ORSI ITALIANI
Le recensioni di Emilio Campanella
Gennaio 2009
CANOVA A FORLI' - MORANDI A BOLOGNA - DECO ARTE IN ITALIA, 1919-1939, A ROVIGO
emilio campanella
Una mostra ch'e', come previsto, una sorta di continuazione di Belle Epoque Arte in Italia 1880-1915 (poi esportata a Pavia) dello scorso anno.Ancora una volta intorno alla donna e la sua immagine, ed ancor piu' alla moda. Si propone, ora, qualche apertura alle arti applicate, infatti, nella sala dedicata a Vittorio Zecchin, insieme a quadri ed arazzi orientaleggianti, otto dei suoi sobri ed elegantissimi vetri, in aperto contrasto con la sua pittura, ne' gli uni, ne' gli altri, secondo me, veramente in tema, poiche' le tele hanno un gusto precedente, i vasi di uno successivo, se si puo' dire. Presente Gio' Ponti con differenti oggetti esposti malissimo (non mi capacito di come si possano presentare coppe finemente decorate senza porle su uno specchio!); una sezione con una trentina di opere del maestro, si puo' visitare nella magnifica Villa Badoer 'La Badoera' di Andrea Palladio a Fratta Polesine. Alcune sculture sparse qua e la', anche di Cambellotti ed Alberto Martini. Sembrerebbe, comunque, veramente, la figura femminile, ad esser filo del percorso che, pero' risulta particolarmente evanescente e pare che talvolta i curatori abbiano avuto come qualche ripensamento. Infatti, appunto, si vaga fra un pittore e l'altro, fra importanti e molto meno; si incontrano tre mobili di numero e notevoli incertezze che fanno confondere lo Stile 1925 con altro. Ho notato gravi assenze: Tamara de Lempicka ed Antonio Donghi, per fare solo due nomi. Ci sono poi, opere praticamente tardo futuriste, ed altre che rientrano a pieno diritto nel Realismo Magico. Cose molto belle, altre solo curiose, certe altre decisamente trascurabili. Non voglio dire che tutto sia un po'casuale, no, ma neppure troppo approfondito. Si va, appunto, da Cadorin che non ha nulla a che fare, a parte dipingere anche in quegli anni come Balla, od ancora Cavaglieri, solo perche' e' un pittore locale, per quanto importante. Certo, il Ritratto di signora di Cornelio Geranzani (c.a 1925) dalla Wolfsoniana di Genova, e' 'La Regina di Saba Wally Toscanini di Alberto Martini coll. privata 1925 sono corretti. Interessanti i levrieri di Atteone di Elisabeth Chaplin 1931, coll. privata. Sironi e Funi, notevoli presenze che nobilitano, ma travalicano il déco.Ovviamente, l'unico veramente azzeccato e' Thayhat, Ernesto Michahelles, data poi, la sua importanza per il costume, basti ricordare ch'e' stato, partendo dalle esperienze di Rodchenko e del Bauhaus, l'inventore delle 'tute', uno degli abbigliamenti piu' diffusi del novecento, con le loro molteplici applicazioni. Ed infatti, una bella serie di incisioni, della collezione dell'autore, per la creatrice di moda Madeleine Vionnet, e' presente in mostra. Sicuramente piaceranno quelle di Umberto Brunelleschi, Archivio Little Nemo, Torino per quanto risentano fortemente dell'influenza di Barbier. Altro perfettamente in tema e' Marcello Dudovich con la sua tempera Ritratto di signora (c.a 1937) dal Museo Revoltella di Trieste, che ci restituisce una fascinosa d'epoca. Concludo con il Ritratto della contessa Vera Arrivabene, ancora di Umberto Brunelleschi (coll.privata 1920) che mi ha colpito per la sua somiglianza con Anjelica Houston.