ORSI ITALIANI MAGAZINE


Il barbiere

Un racconto di Antonio

Il barbiere

Avevo da poco cambiato posto di lavoro in quanto lavoravo per una catena alberghiera con alberghi in varie zone della citta' e il cambiamento era stabile e non temporaneo. Il mio barbiere personale era vicino al mio lavoro ma ora che lavoravo alla parte opposta della citta' mi veniva un po' scomodo andarci. Decisi quindi di cambiare barbiere cercandalo stavolta, anziche' vicino al mio lavoro, nella zona nella quale abitavo in modo che, se in futuro avessi dovuto avere dei cambiamenti di lavoro, non avrei piu' avuto il problema.

 

Manco a farlo apposta nel piu' vicino, una parruccheria niente male ben arredata e confortevole, i 2 ragazzi oltre al barbiere proprietario erano piu' boni l'uno dell'altro ma il proprietario era il massimo per me: un uomo sui 35 anni molto maschile, moro e molto peloso. Era estate ed in quella stagione i barbieri normalmente mettono il camicione da lavoro senza nulla sotto, la scollatura era a V e quindi si vedeva quel ben di dio di foresta di peli nella quale mi ci sarei immerso.

 

Il giorno che andai per la prima volta mi servi' proprio lui. Fremevo perche' quell'uomo che tanto mi piaceva mi metteva le mani addosso, mi accarezzava la testa con la tovaglia: la mia patta comincio' a prendere volume ma non mi creai problemi in quanto coperto dal solito mantellone che mettono i barbieri che mi arrivava sin quasi alle ginocchia ed ancora doveva iniziare a tagliarmi i capelli, il tempo per farlo affievolire ci sarebbe stato.

 

Egli naturalmente noto' che ero un nuovo cliente e mi chiese se qualcuno mi avesse consigliato la sua parruccheria, io gli dissi la verita': dove andavo prima era scomodo adesso per me e quindi visto che ero in zona ero venuto qui. Passammo subito passati al tu: lui mi dava del lei ma io gli dissi diamoci del tu che siamo coetanei e poi d'ora in poi continueremo a vederci. Mentre mi tagliava i capelli chiaccherava con me, le solite chiacchiere da salone, la showgirl del momento che figa gliela sbatterei in culo a farla gridare di piacere. Io, segretamente gay e molto maschile per cui non poteva mai pensare che davanti avesse un gran pezzo di frocione, gli davo corda mettendoci la mia con delle porcate che gli avrebbero fatto gonfiare il cazzo, del tipo quella ha una faccia da troia a letto chissa' quale porcate le piaceranno, farsi sborrare sul seno e poi farsi pisciare per pulirlo dalla sborra e altre porcate simili. Lui, il barbiere che chiamero' Gino, gia' in piena sintonia con me, comincio' anche lui a fantasticare porcate del tipo, da quella me lo farei succhiare senza mani, un bel pompino senza neanche toccare il cazzo, aggiungendo che quando glielo succhiavano in quel modo si arrapava da dio. Cazzo dissi tra me mi farei anche legare le mani per succhiartelo! Il tempo passo', quando fini' lo salutai personalmente ringraziandolo per la disponibilita' e simpatia dandoci una stretta di mano, che presa! quella mano sembrava la mano di maciste hummm.

 

Alcuni giorni dopo incontrai un mio amico gay al quale raccontai il fatto che avevo cambiato barbiere e che quello nuovo era un bonazzo. Gli dissi che era vicino casa mia ma dato che il mio amico non abita nella mia zona, fini li'. Gli descrissi com'era moro, faccia da maschio porcone e peloso: allora il mio amico ridendo mi disse dai che ti piace prima o poi tu per fartelo tirerai giu' la maschera, gli dissi ma sei scemo mai e poi mai e poi e' nella mia zona e per giunta lui e' anche sposato figurati se un barbiere che passa la giornata a parlare di fighe andrebbe con un gay...

 

Dopo circa un mese tornai da Gino per farmi tagliare i capelli, erano le 9,30 del mattino e c'era un po' di confusione. Egli molto gentilmente mi disse ti conviene che torni intorno l'orario di chiusura altrimenti dovrai apettare molto sono in emergenza un mio collaboratore oggi non e' venuto e siamo solo in due, passa intorno le 12,45. Bene, risposi ci vediamo piu' tardi.

 

Alle 12,45 quando entrai nella parruccheria non c'era piu' nessuno e quindi mi accomodai subito. Il suo collaboratore mi fece lo shampoo e giusto il tempo di passare nella poltrona di Gino e il collaboratore ando' via e restammo soli , cosa che comincio' a farmi bollire il sangue. La ciliegina fu quando lui chiuse la porta e abbasso' la saracinesca dicendomi poi ti faccio uscire dall'entrata di servizio se non chiudo puo' arrivare sempre qualche cliente che vede aperto e bussa e non posso dirgli di no e va a finire che non ho il tempo neanche per un panino tanto oggi il tempo di andare a casa non l'avro'.

 

Questa situazione mi eccitava al massimo, mentre io ero seduto sulla poltrona con gli avambracci poggiati nei braccioli della poltrona lui quando mi tagliava i capelli dalle parti laterali si strusciava sui miei avambracci tanto che ho sentito perfettamente la forma del suo cazzo turgido ma ero molto pauroso e non muovevo le braccia ma lui tostamente lo faceva apposta a tal punto da premermi la sua patta contro. Non sapevo che fare, nel frattempo lui mi parlava - sai ti ringrazio per il nuovo cliente che mi hai procurato - ed io rimasi stupito non ricordavo di avergli mandato nessuno, non pensavo che quel mio amico gay, Marco, al quale avevo raccontato del mio barbiere fosse andato a fare la troia per farselo !

 

Gino il barbiere mentre mi parlava di lui mi ha sorriso e mi ha detto ma che tipo e' il tuo amico , beh gli dissi che intendi? (Marco lo conosco da anni , anche lui non e' per nulla effeminato e non si evince che e' gay). Gino ribatte sai e' un bravo ragazzo ma bravo veramente sa fare certe cose che neanche le donne sono capaci di fare e nel frattempo il cornutone mi strofinava la patta sugli avambracci, allora capii subito cosa gli avesse fatto Marco: un bel pompino!

 

Ma cosa intendi per molto bravo che neanche le donne sono capaci? chiesi a Gino, allora lui subito mi disse che con lui, anche quella volta in orario di chiusura mentre gli tagliava i capelli Marco aveva allungato' la mano e gli ha aveva accarezzato la patta e lui: - non mi serve che mi carezzi la patta, se vuoi me lo devi succhiare - e cosi' non appena fini' di targliagli i capelli gli fece un bel pompino.

 

Io restai stupito e feci lo stesso dicendogli - praticamente lui ha fatto cosi'? e gli ho afferrato la patta ben consistente: il suo cazzo era gia' bello duro e non mollai la presa. Lui scoppio' a ridere e mi disse hullalla' anche tu ora che me lo hai afferrato, non e' che vorresti fare la stessa cosa? Tu gia' conosci i miei gusti lo sai come mi piace farmi succhiare il cazzo. Nel frattempo aveva quasi finito di farmi i capelli ed io ogni volta che era dalla parte leterale gli massaggiavo la patta.

 

Appena lui fini' ando' a lavarsi le mani e torno' senza camicione a torso nudo. Quando lo vidi impazzii: vidi quel magnifico petto peloso che sembrava una foresta, due capezzoli rosei e protuberanti. Mentre si avvicinava a me, si slacciava i pantaloni. Tiro' fuori un minchione che non finiva piu', nerboruto nero con una cappella che sembrava un ombrello: naturalmente non persi tempo e mi tuffai su quel magnifico cazzo e senza neanche toccarlo con le mani cominciai a slinguettare sulla cappella scendendo per tutta la lunghezza fino ad arrivare alle palle pelose che sembravano due bocce. Gliele succhiai, e poi affondai il suo minchione nella mia bocca facendogli sentire il calore della mia gola sulla sua cappella. Lui era moto eccitato, mi teneva per la testa e me la pressava sul suo cazzo, mi afferro' anche per le orecchie tirandomi al suo cazzo. La sua rude mascolinita' mi eccito' molto, mi tirai fuori il cazzo e mi masturbai mentre la mia bocca non lasciava il suo cazzone, lo sentivo parlare e mi diceva minchia hai un minchione enorme piu' grosso del mio... la vista del mio cazzo evidentemente lo aveva eccitato molto, tanto che stava per sborrare e mi disse staccati vengo ma io feci finta di non sentirlo ingoiai tutto quel ben di dio caldo. Mi alzai e lui guardandomi in faccia fissandomi negli occhi come quando ci si vuole baciare: io intanto non avevo ancora sborrato e continuavo a masturbarmi, lui si avvicino' a me e mi disse dai fammi sentire il sapore della mia sborra. Si avvicino' a me e mi bacio' con un lungo e appassionato bacio, mi succhio' la lingua come un dannato nel frattempo allungo' la mano verso il mio cazzo. Sempre avvinti dai baci e comincio' a masturbarmi: stavo per sborrare e glielo dissi e lui mi disse dai sborrami sulla mano e cosi' feci lui avvicino' la sua mano piena della mia sborra e me la mise in bocca e mi disse dai leccala tutta, leccai la sua mano mi infilai le due dita in bocca e glieli succhiavo...

 

Era tardi, mi disse dai rimettiamoci a posto e' tardi ho appena il tempo di mangiare qualcosa e devo riaprire, a momenti arrivano i miei collaboratori e i clienti. Ci pulimmo in fretta e mi accompagno' verso l'uscita di servizio ma prima di uscire mi diede ancora un lungo bacio insalivato, il porcone si era portato in bocca un bel po' di saliva come quando uno deve sputare e me la passo' in bocca hummm come mi ha eccitato questa porcata. La sua saliva mentre ci baciavamo ce la passavamo di bocca in bocca.

 

Si erano fatte le 14 senza accorgercene, lo salutai ed uscii , lui mi disse sentiamoci tanto tu hai il mio biglietto da visita con il telefono del negozio e cellulare.

 

La mia ira su Marco che era sprigionata dapprima nei suoi confronti per essere andato a fare la troia dal mio nuovo barbiere era scomparsa anche perche' senza la sua troiaggine non sarebbe mai successo nulla e se e' successo le devo anche a lui.

 

Ora a distanza di anni siamo molto amici io,Gino e Marco e spesso nei giorni in cui siamo liberi tutti e tre condiviadiamo il letto matrimoniale della mia casa al mare facendo porcate a non finire, superfluo dirvi che ora a Gino il cazzo piace anche a lui e come se gli piace a tal punto che vuole essere sempre scopato per primo e per giunta dal mio cazzo che modestamente misura 23 cm di lunghezza x 13 di circonferenza se lo prende tutto e come lo vuole. Naturalmente il tutto in grande segreto: quando siamo nella parruccheria si parla solo di figa e di calcio. Ora Gino maledice il giorno che si e' sposato, la minchia gli piace di piu' giorno dopo giorno e i nostri incontri sono molto piu' frequenti.

 

Lui naturalmente non andrebbe mai a battere a cercarsi un'avventura, Gino ormai e' schiavo del mio cazzo...!

 

Antonio


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