ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Dicembre 2010


NONOSTANTE TUTTO, ECCO DI NUOVO IL SALONE DEI BENI CULTURALI - A GENOVA A PALAZZO SAN GIORGIO UNA GRANDE MOSTRA SOTTO L'EGIDA DELL'AUTORITA' PORTUALE - BOSCH - L'AVVENTURA DEL VETRO... CONTINUA! - L'AFRICA DELLE MERAVIGLIE   


Anche quest'anno, i primi giorni di Dicembre vedono a Venezia, al Terminal Passeggeri della Stazione Marittima, il Salone dei Beni Culturali ( XIVo ) ed in concomitanza Restaura, VI Salone del Restauro dei Beni Culturali.
Per una volta, la manifestazione inaugurata alle 11 del 2 Dicembre - rimarra' aperta sino al 4 -  non si e' aperta sotto una pioggia battente sferzata dalla bora, e meno male, dato che non c'e' più l'autobus navetta, ma occorre salire sulla monorotaia (People mover!!!) la cui fermata Stazione Marittima non lascia certo vicinissimi!
Passano gli anni e peggiorano le cose... ma non tutte, infatti l'atmosfera e' sempre cordiale e le proposte, particolarmente interessanti.
Quest'anno la Gestione e' di Venezia Fiere, ma sempre sotto l'egida protettiva di Villaggio Globale International.
Come sempre si e' molto stimolati dalle tematiche proposte, ma anche dalla cura con cui sono allestiti certi stands. Quest'anno darei la palma allo IUAV di Venezia per l'interesse delle tematiche proposte, per la cura dell'insieme e la simpatia dei ragazzi.
Anche la Biennale ha uno spazio grande articolato e stimolante con un parco giochi creativo per bimbi.
Sono presenti quasi tutte le istituzioni veneziane cosi' come anche dalla regione, e grande spazio ha la Regione Veneto così come il MIBAC, giustamente. Un'altra cosa che mi ha colpito riguarda il Bosco di Mestre, e l'altra un magnifico presepe ambientato in una piazza di Cuma.
C'e' stata un'ulteriore contrazione: di anno in anno questo salone tende a restringersi, sappiamo anche perche', ma bisogna tenere duro e sostenere le iniziative, in modo che presto tutto ciò che amiamo possa rifiorire, anche piano piano! L'ingresso e' libero!

emilio campanella

Era dal 1953 che non veniva ospitata una mostra di tale importanza intorno alla storia dello scalo genovese, allora era il Consorzio Autonomo del Porto, oggi l'Autorita' Portuale coglie l'occasione del bicentenario della nascita per celebrare 'Raffaele Rubattino, un armatore genovese e l'Unita' d'Italia nel secondo centenario della nascita, 1810 - 2010'  che si potra' visitare nel magnifico Salone delle Compere, al primo piano del palazzo, sino al 30 Aprile 2011, ed e' aperta al pubblico dallo scorso 20 Novembre.
Il bell'allestimento crea una serie di ambienti collegati e con una struttura simmetrica con al centro il pezzo forte  delle sette sezioni che la compongono, quella che riguarda l'affondamento del Polluce, avvenuto non lontano dall'Isola d'Elba la notte del 17 Giugno 1841.
Sono esposti dipinti, ritratti, materiali, modelli, stampe foto d'epoca provenienti da collezioni pubbliche e private italiane, per raccontare la vicenda soprattutto professionale di un armatore e delle compagnie di navigazione dal 1835 al 1932.
Noto ai piu' come il proprietario dei bastimenti Lombardo e Piemonte che porteranno i Mille (1087 per la precisione) partiti il 5 Maggio 1860, dallo scoglio di Quarto, in Sicilia, fu al centro della vita sociale ed economica, da prima a dopo l'Unita' d'Italia; avra' un ruolo nelle Guerre di Indipendenza. Sempre rivolto al nuovo, rivoluzionera' il modo di viaggiare per mare del XIX sec. essendo costantemente aperto alle innovazioni tecnologiche, come agli accordi commerciali con altre compagnie entro il Mediterraneo, ed altrettanto verso mete molto piu' lontane, arrivando ad organizzare collegamenti intercontinentali.
Comunque, secondo me la parte piu' emozionante dell'esposizione e' proprio quella che riguarda il naufragio del Polluce, gemello del Castore, entrambi costruiti in Francia.
Entrato in collisione con il Mongibello, che batteva bandiera del Regno delle Due Sicilie, s'inabisso' rapidamente, mentre i passeggeri venivano issati a bordo dell'altro bastimento.
Una sola vittima durante l'impatto fra le due navi. A lungo si tento' di recuperare, con varie tecniche, il relitto, ma senza successo e troppi rischi.
Il tempo passo' e se ne perse memoria, sino al 1992, quando venne nuovamente individuato, ma ben presto, per la seconda volta, dimenticato, ma non da tutti... infatti, nel 2000 un gruppo di pirati, con un abile escamotage, riusci' a depredarlo, col pretesto del recupero di un' altra nave.
Per fortuna, nel 2002 i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, con l'aiuto delle autorita' inglesi riuscirono a arrivare in tempo prima che i reperti si disperdessero dopo essere battuti all'asta a Londra. E' grazie a questo che possiamo vedere molti degli oggetti rinvenuti, da quelli da toilette, ai completi per scrivere, il vasellame di bordo, i gioielli, le monete, la campana di bordo, una scultura in legno dorato... certo molto e' stato rovinato dai saccheggiatori, e molto restera' in fondo al mare, parte dello scafo, macchine, che toccate decreterebbero la definitiva rovina del relitto. Presto, il catalogo in corso di pubblicazione, documentera' anche questa storia.
L'occasione da' la possibilità di visitare il magnifico palazzo nelle varie sale dei due piani, e nei due corpi che lo compongono, quello medioevale e quello rinascimentale.

emilio campanella

Peripatetica presentazione della mostra: BOSCH A PALAZZO GRIMANI, questa mattina a Venezia sotto un sole sfavillante riflesso da miriadi di cristalli di neve.
Il Professor Vittorio Sgarbi si e' prodotto in una presentazione di stile socratico, facendo sgambettare, di gran carriera gli intervenuti, fra una sala e l'altra, fra un trittico ed un polittico del nordico visionario, cosa peraltro non disdicevole dato il riscaldamento, inevitabilmente insufficiente, causato la vastita' degli spazi!
Insomma l'apertura del meraviglioso Palazzo Grimani a S.Maria Formosa, continuera' sino al 20 Marzo 2011; nel frattempo verra' esposto il Breviario Grimani di cui e' in corso di stampa un importante fac-simile e che ha un legame con il pittore di cui stiamo parlando, siccome e' decorato con miniature di scuola fiamminga; poi sara' la volta di un quaderno di disegni di Canaletto, e nella tarda primavera, un'esposizione attorno a Vasari e la pittura veneziana del '500.
Il tutto collegato da un filo, come nel caso presente in cui i quattro pannelli della VISIONE DELL'ALDILA' tornano nella loro probabile collocazione antica, nella Tribuna, dove qualche mese fa era esposta LA TEMPESTA di Giorgione, opera coeva.
Il curatore propone, in questa occasione, un artista di visioni, dopo uno di vedute... insomma un'opposizione stilistico concettuale, in una continuita' temporale.
Sono esposti il TRITTICO DI SANTA LIBERATA ed IL TRITTICO DEGLI EREMITI, tutti conservati abitualmente a Palazzo Ducale (i due trittici furono a Vienna nelle collezioni imperiali, fra il 1838 ed il 1893, per poi passare al Kunsthistotiches Museum, sino al 1919, e poi fare ritorno a Venezia). Tutte queste straordinarie opere su tavola si possono agevolmente vedere da vicino: grande vantaggio, data la ricchezza dei particolari, la preziosita' cromatica, e le dimensioni non eccessive.
Tutte facevano parte della collezione di Domenico Grimani. Va da se' ribadire come sia sempre un rinnovato piacere aggirarsi per le sale del piano nobile (quello superiore ci e' stato promesso per i prossimi mesi! ) e notare come i percorsi vengano man mano accuratamente migliorati, spostando oggetti e sculture in modo che lo sguardo del visitatore li colga al suo passaggio, senza rischiare di perdere qualche occasione di piacere estetico, talvolta, veramente grande!
L'apertura al pubblico sara' dal 19 Dicembre, ma gia' da oggi l'inaugurazione e' stata aperta alla cittadinanza, aldila' degli inviti.

emilio campanella

Infatti, appena si e' conclusa l' omonima esposizione al Castello del Buonconsiglio di Trento, dopo un successo durato dal 26 Giugno al 7 Novembre scorsi, che, ecco, riappaiono gli splendidi vetri antichi e moderni, esposti a quella mostra, al Museo Correr di Venezia, dove si potranno ammirare, ed e' proprio il caso di ribadirlo, dal 11 Dicembre, al 25 Aprile 2011.
La manifestazione non e' la medesima, che' in laguna e' piu' completa, e copre sempre un amplissimo arco di tempo, infatti la prima sala e' dedicata ai vetri di scavo, ma subito dopo, con molta intelligenza, le collane piu' lontane nel tempo, sono raffrontate a campionari del XX sec.
Facendo attenzione, molto spesso si troveranno, durante il percorso, numerosi corto-circuiti che, forse, faranno storcere il naso ai puristi, ma risulteranno particolarmente stimolanti per il pubblico anche perche' proposti accostando forme che ricorrono nel tempo con una continuita' stilistica che travalica i secoli, costituisce la cifra e l'importanza del vetro muranese e ne motiva la fama nel mondo.
Talvolta le sale sono ordinate secondo scelte di forme, di colori, con accostamenti sempre illuminati con grande attenzione; l'allestimento e' di Daniela Ferretti, e la cura si deve ad Aldo Bova e Chiara Squarcina (Direttrice del museo muranese da cui proviene la maggioranza dei pezzi). Ci sono delle preziosita' e delle curiosita' come una tromba di cristallo del XVII sec. di cui sarei curiosissimo di ascoltare il suono...tre bottiglie da rosolio in foggia di pistole, del secolo successivo. Poi si arriva alle fantasie ed alle follie Liberty, anche di perline multicolori.
Un colpo di genio e' la piccola sala " morandiana" nella cui unica piccola vetrina orizzontale incassata sono esposte quattro bottiglie in filigrana a reticello, immerse in una luce perfetta. Piu' avanti la GRANDE TESTA IN VETRO VERDE CORROSO  del 1952, di Arte-Vetro di Alberto Seguso, su disegno di Napoleone Martinuzzi, tutti pezzi, questi, dal Museo Vetrario di Murano. Concludo con quattro pezzi importantissimi della Fucina degli Angeli di Egidio Costantini:ANFORA E CAVALLO, su disegno di Picasso, e  FAUNO E CAPRETTA che si debbono a Chagall.
Molto di piu' e molto altro che vi invito a scoprire direttamente. Il catalogo Skira, e' il medesimo, monumentale, pubblicato la scorsa primavera. Per chi sara' a Venezia entro il 6 Gennaio prossimo, consiglio una visita all'adiacente Libreria Marciana, luogo, peraltro, di grande bellezza, che si raggiunge, attraversando molte sale del primo piano del museo, ed attraversando anche quelle straordinarie del Museo Archeologico.
Nell'ultima sala di questo, e nella sala sansoviniana, e' ospitata una mostra curiosa e stimolante intitolata TESORI DEL MONTENEGRO, che, pur in un allestimento un po' buttato li', mi si passi l'espressione, presenta un'ampia scelta di ex voto in argento a sbalzo, oggetti devozionali, oreficeria sacra e gioielli di diverse epoche, di fattura particolarmente accurata.

Comunicato Stampa Avventura del Vetro (pdf)


emilio campanella

Il 29 Dicembre, in maniera simpaticamente informale, e' stata presentata la nuova, stimolante iniziativa della Fondazione per la Cultura del Palazzo Ducale genovese.
Si chiama: L'Africa delle meraviglie, Arti africane nelle collezioni italiane.
Proprio questa specificazione determina il taglio ed il punto di vista della mostra che pone l'accento sull'enorme ritardo della cultura italiana (uno di piu') nei confronti della considerazione non soltanto critica delle espressioni artistiche del Continente Nero.
Non a caso, i curatori, tutti presenti e disponibilissimi al dialogo come alle spiegazioni in risposta a frequenti interessate ed interessanti quesiti degli intervenuti, hanno avuto la possibilita' di fare una vera e propria visita guidata ai presenti non numerosissimi, che hanno potuto fruire ampiamente delle informazioni preziose da parte dei curatori, come dell'allestitore, nome di lusso che ricorre frequentissimamente nelle cronache artistiche di questi ultimi mesi: Stefano Arienti; personalita' di spicco nell'ambito della ricerca artistico-concettuale degli ultimi anni.
Posso dire che la scelta degli curatori non poteva essere piu' felice, siccome Airenti ha utilizzato il grande spazio colonnato del Sottoporticato, come un grande palcoscenico con luci ' in quinta' e le opere su un praticabile rialzato bianco come le pareti su cui risaltano, il piu' delle volte senza diaframmi trasparenti a dividerle dai visitatori, fra le forti colonne di pietra grigia, come di una navata.
In fondo, un piccolo 'palcoscenico', installazione dello stesso artista- si cui sono presenti anche, con molta discrezione, due opere in stoffa che riprendono i colori primari dell' Africa - su cui sono poste scale scolpite da tronchi d'albero, insomma, un bosco - installazione.
Sul lato sinistro della sala sono evocati i salotti di altrettanti collezionisti di cui, in video, scorrono le immagini delle interviste in cui parlano delle loro scelte intorno agli oggetti che amano, il loro perche', le motivazioni di fondo.
In quattro sale laterali scorrono immagini di feste, riti, danze; al centro della prima una  'mise en abime' con una foltissima serie di feticci; nella successiva una scelta di bandiere arazzo ed una parete-scaffale con maschere ed oggetti magnifici, illuminati con un attento controluce, dove si ribadisce la qualita' eminentemente teatrale dell'allestimento.
Di seguito, le maschere-elmo Bundu, della societa' segreta Sande della Liberia, anche qui, le lusi sapienti, contribuiscono a creare atmosfere di grande suggestione. A chiudere la sezione di Palazzo Ducale, della mostra, una scelta di video molto importanti.
La visita e' continuata nella seconda sezione della manifestazione, al Museo delle Culture del Castello d'Albertis, raggiungibile in vari modi da Piazza De Ferrari, con un autobus che faccia la Circonvallazione a Monte, un po' lunga, ma di grande bellezza, per la vista e gli edifici ottocenteschi, oppure raggiungendo piazza Acquaverde da Via Balbi, e qui, prendere un affascinante ascensore che lascia ai piedi del muraglione che attornia questo piccolo castello neogotico dove sono conservate le collezioni etnografiche frutto dei viaggi e degli interessi del Capitano antico proprietario del luogo. Qui  due piccole e densissime sezioni che poi si fondono con il percorso di un museo che definire suggestivo e' poco.
Un ventaglio di iniziative accompagnera' l'apertura della mostra al pubblico, dal 31 Dicembre al 2 Giugno 2011, iniziando con un CAPODANNO AFRICANO nella sala del Maggior Consiglio del Palazzo, con apertura della mostra sino alle 2,00 del 1 Gennaio.
Nei prossimi mesi una serie di conferenze, ed attivita' didattiche al Castello, com'e' nelle consuetudini del museo. Silvana ha pubblicato un catalogo bilingue. Considerata, questa mostra, a conclusione della Biennale del Mediterraneo, e' previsto un biglietto cumulativo scontato anche per le altre mostre presenti in Palazzo. 

emilio campanella      

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