ORSI ITALIANI MAGAZINE


I briganti a i buoni Samaritani (seconda parte)

Un racconto di Ste

La notte era piu' nera che mai, ma il mio cuore aveva ricevuto tanto amore e ringraziai un Dio nel quale non credevo per avermi dato la possibilita' di conoscere Ahmin e Baruk. Lasciai loro il mio numero di telefono sperando di poterli incontrare di nuovo prima di lasciare N. e tornarmene a Roma. Arrivai al lungomare e riuscii a fermare un taxi.

-Scusa, devo andare in via... ma non ho soldi per pagarti, mi hanno rapinato.- Il mio volto tumefatto lo convinse della mia onesta'.

-Senti, io sono fuori servizio, ma abito un paio di isolati prima, se vuoi ti lascio li e continui a piedi.- Tentennai un poco per questa insperata gentilezza.

-Dai monta, non ti faccio pagare.- Ho montato fino ad ora, lasciami riposare un poco. Ero tentato di ribattere, ma preferii non dire nulla.

Dopo un quarto d'ora di strada arrivammo a casa del taxista.

-Io sono arrivato ragazzo!!-

-Sei stato molto gentile, grazie.- E mi incamminai verso casa mia.

Arrivai un po' dolorante al portone di casa. Antonio il portiere aveva spento la luce della portineria ed era andato a dormire. Certo, erano le due passate!! Riflesso nella vetrata colsi un movimento strano e mi voltai di scatto trovandomi una lama lucente e conosciuta sotto il naso.

-Guarda chi e' tornato a casa!!!!- I due malviventi si erano appostati sotto casa mia.

-Che volete ancora?-

-Stai zitto, stronzo!! Non abbiamo finito il discorso!!- Disse il giovane magrebino.

-Adesso tutti e tre saliamo da te e se fiati...- Lascio' in sospeso la frase. Cedetti alle loro minacce e li feci salire con me.

-Come avete fatto a sapere dove abito?-

-Lo riconosci questo?- Estrasse uno dei miei biglietti da visita e sorrise.

Arrivati al pianerottolo infilai la chiave e aprii l'appartamento.

-Avanti!! Entra e non fare scherzi- E mi spinsero dentro.

-Accendi la luce, stronzo!!! E se fai il minimo rumore ti apro la gola!!- Il malavitoso quarantenne mi teneva la lama premuta sul collo, mentre io a braccia allargate avanzavo lungo il corridoio verso il soggiorno. Il giovane ci precedeva ficcando la testa nelle stanze. Trovo' la camera da letto e vi entro' frugando nei cassetti e gettando la biancheria sul letto e a terra. L'uomo mi spinse sulla poltrona e comincio' a versarsi un bicchierino guardandomi con sospetto.

Era un gran bel pezzo di maschio. Il sapore forte del liquore che stava sorseggiando gli fece socchiudere per un istante gli occhi, due intensissimi occhi scuri che non si staccavano da me. I jeans sfilacciati e unti che indossava gli facevano un sedere rotondo e muscoloso. Il suo viso alla luce delle lampade appariva determinato e severo e la sua voce era roca, dura, cattiva. Mi sarebbe piaciuto tenere quel demonio fra le cosce, domarlo come uno stallone selvatico e piegarlo al mio piacere. Quando si apri' il giubbotto osservai il volume della sua pancia, bella, rotonda, sulla quale mi immaginavo a cavalcare come una amazzone. Era decisamente piu' sporgente del suo petto ampio ma flaccido, per quanto potessi scorgere. Piu' sotto, un'altra sporgenza attiro' la mia attenzione morbosa. Era un paccotto interessante. I jeans erano scoloriti proprio sul lembo di stoffa che copriva la cerniera e sembrava fatto apposta per attirare l'attenzione ed esaltare le forme di cio' che stava sotto. Mi interessava, mi eccitava, speravo di poterlo avere. Mi bruciava ancora molto il buco dopo il servizio di Ahmin, ma il ferro va battuto finche' e' caldo e nel mio caso era rovente!!

-Posso togliermi il cappotto? Ho caldo.- Lui continuava a scrutarmi e non rispose. Io mi alzai in piedi con cautela e mi tolsi in una volta sola sia il cappotto che la giacca, lasciando che il movimento mi aprisse la camicia e che il mio petto si mostrasse al malavitoso dal quale ero sempre piu' eccitato. Resto' a guardarmi mentre mi spogliavo, poi si mise a girare distrattamente per la stanza osservando i libri della biblioteca. Io me ne restai ad osservarlo in poltrona con la camicia aperta ed un gonfiore negli slip che si faceva sempre piu' incontenibile. Un rumore proveniente dalla camera da letto lo distrasse per un istante.

-Che cazzo stai combinando? Non fare casino, idiota!!!- Disse in tono soffocato.

Il giovane magrebino arrivo' zoppicando leggermente portando con se la federa di un cuscino e sotto braccio il mio computer portatile.

Ebbi occasione di osservare il giovane con piu' attenzione. Aveva un bel viso semita, la carnagione olivastra e una bella testa a riccioli neri. Era molto piu' minuto di quello che mi era sembrato, ma aveva un corpo robusto. Indossava un giubbotto di qualche misura piu' grande della sua, non brillava per pulizia, ma aveva un bellissimo sorriso. Denti bianchi e ordinati.

-Che cazzo hai fatto?-

-Ho sbattuto contro un armadio!!- Piagnucolo'

-Che cosa c'e' qui?- E rovescio' sul mobile il contenuto della federa, contando le poche banconote e ammirando la catenina in oro con il ciondolo.

-Tutto qui?- Disse al giovane, visibilmente irritato. Poi si rivolse a me avvicinandosi minaccioso.

-Non hai nient'altro?-

-Vi siete gia' presi i soldi ed i gioielli, che volete ancora? Non sono una banca!!- L'uomo guardo' il complice.

-Che hai li sotto?- Additando una rivista.

-L'ho trovata in camera da letto, guarda!!- E gli mostro' la copertina con un bell'orso taglialegna a petto nudo, muscoloso ed eccitante. L'uomo la sfoglio' e la getto' sul pavimento con disgusto, quindi mi guardo' con interesse e si rivolse al complice.

-Al nostro amichetto qui piacciono i maschioni. Forse questa serata non e' proprio buttata via.-

Si verso' un altro goccetto e venne verso di me togliendosi il giubbotto e guardandomi eccitato. Quando fu davanti alla poltrona sulla quale ero seduto comincio' a palparsi il pacco. Resistetti pochi secondi, poi lo sguardo mi cadde laggiu'.

-Vediamo se sei bravo.- Si slaccio' i pantaloni che caddero a terra. Li getto' da parte con un calcio e resto' in calzettoni bianchi e scarponi da muratore. Ammirai le sue gambe pelosissime e storte, i suoi polpacci muscolosi e quel bozzo sotto gli slip bianchi che mi attirava. Tolsi la camicia lasciandomi cadere inginocchio ai suoi piedi. Allungai le mani afferrandogli le cosce da dietro e saggiando la consistenza di quelle travi muscolose e pelose.

-Lo vedi? Sembro anche io un bel taglialegna.-

Avvicinai la bocca ai suoi slip ingialliti sul davanti ed avvertii un forte odore di urina e di sudore. Le mie labbra arrivarono a toccare quel pacco odoroso. Ne baciai la sommita' affondando e strusciando il naso in quella morbidezza. Con ingordigia aprii la bocca ingoiando quello che riuscivo e avvertii chiaramente che quello che avevo in bocca si stava indurendo velocemente.

-Aspetta frocio di merda!! Adesso ti do il mio regalo.- E abbasso' gli slip sbattendomi sotto il naso la sua verga scappellata e pastosa. Ingoiai la cappella facendolo sospirare di piacere. Il suo sapore inizialmente salatissimo si stava lentamente addolcendo mentre la mia saliva gli ripuliva il cazzo dal piscio di giorni e giorni di trascuratezza.

-Siiii, sei niente maleeee.- Sospirava, e contraendo le natiche sembrava cercare una collocazione piu' comoda al suo uccello nella mia bocca. Mi passo' ripetutamente le mani fra i capelli continuando a pompare ed ansimare. Il suo giovane complice si avvicino' divertito e prese a fissarci incredulo.

-Tu stai buono, fra poco questa baldracca sara' a tua disposizione.- Si, mi sentivo una gran troia e gli insulti del delinquente mi eccitavano da morire. Mi impegnai moltissimo a spompinarlo e fui talmente abile che non gli fu necessario dirmi cosa fare. Godeva e ansimava come un porco. Io mi abbassai gli slip e presi a segarmi l'uccello con forza. Volevo che il suo orgasmo durasse molto e cosi' alternavo leccate in punta a leccate sulla canna e sulle palle, due bellissime palle pelose e puzzolenti.

-Avantiiii, continua a sbocchinarmiiii.- Io obbedii e ricominciai a succhiare e ingoiare quel lubrificante viscido e schiumoso che ne fuoriusciva. Solo dopo molti minuti avvertii la stretta sulla mia nuca farsi piu' forte e capii che stava per svuotarmi il suo sperma in bocca. Lancio' un urlo soffocato.

-Aaahhh!! Uhmmmm!! Siii!!!! Aaahhh!!! Cosi'!!! Siiii!!!-

Il primo spruzzo mi colpi' l'ugola. Ingoiai immediatamente e cercai di indirizzare il resto della sua crema sulla lingua. Pensai volesse annegarmi, evidentemente erano diversi giorni che non eiaculava e il flusso fu abbondantissimo, tanto da costringermi ad ingoiare tutto quanto.

Quando si fu placato, usci' dalla mia bocca e mi allontano' con disprezzo, lasciandomi a masturbarmi sul pavimento. Restarono ad osservarmi divertiti finche' anche io mi schizzai addosso un rivolo bianco e viscido, ad impiastricciarmi il ventre ed il petto.

L'uomo si allontano' da me indicandomi al ragazzo.

-Tocca a te adesso, fai urlare questa vacca, sfondagli il culo!!- Osservavo quelle natiche bianche e pelose che si muovevano deliziosamente in direzione del bagno. Si levo' il maglione e, completamente nudo, varco' la soglia del cesso.

Il ragazzo mi guardava senza sapere cosa fare. Io mi alzai in piedi togliendomi tutto e restando completamente nudo davanti al giovane.

-Vuoi che ti spompini un po' come ho fatto con il tuo amico?- Mi guardo' il cazzo sorridendo.

-Si, muoviti puttana italiana!!- Mi inginocchiai e attesi che si spogliasse completamente.

Aveva un bel corpo snello ma muscoloso e una nerchia lunga e sottile che si stava velocemente indurendo. Mi avvicinai ed afferrai i suoi capezzolini turgidi, strofinandoglieli con le dita. Gli piacque molto e mentre sospirava chiudendo gli occhi, se lo menava e me lo menava sulle labbra.

-Dai, prendilo in bocca!!!- Ordino'. Il suo odore era molto forte, aglio allo stato puro, ma avevo troppa voglia di farlo divertire. Avevo di fronte un giovane uomo da soddisfare. Avevo scordato le botte, le minacce con il coltello, il saccheggio del mio appartamento, ma non mi importava di nulla. Avevo una bella verga da leccare e ciucciare. Nell'altra stanza forse il complice si stava preparando per un secondo round e io non vedevo l'ora di farmi fottere da entrambi. Cominciai a leccarglielo a fondo, ingoiando la mia saliva piccante e salata. La sua cappella molto grossa entrava e usciva dalla mia bocca e le mie labbra sembravano assaporare un cono gelato alla liquirizia. Palpeggiavo il suo ventre piatto e leggermente adiposo e la mia mano correva su quel torace sodo e sudato fino ai capezzoli, e poi sulla schiena fino alle chiappette sode e glabre. Lui teneva le mani dietro la schiena ed il bacino sporgente in avanti pompando nella mia bocca.

-Adesso girati!!- Mi ordino'. Lo guardai con aria interrogativa.

-Voglio romperti il culo!!- Mi disse.

Io mi voltai di spalle e rimasi a quattro zampe, volgendogli la schiena. Il ragazzo si inginocchio' fra le mie gambe e afferrandomi per i fianchi comincio' a penetrarmi. Le ferite procurate da Ahmin erano ancora fresche e dolorose, ma il dolore duro' un solo istante, tanto che per non farlo arrabbiare cominciai ad ansimare e guaire come una cagna. Lo sentivo muovere dentro, sentivo le mie pareti sollecitate e solleticate dal suo manganello che entrava ed usciva fluidamente e comodamente.

-Hai il culo sfondato!! Ti piace prendere cazzi?- Mi sussurrava all'orecchio mentre era chino su di me. I nostri corpi sudati scivolarono l'uno sull'altro per molti minuti, finche' l'altro delinquente ritorno' nella stanza.

-Ti ho fatto una bella cagata nel cesso e mi sono fatto la doccia!! C'e' niente da mangiare?- L'uomo aveva il mio asciugamano attorno alla vita, sotto la pancia e si grattava i coglioni. Aveva indossato i miei sandali di cuoio.

-Allora ragazzo, ti stai divertendo? Com'e' questa troia?- Il giovane non rispondeva, impegnato come era a fottermi in culo, ma era ormai prossimo all'orgasmo.

-Voglio ingoiare la tua sborra!!!- Gli dissi. Ed egli non se lo fece ripetere, usci' dal mio culo e si sedette in poltrona, davanti a me, con il suo bel randello dritto ed insanguinato che io ingoiai immediatamente.

-Che bel culo rotto!!- L'uomo mi venne alle spalle, mi sollevo' il sedere, si fece largo fra le mie cosce e me lo schiaffo' in culo senza complimenti. Lanciai un urlo di dolore, soffocato dall'uccello del ragazzo che mi riempiva la bocca, la sua violenza fu tremenda, aveva un cazzone largo, piu' largo del ragazzo ed entro' con forza dilaniandomi le mucose. Il mio dolore accelero' l'orgasmo del giovane magrebino fino a quando ebbi la lingua impastata dal suo sperma.

Mentre l'uomo mi cavalcava, il giovane sguscio' da sotto e se ne ando' al cesso lasciandomi preda della violenza del compare che prese a strizzarmi i capezzoli con incredibile violenza. Io gemevo, guaivo, piangevo, ma cominciavo a rimpiangere di non avere disponibile sempre un cazzo ne' un maschio come quello che mi stava stuprando. L'animale me lo infilo' fino alle palle e meno' un paio di botte venendomi dentro una seconda volta.

Mi lascio' sanguinante ai piedi della poltrona, si ripuli' il sangue con la tenda del soggiorno e disse:

-Ho fame! Hai niente da mangiare?- Lo accompagnai in cucina perdendo sborra sul pavimento. Si lavo' il cazzo nel lavandino e si sedette al tavolo, completamente nudo cominciando a mangiarsi il pollo freddo che si era avanzato. Presi una birra fresca e gliela porsi.

-Mi sono comportato bene?- Chiesi umilmente. Lui addentava con molta rudezza le cosce ed il petto del volatile. Prese il piatto e se lo tenne in mano sollevando i polpacci sul tavolo ed allargando le sue belle gambe pelose.

-Mi fanno male i piedi. Massaggiameli!!- E stette a guardarmi mentre mi umiliavo un'altra volta.

Mi sedetti sul tavolo e gli sfilai i miei sandali, mi misi i suoi polpacci sulle mie cosce e cominciai a massaggiargli i piedi, mentre lui continuava a mangiare pollo e ruttare guardandomi negli occhi.

Passavo le mie dita fra quelle dei suoi piedi, ammorbidendo la callosita' della sua pelle e massaggiando i talloni e la pianta.

-Baciami i piedi, stronzo!!- Tentai di sollevare il suo piede verso le mia bocca.

-Non cosi', stronzo!! Abbassati tu!! Striscia per terra!!- E cosi' dicendo si alzo' in piedi e mi costrinse ad abbassarmi per baciargli i piedi. Aveva piedi molto belli, ben fatti, grassottelli. Cominciai a leccarglieli e poi mi sollevai seguitando a leccare, arrivando all'inguine.

-Vuoi succhiare ancora sta minchia?- Disse sadicamente.

-Allora accomodati!!- E allargo' le gambe abbassando la sua mazza molliccia e fragrante di latte di mandorle fino alle mie labbra. Io ripresi a giocarci con la lingua.

-Sei un frocio succhiacazzi!!!- Io non dissi nulla e continuai a succhiare.

-Mi fai schifo!! Io a quelli come te gli taglio i coglioni e poi glieli faccio mangiare!!- I suoi insulti non mi toccavano minimamente, anzi il suo disprezzo mi eccitava ancora di piu'.

-Succhia, succhia brutto frocio!!- E la sua voce rotta dall'emozione rivelava la sua crescente eccitazione, ben significata dal bigolo che era ormai duro e lucido dentro la mia bocca.

-Ne ha ancora voglia?- Il ragazzo ci raggiunse in cucina, completamente nudo, ancora umido per la doccia appena fatta e prese a menarselo avvicinandosi a noi.

-Questa merda li prende in bocca tutti e due!!- Cosa che feci immediatamente. Presi a spompinarli entrambi, poi ne segavo uno e spompinavo l'altro e assaporavo il profumo ed il sapore delle loro nerchie rigide. Le sborrate arrivarono una di seguito all'altra, riempiendomi il viso ed il corpo. Qualche schizzo riuscii a ingoiarlo leccandolo dal pavimento e per quella sera ebbi placato la mia sete. I due si diedero un'altra pulita e mi portarono in camera da letto.

-Ci prendiamo i tuoi vestiti e ti lasciamo i nostri stracci.-

-Prendete quello che volete e se vi va di prendere me, tornate a trovarmi.- Detto questo i due scomparvero nella notte lasciando a casa mia i loro indumenti e tutta la refurtiva. Ancora oggi, indosso quegli indumenti con i quali me ne vado in giro per campi nomadi a prendere cazzi. Diciamo che sono i miei abiti da lavoro.. .adoro il mio lavoro!!!

 

(fine)