenico riprese il pompaggio e iniziò a penetrarmi a ritmo della pompa. Mi sentivo sulla luna. Provavo piacere davanti e dietro contemporaneamente. Da una le dita diventavano due, poi tre e poi quattro e il mio testosterone cresceva assieme a loro.

"Non resisto più, Domè... Fammi tuo." dissi io al culmine dalle passione

Domenico si alzò e prese dal secondo cassetto del comodino un profilattico e una boccetta di lubrificante. Dopo essersi messo la protezione si spalmò il cazzo di lubrificante e me ne mise un po' anche nel buco.

"Dammi le gambe" mi disse Domenico con un tono tra l'infoiato e l'imperativo

Mi stesi sul lato del letto e gli diedi le gambe che lui si mise sulle spalle e cominciò ad entrare. Mentre entrava sentì di nuovo quel dolore che però mi dava piacere proprio come mi successe con mio padre. Questo dolore però fu più forte non perché il cazzo di Domenico fosse più lungo di quello di mio padre dato che c'era solo 1 cm di differenza ma perché era più largo del suo. Sebbene provassi più dolore della volta precedente anche il piacere conseguente a quel dolore era più grande è questo mi aiutò a far entrare in me quel toro.

Finalmente Domenico era dentro di me, mi sentivo dilaniare dentro ma per nulla al mondo avrei lasciato che quel manzo uscisse da me. Il dolore scomparve e rimase solo il piacere. Domenico iniziò a spingere e ad ogni suo affondo, sentivo la sua asta salire di più, sempre di più in me come se potesse arrivarmi fino allo stomaco. Il suono del suo pube che sbatteva contro mio culo era come la lancetta dei secondi di un orologio che ad ogni battito faceva aumentare il mio desiderio.

"Che bel culo che hai. Mmm... com'è caldo... si... Ti piace il mio cazzo in culo, eh? Ti piace?"

"Si, hai una bella mazza... Si... sfondami!!!" dissi nel delirio sei sensi

Domenico prese a stimolarmi i capezzoli ed io mi sentivo sempre di più in paradiso. La mie mani scorrevano in quella foresta di peli che sembrava infinita e di tanto in tanto gli davo qualche pacca sul lato delle natiche che era il punto massimo dove il mio braccio riusciva ad arrivare, per incitarlo.

"Oh, si.... di più... di più... Ah.... si, così.... non fermarti... si... oh, si..."

I miei incitamenti avevano ottenuto l'effetto desiderato. Domenico si sfilò da me e mi disse di mettermi di fronte al muro e così feci. Mi prese da dietro e mi trombò in questa posizione avvinghiandomi a sé. Sentivo le sue mani muoversi su tutto il mio corpo e il suo fiato sul mio collo mentre mi baciava con passione e mi scavava dentro.

"Vorrei che questo non finisse mai..." dissi io nell'impeto del desiderio

"Anch'io..." mi rispose Domenico e dopo un po' il suo fiato cominciò ad accorciarsi. "Oh, si... lo sento... sto per venire... lo vuoi assaggiare il mio latte?"

"Si..." dissi io "Dammelo tutto in faccia."

Domenico si sfilò da me e si tolse il preservativo ed io mi abbassai e mentre lui aveva iniziato a segarsi mi misi a leccargli lo scroto per incitarlo di più.

La mia lingua si muoveva abilmente al di sotto di quei due serbatoi di virilità che non vedevano l'ora di svuotarsi.

La mia lingua arrivò persino a stimolargli il perineo e quando arrivavo li sentivo Domenico sussultare dalla goduria. Avevo trovato un suo punto sensibile.

"Ah... si... come sei bravo... oh, si... si... lo sento... sto per venire... eccolo... lo sento... sta per uscire... AAAHHHWWW!!!!!"

Con un rapido movimento mi riportai di nuovo di fronte al suo cazzo e una marea di schizzi bianchi mi scaldarono la faccia. Alcuni di essi mi entrarono in bocca. Lo sperma di Domenico era buonissimo, mediamente denso, quasi bianco.

Non avendo uno sperma eccessivamente denso, gli schizzi erano davvero potenti e li sentì massaggiarmi la faccia.

I primi tre furono i più potenti poi in un calare di potenza fino a che il seme cominciò a colargli dal buchino dell'uretra.

Presi con la mano tutto il prezioso liquido bianco di Domenico dalla mia faccia e me lo gustai tutto e dopo mi rimisi il suo cazzo in bocca per ripulirlo per bene e prendermi fino all'ultima goccia di quell'elisir di mascolinità. Dopo averlo ripulito per bene mi alzai e ci abbracciamo di nuovo e ci baciammo lungamente.

"Sei stato fantastico, Ste." mi disse Domenico soddisfatto

"Grazie, anche tu sei stato eccezionale."

"Dai, adesso tocca a te. Anch'io ti voglio sentire dentro." mi sussurrò all'orecchio mentre mi prendeva il cazzo in mano

In quel momento realizzai che i profilattici di Domenico erano troppo grandi per me che rientro nella media, ma in quell'istante mi venne in mente che quando feci sesso con mio padre lui mi aveva messo uno dei suoi profilattici e andavano bene.

Mentre mio padre faceva il suo giro di telefonate presi uno dei suoi profilattici sperando che mi sarebbe servito con Domenico e me lo misi nel portafoglio.

Cercai dunque nella tasca posteriore del mio jeans e presi dal portafoglio quel passaporto per il piacere. Bene, era fatta.

Domenico si mise un cuscino sotto la schiena e si prese le gambe tirandole a sé.

Presi un po' di lubrificante e me lo spalmai per bene sul cazzo e anche sul suo buco, mi misi inginocchiato sul letto davanti a lui e cominciai a penetrarlo con un dito.

Il culo di Domenico era largo, si vedeva che aveva avuto molti altri rapporti prima di quel momento e così cominciai ad entrare e mi senti come risucchiare da quella bocca posteriore, vogliosa e ansiosa della mia medicina.

"Mmm... si... oh... si... trombami..." diceva Domenico

Dopo essermi messo le sue gambe sulle spalle, cominciai a spingere con foga crescente prima lentamente e poi sempre più veloce.

"Oh... si... continua così Ste... non fermarti... non fermarti..." disse Domenico fra tante frasi sconclusionate

"Ah... hai un culo fantastico..."

"Si... ed è tutto per te amore mio... fammi godere..."

Domenico mi incitava sempre di più e ad un certo punto mi prese la mano e si mise le mie dite in bocca una dopo l'altra e le succhiava come se fosse cazzi. Con l'altra mano mi godevo il suo possente petto peloso e di tanto in tanto gli stimolavo i capezzoli.

Nel frattempo notai che il cazzo di Domenico si risvegliava e così glie lo presi in mano e cominciai e segarglielo e stuzzicarlo stimolandogli il frenulo con il pollice.

"Oh... si... mi fai sentire un animale in calore... siiiiiii....." Domenico era sulla luna dal piacere e questo fece arrapare anche me fino al punto che cominciai a sentire il mio cazzo pulsare. L'orgasmo era vicino.

"Sto per venire, Domè non resisto più...."

"Allora stenditi, che ci penso io a te..." e cambiammo di nuovo posizione. Io mi stesi sul letto e Domenico si mise seduto sopra di me e cominciò a spingere sempre più veloce e incisivo.

"Oh si! così... ah... così... ah... mmm... sto per venire... si... oh, si... non fermarti... sta per uscire... ah... ah... ah... Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!"

"Oh, si... oh..." disse Domenico sentendo le mie contrazione orgasmatiche nel suo culo "bravo... si... mmm...."

"E' stato magnifico!" dissi ancora con il fiatone

Domenico si sfilò da me e mi guardò "mmm... è bello pieno. Avevo giusto un po' di sete..." e detto questo mi tolse il preservativo e si dissetò con il mio seme.

Dopo aver vuotato il profilattico Domenico si stese accanto a me e il suo cazzo era ancora sugli attenti.

"Ehi, posso avere un'altro assaggio?" dissi con uno sguardo provocante

"Ma certo, vieni qui." e mi mise la mano dietro la testa come per guidarmi

Ancora una volta potei sentire in bocca la consistenza di quel cazzo fantastico. Domenico godeva sempre di più fino a che non senti il suo cazzo pulsare ed espellere per la seconda volta quel meraviglioso nettare di virilità.

Eravamo soddisfatti ampiamente ed io mi lasciai avvolgere dalle sue braccia mentre mi stringevo a lui. Ci addormentammo in questa posizione. Ci svegliammo verso le 16:00.

"Ehi..." gli dissi con uno sguardo dolce accarezzandogli la guancia "allora non è stato un sogno."

"No" mi disse "io sono qui, con te. E non ti lascerò mai." e ci baciammo di nuovo con passione ma poi guardai la sveglia sul comodino

"Domenico, sono le quattro. Devi tornare in officina."

"No... non voglio tornare all'officina oggi. Si sta così bene qui..." e mi strinse forte "Voglio restare così per tutto il giorno." e mi baciò di nuovo

"Ok" risposi io. In quel momento in rivenne in mente quello che avevo notato prima, l'assenza di fotografie. Sebbene ogni mia singola cellula non volesse rovinare quel momento la mia curiosità alla fine ebbe la meglio.

"Domè... posso farti una domanda?"

"Certo giò. Dimmi."

"Ecco... ho notato che non ci sono fotografie né qui e né in nessun'altra stanza... come mai?"

Domenico emise un sospiro e il suo volto divenne triste.

"Accidenti, ho sbagliato di nuovo. Ti chiedo scusa. Non sei costretto a rispondermi." dissi io

"No giò..." mi disse Domenico "Non scusarti. E' giusto che tu me lo chieda... e poi adesso siamo una coppia e non voglio che ci siano segreti fra noi." e Domenico cominciò a raccontarmi la sua storia.

Domenico mi confessò che era stato cacciato di casa da suo padre quando aveva scoperto che era omosessuale. Durante il quarto anno di liceo Domenico si era innamorato di un suo compagno di classe e si frequentarono per un po'. Un giorno mentre erano da soli nella sua stanza intenti a risolvere delle equazioni di terzo grado, tra un numero e l'altro le loro mani entrarono in contatto, i loro occhi si incontrarono e le loro labbra si trovarono.

Si erano appena tolti le magliette quando il padre irruppe nella stanza e li sorprese.

Il padre di Domenico andò su tutte le furie e li cacciò entrambi fuori di casa. Non potendo contare sull'appoggio di sua madre poiché era mancata moltissimi anni prima quando era bambino, Domenico andò ad abitare con suo zio, il fratello del padre che lo accolse ben volentieri come un figlio a da allora non ebbe più contatti con suo padre. Provai una grande tristezza per lui e per la prima volta realizzai davvero quanto fossi stato fortunato ad avere una famiglia così aperta.

Non che prima non lo sapessi, ma essendo cresciuto in un ambiente privo di chiusure mentali ciò rappresentava la normalità per me... ma mi sbagliavo, e di grosso anche.

Il quel momento mi ricordai quello che mio padre mi aveva detto sull'imparare dalle cose brutte e capì che lui non voleva dire che si impara solo dalle proprie cose brutte, come io avevo intuito ma anche da quelle degli altri, di quelli che ci sono vicini. Da quel momento abbandonai per sempre il mio essere semplicistico e prevenuto. Non sarei più stato quello che si faceva mille problemi mentali per fare qualcosa ma avrei corso i miei rischi, come fanno tutti.

"Mi dispiace tanto... per quello che ti è successo, davvero. E mi dispiace anche di avertelo dovuto ricordare..." dissi io

"Non ti preoccupare, giò. Il passato è passato. Ormai quello è un capitolo chiuso per me. Adesso voglio pensare al futuro... e il mio futuro sei tu." e mi baciò con tenerezza

"Domenico, ascolta... devo confessarti una cosa."

"Dimmi."

"Ecco... io... l'altro giorno... ho fatto sesso con mio padre. Sai... lui è un orsone da far paura."

"Hai capito... Tuo padre ti vuole proprio bene, eh? ahahahah" disse Domenico

"Già.. comunque quello che volevo dirti è che lui mi ha proposto di fare un po' di sesso di gruppo con lui e i suoi amici, anche loro sono dei maschioni veraci. Il tutto era fissato per domani ma io ho deciso di non farlo più."

"Sei impazzito?! E perché mai vuoi perdere un'occasione del genere?"

"Come perché? Per te. Adesso sono il tuo compagno e non credo che sia il caso di fare sesso con qualcun'altro... a meno che... a te vada bene e ti unisca a noi."

"Se è per farti contento, sono disposto a sacrificarmi volentieri..." mi disse ironicamente

"Si, certo. Sono sicuro che sarà un sacrificio molto sofferto, il tuo." e ci mettemmo a ridere insieme

"Come sono questi due maschioni?" mi chiese Domenico

"Sono due superfighi. Con loro il divertimento è assicurato, fidati."

"Non vedo l'ora" disse stringendomi forte a lui

Passai la restante parte della giornata e la notte a casa di Domenico. Il giorno seguente, dopo aver fatto colazione insieme, io e Domenico uscimmo di casa ma mentre eravamo sulla porta squillò il telefono.

"Tranquillo, rispondi. Io ti aspetto fuori" dissi io

"Ci metto un attimo" disse Domenico

Poco dopo sentì Domenico urlare come un ossesso.

"LASCIAMI IN PACE!!!!!" fu tutto quello che riuscì a capire e sebbene fossi preoccupato per lui pensai che forse era meglio non approfondire per il momento e quando tornò feci finta di non aver sentito nulla. Domenico mi accompagnò a casa e andò all'officina. Quando arrivai i miei stavano quasi per uscire. Mia madre era in camera da letto per prendere le sue valige e mio padre era in sala da pranzo. Dissi ai miei quello che era successo ed entrambi furono molto felici per il fatto che avessi trovato una brava persona.

"Stefano, Sono felice per te." disse mia madre abbracciandomi forte e poi guardando l'orologio "Vincenzo, dobbiamo andare adesso, altrimenti perdo l'aereo. Ciao Ste. Promettimi che quando ritornerò ceneremo insieme e ce lo farai conoscere."

"Certo ma', stai tranquilla." e mia madre mi abbracciò piena di felicità e poi uscì di casa assieme a mio padre.

Dopo essermi fatto una doccia veloce andai all'università.

Quella mattina avevo due lezioni ma avendo la mente da tutt'altra parte, portai il mio registratore portatile per registrarle entrambe e poterle riascoltare in un momento in cui il mio livello ormonale mi avrebbe consentito di capirci qualcosa.

Quando tornai a casa mio padre era già tornato.

"Ciao, pa'."

"Ciao, Ste."

"Allora dimmi di questo Domenico. Hai visto che avevo ragione?"

"Si pa', avevi ragione. Ti ringrazio tanto per avermi spronato a farmi avanti. Se non fosse stato per te non avrei mai capito che anche lui mi voleva. Non so che fare per dimostrarti quando ti sono grato..."

"Vederti felice è la ricompensa più grande che io possa chiedere, Ste'." e mio padre mi abbracciò forte "Ma dimmi... Domenico lo sa che oggi noi... si insomma... hai capito."

"Certo... verrà anche lui."

"Dici sul serio? Non vedo l'ora che arrivi oggi pomeriggio... Sai come si dice in questi casi?"

"Più siamo e più ci divertiamo?"

"Proprio così." e ridemmo insieme

Erano le 12:45 e il mio stomaco avrebbe dovuto mugolare per la fame, ma tra l'euforia e l'eccitazione si era come bloccato. Mangiai comunque pensando al fatto che tra qualche ora mi sarebbero servite parecchie energie e dovevo fare il pieno.

La sera precedente mia madre ci aveva preparato pasta con ragù alla bolognese e l'aveva poi messa in un contenitore che conservò nel frigo.

Mio padre uscì il contenitore dal frigo e dopo aver atteso che la pasta scongelasse, la mise in padella e accese il fornelletto medio per dargli una scaldata. Davvero buona. Mia madre è una cuoca eccezionale.

Poco dopo suonò il citofono. Era Domenico. Lo feci entrare e lo presentai a mio padre.

"Molto piacere signor Vincenzo. Io sono Domenico."

"Piacere mio, Domenico." e mio padre squadrò Domenico con un'espressione libidinosa "Mmm... comincio ad essere un po' geloso di mio figlio..." e scoppiamo tutti a ridere

"Stavamo preparando il caffè. Lo prendi anche tu, Domenico?" chiese mio padre

"Certo, grazie." disse Domenico e io e lui ci sedemmo sul divano per guardare un po' di tv

Dopo qualche minuto mio padre tornò con il caffè e si sedette con noi e cominciammo a chiacchierare del più e del meno.

"Non vedo l'ora di conoscere la tua famiglia, Domenico." disse mio padre

"Pa'... io non credo che questo possa accadere..."

"Perché?" chiese mio padre ed io e Domenico ci guardammo negli occhi.

"Mia madre è morta quando ero piccolo e... non vedo mio padre da quando avevo 18 anni." disse Domenico e poi cominciò a raccontare la sua storia che prima aveva raccontato a me.

"Domenico... non so che dire. Scusami... io non immaginavo..."

"Non si preoccupi... è tutto nel passato.

Vivo nel presente adesso, e quando sto con suo figlio vedo il mio futuro." e mi mise un braccio intorno al collo e mi diede un bacio

"Siete bellissimi insieme. Congratulazioni ragazzi." disse mio padre

"Grazie pa'." dissi io

"La ringrazio." disse Domenico

"Ascolta pa'..." dissi io "ma dove ci mettiamo per 'fare ginnastica'?"

"Nella stanza da letto" rispose mio padre

"Allora sarà meglio se togliamo tutto quello che si potrebbe rompere... noi siamo in cinque e non vorrei che nella foga si rompesse qualcosa. Giusto per stare più tranquilli."

"Penso che tu abbia ragione, Ste'. Vieni, aiutami a sgombrare la stanza da letto."

"Certo pa'."

"Se volete vi aiuto anch'io..." disse Domenico

"Ma no, tu sei ospite. Ci pensiamo noi." disse mi padre

"Non c'è molto da spostare, tranquillo" dissi io "Sarà questione di un minuto." e io e mio padre andammo nella stanza da letto

Nell'angolo accanto alla porta c'era un tavolino alto e tondo con un vaso (con o senza fiori, a seconda del caso) che mettemmo dentro la mia stanza. Accanto al letto c'era la scrivania-specchio di mia madre che spostammo anch'essa nella mia stanza. Fortunatamente era leggera.

Dopo aver sgombrato i comodini e il comò di tutti i loro soprammobili, composti da piccole statuette e anche la sveglia-radio di mio padre e posacenere vari dalle forme più strane e averli messi sul tavolo della sala da pranzo tutto era pronto per il grande evento.

Mentre mettevamo apposto gli ultimi soprammobili suonò il citofono. I nostri ospiti era arrivati. Mio padre andò a rispondere e fece salire i suoi amici. Mi sentivo tutto un fremito e il cuore mi andava a mille.

La porta di casa si aprì e Rosario e Giacomo entrarono in casa ed io nella mia testa sentivo le trombe che facevano la musica hot che di solito si sente nei film quando qualcuno/a sexy fa il suo ingresso nella scena. Mio padre fece accomodare i nostri ospiti nella sala da pranzo, ma prima di proseguire credo sia il caso che ve li descriva.

Rosario, detto Sasà è davvero un figo da paura. Alto 1.75 quindi poco più alto di me, capelli biodo-paglia e profondi occhi castani, brizzolato, tendente al bianco e con una barba a baffo grosso di quelli che curvando quasi a 90° arrivano il mento. Il resto della barba era un po' incolta direi di circa tre giorni e gli dava quel tocco di rudezza e virilità che ti fa salire gli ormoni a manetta. Ha un viso simpatico e magnetico.

Ricordo ancora che tutte le volte che passavo dalla sala da pranzo per andare al bagno, lui vedendomi mi faceva sempre l'occhiolino.

Se fossi stato come sono ora me lo sarei fatto già da un pezzo. Massiccio e muscoloso. Braccia pelose, scolpite ma non troppo. L'età lo aveva farcito un po', ma quel ripieno in più lo rendeva ancora più figo.

Portava sempre una maglietta senza maniche bianca che faceva risaltare molto il suo torace davanti e la schiena dietro e un bel paio di jeans logori che gli delineavano le cosce e sopratutto il pacco.

Se avesse avuto una camicia a quadri rossa, sarebbe stato uguale a uno di quei camionisti che si vedono nei video porno. Possiamo quindi dire che Sasà sia un bell'esemplare di "Mature Muscle Bear".

Dopo Sasà c'è Giacomo. Giacomo è alto 1.60. Meno brizzolato di Sasà ma un po' stempiato. Capelli castani e occhi azzurro mare. Con due bei mustaccioni stile daddy. Braccia e gambe grosse e poco pelose. Era solito usare le polo e di solito ne indossava una blu che gli metteva in rilievo i capezzoli e delineava il suo pancione che niente aveva da invidiare a quello di mio padre.

Dai bottoni che lasciava aperti si poteva intravedere un bel ciuffo di peli sbucare fuori. Invece dei jeans, Giacomo indossava sempre dei pantaloni di tessuto marrone oppure grigio di quelli che fanno risaltare il pacco.

Ogni volta che lo vedevo di profilo la mia mano sembrava fremere di volontà propria e voleva avventurarsi nel suo cavallo per sentire la consistenza di quel pacco. Giacomo è davvero un gran bel "Chubby".

"Salve a tutti" disse Rosario che d'ora in poi chiameremo Sasà

"Saaalve" disse Giacomo con un tono maialesco vedendo me e Domenico

"Salve a voi. E' un piacere conoscervi" dissi io "Un uccellino, anzi..." e guardai mio padre con un espressione maialesca "un uccellone mia detto che voi due volete farmi la festa, vero?"

"Puoi dirlo forte" disse Giacomo

"E' da tanto tempo che non facciamo sesso." e si strinse il pacco "Tuo padre ci ha detto che sei un succhiacazzi fenomenale e noi siamo tanto arrapati..." disse stringendosi ancora il pacco ed io notai che quel pacco cominciava ad acquistare vigore

"State tranquilli, ci penso io... anzi..." e guardai Domenico mettendogli un braccio intorno al collo "Ci pensiamo noi a voi!"

"Ah già, ho dimenticato di fare le presentazioni." disse mio padre "Lui si chiama Domenico. E' il compagno di mio figlio."

"Accipicchia..." disse Giacomo squadrando Domenico dalla testa ai piedi

"Ottima scelta ragazzo!" disse Sasà

"Bene, bene" disse mio padre "Ci sono tutte le premesse per un orgia con i fiocchi. Dai, andiamo tutti nella stanza da letto e diamoci dentro!"

Io, Domenico, mio padre e Sasà e Giacomo ci avviammo nella stanza da letto ma prima di entrarvi ci spogliammo completamente e lasciammo i nostri abiti nella mia stanza così dopo li avremo trovati puliti.

"Allora?" dissi io con tono provocante "Chi vuole essere il primo?"

"Io" disse Sasà "Vieni qui e fammi vedere se sei bravo come dice tuo padre." Sasà aveva già il cazzo in tiro. Era davvero bellissimo. Larghezza e lunghezza erano bilanciate, di certo al di sopra della media ma non eccessivamente grande.

Il prepuzio sembrava incapace di contenere quella cappella tonda, rosa e succosa che per metà era già fuori pronta e desiderosa di una bocca calda ed accogliente. Sasà aveva il cazzo depilato. Tante volte avevo visto nei miei video porno preferiti attori che avevano il cazzo depilato e desideravo tanto poterne 'tastare' uno dal vivo ed ora avevo la possibilità di farlo.

Senza ulteriori indugi mi diressi verso Sasà mi abbassai e gli presi in mano quel bel salsicciotto pulsante e cominciai a menarglielo un po' giusto per farlo riscaldare.

Nel frattempo Giacomo si era messo accanto a Sasà e si gustava la scena e allora io lo guardai voglioso e gli dissi "Tranquillo" e mi misi a solleticargli le palle per fargli venire un erezione che in pochi gli risvegliò il cazzo "Non mi sono scordato di te." e gli feci l'occhiolino

"Ah... si... che bello... ah..." disse Giacomo

"Eheheheh... a mio figlio piace tanto solleticare i cazzi degli altri." disse mio padre ridendo e poi si mise a spompinare Domenico.

"Perché non lo fai anche a me?" disse Sasà

"Va bene, stenditi sul letto che ci penso io a te." e Sasà si stese sul letto

Cominciai con una sola mano, la destra. Gli feci allargare le gambe e cominciai a stimolargli il perineo e poi cominciai a salire passando per le palle fino alla punta proprio all'altezza del frenulo per poi fare la strada a ritroso. Il cazzo di Sasà cominciò a danzare in modo frenetico. Con il cazzo depilato il solletico viene ancora meglio.

"Ah... si... ah... Mmm... si...oh... continua... non ti fermare... Ah..." Sasà era in estasi e questo di riflesso fece arrapare anche me

Ad un certo punto mi concentrai sul frenulo e passavo un dito sul contorno del prepuzio fino a quando inaspettatamente la mano sinistra gli solleticai lo scroto. Sasà sembrava posseduto.

"Ah... si... ancora... ancora... ancora... ancora... ANCORAAAAAAAAA!!!!!!"

"Quanto ne vuoi, caro." dissi io

"Ah, basta... non resisto più... succhiamelo. Si, succhiamelo."

Senza farmi attendere fagocitai il cazzo di Sasà e cominciai a succhiarglielo con foga sempre più crescente ma senza andare troppo veloce. Volevo gustarmi completamente la salsiccia di Sasà.

Nel frattempo Giacomo si era disteso nel letto accanto a Sasà e cominciò a baciarlo con passione e stimolargli i capezzoli. Ad un certo punto si staccarono e Giacomo disse "Vieni figliolo.

C'è spazio anche per te qui..." e così mi misi a sandwich tra Giacomo a Sasà.

Mentre mi godevo il cazzo di Sasà, da dietro sentivo quello di Giacomo strusciare contro il mio culo e mentre mi bacava il collo e mi accarezzava le spalle e la schiena potevo anche sentire il suo pancione premere contro di me. Mi sentivo in paradiso. Nel frattempo mio padre e Domenico si erano scambiati i ruoli.

Adesso era Domenico che spompinava mio padre. Dopo aver assaggiato per bene il cazzo di Sasà mi girai verso Giacomo e lo baciai con passione stringendolo a me.

Dopo scesi giù e gli succhiai i capezzoli mentre con la mano mi godevo la sua panciona e nel frattempo Sasà iniziò a baciarmi il collo e mi prese il cazzo in mano e cominciò a segarmelo lentamente. Dopo i capezzoli scesi ancora e mi avvinghiai a quell'enorme pancione e iniziai a baciarlo e leccarlo ovunque. Rispetto alla pancia di mio padre, quella di Giacomo era molto meno pelosa e leggermente meno soda, ma comunque mi faceva impazzire.

"Che bel pancione che hai, Giacomo." dissi in preda al delirio

"Goditelo tutto, figliolo. Si, così...bravo... bravo.." disse Giacomo per incitarmi

Dopo aver fatto il pieno del pancione di Giacomo scesi ancora più giù e mettendomi a carponi sul letto cominciai a succhiare il cazzo di Giacomo. Giacomo aveva un cazzo di lunghezza media molto simile al mio con una cappella dalla forma più allungata rispetto a quella di Sasà ma le sue palle erano belle grosse, più di quelle di Sasà. "Chissà quanta sborra ci sarà li dentro..." pensai tra me

"Ah... si... bravo... così... bravo figliolo... succhialo tutto... si... bravo, così... oh..." anche Giacomo era soddisfatto della mia bocca

Ad un certo punto senti un calore umido nel culo. Sasà si era alzato e aveva iniziato ad aprirmi il buco con la sua lingua. Di tanto in tanto ci spuntava dentro e con il dito mi penetrava un po' per poi riprendere i colpi di lingua.

"Ah... si... continua Sasà... ah... ah... non vedo l'ora... ah... di sentire ah... quel bel missile pelato in culo... ah..."

"Hai un culo da sballo." disse tra una leccata e l'altra "Si, è fantastico... non vedo l'ora di aprirtelo in due..."

Continuai a succhiare con avidità il cazzo di Giacomo finche non ebbe un sussulto e senti in bocca il sapore della sua pre-sborra.

"Ah... Eheheheh... me ne hai fatta uscire un po'... bravo continua così..." disse Giacomo

"E' questo è niente" dissi io "il bello deve ancora arrivare"

Con la coda dell'occhio vidi mio padre che stava mettendo il profilattico a Domenico e allora decisi che era il momento di fare sul serio.

"Sasà" dissi io "prendi un profilattico e mettitelo. Voglio sentirti dentro"

Sasà non si fece aspettare. Mi rimisi disteso e mi avvinghiai a Giacomo che ripresi a baciare con passione.

Dopo aver armato la sua pistola e averla lubrificata per bene assieme al mio culo cominciò ad entrare. Essendo abituato al cazzo di Domenico che era più largo di quello di Sasà non sentì dolore ma solo un enorme piacere. Sasà cominciò a fottermi con vigore e velocità crescente mentre io ero avvinghiato a Giacomo mi godevo ogni millimetro del suo corpo.

"Giacomo girati, che facciamo un 69." gli sussurrai all'orecchio e lui ne fu felice e si girò e cominciammo a succhiarci il cazzo a vicenda. Mi sentivo in paradiso. Uno stallone dietro mi faceva la festa e un bel 69 davanti. Restammo in questa posizione per un'ora abbondante.

Sasà aveva una resistenza incredibile, proprio come mio padre. I maschi della loro generazione sono proprio delle macchine per il sesso. Mio padre si offrì di prendere il posto di Giacomo e così lui di alzo dal letto e iniziò a succhiare il cazzo a Domenico mentre mio padre prendendo il posto di Giacomo mi aveva dato il suo cazzo in bocca.

Mi gustai ancora una volta il cazzo di mio padre in tutta la sua possanza. Il mio desiderio aumentava sempre di più fino a che mi sentì strano. Sasà, non so come era riuscito a stimolarmi la prostata e mi aveva provocato un orgasmo anale.

"Ah... ah... si... ah... ma... ah... che... succede?"

"Eheheheh... Sasà ti ha stimolato la prostata." mi disse mio padre

"Ti è piaciuto, eh?" disse Sasà con il fiatone

"Si... è stato bello... fottimi... fottimi..." dissi nel impeto della passione

Ripresi a succhiare il cazzo di mio padre e ad un certo punto il fiato di Sasà cominciò ad accorciarsi.

"Ah, si... sto per venire... si, sto per sborrare... si... lo sento..." disse Sasà

"Voglio berlo tutto, Sasà."

Allora Sasà si sfilò da me e si tolse il profilattico e io cominciai a succhiargli il cazzo con foga ma sempre mantenendo un velocità media perché volevo godermelo fino in fondo.

"Ah... si... lo sento... sta per arrivare figliolo... si, sta per arrivare..." disse Sasà

"Avanti Ste'... fallo venire" mi incitava mio padre

"Ah, si... eccolo... arriva... si... ECCOLO.... AAAAAAAHHHHHHHHHHHWWWWWWWW!!!!!!!!!"

Il cazzo di Sasà cominciò a pulsare in modo frenetico e la mia bocca si riempì del suo nettare di virilità. Lo assaporai per bene e poi lo mandai giù. Continuai a succhiare il cazzo di Sasà fino a quando non si ammosciò del tutto.

"Sei proprio un succhiacazzi con i fiocchi." disse Sasà ancora ansimante "Tuo figlio è meglio di una troia, Vicè..." disse a mio padre

Nel frattempo Domenico si stava facendo sbattere da Giacomo e anche lui era vicino all'orgasmo. Allora Giacomo si sfilò e si tolse il profilattico e Domenico cominciò la pompa finale.

"Ah... si... sto per venire... si... ah... vengo... vengo... VENGO.... AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!" Domenico con uno scatto si mise davanti al cazzo di Giacomo e in pochi istanti i suoi schizzi gli avevano riempito la faccia. Domenico prese la sborra di Giacomo e se la gustò tutta senza lasciarne neppure una goccia. Adesso era il turno di mio padre.

"Vieni qui pa'... adesso tocca a te." dissi con tono voglioso

"Ascolta Ste', Giacomo e Sasà hanno avuto la loro razione di solletico ma io no..." disse facendomi uno sguardo da cucciolo

"Ok, stenditi e lascia fare a me." e anche mio padre ricevette la sua razione di solletico. Dopo un po' iniziai a succhiare il cazzo di mio padre e lo sentì pulsare.

"Stai per venire pa'?" dissi io

"Si..."

"E vuoi venire?" gli dissi io

"Si, non resisto più. Fammi venire Ste'..."

Allora iniziai a segare mio padre con foga e velocità.

"Vediamo quanto riesci a resistere..." dissi emulando lo stesso gioco erotico che lui aveva fatto con me qualche giorno prima.

"Eheheheh... guarda che io ho una resistenza più alta della tua, sai?" disse mio padre ridendo

"Ah, si? Allora ci penso io..." disse Domenico cominciando a solleticare lo scroto a mio padre.

"Come la mettiamo adesso, eh?" dissi io

"Ah... ah... ah... ah... si... ah... ah... uhm... AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

Il cazzo di mio padre cominciò ad eruttare sperma che finì sul suo petto e sulla sua panciona.

Dopo averlo svuotato per bene, io e Domenico cominciammo e leccarlo ovunque per prendere tutto quello squisito miele bianco.

Io gli presi quello che era finito sul petto, Domenico invece gli ripulì la pancia e leccando leccando ci avvicinammo l'un l'latro fino a baciarci con passione realizzando una vera e propria versione porno gay della scena dello spaghetto di 'Lilli e il vagabondo'.

"Abbiamo vinto noi!" dicemmo all'unisono io e Domenico

"Eheheheheh... mascalzoncelli!" disse mio padre ancora col fiatone

Adesso era il nostro turno. Io e Domenico avremmo chiuso in bellezza quell'orgia fantastica... ma l'andazzo della serata prese una piega del tutto inaspettata. Mentre io e Domenico stavamo per avvinghiarci sentimmo qualcuno urlare fuori.

"Domenico!!!!!!!!!!! Lo so che sei li! Domenico!"

Ma chi poteva essere ad urlare in quel modo? L'espressione di Domenico cambiò e dall'imbarazzo che gli leggevo in volto capì che lui sapeva chi fosse ad urlare.

"Le chiedo scusa, signor Vincenzo ma... potrebbe fare salire quell'uomo che sta dando spettacolo? Non voglio che attiri l'attenzione..."

"D'accordo, Domenico"

Mio padre andò nella mia stanza e dopo essersi rimesso le mutande e i pantaloncini andò a prendere quell'uomo e lo fece salire. Nel frattempo anche noi altri c'eravamo rivestiti e ci eravamo spostati nella sala da pranzo. Ero in apprensione, un'atmosfera gelida e pesante era calata su di noi e lo sguardo di Domenico non prometteva niente di buono.

"Domenico, che cosa sta succedendo?" chiesi io ma lui non rispose

Dopo qualche istante mio padre tornò con un'altro uomo. Era visibilmente ubriaco.

"Ti avevo espressamente chiesto di lasciarmi in pace!" disse Domenico arrabbiato "Si può sapere che cosa vuoi da me... papà?"

Non potevo credere alle mie orecchie.

[Continua]

Spero che questa storia vi sia piaciuta. Nel caso aveste delle idee, spunti per altre storie potete contattarmi a questo indirizzo -> stefano_339@yahoo.it


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