ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Aprile 2011


QUALI BATTAGLIE?  - UN PRIMO SGUARDO ALL'ARTE PRESENTE IN LAGUNA, NEI PROSSIMI MESI - BIENNALE & DINTORNI


Al Teatro Verdi di Padova, la prima assoluta di DOPO LA BATTAGLIA, il nuovo spettacolo di Pippo Delbono, coprodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Théàtre du Rond Point- Paris, Théàtre de la Place, Liège.
Le rappresentazioni, dal 3 all' 8 Maggio. Il titolo di queste note  rappresenta una domanda che mi sono posto vedendo questo nuovo, ancora una volta, intenso, spettacolo del regista ligure... casualmente sto rileggendo Tenera e' la notte di Francis Scott Fitzgerald, e proprio lui, parlava di battaglia a proposito del rapporto dello psichiatra, con la moglie schizofrenica... la stessa battaglia senza quartiere, dello scrittore, con il profondo disagio dell'amatissima moglie Zelda.
Ma qui, qual'e' la battaglia che Pippo ci suggerisce, quali le battaglie evocate, quali i disagi, quali i disastri, reali, fisici, pericolosi per l'incolumita'... interiori, segreti, laceranti, esistenziali... ma queste cose, sono mai, poi, veramente disgiunte?
Molti interrogativi nelle dense due ore di questo pezzo, si, chiamamolo pure come faceva Pina Bausch, omaggiata, evocata con molto affetto in ricordo di una profonda amicizia.
Lo spettacolo si inizia su una babele di voci, poi ci sono suoni definitivi di cancelli chiusi; sale la luce ed una scena di sontuoso interno borghese, quadro antico, due lampadari (magnifica proiezione come le altre che seguiranno...) signore e signori eleganti, pero', a guardar bene, sull'ambiente si aprono molte porte con spioncini come di celle, talvolta, altissime, sinistre luci radenti illuminano le pareti.
Il lavoro ha la consueta fitta episodica, e l'alternanza di momenti cupi ed anche crudi, con altri piu' apparentemente rilassati, se non, apparentemente gioiosi in quello che secondo me, avendone visti molti, e', forse, il suo lavoro piu' doloroso.
Qui, la presenza fisica del regista e' un poco meno demiurgica del solito, ma sempre piu' ampia e' quella della poesia. E' un ulteriore capitolo di un discorso che si compone, ma e' anche una commistione di teatro e cinema, con immagini dello stesso autore.
I temi s'incrociano, c'e' quello del ricordo delle persone, quello della loro eredita' emotiva. In sala, il pubblico si domandava che tipo di teatro fosse...gia', che teatro e' quello di Pippo Delbono?
Un teatro delle emozioni, un teatro dello spirito, dettato  da una profonda urgenza interiore... Molte storie vengono raccontate: private, come quella che lega la madre al regista, ed anche Alexander Balanescu alla sua, di cui ci porta un ricordo struggente, commentato dal suo straordinario violino, ospite di lusso, ed autore delle musiche originali.
La battaglia degli affeti, dunque, e quella reale contro la prigione del carcere, del manicomio, delle nostre ossessioni: stanza chiusa a chiave dall'interno... si puo' essere chiusi dentro, ma anche fuori, esclusi, come Bobo'- cui lo spettacolo e' dedicato - che rimane Davanti alla Legge, mentre Pippo legge l'illuminante racconto di Kafka.
Bobo', che, invece, come sappiamo, e' stato chiuso tutta una vita, fino a che la compagnia lo ha adottato e gli ha fatto scoprire il suo amore per la scena e le sue sorprendenti doti teatrali!
Le proiezioni sulla grande parete di fondo sono come sogni, incubi incombenti...
All'inizio una scena elegantissima vede ancora Bobo', come severa maestra di danza mentre l'e'toile dell'Opéra, Marie Agneés Gillot, accenna una sbarra, e pian piano diverra' una Odile dalle ali spezzate, mentre la bianca Odette (Marigia Maggipinto), altissima, lunare, insieme con lei verra' travolta da onde immani...
Ci sono molti momenti memorabili, come l'uomo in frac ( Nelson Lariccia) che danza e saltelle instancabile, mentre la sua proiezione cinematografica si moltiplica, scompare, riappare.
C'e' una gran voglia di teatro, di opera, di danza classica e contemporanea, ma c'e' tutto, ma anche tutto viene evocato e ribadito, il Verdi di Macbeth e di Nabucco, cosi' come una storia che riguarda il Teatro Bellini di Catania; il teatrodanza tedesco, il varieta', con la solita raffinatissima eleganza stracciona. La magnifica scenografia e' di Claude Santerre, le luci di Robert John Resteghini, i bei costumi, di Antonella Cannarozzi

emilio campanella 
In questi ultimissimi giorni di Maggio, e nei prossimi tre o quattro primi di Giugno, a Venezia inaugureranno centinaia di eventi espositivi di arte contemporanea, collegati direttamente, o indirettamente alla Biennale, od anche indipendenti, ma che si influenzeranno a vicenda data l'importanza, la curiosita', la stranezza, l'esiguita' dell'interesse anche, talvolta!
Una occasione imperdibile e' data dalla vincente doppietta proposta dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova dal primo Giugno, al 30 Novembre. Si tratta di una articolata ed emozionante (al solito!) installazione di Anselm Kiefer, dal titolo SALT OF HEARTH, creato per lo spazio dei Magazzini del Sale, il lavoro si compone di tre parti, la prima e la terza, preesistenti, quella centrale ed imponente, creata per l'occasione. Conosciamo da anni il lavoro di questo grandissimo artista e l'impatto emotivo che creano le sue opere, per lo scavo profondo che spinge alla loro creazione. Oltre a questo, SEMPRE, l'uso dei materiali, cosi' vissuto, pensato, vero!
Poco lontano, nell'atelier di Emilio Vedova, viene riproposto ... IN CONTINUUM, creato dall'artista nel 1987/88, e composto da 109 tele 'affastellate', appoggiate, accatastate, sparse per il grande spazio: un'emozione fortissima ed indimenticabile, di potenza creativa, uno scatenamento di energia, veramente straordinario. Poco lontano, si fa per dire, martedi 31 Maggio e' stata presentata la nuova esposizione di Ca' Foscari Esposizioni, dal primo Giugno, al 15 Ottobre, questa volta in collaborazione con l'Ermitage, che si apre con sempre maggiore frequenza all'arte contemporanea. Si tratta di un evento collaterale della Biennale.
L'artista sotto i riflettori e' Dmitri Prigov, una scoperta per me, e che scoperta! Tutto lo spazio espositivo e' dedicato a lui ed ai suoi molteplici talenti: artista visivo, poeta, disegnatore raffinatissimo, creatore di installazioni ed evocazioni che mi hanno fatto spesso pensare alla Patafisica. Pare che fosse un uomo di grande umanita' e comunicativa, un'anima vibrante e sensibile, sicuramente. Morto ancora giovane, nel 2007, essendo nato nel 1940. L'esposizione e' ricchissima senza essere intasata, ben concepita, attentamente illuminata. Andando verso il Museo Correr, ho seguito delle frecce, e mi sono trovato davanti al Padiglione della Nuova Zelanda ed alle opere interessantissime di Michael Parekowhai che presenta pianoforti con tori sdraiati sopra, uno in salotto, l'altro nel magnifico giardino, un altro pianoforte rosso e rivestito di elaboratissime decorazioni a bassorilievo, oltre ad altre sculture ed installazioni da scoprire.
Al Museo Correr, invece, la conferenza stampa di presentazione di PERMANENTLY BECOMING AND THE ARCHITECTURE OF SEEING di Julian Schnabel (4 Giugno, 27 Novembre) Sono esposte quattro grandi tele nel salone da ballo, una scultura, al piano strada, all'ingresso del museo, una poco lontana dal Napoleone canoviano, ed il resto nello spazio abituale. Che dire, e' poliedrico e proteiforme come il suo cinema, abile e furbissimo... no, non lo amo assolutamente, lo ammetto, anche se qualche suo film mi e' piaciuto, non di piu', qualche altro l'ho detestato, e qui, per me e' lo stesso...Tutto un approccio serioso... ma quato serio veramente, mi domando.
Certo, THE SEA mi piace, un grande pannello ipermaterico con onde quasi in rilievo, costellate di cocci 'antichi', solo perche' il tema mi tocca, ed anche una sala con tre grandi tele grigie, illuminate magnificamente, ma forse sara' piu' merito del bell'allestimento...! Passando accanto alla chiesa di San Lio, mi sono affacciato all'interno perche' il manifesto mi ha incuriosito, si tratta di BRUEGEL SUITE di Lench Majewski... ancora in progress, ma sicuramente interessantissima e che merita un ulteriore attenta visita; e' un'evento collaterale della Biennale.
Alla Nuova Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia, invece, Jan Fabre propone il suo nuovo lavoro : PIETAS. Una grande installazione che parte da una rivisitazione coltissima e provocatoria della piu' nota pieta' michelangiolesca, riproposta con tutti i temi abituali dell'artista, nella sontuosa cornice sansoviniana e con una sapienza scenografica colta e controriformistica messa allo specchio.
Sono cinque sculture in armo su un grande praticabile dorato cui si puo' accedere per avvicinarsi ... Si potra' visitare dal primo Giugno, al 16 Ottobre. Quasi di Fronte, sull'altro lato del Canal Grande, Ca' Corner della Regina, apre, finalmente al pubblico, grazie alla Fondazione Prada che ne ha 'preso possesso' con l'impegno di un restauro importante ancora in corso, ma che ha gia' dato buoni risultati, e che per l'occasione, presenta un consuntivo delle proprie scelte, dei propri progetti, delle intenzioni di collaborazioni importanti con Ermitage, anche in questo caso, e con il Museo di Doha, nel Qatar. Grandi ambizioni, belle proposte. Finora lo scopo e' raggiunto solo parzialmente, e sembra un po' uno stand di gran lusso, in seguito vedremo... certo il luogo e' di tale bellezza da meritare da solo, ed il salone del piano nobile, fra sovraporta, affreschi, sculture e bassorilievi, merita un viaggio gia' da solo, e qualunque cosa si esponga, risulta valorizzata di riflesso. La Cura e' di Germano Celant. L'esposizione, ch'e' sotto l'egida dei Musei Civici Veneziani, sara' aperta dal 4 Giugno al 2 Ottobre.

emilio campanella

Potremmo intitolare cosi', questa  seconda nota intorno al bailamme espositivo di questi giorni... no, della Biennale vera e propria ancora non parlero', a parte che si sa gia' piu' o meno tutto, ma il nostro accredito sara' per il 2 e 3 Giugno, quindi per oggi mi sono occupato di altre cose, si fa per dire. Ho cominciato sotto casa, alla Giudecca, dove alla Casa dei re Oci, riaperta dopo un lungo ed attento restauro, la splendida dimora neogotica del pittore Mario De Maria, ospita la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che propone MODERNIKON, Arte Contemporanea dalla Russia. Una ricognizione ampia ed articolata, esposta con grande attenzione, e con una scelta di opere di una sincerita', di una verita', di un dolore memorabili. Tre piani di emozioni forti ad ingresso libero, dal primo Giugno al 28 Settembre.
Successivamente sono passato a fare una visita attenta alla Punta della Dogana, che ancora non avevo visto, nel nuovo allestimento: L'ELOGIO DEL DUBBIO, ma ne parlero' quando avro' visitato anche la parte di Palazzo Grassi. Poi e' stata la volta della Fondazione Guggenheim, dove il 28 Maggio si e' inaugurata la nuova mostra: ILEANA SONNANBENT, un ritratto italiano, aperta sino al 2 Ottobre prossimo. Piacere puro di una scelta d'altissimo livello da una collezione di grande cultura.
Mi sono poi lasciato incuriosire da GLASSTRESS, divertente scelta abile ed iperaccattivante dell'abilissimo gallerista Gianni Berengo, nella cornice elegantissima di Palazzo Cavalli Franchetti e che rimarra' aperta sino al 27 Novembre, si tratta di un evento collaterale alla Biennale. Una magnifica sorpresa e' costituita dal Padiglione del Lussemburgo, a Ca' del Duca. No, non e' una sorpresa! Essendo un lavoro magnifico, non fa che continuare una tradizione pluriennale di installazioni indimenticabili. Questa sfalsa gli spazi, arrotonda i muri, crea labirinti di finte pareti e di specchi con cui talvolta dilata gli ambienti tutti bianchi e morbidi... come di gommapiuma, ma lo sono veramente... un sogno ovattato imperdibile! Poco lontano, il padiglione della Slovenia,alla Galleria A + A, popolata da grandi affascinanti, inquietanti creature...
Piu' lontano, a Palazzo Malipiero il Padiglione dell'Iran con la straordinaria installazione visiva e sonora tridimensionale: HOMELESS. A Ca' Rezzonico uno dei fiori all'occhiello della stagione espositiva dei Musei Civici Veneziani: sui tre piani del museo, una ventina di eleganti-inquietanti-sapienti sculture busto/ritratto, in marmi policromi, in cui Barry X Ball, rivisita e ricrea raffrontandole, opere del passato, inserite con grande raffinatissimo gusto, nel percorso del museo. Aperta solo sino all'11 Settembre, e' un evento collaterale della Biennale.
A Palazzo Fortuny, eccoci, invece TRA (Edge of becoming) opere di tutte le epoche per una terza puntata dopo ARTEMPO ed INFINITUM, per noi, visto che la seconda parte: ACADEMIA, noi non la si era vista qui. Allora non e' una terza parte, ma una quarta, insomma non e' ispirata come le altre ed il gioco della trasversalita' mostra un poco la corda, benche' siano esposte opere importantissime. La data di chiusura e' il 27 Novembre.
A Ca' Pesaro, un'ampia retrospettiva di Pier Paolo Calzolari visitabile sino al 30 Ottobre. In chiusura di annotazioni: LE FESTIN DE CHUN alla Scoletta dei Battioro e Tiraoro, a San Stae, un lavoro fotografico intorno a rituali esoterico sciamanico alimentari del Taiwanese Hsieh Chun-te, artista poliedrico versato in molteplici discipline.

emilio campanella                                                                                                                                                                             

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