ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emiliano


 
La premessa dovuta e' che recensire onestamente un disco di Madonna per me e' molto difficile: musicalmente, a parte l'insopportabile Crazy for you, mi piace tutto quello che ha fatto, compresa Rescue Me. Mi piace di cuore, si intende: non riesco a non essere felice quando sento le sue canzoni. Chiaro pero' che poi ragionare di testa su un disco di M e' un'altra cosa.
L'eta' avanza (la mia, non solo la Sua), pero' (come Lei) sembra che io ritorni ragazzino: l'hype attorno a MDNA mi ha totalmente assorbito, come negli ultimi anni nessun altro suo disco era riuscito; la mia malattia per la Signora e' stata forte, una febbre quotidiana, un'ansia di nuovi particolari, di recensioni, di teaser per sentire almeno 30 secondi di un nuovo brano. Ho letto almeno una trentina di recensioni prima che il disco uscisse, tutte ne parlavano benissimo, al punto che ho cominciato a preoccuparmi: non poteva essere, un simile coro positivo all'unisono, in cui persino l'odiosa voce di Luzzato Fegiz intonava lodi per il nuovo album. Dopo il disco, quindi ad ascolto avvenuto, ho letto un'unica recensione, quella di Zingales su 'Blow Up', che praticamente (per primo, a quanto sembra) stronca il disco (e lui ama Madonna, la segue, non so a quale livello di follia ma credo abbastanza se ha visto il video dalle session del disco con M, M.I.A. e Minaj). Ora, io posso dire di concordare, con la testa, sia con chi pone MDNA tra i tre migliori dischi di M, sia con Zingales. How come? The Power of Madonna...
Questo disco infatti dimostra definitivamente quello a cui molti, i detrattori ma anche alcuni fan cinici, non credono, ma che viene invece sempre testimoniato da tutti i collaboratori di M: lei davvero produce i brani, davvero e' coinvolta nella stesura e nella realizzazione delle canzoni, lei arriva con le idee chiare e sua e' pure l'ultima parola. Ora, per questo album M ha scelto dei collaboratori tra i piu' 'bassi' di tutta la sua carriera: l'italiano che non parla inglese (OMG che figura) Benny Benassi (nel suo anche bravo, pero' davvero ignorante musicalmente), il francese, passato dalla afro-tribale di buona qualita' al pop scialbo da bimbominchia, Martin Solveig e, infine, un collaboratore del passato, e si sa che a M non piace tornare indietro ma evidentemente di meglio non c'era: William Orbit, quello di Ray of light, un disco talmente paraculo che piace anche ai rockettari (sia chiaro, a me ROL piace, pero' non lo metto tra i primi tre della Queen of Pop); Orbit poi aveva ancora scritto con M, producendo pero' brani abbastanza simili tra loro, e poco d'effetto. Insomma, una triade non felice, cui dobbiamo pero' aggiungere una lunga lista di altri nomi, tutti talmente deboli (il pop mainstream di oggi e' inconsistente) da poter comparire come co-writer, ma niente di piu': Priscilla Renea, Mika, oltre che le succitate Minaj e M.I.A.. Viene da dire che, per fortuna, almeno chi si e' occupato del mixaggio finale, Demo Castellon, almeno lui e' uno un po' piu' -poco piu' - di sostanza. Visti i nomi, io ero preoccupatissimo; invece, il disco e' bello, le canzoni sono davvero canzoni, non loop con qualche frase, e belle perlopiu'; c'e' ciccia e non solo fumo. Magia? No, Madonna: e' lei che, col suo lavoro, lega e concretizza tutto, e' lei che da' un po' di sale alla struttura dei brani che, se fossero stati lasciati ai singoli produttori, sarebbero stati completamente sciapi. Insomma, se questo disco e' tutto sommato un buon disco, e' solo per merito suo. Questo e' un diamante uscito da un cumulo - potenziale - di merda (e scusate la licenza poetica).
Pur nei limiti: non e' troppo coeso, per cui il rischio di sentirlo piu' come una compilation che come album vero e proprio c'e', e capisco che girassero le voci di mixare una traccia con l'altra, come Confessions, perche' questo avrebbe diminuito l'effetto pout-pourri. Anyway, dopo alcuni ascolti, lo stacco tra un gruppo di tracce e l'altro risulta meno evidente, e tutto fila liscio. Quanto al fatto che la musica sia commerciale, credo si tratti di un effetto voluto e non di un ripiego o di un mezzo risultato, M ultimamente gioca a sfidare le sue 'colleghe' sul loro terreno di gioco: sbaragliate quelle sul fronte new r&b e downbeat con Hard Candy, adesso tira un calcio in faccia a GaGa e Rihanna, e alle altre che neppure occorre nominare, confezionando un perfetto disco di pop mainstream, di livello molto superiore agli altri e soprattutto con canzoni che effettivamente si ricorderanno. Qui pero', una preghiera, chissa' che Dolce e Gabbana leggano questa recensione e riferiscano alla nostra Signora: a bbella, adesso pero' basta, hai altri due dischi da fare con Live Nation, torna ad osare, cercati un altro Mirwais, possibilmente non in ambito dubstep - so che ascolti tale Skrillex, solo il nome... - , oppure prenditi chesso', Dj Sneak, e fai un disco di house pestata, o fai un disco metal, basta che il tuo collaboratore abbia le palle musicalmente e non ti adori. Osa! Tu puoi. Solo che non vuoi.
Vediamo ora i brani: GGW e' un brano che cresce con l'ascolto, e' proprio un inno in stile M, in tono maggiore con messaggi propositivi (e riferimenti strani per lei - il Tanquerey -  e citazioni a Britney e JLO, M lascia stare quelle buzzicone sei una signora); Gang Bang e' IL PEZZO, credo non esista fan o non fan a cui non piaccia, e' liberatorio, una 'ranza' pestata un po' demode' ma efficace, con voce tra il diabolico e l'ironico che ripete allo sfinimento la parola bitch (e alla fine l'ascoltatore si ritrova ad urlare con lei); I'm addicted e' pura 'dopa', cita l'MDMA infatti, e' il migliore dei brani fatti con Benassi, flusso di in-coscienza delirante e per questo d'impatto; Turn up the radio e' il pezzo piu' debole del disco invece, infatti in origine e' un brano del solo Solveig e risente troppo del suo imprinting, divertente pero' sostituibile con la piu' efficace Beautiful Killer (una vera e propria killer-flip - relegata al cd 2 dell'edizione deluxe -, con Madonna in volo pop totale, ); GMAYL e' il singolo, contestato dai piu', ma secondo chi scrive divertente e autoironico, alla Give it to me insomma (e' stato scritto anch'esso pensando agli stadi), per me proprio un gran bel brano di lancio (chi lo critica ripensi che altri ottimi album sono stati preceduti da singoli ben peggiori, American Life e 4 minutes su tutti); Some Girls e' un po' nel segno di How High su Confessions o di Keep it together su Like a Prayer, un brano elettronico a bpm rallentati, sulle prime debole, poi invece lo si ama, per quanto sia pericolosamente 'Gaga'; Superstar e' miele, come Cherish (di cui pero' non ha la bellezza) e True Blue (il singolo, di cui invece e' molto meglio): erano anni che M non produceva un brano cosi', personalmente lo trovo un po' stucchevole e adolescenziale (ci canta Lola Leon infatti), pero' gradevole; I don't give a e' un pezzo duro, in tutti i sensi, piu' che le sonorita' di Minaj ricorda qualcosa di Missy Elliot o Foxy Brown (piu' questa, a conti fatti), e' la classica canzone del tipo “dite quello che volete, chissene”, che, se da un lato e' molto tipico di M nel testo, non lo e' nella musica (quel finale simil-epico con coro e' quasi piacevole tanto e' agghiacciante); peccato che questo brano sia affiancato ad I'm a Sinner, il pezzo piu' tipicamente alla Orbit, sembra uscito dalle sessions di ROL o del singolo Beautiful Stranger infatti, pero', non si sa come, funziona, sia per il cantato con acuti sia per l'atmosfera un po' 'India-in-the-sixties' che caratterizza il brano fin dall'inizio, con tanto di litania che richiama Maria, Gesu', San Cristoforo, San Sebastiano e Sant'Antonio; segue quello che chi scrive considera il capolavoro del disco, Love Spent, una ballata lisergica, breve (e fa male per quanto e' breve, e' come volere un francobollo intero di acido e riceverne solo un angolo), dal testo inquietante, triste, disperato nella sua concezione totalizzante dell'amore e nella constatazione del suo fallimento: sublime la doppia citazione degli ABBA (Money, Money Money nel ritornello, Gimme Gimme Gimme in due passaggi); a meta', tra l'altro, il brano si abbassa di un tono e ha un ritmo piu' tecno, con M che prega il suo amante di consumarla, di spendere tutto il suo amore per lei; arrivando alla chiusura del disco, Masterpiece, su cui ancora non ho un'opinione (non mi piace, ma la ascolto e la canto, boh), e la meravigliosa, triste anche questa, Falling Free, che sfrutta un arrangiamento talmente evocativo da suscitare commozione, senz'altro il miglior brano di chiusura di un album di Madonna dai tempi di Take a Bow. Riguardo alle tracce sul cd 2 dell'edizione deluxe, mi limito a dire che sono piuttosto estemporanee, carine, specialmente I f+++ed up, e tutto sommato stanno bene (tranne la succitata Beautiful Killer) dove sono.
MDNA e' la droga del 2012, e' un buon disco, che conferma la bravura di M come compositrice e come produttrice, molto diretto, sentito, generoso e sincero, tanto che, come ad un buon vino della casa, gli si perdona di non essere blasonato e ricercato come altri.
Ps. una nota  di demerito invece a quello che, personalmente, trovo il piu' brutto booklet di Madonna (peccato, che' invece la copertina e' bellissima): di nuovo, a bbella, capisco che l'eta' passa, ma puoi anche provare a mostrarti in faccia, non serve farsi fotografare dietro un vetro o rendersi pressoche' irriconoscibili con Photoshop. Fai come per esempio Annie Lennox, che mostra le sue rughe, togli quegli occhiali che hai perennemente addosso, butta i guanti, tanto poi da sotto il palco vediamo come sei, te lo diamo ugualmente tutto il nostro amore. E poi, fregatene, lancia, come hai sempre fatto, un messaggio di emancipazione e di positivita', fai la cinquantenne e non la young adult. Osa! Tu puoi, solo che non vuoi.
Thanx to Martina B, Michela D, Paolone C, Cristian Zingales e Madonnatribe.

Emiliano
                              

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