ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

GENNAIO 2010


IMPORTANTI ESPOSIZIONI A ROVIGO E DINTORNI - DA VELAZQUEZ A MURILLO - REFLECTIONS


Quest'anno, Rovigo ha deciso di strabiliarci con i suoi percorsi artistici, e con le sue proposte, peraltro, coerentemente collegate fra di loro, e con il territorio. 
Si parte con : BORTOLONI PIAZZETTA TIEPOLO -'700 VENETO, a Palazzo Roverella dal 30 gennaio al 13 giugno. Un'acuta ricognizione delle personalita' di spicco della pittura veneta del '7oo, presenti nella zona, e da quella mossesi verso altri ambienti. 
Al centro di questo studio, e' Mattia Bortoloni, artista coevo di Giambattista Tiepolo, e di lui, purtroppo, meno conosciuto, per quanto non meno meritevole di attenzione.. Questo lo scopo, direi raggiunto, dei curatori, che hanno realizzato un coerente percorso stilistico e tematico, contestualizzando l'artista insieme ed in confronto con le grandi personalita' del suo tempo, quali Sebastiano Ricci, Giambattista Pittoni, Giambattista Piazzetta, l'emozionante Louis Dorigny, Gaspare Diziani, Francesco Fontebasso, Giulio Carpioni, Antonio Zanchi, Antonio Balestra...Due tele di Guilia Lama, una delle quali (Giuditta e Oloferne circa 1737 dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia) veramente notevole. 
Se si riesce di superare la sensazione di disagio causata dalla infelicita' degli spazi, debbo dire, utilizzati al meglio, avendo a che fare con opere di grandi, talvolta grandissime dimensioni, l'effetto e' emozionante, che si tratti di raffronto, come di contrasto fra le opere e gli artisti proposti. 
Colpisce il lavoro sulla luce, sullo spazio, l'aria e l'atmosfera che si respira in questi quadri, tipiche particolarita' di quel secolo. Come altri in tempi differenti, Bortoloni si e' trovato gomito a gomito con grandissimi colleghi, per cui, in varie occasioni ha allargato i suoi orizzonti alla Lombardia, al Piemonte, lasciando grandi testimonianze in opere a fresco di amplissimo respiro. Non a caso il titolo della mostra porta tre nomi, messi nel medesimo risalto. 
Siccome gli affreschi restano in sito, e le riproduzioni del pur pregevole catalogo pubblicato da Silvana non potendo essere sufficienti, si e' trovato un suggestivo sistema multimediale di riproduzione fotografica computerizzata che permette di vedere, e nell'insieme, come nei particolari che si desiderino approfondire questi grandi dipinti. Questo mancava alla pur bella mostra bolognese di Annibale Carracci di alcuni anni or sono. Idea divertente, per quanto non nuova, la video conferenza di Vittorio Sgarbi, che presenta la mostra, nelle sue intenzioni e nei suoi risultati. 
Non sarebbe stato male  vederlo in abito dell'epoca delle opere di cui disquisisce, dato il senso dello spettacolo dello studioso, forse avrebbe accettato. Al termine del percorso espositivo, vengono proposti due grandi teleri del toscano Pietro Ricchi, dalla chiesa parrocchiale di Baricetta. Un solo appunto, la difficile fruizione delle opere, di dimensioni troppo grandi per la sala che le ospita. 
Appena decentrato e' il Monastero Olivetano, sede del Museo dei Grandi Fiumi, dove e' allestita, nelle stesse date della mostra di Palazzo Roverella, una curiosa mostra ricca e "divertente" popolata di grandi nomi, dai:  TESORI DELLE DIMORE STORICHE DEL VENETO DAL '300 AL '700. una scelta da collezioni private, di opere di tutto rispetto, ed esposte semplicemente lungo le pareti bianche delle sale, anche con qualche cura tematica, come ritratti, paesaggi, nature morte. I nomi sono Savoldo, G.B.Tiepolo, Solimena, Strozzi, Baschenis, Diziani, Sebastiano Ricci, Carpioni, Marieschi, Baciccio, Tintoretto, Veronese...
Volendo ampliare lo sguardo, si puo' arrivare sino a Fratta Polesine, dove nella palladiana vila Badoer si puo' vedere il '700 DA TAVOLA IN CASA PALLADIO. tutte le mostre hanno le medesime date di apertura. Con l'occasione si puo' buttare un occhio sull'interessante piccolo museo archeologico ospitato nella villa.

emilio campanella


Questo il nome della bella mostra fotografica che al Centro Candiani di Mestre, propone venticinque scatti di Franco Donaggio, fotografo originario di Chioggia e trapiantato a Milano. 
Aperta il 14 novembre scorso, l'esposizione chiudera' il 10 gennaio. Direi che il titolo della manifestazione, ch'e' lo stesso della bella pubblicazione che l'accompagna edito da 'galeriecelan' di Parigi, rappresenta la chiave di volta per interpretare queste magnifiche immagini di un 'coloratissimo' bianco e nero, che l'artista propone come viaggio interiore intorno alle atmosfere ed ai paesaggi della propria terra d'origine. 
Riflessi e riflessioni, rifrazioni di luce e trasparenze, barche sospese tra laguna e cielo, gabbiani in movimento ma anche posati e 'pensosi', percorsi d'acqua fra le barene, pali piantati nella sabbia 'a canone'; una garzetta che cerca nel fango, una nave arenata, nella nebbia, macchie di sole in mezzo all'ombra di cieli tempestosi, 'quinte' per coltivazioni di mitili,i prigioni del pennone chioggiotto... sospesi.

emilio campanella


Si puo' ancora visitare, sino al 17 gennaio, la bella mostra DA VELAZQUEZ A MURILLO allestita nel Castello Visconteo a Pavia.
Una scelta di una cinquantina di opere del SIGLO DE ORO, proveniente da San Pietroburgo, e sotto l'egida di Ermitage Italia.
Un allestimento semplice, una accurata illuminazione, una sala unica con varî ambienti creati da pannelli azzurro polvere che ben contrastano con l'oro delle cornici, per lo piu' della medesima epoca delle tele la cui collezione era stata iniziata gia' all'epoca di Caterina II.
Sono presenti anche nomi come Zurbarán e Ribera oltre ad altri 'minori'. S'incontrano luci settentrionali che risentono del paesaggio di Scuola Veneta a sua volta influenzato dal gusto del nord Europa.
Peraltro, epoca questa di personalita' che si muovevano molto per il continente in cui la corte spaziava dalla Spagna, ai Paesi Bassi, all'Austria; molti erano gli artisti, e gli artisti diplomatici come Rubens, o piu' indietro, pittori ufficiali di corte come Tiziano che, di suo, in Spagna non ci andava praticamente mai.
Si ritrovano infatti ascendenze ed influenze estremamente stimolanti cosi' come opere di grande originalita' e di personalita' preponderanti.
Partendo ovviamente dalla TESTA MASCHILE DI PROFILO di Velázquez, ch'e' manifesto della mostra e copertina dell'attento catalogo pubblicato da Skira; non posso non citare il SAN FRANCESCO STANTE CON UN TESCHIO IN MANO di Zurbarán e aiuti: una piccola tela dall'impianto teatrale stupefacente e dalle luci contrastate, come il SAN GIOVANNI BATTISTA IN CARCERE di Juan Fernández de Navarrete, dalla concentrativa meditata drammaticita'.
Ricorre il tema della paternita' di San Giuseppe con il bambino Gesu', e s'incontrano spesso santi macerati tipici del pathos iberico; l'umanissimo ECCE HOMO di Ribera e l'interessantissimo SAN GIOVANNI BATTISTA NEL DESERTO di Francisco Collantes, dal gesto di rassegnata accettazione del volere divino in primo piano, ed il determinante battesimo successivo in un paesaggio di grande intensa profondita'.
Ancora la PREPARAZIONE DELLE FOCACCE di Murillo, che mi ha ricordato il 'Pitocchetto' Ceruti molto da vicino; oppure, ancora di Murillo l'ANNUNCIAZIONE, con un impianto vicinissimo a quello tizianesco di San Salvador a Venezia. Consiglio la mostra anche per questo interessante e stimolantissimo gioco di incroci, riferimenti, influenze stilistiche, in una stagione europea, quella, di grandissima ricchezza.
Ancora due tele: Murillo (eh si', ancora lui!) DONNE A UNA FINESTRA CON GRATA: quanto e' gia' presente il mondo descritto da Lorca qualche secolo dopo! Da  ultimo Alonso Cano MORTE DI SAN GIUSEPPE dall'impianto drammaturgico strabiliante.    

emilio campanella



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