ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Novembre - Dicembre 2015


DE CHIRICO A FERRARA - SUBLIME CANOVA - L'ARTE DELLA CRONACA - ULTIME PASSEGGIATE - APPUNTAMENTO A CA' REZZONICO - FINALMENTE SCHIAVONE!!! - QUATTRO SIGNORE - OLIVER SACKS IN MOVIMENTO
 DE CHIRICO A FERRARA Metafisica e avanguardie  Da non perdere assolutamente, questa nuova selva avventurosa proposta da Palazzo dei Diamanti di Ferrara, ed in cui ci si puo' inoltrare sino al 28 Febbraio 2016 (dal 18 Marzo al 3 Luglio, alla Staatsgalerie di Stoccarda che coproduce la manifestazione, insieme con l'Archivio dell'Arte Metafisica di Milano /Berlino).

Vista alla presentazione, con gli acuti interventi di Paolo Baldacci, curatore con Gerg Roos, mostra concentrativa e riflessiva,  visitatori compunti, quadri silenziosi (!) intorno ai pochissimi anni di soggiorno del Pictor Optimus, nella citta' estense.

Lasciata Parigi, ed arruolatosi con il fratello -pur amministrativo- si ritrovo' addosso le sue somatizzazioni, le sue profonde angosce, e fu ricoverato, nell'Ospedale Militare per le Nevrosi di Guerra "Villa del Seminario" poco fuori citta'.

Altri artisti, come Carra', vi furono curati, e grazie ad uno staff medico particolarmente illuminato, poterono continuare a dipingere.

Qui nacquero le tele dechirichiane che vediamo esposte e che nei loro silenti paesaggi urbani mostrano riconoscibilissimi monumenti delle prospettive ferraresi, quando prima gli "esterni" del pittore erano anonimamente ideali e rarefatti.

Ora sono ambientati chiaramente: LE MUSE INQUIETANTI, stanno sul loro palcoscenico e sullo sfondo si riconosce il Castello.

Tutto diventa quasi ancor più misterioso. Gli abissi prospettici si moltiplicano di mises en abìme pluridimensionali, gli interni e gli esterni si confondono, le presenze, come il tipico pane locale, certi speciali biscotti, gli oggetti quotidiani assumono un'importanza quasi oracolare.

Teatrini ossessivi in cui le cose, maggiormente sembrano innoque, e piu' sono potenzialmente assassine.

Con grande prudenza, precisione e puntualita', la mostra propone graduali allargamenti ad artisti coevi, influenzati da questa pittura: Georg Grosz, Dali', Morandi soprattutto, ovviamente, in maniera tutta sua, De Pisis, Sironi, poi Man Ray e Max Ernst, Raoul Haussman, Oskar Schlemmer, Magritte, ognuno a modo suo avendo assorbito la lezione metafisica ferrarese.

In ognuna delle sale campeggia una grande, antica fotografia che riproduce vedute cittadine, in esterno, come all'interno (Schifanoia, ad esempio). Comprese nel percorso, le presenze di tutti gli artisti citati e la "lotta" dei manichini di Carra' e De Chirico, ognuno conla sua precipua visione, ma anche di Morandi e di altri.

A conclusione, dopo il bellissimo, accuratissimo catalogo autoedito da Ferrara Arte, cito IL FIGLIO DELL'ARCHITETTO di Carlo Carr‡a', 1917/21, Collezione Privata. Se ne possono vedere di bellissimi e di tutte le dimensioni alla Palazzina di Marfisa d'Este, nella mostra: IL MANICHINO e i suoi paesaggi, Una storia quasi metafisica, sino al 13 Marzo 2016. Dal 7 Dicembre, al 21 Febbraio 2016: "SUL PALCOSCENICO TUTTO E' MISTERO" Ferrara Metafisica, conferenze, concerti, letture.

Sino al 30 Gennaio: FISICA E METAFISICA? La Scienza ai tempi di De Chirico e Carra', Palazzo Turchi di Bagno e FERRARA META-FISICA D'INVERNO, suggestioni di vario tipo, in citta'(Ens Rationis di Mustafa Sabbagh al Museo Civico di Storia Naturale, LE CITTA'DEL PENSIERO. Un'indagine metafisica di Silvia Camporesi, SUGGESTIONI NEL GHETTO EBRAICO).


emilio campanella

Dopo alcuni anni di lavoro, progettazione, pensieri, restauri, collaborazioni e comunicazioni, venerdi 20 Novembre, nella Chiesetta del Doge di Palazzo Ducale, e' stato presentato l'ambizioso, e, come si e' visto dopo, pienamente riuscito, progetto: SUBLIME CANOVA.

Con molta, giustificata, soddisfazione lo staff dei Musei Civici Veneziani, nella persona della loro direttrice Gabriella Belli, anche in rappresentanza di Franca Coin, Presidente del Venice International Foundation Friend of Venice Italy, insieme con Jeròme Zienesiss Presidente del Comite' Français pour la Sauvegarde de Venise, con l'intervento di Andrea Bellieni Responsabile del Museo Correr, e di Daniela Ferretti, Dirigente dell' Area Museale 3 Responsabile dell'ufficio allestimenti, ha presentato la conclusione di un percorso di riorganizzazione ultimato e che, dopo le belle rivoluzioni interne di Ca'Pesaro, e Palazzo Mocenigo, del Museo del Vetro, degli appartamenti dell'Imperatrice Elizabeth, di Palazzo Reale e della Chiesetta del Doge dove siamo stati ospitati, costituisce una prima importante tappa verso il cossiddetto GRANDE CORRER, in modo da renderlo veramente lo STADTMUSEUM veneziano.

Ce ne sono i numeri, l'importanza, la qualità delle opere della quadreria e tutti i "materiali" riguardanti la citta', la sua storia, le sue usanze. In gruppo, abbiamo attraversato la piazza, e saliti al piano, dopo il magnifico Salone da Ballo, siamo stati accolti nelle elegantissime quattro sale neoclassiche appena restaurate che costituiscono da oggi, e saranno aperte al pubblico il 21 Novembre (data importante della città siccome si festeggia S.Maria della Salute), il nuovo museo nel museo. Il prezioso nuovissimo MUSEO CANOVA, incastonato nel MUSEO CORRER.

Tutte le opere già presenti sono state riesposte e valorizzate con grande cura anche e soprattutto luministica.

Si è molto detto: Canova torna a risplendere, e' assolutamente vero: il bianco, l'oro, i disegni, le terrecotte, i gessi vengono fruiti finalmente quanto meritano.

Non piu' i grandi bassorilievi in un pur bel corridoio, ma di passaggio, non piu' i magnifici bozzetti, in tristi vertinette mal illuminate.

Ora anche il gruppo DEDALO E ICARO (1777/79), sta al centro di una sala tutta specchi, ori stucchi, affreschi, contrastando, con la sua chiara, semplice, emozionante presenza, cosi' come ORFEO ED EURIDICE (1775/76), in una fuga prospettica accuratamente studiata, fra immagini riflesse e scorci di stanze, il tutto, teatralmente ed abilmente studiato, cosi' diverso dall'angolo del Salone da Ballo in cui sino a ieri sembravano essere stati malinconicamente dimenticati dopo l'ultima festa in maschera! Ricostruito il MOBILE CANOVA, museo privato affettuoso del collezionista Domenico Zoppetti, fra copie, autentici e cimeli.

Cito un "oggetto" che ho sempre amato molto, il bozzetto in cera: ERCOLE SAETTA I FIGLI (1799) ancora del legato Zoppetti. Il congedo ci viene dato dalla VENERE ITALICA(1812). Ricordate, se sarete a Venezia a Carnevale, od in altro momento di grande affollamento...salite le scale e fuggite"via dalla pazza folla" rifugiandovi fra le braccia accoglienti dell'arte e della bellezza, della cultura e della storia della citta'.


emilio campanella

L'ARTE DELLA CRONACA 1946/1982, Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto.                                                        

Cosi', semplicemente, con un titolo dimesso, si presenta la bella mostra fotografica allestita con poco estro nel tristissimo Centro Culturale Candiani di Mestre, e che si potra' visitare sino al 31 Gennaio 2016. 

Curata da Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan, consta di oltre centoventi immagini dall'Archivio Cameraphoto Epoche Venezia.

Questa, un'occasione, e forse una prima scelta da un archivio che consta di circa trecentomila fotografie che raccontano il territorio e le citta', dunque, non solo Venezia, ma Mestre, Marghera ed il mondo del lavoro, le isole, e nella scelta attuale viene creato un percorso di ricordi, evocazioni, tematiche molteplici, quali quelle seguite dai fotoreporter dell'agenzia creata da Dino Jarach, che successivamente non firmera' più le foto, all'avvento delle leggi razziali; dal 1944 la firma sara': Interfoto.

Molti collaboratori, ed uno stile che contraddistingue l'agenzia.

Si sa che venivano privilegiati certi argomenti, e tutti si occupavano di raccogliere materiale sul tema; per questo la scelta attuale spazia antologicamente su molti argomenti, in modo da dare un'idea del lavoro capillare d'informazione per immagini.

Sono testimonianze d'epoca, di avvenimenti, di rivolgimenti sociali, di sciagure, eventi naturali epocali, efferati delitti, curiosita', accanto a reportages di moda e glamour divistico collegato alla Mostra del Cinema, come anche alla Biennale.

Da una parete all'altra, momenti di vita quotidiana e di miseria che non si riuscirebbe ad immaginare: una casa poverissima, due immagini del ricovero notturno dei poveri, le elezioni del 1948, le scuole, la coda alla cabina telefonica mestrina nel 1973, la coda per la mostra di Kandinskij nel 1980, in Piazza S.Marco, urbanistica mestrina, dive e divi.

Luchino Visconti, Alida Valli e Farley Granger sul set di SENSO, La Deneuve quasi bambina in Piazza S.Marco, sul set del terribile Mayerling di Terence Young! Orson Wells, il set di Otello, animali del circo a spasso per la citta', il Rio di Cannaregio ghiacciato nel '63 e molte foto delle devastazione dell'acqua alta del '66; la tromba d'aria a S.Elena del '70, manifestazioni politiche, inquinamento e cantieri navali.

Un po' un centone, ma che merita sicuramente una visita.


emilio campanella


Passando e ripassando, bighellonando fra un padiglione e l'altro della Biennale, con l'occasione di accompagnare qualche ospite, si vede, si rivede, si apprezza, si rivaluta, si ridimensiona il giudizio precedente; confrontando le luci primaverili con quelle d'Autunno.

Ai Giardini, andando a caso, il padiglione Olandese dedicato al grande patriarca Herman de Vries: TO BE ALL WAY TO BE, (omaggiato ampiamente anche a Palazzo Mora) in un'allestimento elegantissimo e minimale.

In Spagna le due intriganti edicole di giornali inventati, l'una su Silvio B. veramente un po' fuori tempo, e mi pare che qualche giorno fa, le "civette" sapessero un po' di aggiornamento, ma, tant'e'... molto meglio quella dei finti fumetti gay, molto divertenti e visitatissimi.

In Canada si va al bazar con BLG CANADISSIMO, colorata, affastellata rutilante, spiazzante installazione in vari ambienti, wunderkammer scombiccherata, magazzino lisergico per commessi ed avventori sciroccati.

All'esterno un bel gioco sonoro tipo meccano... non funzionava! Poco lontano un elegantissimo, deserto padiglione francese ospita alberi semoventi; E REVOLUTIONS di Cèleste Boursier-Mougenot.

Padiglione rivisto espressamente come pellegrinaggio volutamente dedicato alle vittime parigine del 13 Novembre, giusto la domenica successiva quando giaa' le colonne erano coperte di testimonianze di solidarieta' e molte erano le bandiere a mezz'asta, nel parco.

Il rinnovato padiglione Australiano e' abitato da: FIONA HALL: WRONG WAY TIME, sfinente e divertente wunderkammer, questa si, molto all'antica australiana, come dire.

Nello splendore architettonico ungherese: SUSTAINABLE IDENTITIES di Szila'rd Cseke, giocattolo tecnologico elementare e sornione. Poi si va a S.Elena, e la Grecia e' ad un passo, nel suo bell'edificio classico in cui Maria Papadimitriou ha realizzato un'ambientazione coinvolgente, anche se un po' vista (AGRIMIKA'- WHY LOOK AT ANIMALS).

Rivisitando l'Arsenale, sono rimasto nuovamente molto colpito dalle sculture di Juan Carlos Di Stefano, presentato nel padiglione argentino, dai draghi meccanici sotto le Gaggiandre, dal rutilante padiglione cinese e le sorprese del Giardino delle Vergini.


emilio campanella


Il 26 Novembre alle 17,30, nel Salone da Ballo di Ca' Rezzonico, e' stato presentato il Bollettino dei Musei civici Veneziani, relativo alle annate 2014/2015, dedicato a Filippo Pedrocco.

Uscito l'estate scorsa, ne avevo gia' parlato, ma torno sull'argomento, siccome l'occasione e' stata importante, infatti la presentazione fungeva, come dire, da pretesto per ricordare, da parte di molti degli intervenuti, lo studioso prematuramente scomparso.

Alla serata, introdotta dal Direttore di Palazzo Ducale (come dire, la nave ammiraglia dei Musei Civici Veneziani, l'edifico più visitato di tutto l'insieme museale),  e' seguito l'intervento di Alberto Craievic, attuale direttore del Museo del Settecento Veneziano, di Ca' Rezzonico (di cui Pedrocco era stato a lungo il direttore che lo aveva valorizzato, rivalutano, ne aveva rinnovato l'impulso e lo aveva nuovamente messo sotto i riflettori dell'attenzione del pubblico, come degli studiosi) cui si deve l'interessante mostra: I PISANI MORETTA, Storia e Collezionismo. Puntuale esposizione di materiali eterogenei, tutti molto belli, dai vetri alle porcellane, alle arti applicate, ai dipinti, corredata da un ottimo catalogo autoedito, intorno ai rapporti di questa influentissima famiglia, con la citta' la sua amministrazione e la sua cultura, e che si puo' ancora visitare sino all'11 Gennaio 2016.

Cristina Crisafulli, responsabile editoriale e coautrice, ha snoccilato l'elenco degli interventi stampati nel volume pubblicato da Marsilio.

Ha tratto le conclusioni, la direttrice, Gabriella Belli, che ha esortato molti dei presenti ad esternare i sentimenti legati alle loro esperienze professionali ed umane con Filippo Pedrocco, persona non solo di grande spessore intellettuale, ma di sensibilita' umana non comune, oltreche' di grande spirito ed umorismo... e queste sono cose che restano, di qualcuno che si e' stimato, con il quale si e' lavorato, che si e' amato, come nelle parole della vedova e della figlia, quest'ultima, che ha curato la bibliografia del padre, riportata nel volume.

Un momento di grande coinvolgimento per tutti i presenti, e maggiormente  per chi non si e' sentito di intervenire; e quelli che l'hanno fatto avevano tutti la voce rotta dalla commozione.

Episodio di grande calore umano che ha coinvolto anche chi non lo abbia conosciuto se non come stimabile e colto esperto d'arte.

E' sempre molto presto, morire a 64 anni lasciando un ricordo vivo ed il rimpianto per tutto cio' che avrebbe potuto seguire e che era nelle intenzioni.


emilio campanella


Dopo alcune esitazioni, qualche ripensamento, una vacanza genovese in cui ho visto tre belle mostre a Palazzo Ducale, di cui parlero' più avanti, rientrato, sono tornato a vedere con calma (una calma controllata, siccome entrato alle sedici, e chiudendo il museo alle diciassette!!!, ho avuto solo un'ora per la visita) la bella mostra: SPLENDORI DEL RINASCIMENTO A VENEZIA, SCHIAVONE, TRA PARMIGIANINO, TINTORETTO E TIZIANO, presentata alla stampa, fra disorganizzazioni e tensioni il 27 Novembre scorso, e che rimarra' aperta al pubblico, al Museo Correr di Venezia, sino al 10 Aprile 2016.

Su Andrea Meldola, detto LO SCHIAVONE, nato a Zara, nelle terre dei possedimenti veneziani dell'altra sponda dell'alto Adriatico non era ancora mai stata fatta una mostra, nonostante l'interesse del personaggio e la presenza di opere in tutto il mondo.

Il finalmente del titolo scelto, e' anche per questo motivo, e pare che i prestatori dei musei d'Europa ed Oltreoceano, abbiano accolto con entusiasmo un'idea che pare fosse attesa da molto tempo, ed abbiano concesso il prestito delle opere, senza alcuna difficolta'. Cosa rara!

Peraltro in anni in cui con le esposizioni, spesso si rischia di raschiare il barile, un'occasione simile, come lo era stata quella di Palma il Vecchio a Bergamo, in primavera, sono veramente ghiotte, mi si passi l'aggettivo conviviale adatto a Dicembre.

Del comitato scientifico fa parte, come presidente onorario, Francis L.Richardson, autore di un importante saggio pubblicato ad Oxford nel 1980.

La cura è di Enrico Maria dal Pozzolo e Lionello Puppi. Scientificamente molto accurata e pensata, ha occupato tre anni per la preparazione: allestita con gusto sobrio, ed illuminata con qualche imperfezione, consta di quattordici sezioni corrispondenti alle altrettante sale che ne compongono il percorso.

Ricchissima di opere del dedicatario della manifestazione e con importanti presenze di contemporanei, come gia' dal titolo, rivela l'importanza di un artista sempre visto di sfuggita, insieme ed all'ombra dei nomi piu' noti della sua epoca.

Un destino strano il suo, "adottato" a Venezia, stimatissimo dai colleghi anche grandissimi e notissimi, ma un po' snobbato dalla critica del tempo... destino che si e' trascinato dietro sino ad oggi.

E dire che era considerato un po' come un pupillo da Tintoretto, che la potentissima triade Aretino, Sansovino, Tiziano, lo stimava quale grandissimo pittore, tant'e', si e' arrivati ad oggi perche' potesse avere infine l'importante riconoscimento che gli era dovuto.

La mostra e' densa di opere provenienti da tutta Europa e dagli Stati uniti, come dicevo.

Oltre ai molti dipinti, l'esposizione offre un'amplissima scelta di soggetti incisi e di disegni in cui Andrea Meldola eccelleva particolarmente, e consiglio di guardare con molta attenzione, da vicino, la qualita' del segno, le suggestioni create, i gruppi di soggetti, l'equilibrio delle figure in movimento; tutto questo si ritrova nelle atmosfere sospese dei dipinti.

Il ponderoso catalogo e' pubblicato da 24Ore Cultura, insieme con i Musei Civici Veneziani.


emilio campanella


INVERNO A PALAZZO FORTUNY durera' sino al 13 Marzo 2016, nell'omonimo palazzo veneziano di Campo S.Beneto.

All'insegna della sensibilita' artistica femminile, le quattro esposizioni che compongono la manifestazione, sono allestite fra il piano terra ed i due piani nobili.

Al piano terra IDA BARBARIGO, con la mostra: ERME E SATURNI, figure evocate dalla penombra, donne slanciate d'altri tempi, apparizioni di sogni divinizzati dall'antichita', ricordi di affreschi strappati, di sofferte sinopie, in una illuminazione perfetta, da parte di questa figlia (Guido Cadorin) e sposa (Zoran Music) d'arte.

Al primo piano nobile, gli omaggi espositivi si sdoppiano, uno alla pittrice americana ROMAINE BROOKS, dipinti, disegni, fotografie; personalita' forte appartenente ad un'epoca di glamour e di artisti fortemente originali quali Gabriele D'Annunzio, Ida Rubinstein, Jean Cocteau, Paul Morand, Luisa Casati che ritorna a Palazzo Pesaro degli Orfei, con il ritratto famosissimo ed inquietante.

Esposto anche un ampio corpus di disegni di uno stile vagamente jugendstil tardivo.

L'altra meta' del piano e' dedicata all'antica padrona di casa: Henriette Fortuny ( Adèle Henriette Negrin), moglie di Mariano, ed ampiamente viene mostrato il lavoro d'atelier, le invenzioni, le creazioni al cui centro e', appunto HENRIETTE FORTUNY, Ritratto di una musa, questo il titolo della mostra amplissima, e che avrebbe meritato tutto il piano, per sgomitare meno con l'altra, benche' questa volta si sia ovviato l'abituale effetto caotico, si affascinante, ma sempre a detrimento della comprensione e della fruizione.

Il legame Venezia Parigi e' fortissimo e le suggestioni prustiane anche, dagli abiti DELPHOS ai mantelli, dai lavori sulle stoffe, alle foto d'epoca.

Al secondo piano nobile:SARAH MOON, Omaggio a Mariano Fortuny, una sorta di garbata e colta museificazione del museo nel museo.


emilio campanella

Il patriarca Oliver Sacks ci ha lasciati alcuni mesi fa, carico di esperienza,e di anni, non troppi; se non fosse stato per il tumore che lo ha ucciso sarebbe ancora con noi a raccontarci le sue storie straordinarie; facendo parte di una famiglia tendenzialmente longeva sarebbe arrivato,  come il padre, a novantadue anni, forse più.

Il 15 Ottobre e' uscita in Italia la traduzione della sua autobiografia, o meglio, diciamo la seconda parte, siccome quella dedicata all'infanzia: ZIO TUNGSTENO e' uscita nel 2001, e pubblicata in Italia nel 2002, da Adelphi come tutte le sue opere.

Questa autobiografia da adulto s'intitola: IN MOVIMENTO.

Ho cercato di leggerla "lentamente", ma fra l'interesse della materia, la capacita' coinvolgente di scrittura dell'autore, che tratti di casi clinici o delle proprie avventure ed anche disavventure, ed anche merito della bella traduzione di Isabella C.Blum, insomma nel volgere di poco tempo la lettura era finita.

Mentre leggevo avevo sempre la consapevolezza che questo e' stato il suo ultimo libro, e che non ce ne sara' un altro, forse... io confido nell'enorme mole dei suoi scritti, appunti, articoli editi ed inediti ed i circa mille quaderni di diari... per intanto c'e' la possibilita' di rileggere, e gia' questo libro stimola a ricercare parti di pubblicazioni precedenti, casi clinici riproposti con i veri nomi dei protagonisti, luoghi di cura e persone che si trovano in documentari.

Il capitolo dedicato al film RISVEGLI ha veramente la struttura di un backstage con persone ed attori che li interpretano, a confrontarsi.

Ma quello che ci presenta "il suo cuore messo a nudo" e' quasi sempre lui. Oliver, mai autoreferenziale, ma schivo, timido, maldestro, geniale e simpaticissimo; interessato sempre a studiare i comportamenti, a cercarne le motivazioni attraverso una lente di grandissima umanita', di rispetto per la sofferenza, talvolta grandissima dei soggetti di cui parla, ed anche entusiasta dei loro progressi nel loro affrancarsi dalla malattia, ammirando i percorsi alternativi che il loro cervello percorre allo scopo di ovviare alle carenze percettive.

Essendo essenzialmente uno scienziato la ricerca e' quello che sempre lo ha animato, e molto spesso attraverso se stesso, le proprie esperienze,i propri incidenti, come quello che ha portato alla scrittura di SU UNA GAMBA SOLA, 1984/1991, 1992 per l'edizione italiana.

Lavoro interessantissimo e dalla gestazione prolungata e laboriosissima.

Il capitolo del presente libro, dedicato a quello ed al grave incidente in montagna, e' anche occasione, e non l'unica, di riflessione ed analisi della propria scrittura, di autocritica, e di racconto dei rapporti importantissimi con collaboratori ed editori.

Su tutto questo e' presente fortemente, ma in maniera schiva e timida, attenta, trepida talvolta e sofferta sempre, la realta' omosessuale di Oliver Sacks, qui dichiarata in un coming out pubblico ed intimo al tempo stesso. Quello di un uomo bellissimo sempre, in ogni eta' della sua vita, e lo testimoniano le molte immagini che corredano il testo.

Una fra tutte, scelta per la copertina: vestito in pelle a cavallo della sua moto BMW R60, al Greenwich Village, nel 1961: un modello perfetto per Tom of Finland.

Le sue altre passioni furono il sollevamento pesi di cui fu campione fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta... e lo vedremmo perfettamente fra i belloni di PHISIQUE PICTORIAL, la pesca subacquea.

I racconti picareschi di viaggi ON THE ROAD non mancano, con camionisti, in giro per un breve periodo con gli HELL'S ANGELS... una vita ch'e' stata veramente un romanzo. La vita di un importante scienziato, di un grande uomo!


emilio campanella